Da “IL PUNTO” – 1 aprile 2018

Da “IL PUNTO” – 1 aprile 2018
settimanale delle parrocchie di Catene e Villabona di Marghera

Interessante l’invito a vivere tutta l’ottava di Pasqua partecipando ogni sera all’Eucarestia oppure ai vesperi.

Gentile pure il ringraziamento a tutti coloro che si sono dati da fare perché i riti della Resurrezione diventassero particolarmente incisivi nell’animo dei parrocchiani.

Interessante la notizia del pellegrinaggio a Lourdes con un’ottantina di giovani guidati dal parroco don Lio.

Pure interessante sapere che questa parrocchia ha acquistato e restaurato un grande edificio a Domegge per le vacanze estive dei propri parrocchiani e che è pure messo a disposizione di altri gruppi parrocchiali che non dispongono di una casa di montagna.

don Armando

Otto giorni per celebrare la Pasqua
La Solennità di Pasqua è talmente grande che la liturgia della Chiesa celebra il Mistero della Redenzione per otto giorni di seguito. È come dire che un solo giorno non riesce a contenere la grandezza di questo evento, che ha cambiato definitivamente la storia dell’umanità. È anche un modo per continuare la lode e il ringraziamento, tanto grande dev’essere la riconoscenza a Dio di noi peccatori. Ecco perché si invita tutto il popolo santo di Dio a non perdere la grazia di Pasqua subito dopo la Domenica di Resurrezione: troviamo il tempo per continuare la preghiera durante tutta l’Ottava, specialmente partecipando alla S. Messa delle 18,30 oppure ai Vespri delle 19 a Catene. A Villabona inoltre il giovedì alle 18 si celebra l’Eucarestia seguita dall’Adorazione Eucaristica: è un modo stupendo per contemplare e ringraziare il nostro Salvatore.

Chiesa e comunità in festa: “l’immenso” grazie ai volontari
Ogni anno la comunità cristiana per Pasqua si “veste a festa”, e ogni cosa deve risplendere per bellezza ed ordine. Specialmente durante i Santi Riti occorre un notevole sforzo per permettere ad ognuno di vivere al meglio il Mistero celebrato. Vogliamo ringraziare tutti quelli che, in ogni modo possibile, hanno permesso questo. In particolare grazie alle nostre care Suore, ai sacristi Giuliano e Giovanni, ai ministranti, alle Corali e agli organisti, alle signore delle pulizie.

A tutti e a ciascuno il ringraziamento della collaborazione intera, e la benedizione del Signore che non mancherà di ricompensare.

don Lio, don Francesco, fra Matteo

Pellegrinaggio a Lourdes con l’aiuto di tanti giovani
Nel pomeriggio del 25 aprile partirà il pellegrinaggio dell’Unitalsi diretto a Lourdes e guidato da don Lio. Quest’anno i pellegrini, che torneranno il primo maggio, saranno accompagnati da una ottantina di giovani, che vivranno il servizio al Santuario anche come occasione di alternanza scuola lavoro, in collaborazione con gli Istituti Superiori. Ricordiamo a tutti che è ancora possibile iscriversi (presso la canonica di Catene), e che il pellegrinaggio a Lourdes è un’esperienza preziosa e indimenticabile nella vita di un cristiano.

Campi Scuola a Domegge: le date
Pubblichiamo le date dei campi scuola estivi a Domegge. Sono dei momenti belli di amicizia, condivisione e anche crescita spirituale offerti ai nostri bambini e ragazzi. Vorremmo che ogni famiglia sentisse questa opportunità come importante, per i propri figli ma anche per la comunità intera.

21-28 luglio (V primaria, I e II media)
4-11 agosto (III media I superiore)
11-18 agosto giovani e famiglie

Si ricorda inoltre che la Casa Alpina “card. Ce” di Domegge è sempre a disposizione per gruppi di famiglie, amici o associazioni per trascorrere vacante, fine settimana, ritiri spirituali.

Da “LA BORROMEA” – 1 aprile 2018

Da “LA BORROMEA” – 1 aprile 2018
settimanale del duomo di San Lorenzo

Di questo numero del periodico mi pare sia opportuno segnalare un trafiletto che invita a vivere la notizia della Resurrezione durante tutti i cinquanta giorni che seguono la Pasqua perché un solo giorno è troppo poco per assimilare la verità splendida della Resurrezione.

L’articoletto giustifica questo opportuno e saggio suggerimento con un discorso che si rifà alla cabala. Pure l’annuncio che mons. Barlese terrà una conferenza per il gruppo famiglie, mi pare di un qualche rilievo.

don Armando

Gruppo famiglie

Domenica 8 aprile il gruppo famiglie si incontrerà per un momento speciale. La riflessione verrà infatti guidata da mons. Danilo Barlese che accompagnerà i presenti attraverso il tema del valore della comunità cristiana per una famiglia: nei ritmi frenetici, nella complessità delle relazioni, nella molteplicità delle occasioni, degli stimoli e degli svaghi, nel bisogno di benessere e di riposo, che senso ha per una famiglia dedicare del tempo ad intrecciare la propria storia con il tessuto della comunità cristiana?

Offrendoci i frutti dei suoi studi, dell’esperienza diocesana e della conoscenza e condivisione di vita con tante famiglie don Danilo ci aiuterà nella riflessione comunitaria. Il ritrovo sarà, come sempre, alle ore 17:00, i bambini verranno seguiti dagli animatori parrocchiali e l’incontro si concluderà con una cena comunitaria per la quale ciascuno è invitato a portare qualcosa da condividere. La particolarità di questo incontro può essere occasione, per le famiglie che non avessero ancora fatto questa esperienza, di “venire e vedere” la nuova realtà che sta nascendo.

Una domenica lunga 50 giorni

ll Tempo di Pasqua dura cinquanta giorni, sette volte sette giorni, una settimana di settimane, con un domani; e il numero sette è un’immagine della pienezza (si pensi al racconto della creazione nel primo capitolo della Genesi), l’unità che si aggiunge a questa pienezza moltiplicata apre su un aldilà. È così che il tempo di Pasqua, con la gioia prolungata del trionfo pasquale, è divenuto per i padri della Chiesa l’immagine dell’eternità e del raggiungimento del mistero del Cristo. Per Tertulliano, alla fine del secondo secolo, la cinquantina pasquale è il tempo della grande allegrezza durante il quale si celebra la fase gloriosa del mistero delle redenzione dopo la risurrezione del Cristo, fino all’effusione dello Spirito sui discepoli e su tutta la Chiesa nata dalla Passione del Cristo. Secondo sant’Ambrogio: “I nostri avi ci hanno insegnato a celebrare i cinquanta giorni della Pentecoste come parte integrante della Pasqua“.

A ciò che un solo giorno è troppo breve per celebrare, la Chiesa consacra cinquanta giorni, che sono estensione della gioia pasquale; il digiuno è stato sempre bandito in questo periodo, anche dai più austeri degli asceti. I cinquanta giorni sono come una sola domenica.

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 1 aprile 2018

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 1 aprile 2018
settimanale delle parrocchie di Sant’Andrea e San Pietro di Favaro Veneto

Questa settimana la redazione se la cava mettendo in bocca ai quattro sacerdoti che hanno la cura pastorale di queste due comunità – don Andrea, don Marino, don Massimiliano e don Michele . un augurio breve ma bello, scoperto in uno dei vecchi messali dell’800 della parrocchia e da una riflessione, pure bella, del grande vescovo don Tonino Bello, come si faceva chiamare.

Bello e ordinato il foglio, c’è da augurarsi che prima o poi questi sacerdoti si rendano conto che i millecinquecento parrocchiani praticanti, ma soprattutto gli ottomilacinquecento parrocchiani non praticanti, avrebbero bisogno di qualcosa di più e, forse, di diverso.

don Armando

BUONA PASQUA!

Cristo è risorto!
E’ veramente risorto!
Questo è il vero augurio che i discepoli di Gesù si scambiano oggi.
Il volto di Dio manifestato in Gesù è il volto del crocifisso per amore che vince il male e la morte. Proprio mentre non si ribella all’odio e al rifiuto e accetta anche di essere crocifisso ed elimi­nato, Dio vince. Non cede, non si lascia prendere dall’odio e dalla vendetta. Ama fino alla fine, anche chi lo mette in croce.
Ama tutti e tutto, sempre e comunque.
L’amore di Dio vince. Il male e la morte non hanno l’ultima parola.
Buona Pasqua!
d. Andrea, d. Marino, d. Massimiliano, d. Michele

(Stampa tratta da uno degli antichi messali in uso nella nostra chiesa nel 1800 e conservato nell’archivio parrocchiale)

DEI MACIGNI ROTOLATI

Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E’ la festa del terremoto.

La mattina di Pasqua le donne, giunte nell’orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro. Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro.

E’ il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione del peccato. Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.

Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.

Tonino Bello, vescovo

Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 1 aprile 2018

Da UNA VOCE NELLA RIVIERA – 1 aprile 2018
settimanale dell’unità pastorale delle parrocchie del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Sabbioni e di San Pietro in Bosco e Santa Maddalena di Oriago

La facciata è dedicata ad una significativa immagine che ritrae Gesù risorto sovrapposto a Gesù in croce. Una didascalia di lato completa e approfondisce il significato di questo stretto rapporto tra passione e resurrezione.

A questo proposito mi vien da suggerire ai giovani parroci la mia sessantennale esperienza perché da sempre ho avuto una particolare attenzione al messaggio religioso trasmesso attraverso la carta stampata: la foto di facciata, corredata da una breve ma forte didascalia, non solo invita il fedele a leggere, ma soprattutto è quanto mai incisiva sulla sensibilità del lettore. Noto che sono purtroppo pochi i periodici parrocchiali che curano con attenzione la facciata dei loro periodici.

Ancora una volta segnalo le confidenze del parroco che mettono in luce la sua umanità, la sua spiritualità e le sue doti di “buon pastore”.

Segnalo pure la via crucis per le strade che percorrono le tre parrocchie e il numero notevole di persone che l’hanno seguita.

A chi volesse approfondire il grado di sensibilità caritativa suggerisco di leggere il bilancio e il commento dell'”Associazione Suor Armanda” che si occupa dell’aiuto soprattutto agli adolescenti. Segnalo infine il minipellegrinaggio il giorno di Pasquetta al santuario della Madonna di Borbiago e il proposito di celebrare una santa messa in quelli che don Cristiano chiama “oratori campestri”.

don Armando

Lungo il fiume

Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera
di don Cristiano Bobbo

23 Febbraio
Da una casa all”‘altra”
Sono trascorsi solo due giorni da quando l’ho conosciuta nella sua casa in occasione del mio passaggio per la visita alle famiglie e oggi apprendo con sorpresa che se n’è andata per sempre: la morte l’ha colta serenamente nella tarda serata di ieri. Quel giorno, attendendo il mio arrivo, aveva desiderato farsi sollevare dalla posizione supina alla quale era costretta da alcuni mesi a causa della malattia, mettersi seduta per dialogare con me e ricevere la benedizione del Signore. Un incontro semplice ma carico d’intensità che oggi non esito a definire un ultimo saluto anche se il suo «Arrivederci!» lasciava trasparire il desiderio che il suo parroco potesse nuovamente tornare a farle visita.

Ora però il nostro rincontrarci non dipende più da me ma solo da Dio. Amo pensare a quel giorno come ad un incontro, simile a quegli incontri familiari che il mio ministero di parroco mi porta a vivere ogni giorno tra le case della parrocchia. Un giorno toccherà anche a me varcare la soglia di quella Casa definitiva dove non servirà suonare il campanello né farsi precedere da un preavviso recapitato a domicilio. La vita oltre la vita è questa Casa – come ha recentemente affermato il papa emerito Benedetto XVI – alla quale tutto ci rimanda: viviamo in cammino nel tempo ma nella nostra natura, nelle relazioni, nella felicità che cerchiamo senza sosta c’è il desiderio dell’eterno sinora solo intuito. E avrà la forma di una Casa.

E in questa parola ritrovo il sapore di luoghi a me familiari, abitati da persone con volti precisi e storie particolari, dove mi sono sentito atteso, nei quali tutto mi è caro, persino gli odori, e quella sensazione impagabile di sapere dove poggia la mia vita, dove può tornare al termine di ogni viaggio. Per conoscere una volta ancora chi sono veramente.

25 Febbraio
Avere per essere
Periodicamente rinnovo il proposito di sfoltire gli scaffali della libreria dal sovraffollamento di libri e riviste che continuamente vi si aggiungono. Ma sono sempre tentato di conservarli nell’eventualità che possano tornare utili, se non subito, almeno in un prossimo futuro… Da questo punto di vista mi riconosco figlio della società del nostro tempo che ama l’accumulo, il possesso esteriore, l’attrezzatura più sofisticata che renda la vita ricca, soddisfatta e sicura nel suo procedere. D’altro lato, però, c’è l’approfondimento per cui avverto il

dovere di scegliere le realtà essenziali e in esse poter scavare sempre più intimamente attraverso l’ascolto per riuscire a dare un senso più alto ad ogni attività che sono chiamato a compiere. I libri, le risorse e i mezzi a nostra disposizione sono buoni se ci aiutano a ritornare in noi stessi e a sentire e gustare le cose nella loro essenza intima, nel loro significato autentico. E allora non sarà necessario accumularne molti: ne basteranno pochi ma buoni!

27 Febbraio
La bacchetta magica
Un giorno il mio confessore mi suggerì di ripetere spesso, nel corso della giornata, la preghiera di Gesù: “Sia fatta la tua volontà”. E così mi sono abituato a usarla soprattutto davanti alle difficoltà, di fronte ai doveri gravosi, di fronte alle persone pesanti e moleste che si devono sopportare. Ho visto che questa preghiera di Gesù, se fatta col cuore, è capace di cambiare completamente la giornata. Nella mitologia greca si racconta che il re Creso, famoso per le sue ricchezze, ebbe dagli dèi il potere di cambiare in oro tutto ciò che toccava. Ebbene, la preghiera di Gesù può sortire lo stesso effetto nella vita, diventando una bacchetta magica che cambia tutto in oro!

PELLEGRINAGGIO DI PASQUETTA
Come da tradizione, si rinnova nel giorno di Pasquetta – Lunedì dell’Angelo – il pellegrinaggio annuale della parrocchia di Ca’ Sabbioni al santuario di Borbiago a motivo di un voto fatto alla Madonna nel periodo bellico per l’incolumità della popolazione durante le incursioni aeree e i bombardamenti. L’appuntamento per tutti coloro che desiderano partecipare è alle ore 7.00 per la partenza dal cimitero di Oriago con la preghiera del S. Rosario fino al santuario dove don Cristiano celebrerà la S. Messa alle ore 8.00.

SS. MESSE NEGLI ORATORI CAMPESTRI
Con l’avvio della bella stagione sarà garantita una celebrazione settimanale della S. Messa in uno degli oratori campestri della nostra zona che, a rotazione, potranno diventare un punto di riferimento soprattutto per gli abitanti del posto che hanno difficoltà a raggiungere la chiesa parrocchiale. Il giorno della celebrazione sarà sempre il Venerdì mentre l’orario sarà concordato in seguito e pubblicato per tempo su Una Voce nella Riviera. Il primo oratorio interessato sarà quello settecentesco della Beata Vergine Maria del Caravaggio situato in Via Sabbiona dove verrà celebrata la S. Messa Venerdì 6 Aprile alle ore 15.00. Gli altri oratori che si succederanno sono quelli di Sant’Antonio di Padova in Via Rugoletto, del Sacro Cuore di Gesù in Via Ca’ Rubaldi e della Madonna del S. Rosario in Via Colombara.

Da “IL DIALOGO” – 1 aprile 2018

Da “IL DIALOGO” – 1 aprile 2018
settimanale della parrocchia di San Michele Arcangelo di Quarto d’Altino

Confesso che quanto mi piace la proposta di questo periodico, altrettanto mi dà un senso di disagio questo arcangelo armato di uno spadone che attraversa tutta la pagina. Mi auguro che questa spada non sia simbolo di questo dialogo.

Segnalo un altro gruppo teatrale che pare si esibisca assai di frequente in questa comunità e ripeto che sarebbe quanto mai opportuno che anche altre comunità potessero approfittare di questa proposta, non solamente capace di socializzare, ma pure di offrire un messaggio.

Pure interessante l’altro incontro di carattere sociale per aiutare i cittadini a prendere coscienza delle problematiche del territorio

don Armando

TEATRO PER PENSARE

Siamo abituati a vedere Daniele Bonesso e il suo gruppo teatro Le Quinte a Quarto cimentarsi nelle commedia comica; sabato scorso li abbiamo scoperti capaci di farci riflettere ed emozionare nell’opera scritta dallo stesso Daniele: Signum. Un bello spettacolo in cui momenti recitativi si sono alternati alla danza e al canto interpretato da Lisa.

INCONTRO CON L’AUTORE: VIRGINIO CHIOATTO

Il circolo Acli San Michele Arcangelo ha organizzato il secondo “incontro con l’autore”, in cui l’architetto Chioatto presenterà il suo libro “Territorio in vendita”, uno studio del nostro territorio e della sue problematiche. L’appuntamento è per venerdì 6 aprile alle 20:45 presso la sala san Marco.

LA MADONNA NERA PER PREPARARSI

In vista della visita pastorale del Patriarca, la processione e l’esposizione della Madonna di Portegrandi verrà anticipata Domenica 8 aprile. Ritrovo ore 9.30 per inizio processione dalla cappellina alla chiesa parrocchiale. Rimarrà esposta tutto il mese di aprile e di maggio.

Da “VITA PARROCCHIALE” – 1 aprile 2018

Da “VITA PARROCCHIALE” – 1 aprile 2018
settimanale della parrocchia di Santa Maria del Carmelo della Favorita

Molto bella la breve poesia sulla Pasqua con la quale si apre il giornale, una poesia che offre la chiave per scoprire anche oggi il Risorto.

Il parroco pare abbia una particolare predilezione per le “giornate”. In questo numero informa che il 4 aprile si celebra “La Giornata Internazionale contro le mine”. Speriamo che qualcuno dedichi pure qualche settimana “contro i politici intriganti e parolai, contro i burocrati inefficienti”. I 365 giorni dell’anno non basterebbero per mettere in guardia i cittadini da tutti i mali di questo nostro vecchio mondo!

Il periodico poi dedica all’uovo e alla colomba di Pasqua una delle due pagine di cui è composto.

don Armando

Pasqua

E’ risorto Gesù!
Lo puoi trovare ora
in ogni uomo:
in chi soffre e lotta
per la libertà,
in chi soffre e lotta
per difendere la pace,
nell’amico
che ti stringe la mano,
in chi cerca
l’amore degli uomini.
(Hardy Tentle)

La Pasqua è la principale solennità del cristianesimo. Essa celebra la risurrezione di Gesù avvenuta nel terzo giorno dalla sua morte in croce, come narrato nei Vangeli. Tutti gli evangelisti raccontano l’episodio del sepolcro vuoto: le quattro versioni concordano sulla presenza di Maria di Magdala. “Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!…” (dal vangelo secondo Giovanni 20,1-9). La tomba rimane inesorabilmente vuota, testimone di un evento eccezionale di cui restano solo le tracce. I teli posati per terra, il sudario avvolto in un luogo a parte, sono solamente degli indizi. Ma grazie ad essi Giovanni, il discepolo amato, “vide e credette”. Egli, che è stato vicino a Gesù negli ultimi istanti, ai piedi della croce, e di fronte a questo esito imprevisto non può che aprire il cuore alla gioia e alla speranza.

In questo giorno di Pasqua, anche noi come Maria di Magdala corriamo nel buio delle vicende della vita quotidiana per trovare qualcosa che supera ogni nostra attesa; la pietra del sepolcro, al terzo giorno è rotolata e non c’è più nella tomba un cadavere, perché Cristo è il Vivente!. Un augurio di Buona Pasqua e di una serena festività a tutte le famiglie, in particolare alle perso­ne malate, anziane e sole, a chi recentemente ha vissuto dei lutti.

(Don Daniele e il diacono Luciano)

Mercoledì 4 aprile Giornata internazionale contro le mine.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso (nel dicembre 2005) che ogni anno si deve celebrare questa giornata sulla consapevolezza dei pericoli e sulle attività d’assistenza contro le mine.

Insieme ai residuati bellici esplosivi, le mine costitui­scono infatti una serie minaccia per la sicurezza, la salute e la vita delle popolazioni locali e un ostacolo allo sviluppo sociale ed economico.

Da “PROPOSTA” – 25 marzo 2018

Da “PROPOSTA” – 25 marzo 2018
settimanale della parrocchia di San Giorgio di Chirignago

Mi pare quanto mai significativo ed esemplare il turno per le confessioni della settimana santa e il relativo calendario liturgico con gli inviti particolari.

Segnalo pure il “Campeggio per le medie” per confermare che il coraggio di continuare crea una tradizione che è come un binario su cui la corsa diventa quasi scontata e normale.

don Armando

TURNI DELLA PRESENZA IN CHIESA PER LE CONFESSIONI DURANTE LA SETTIMANA SANTA

Lunedì santo:
8.00 – 10.00: d. ROBERTO
10.00 – 12.00: d. SANDRO
15.00 – 16.30: d. ROBERTO
16,30 – 18.00: d. SANDRO

Martedì santo:
8.00 – 10.00: d. ROBERTO
10.00 – 12.00: d. SANDRO
15.00 – 16,30: d. ROBERTO
16,30 – 18.00: d. SANDRO

Mercoledì santo:
8.00 – 10.00: d. ROBERTO
10.00 – 12.00: d. SANDRO
15.00 – 16.00: d. SANDRO e d. ROBERTO

Giovedì santo:
15.00 – 18,00: d. ROBERTO

Venerdì santo:
10.00 – 12.00: d. ROBERTO
16.00 – 18.00: d. SANDRO

Sabato santo:
Tutto il giorno: d. ROBERTO e d. SANDRO

IL CALENDARIO DELLA SETTIMANA
(25 MARZO 1 APRILE 2018)

DOMENICA 25 MARZO: DELLE PALME
ore 9,15: Davanti alla Scuola materna Sacro Cuore verranno benedetti i ramoscelli d’ulivo che verranno portati in tutte le case. Le offerte che saranno raccolte andranno alla CARITAS.
ore 15,30: Canto dei Vesperi e inizio delle 40 ore di adorazione al SS.mo Sacramento
ore 18.20: Benedizione Eucaristica

LUNEDÌ 26 MARZO:
ore 7.00: S. Messa ed esposizione del SS.mo Sacramento (Sono invitati in modo particolare i Capi Scout e i membri della branca rover)
Durante tutte le giornate di Lunedì, Martedì e Mercoledì un sacerdote sarà sempre presente in chiesa per le confessioni ATTENZIONE: è indispensabile che dalle 12.00 alle 15.00 ci sia qualcuno in chiesa-Chi lo sarà scriva il proprio nome sul cartello predisposto all’entrata della chiesa
ore 18.20: Benedizione Eucaristica
ore 18,30: Santa Messa

MARTEDÌ 27 MARZO:
ore 7.00: S. Messa ed esposizione del SS.mo Sacramento (Sono invitati particolarmente gli Adulti, gli Animatori e i giovani di AC)
ore 18.20: Benedizione eucaristica ore 18,30: S. Messa

MERCOLEDÌ 28 MARZO
ore 7.00: S. Messa ed esposizione del SS.mo Sacramento|
ore 16.00: Benedizione Eucaristica e S. Messa a conclusione delle 40 ore di adorazione.
Non c’è la S. Messa delle 18,30

GIOVEDÌ SANTO – 29 MARZO:
ore 9.00: Giovani ed adulti recitano le LODI
ore 18,30: EUCARESTIA DELLA ULTIMA CENA DEL SIGNORE con la lavanda dei piedi di alcuni rappresentanti della comunità
ore 21.00: Veglia in preparazione della PROFESSIONE DI FEDE, (sono invitati tutti i giovani che in questi anni hanno fatto la Professione di Fede) e inizio dell’adorazione notturna (la chiesa rimarrà aperta per tutta la notte).

VENERDÌ SANTO- 30 MARZO: ore 9.00: Giovani ed adulti recitano le LODI
ore 15.00: VIA CRUCIS per coloro che non possono partecipare alle celebrazioni della sera.

Da “COMUNITÀ E SERVIZIO” – 25 marzo 2018

Da “COMUNITÀ E SERVIZIO”25 marzo 2018
settimanale della parrocchia San Giuseppe di viale San Marco

Don Natalino, il parroco, dedica l’articolo di spalla della facciata del periodico al crocifisso ed afferma una meravigliosa verità, anche se vi arriva in maniera un po’ contorta, come gli è connaturale: il Cristo crocifisso che oggi deve interessarmi è l’uomo che oggi in tanti Stati e per i motivi più diversi è in croce. L’angolatura della visione del crocifisso è quella che mi deriva dalla croce di Gesù, ma il nome del crocifisso è quello dell’uomo che è messo in croce dai Barabba, dai Pilato e dai sinedri di oggi.

Interessante è l’articolo di Stefano Bellato che in maniera suadente fa notare la crescita umile ma autentica di quella che oggi è chiamata la collaborazione pastorale; essa fa fatica a crescere però, seppur a piccoli passi, sta crescendo. Un altro segno di questa crescita faticosa l’abbiamo dalla via crucis del venerdì santo.

don Armando

NELLA MEMORIA DELLA PASSIONE
di don Natalino

C’è un libro, che mi è stato messo in mano in ginnasio dal prof dì religione e mi ha poi appassionato così tanto, da acquistarne una copia per me. E’ il capolavoro di Giuseppe Riccìotti, La vita di Gesù Cristo. Pubblicato nel 1941, continua ad essere ristampato fino ai nostri giorni. Da ragazzo mi sono immerso nella lettura perché dovevo preparare la mia parte in un immaginario processo a Ponzio Pilato da fare in classe: era colpevole o non colpevole? Ma l’interesse poi è andato oltre e pure la lettura di quel libro. Ero preso dalla narrazione dei fatti della Passione: ricordo ancora quale impressione mi fecero le pagine in cui si descriveva con puntiglio medico quel che Gesù aveva patito nel supplizio della croce fino a quando era sopravvenuta la morte. Beninteso: realismo e pietà verso l’umanità dell’Innocente senza alcun, benché minimo, cedimento al genere splatter. Anni dopo, leggendo la presentazione scoprii che l’autore, divenuto esperto in archeologia biblica e storico del cristianesimo, da prete giovane era stato cappellano militare durante la prima guerra mondiale.

Da quella drammatica esperienza era uscito con una radicale opposizione a ogni tipo di guerra e perciò di violenza dell’uomo sull’uomo. Aveva visto e toccato le membra ferite del corpo di Cristo, l’uomo dei dolori (cfr Is 53,3). Anche noi oggi abbiamo bisogno di far memoria della passione del Signore, per aprire gli occhi sull’uomo, per disintossicarci da ogni risentimento e indifferenza, per imparare la verità dell’amore.

SULL’ONDA DELLO SPIRITO
Cantare e camminare insieme

Le Cresime a San Giuseppe sono state un evento importante per i ragazzi cresimati, come pure per genitori e padrini. Ma sono state un incontro fecondo anche per tanti presenti. Penso soprattutto ai coristi: persone che hanno accettato l’invito di mettere a disposizione la propria voce e il proprio tempo, di imparare canti nuovi e di confrontarsi con le dinamiche di altre parrocchie, per contribuire a formare un unico coro. Come sempre il «vieni e vedi» ti sorprende e allarga gli orizzonti della quotidianità, facendoti stupire di come l’unità sia molto di più della somma dei vari, singoli elementi.

E’ stato molto bello non solo il risultato, ma anche il percorso, le serate delle prove: i primi saluti, i nomi nuovi da imparare, la stima di chi ti canta vicino, non ti conosce ancora e ti fa capire che «vai bene»!

La magia del pregare insieme con il canto ha unito ancora di più: quel «Vieni Spirito, vieni Spirito», arrivava come tante ondate successive a commuovere e farti consapevole e grato di essere parte di una realtà Altra, che neanche immaginavi.

Ripenso ai tanti discorsi sulle collaborazioni pastorali: incontri teorici e complicati, sembravano impossibili da realizzare. Eppure è bastato rispondere di si ad un invito ed il resto è arrivato da solo. E ti viene voglia di continuare, di provare qualcosa di nuovo, senza la paura di andare incontro alle probabili difficoltà pratiche, che magari non ci saranno. Faremo anche l’esperienza della Via Crucis insieme, la sera del Venerdì Santo.

Ogni parrocchia partirà dalla propria chiesa, incontrandoci ai piedi del ponte ciclopedonale dell’Osellino, per vivere assieme le ultime quattro stazioni ed unirci sotto la Sua Croce.

Per meditare assieme il mistero della Croce, ringraziare dei doni ricevuti, orgogliosi di appartenere a questa Chiesa in cammino, che ci propone la gioia di «camminare insieme».

Stefano Sellato

LA SERA DEL VENERDÌ SANTO

Quest’anno la Via Crucis diventa esperienza comune di preghiera aperta a tutta la collaborazione pastorale venerdì 30 marzo alle 20.30 una processione partirà dal piazzale della chiesa di San Giuseppe e attraversando le corti femminili oltrepasserà il ponte ciclopedonale.

Alla stessa ora dal piazzale della chiesa del Corpus Domini un’altra processione si inoltrerà nel quartiere fino a percorrere il vialetto verso il punte.

Tutti ci ritroveremo «Sotto la sua croce» per le situazioni conclusive e la preghiera finale Grazie fin d’ora a quanti collaboreranno alla buona riuscita di questo gesto comunitario di fede e di preghiera.

Da “LETTERA APERTA”- 25 marzo 2018

Da “LETTERA APERTA” 25 marzo 2018
Settimanale della parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo

Don Gianni, il parroco, informa i parrocchiani della tradizionale Via Crucis che il venerdì santo percorrerà quasi il perimetro della parrocchia e che è sempre seguito da un numero considerevole di fedeli.

Questa notizia mi fa ricordare che col 68′ i fedeli non osavano più uscire mai dalle chiese per una celebrazione religiosa, mentre io, memore delle processioni della mia infanzia, ho voluto fermamente testimoniare pubblicamente la fede. Nei primi anni ci fu dell’ostilità, ma poi l’uscita religiosa fu apprezzata e seguita dalla grande maggioranza dei parrocchiani.

Segnalo pure l’articolo di Alvise Sperandio che, in occasione della ricorrenza dell’uccisione di Aldo Moro, dedica un suo articolo ai “martiri civili” della nostra nazione.

don Armando

APPUNTAMENTI PASQUALI
in primo piano

LA VIA CRUCIS
Come è tradizione, la sera del venerdì santo si terrà la Via Crucis per le strade della parrocchia. Invito tutti, anche coloro che eventualmente si sentissero alla ricerca della fede, a partecipare a questo momento di meditazione e di preghiera. Quest’anno la processione

partirà dal sagrato della chiesa alle ore 21.00, percorrerà un tratto di via San Dona, poi via Vallon, via Monte-grotto, via Sem Benelli, via Goldoni e via Trezzo per tornare infine in chiesa dove si concluderà verso le 22.15, come indicato nella cartina qui sotto. In caso di mal tempo la liturgia si svolgerà interamente in chiesa. Chiedo, se possibile, che nelle abitazioni coinvolte nel passaggio della via Crucis venga esposto un lumino acceso ai balconi. Grazie,

don Gianni

LE CONFESSIONI
Mercoledì scorso c’è stato il Sacramento della riconciliazione per gli adulti insieme alla altre parrocchie della nostra collaborazione pastorale. La partecipazione non è stata di altissimo livello ma decorosa e superiore alle attese. Durante la Settimana Santa in chiesa ci sarà un sacerdote disponibile per il Sacramento della riconciliazione. Si tratta di un servizio prezioso. Si trovano gli orari esatti, giorno per giorno, sul calendario riportato su questo numero di lettera aperta. Cerchiamo di profittare per non trovarci tutti all’ultimo momento. In ogni caso saremo comunque disponibili per l’assoluzione anche in extremis: è giusto però dare a questo Sacramento lo spazio che merita e dunque esorto tutti a provvedere con calma e per tempo.

d.G.

TURNI DI ADORAZIONE
Come ogni anno chiedo di prestare attenzione ai turni di adorazione eucaristica. Serve la presenza in chiesa il lunedì, martedì e mercoledì della Settimana santa, soprattutto dalle 12.00 alle 15.00, quando non ci saranno in chiesa i sacerdoti per le confessioni. Altrettanto va detto per la notte del giovedì santo, dalle 22.00 alle 6.00 del mattino.

Non possiamo infatti lasciare esposto il Santissimo Sacramento se non è anche vigilato dalla presenza di qualcuno. Per questa ragione, come si è sempre fatto anche negli anni scorsi, nel giorno delle Palme e nei due giorni seguenti resteranno appesi due cartelloni dove ciascuno può, se lo desidera, scrivere il proprio nome e cognome. Domando soltanto a chi si annota di essere poi fedele nel mantenere l’impegno preso. Ringrazio sempre per la disponibilità a questo servizio.

d.G.

LE QUARANTA ORE
In questa parrocchia da diversi decenni la Settimana Santa inizia con quelle che nella tradizione delle nostre parti si chiamano le “40 ore” di adorazione. Si tratta di una devozione popolare che ha preso piede e ci aiuta ad entrare nello spirito della Pasqua con una preghiera personale di raccoglimento e di adorazione. Dalla domenica pomeriggio, con i vesperi, ci sarà l’esposizione del Santissimo, L’Eucaristia resterà esposta per la preghiera e l’adorazione anche nella giornata di lunedì, martedì e mercoledì così che ognuno possa dedicarsi alla preghiera. In questi giorni lasceremo sempre un po’ di canto gregoriano di fondo anche per agevolare il fedele al raccoglimento.

d.G.

ATTUALITÀ
di Alvise Sperandio

MARTIRI DI QUESTO STATO
Molti giovani di oggi purtroppo neppure sanno chi è stato Aldo Moro. Non lo sanno perché sono figli di un’altra epoca e nessuno spiega loro cosa sono stati gli anni di piombo. D’altronde, a scuola, in quinta superiore se va bene, si arriva a studiare la seconda guerra mondiale, figurarsi le Brigate rosse. Eppure quel che è successo andrebbe raccontato perché non sia dimenticato e perché sia da monito per il futuro. Quarant’anni fa, il 16 marzo 1978, la strage di via Fani costò la vita a cinque agenti della scorta che, anche loro, hanno dato la vita per la legalità. Il corpo di Moro, uno dei più importanti statisti della storia italiana, di fronte al quale alcuni leader politici attuali possono solo impallidire, sarà ritrovato il 9 maggio in via Caetani.

Un luogo significativo, a metà strada tra la sede della Democrazia cristiana in piazza del Gesù e quella del Partito comunista alle Botteghe oscure, mentre nasceva il compromesso storico. Sembra un tempo lontanissimo, ma non dev’esserlo. Va ricordato, senza indugio alcuno, di chi fu la mano assassina, come ha scritto Ezio Mauro su Repubblica intervistando una terrorista. Non vanno sottaciuti alcuni dubbi su ciò che accadde, o meglio non accadde, in quei drammatici 55 giorni di prigionia del presidente della Dc.

Bisogna continuare a contrastare ogni forma di odio e violenza anche e soprattutto di fronte alle provocazioni di chi, mentre si fa memoria della ricorrenza, sfrontatamente dichiara che “Fare la vittima è diventato un mestiere”. Il giornalista Daniele Manca, sul Corriere della sera, ha scritto che “siamo un Paese che non sa onorare i suoi martiri”. Ha ragione, tenendo conto che il 19 marzo, nel sedicesimo anniversario dell’assassinio di Marco Biagi, ucciso per mano delle Br sotto casa a Bologna, sono comparse delle scritte farneticanti e oltraggiose all’Università di Modena dove insegnava. Non dimentichiamo che nonostante le minacce, al giuslavorista fu negata la scorta e un ministro della Repubblica lo definì “un rompiscatole (per usare un eufemismo, ndr) che voleva il rinnovo del suo contratto di consulenza”. “Mio papà è stato abbandonato”, ha denunciato il figlio che ha chiesto di “tenere alta l’attenzione nei confronti dei movimenti eversivi”. È un dovere inderogabile che spetta a ciascuno di noi, così come spiegare ai più giovani queste tristi pagine della nostra storia.

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS. TRINITA’” – 25 marzo 2018

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS. TRINITA’”25 marzo 2018
settimanale della parrocchia omonima di via Terraglio

Don Angelo, il parroco, in questo numero del suo periodico che apre le porte alla settimana santa, alle sue solite riflessioni sulle vicende della nostra società ha preferito parlare dell’aspetto di fede che comportano le celebrazioni liturgiche del tempo pasquale, sottolineando appunto il rapporto tra fede e preghiera.

Mi è piaciuta quanto mai la notizia che questa parrocchia che, a motivo del suo parroco, ha un significativo taglio culturale, abbia anche un’attività caritativa verso il terzo mondo quanto mai apprezzabile.

don Armando

SETTIMANA SANTA

Siamo entrati nella Settimana Santa con la domenica delle Palme, chiamata anche domenica di Passione. Vediamo di partecipare con fede alla liturgia di questi giorni, che ci propongono attraverso la preghiera e la meditazione il nucleo fondamentale della nostra fede: Cristo, figlio di Dio e figlio dell’uomo, sceglie per la redenzione dell’umanità la via della sofferenza e della morte per riscattarci da un destino immerso nella nostra umana debolezza.

Partecipare all’attività liturgica della Settimana Santa è un atto di fede, anzi l’atto di fede più profondo e radicale per un credente cristiano. Un antico detto affermava: “lex orandi lex credendi” per ribadire un concetto radicale: fede e preghiera si intrecciano in modo inscindibile; ciò in cui si crede si esprime nella preghiera e ciò che si invoca nella preghiera rappresenta il contenuto della fede. Così si esprime il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 1124: “La fede della Chiesa precede la fede del credente, che è invitato ad aderirvi.

Quando la Chiesa celebra i sacramenti, confessa la fede ricevuta dagli Apostoli. Da qui l’antico adagio formulato tra il quarto e il quinto secolo: «Lex orandi, lex credendi», «Legem credendi lex statuat supplicando), per indicare la stretta connessione tra fede e preghiera: si prega in base alla fede e si crede in forza della preghiera. La legge della preghiera è la legge della fede, la Chiesa crede come prega. La liturgia è un elemento costitutivo della santa e vivente Tradizione.”

25 marzo: domenica di Passione e delle Palme
Ci troviamo alle ore 9.45 esatte all’inizio del viale di fronte alla Chiesa parrocchiale: la liturgia solenne di questo giorno prende avvio con la benedizione dei rami di ulivo. Questi rami non vanno assolutamente utilizzati per forme di superstizione ma come ricordo dell’entrata umile e nello stesso tempo solenne di Gesù in Gerusalemme e come segno della pace che Cristo annuncia e porta a compimento con la sua Passione, Morte e Risurrezione. E’ opportuno che questi rami di ulivo vengano portati non solo alle famiglie che di solito frequentano la Chiesa ma anche ai parenti, ai conoscenti e ai vicini di casa che solitamente non frequentano e che peraltro non risultano ostili.

Un grazie a Giovanna che come al solito ha provveduto alla preparazione dell’ulivo.

Dopo la benedizione dei rami di ulivo e la lettura del testo evangelico processionalmente cantando entriamo in Chiesa a ricordo dell’ingresso solenne di Gesù in Gerusalemme allorquando venne acclamato Messia con il titolo di “Figlio di Davide”.

Segue la celebrazione della Messa con la lettura della Passione secondo il Vangelo di Marco, il Vangelo che stiamo leggendo lungo le domeniche di quest’anno liturgico.

La celebrazione delle altre Messe è fissata, come al solito, per le ore 11.00 (Bertin Pietro) e le ore 18.30 (Luigi, Mario, Bruna).

26 marzo: lunedì santo
Alle ore 16.30 esposizione del Santissimo Sacramento dell’Eucarestia per l’adorazione; alle ore 18.20 la benedizione eucaristica e di seguito la celebrazione della Messa.

27 marzo: martedì santo
Alle ore 16.30 esposizione del Santissimo Sacramento dell’Eucarestia per l’adorazione; alle ore 18.20 la benedizione eucaristica e di seguito la celebrazione della Messa (Tricò Portolano Donatella)

28 marzo: mercoledì santo
Alle ore 16.30 esposizione del Santissimo Sacramento dell’Eucarestia per l’adorazione; alle ore 18.20 la benedizione eucaristica e di seguito la celebrazione della Messa.

29 marzo: giovedì santo
Alle ore 9.30 il parroco sarà presente nella basilica di San Marco, cattedrale della nostra Chiesa veneziana, per la celebrazione dell’Eucarestia assieme al Patriarca e con gli altri sacerdoti della diocesi, unitamente ai diaconi, a ricordo dell’istituzione dell’ordine sacerdotale scaturito dalla celebrazione dell’Ultima Cena di Gesù. In questa Messa vengono consacrati gli olii per la celebrazione dei sacramenti del Battesimo, della Confermazione, dell’Ordinazione sacerdotale e dell’Unzione degli infermi. Alle ore 18.30 ci troviamo nella nostra Chiesa parrocchiale per celebrare l’Eucarestia “memoriale” dell’Ultima Cena di Gesù con gli apostoli.

A ricordo di quanto fece Gesù il parroco lava i piedi ai/alle ragazzi/e delle classi seconda e terza elementare. Alla fine della Messa l’Eucarestia viene collocata nell’apposito altare per l’adorazione dei fedeli. Infine l’altare maggiore viene spogliato a ricordo della sofferenza di Gesù nell’orto degli ulivi prima dell’arresto.

30 marzo: venerdì santo
Al mattino tra le ore 8.30 e le ore 12.30 viene portata la Comunione Eucaristica a quanti hanno difficoltà a muoversi da casa. Alle ore 15.00 celebrazione della Via Crucis in Chiesa.

Alle ore 18.30 solenne celebrazione della Passione e Morte di Gesù Cristo sul Calvario con l’ascolto e la meditazione del racconto della Passione secondo il Vangelo di Giovanni; a seguire la grande preghiera universale; quindi l’adorazione della Croce, strumento della nostra salvezza, e la Comunione con il Pane eucaristico consacrato il giovedì santo. E’ opportuno osservare in questo giorno l’astinenza e il digiuno come segno di partecipazione alla Passione di Cristo.

Durante la celebrazione liturgica, secondo una nostra tradizione locale, verranno raccolte le offerte per un atto caritativo. Quest’anno, come già da tempo annunciato le nostre offerte andranno per un’organizzazione benefica congolese denominata “ONG Universal well Being” (Swift Bicdcdkin 2082080323317 banca: fbnbank): si tratta di un’associazione congolese che insieme ai padri Vincenziani aiutano ragazzi/e orfani, persone con ulcere vascolari, persone affette da tumori abbandonate dalle famiglie perché non le possono curare; questa associazione si occupa inoltre della prevenzione di HIV e delle epatiti nei giovani. Inoltre la raccolta caritativa di quest’anno andrà a favore della “Fondazione Elena” che è impegnata nella ricerca di fornitura d’acqua attraverso pozzi in zone molto povere dell’Etiopia.

Il Consiglio degli affari economici della parrocchia ha deciso di contribuire una propria attività caritativa prelevando dalla cassa parrocchiale € 6.000 da aggiungere in parti eguali alle offerte dei fedeli alle due opere benefiche sopra citate

31 marzo: sabato santo
Dalle ore 15.00 alle ore 18.00 è possibile confessarsi individualmente in Chiesa.

Alle ore 21.00 inizia la solenne liturgia della grande Veglia Pasquale, la madre di tutte le vegli liturgiche.

Ci troviamo dapprima nel porticato antistante la Chiesa per la benedizione del fuoco e del cero pasquale; quindi faremo l’ingresso in Chiesa al canto dell’invocazione “Lumen Christi”. Con la liturgia della luce ci sarà l’antico canto dell’Exultet; di seguito daremo spazio alla lettura e alla meditazione di alcuni testi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento attinenti alla celebrazione pasquale, dapprima ebraica e poi cristiana.

Dopo la liturgia della Parola si procede alla benedizione dell’acqua e al rinnovamento degli impegni battesimali e della professione di fede.

La celebrazione liturgica della grande Veglia Pasquale ha conclusione nel momento più importante che è quello della solenne Messa Pasquale.

1 aprile: domenica di PASQUA
Le Messe vengono celebrate secondo il solito orario delle domeniche e delle festività: alle ore 9.45, alle ore 11.00, alle ore 18.30 (Faccini Pietro e Epifani Giuseppina).

2 aprile: lunedì dell’Angelo
Le Messe vengono celebrate alle ore 9.45 (Laura) e alle ore 11.00. Non viene celebrata la Messa vespertina delle ore 18.30.

Alle Famiglie delle vie Terraglio (34-36), Pastrengo, Aspromonte, Teano, Gaeta, Calatafimi
Desidero avvertirvi che visiterò le famiglie, secondo l’ordine di via indicato in indirizzo, a partire da mercoledì 4 aprile tra le ore 14.00 e le ore 17.00. Come al solito verrò per incontrarvi, per ascoltarvi, per pregare insieme per le Vostre famiglie. Se non Vi trovassi in casa potrete segnalarmi un altro momento per la benedizione.

La nostra attività caritativa.
La Fondazione “Elena Trevisanato” nasce nel 2008 per promuovere interventi a favore di persone che vivono in condizioni di disagio, in particolare donne e bambini, in Italia e nel terzo mondo. Le somme raccolte possono essere così impiegate pressoché completamente per la realizzazione dei progetti. Negli ultimi 10 anni siamo intervenuti a livello locale per favorire l’integrazione e il reinserimento sociale; in Etiopia abbiamo realizzato progetti volti a creare sviluppo ed emancipazione promuovendo la scolarizzazione (scuole) e migliorando le condizioni di vita (pozzi, progetti agricoli e presidi sanitari). I progetti finanziati rispondono in primis alle richieste delle comunità locali, sempre coinvolte nella realizzazione degli interventi, affinché dispongano degli strumenti per diventare protagoniste del cambiamento e dello sviluppo del proprio paese.

Da ”SAN NICOLÒ E SAN MARCO” – 25 marzo 2018

Da ”SAN NICOLÒ E SAN MARCO” – 25 marzo 2018
settimanale della comunità cristiana di Mira

Il parroco, don Gino Cicutto, mi ha confermato che la sua rubrica “Appunti di don Gino” è la più letta tra i suoi parrocchiani. Io sono talmente convinto dell’opportunità di parlare confidenzialmente alla propria gente partendo dai fatti della vita di tutti i giorni, che ogni settimana ripresento questa rubrica nella speranza che molti altri parroci adottino soluzioni similari.

don Armando

Appunti… di don Gino

GIOIA E FESTA
In occasione dei mio compleanno (70 anni) c’è stata un’opera di depistaggio orchestrata bene, tanto che mi stavo un po’ risentendo che non fosse stato preparato un piccolo gesto di augurio. Poi, invece, è esplosa la gioia e la festa, preparata con cura e con l’attenzione di coinvolgere tutte le componenti della comunità. Alla fine sono stato veramente contento e anche un po’ imbarazzato. E’ bello per noi preti essere circondati da affetto, stima e vicinanza; in fondo la nostra comunità è la nostra famiglia. Ma ancora più bello e importante è quando questa vicinanza e questo affetto si manifestano nella preghiera, nell’Eucaristia in particolare. E’ attorno al Signore, anzi mettendolo al centro che cresce la comunione con Lui e tra di noi. Sabato sera ho celebrato una bellissima Eucaristia, viva e partecipata, il resto è stato un contono bello di gioia e di festa, di cui abbiamo anche bisogno, ma è e rimane un contorno. La partecipazione all’Eucaristia, la preghiera condivisa, sono e saranno sempre, il regalo più bello e più prezioso.

Non mi resta che ringraziare tutti e ciascuno e rinnovare quell’invito di ogni giorno: camminiamo insieme con il Signore e tra di noi.

IL NOBEL
Con una delle sue solite battute Papa Francesco ha affermato che gli anziani dovrebbero essere insigniti del Premio Nobel, per i sacrifici della loro vita, per la saggezza che hanno accumulato con gli anni e per il dono che possono fare alle generazioni future. Forse Papa Francesco si riferisce alla sua età quando parla di anziani, ma credo che anche i settantenni possano ambire ad avere diritto a questo premio Nobel, lo che ho raggiunto questa età posso, forse, mettermi in un angolino e donare con gioia un po’ di saggezza accumulata in 45 anni di sacerdozio e poter condividere, finché c’è un po’ di salute, quel tesoro prezioso che il Signore ha voluto donarmi di essere un sacerdote della sua Chiesa. Di sicuro, la battuta di Papa Francesco e il suo esempio di una dedizione instancabile, possono diventare uno stimolo a non demordere e a non preferire la tranquillità del divano all’impegno quotidiano nella vigna del Signore.

EMOZIONE
Erano particolarmente emozionati i piccoli che domenica scorsa hanno celebrato, per la prima volta, il Sacramento della Riconciliazione. L’emozione era evidente sui loro volti e nella semplicità della loro prima confessione. C’era emozione, non paura.

Avendoli incontrati tutti, il giorno prima durante il ritiro, ogni tipo di paura era stato messo da parte ed era prevalsa la gioia di questo incontro con il Signore. Il perdono è sempre un abbraccio forte e caldo che riscalda il cuore e permette di sentirsi amati da quel Dio che in Gesù ha sempre le braccia aperte, pronte per l’abbraccio del perdono.

Ho vissuto così questo momento di festa e di gioia con i nostri piccoli, ma ho visto che l’hanno vissuto così anche i genitori e i nonni. In questi tempi un po’ difficili credo sia importante lasciare un ricordo bello nel cuore dei piccoli, ritornerà anche da grandi e sarà più bello.

Da “SEGNO DI UNITÀ” – 25 marzo 2018

Da “SEGNO DI UNITÀ” – 25 marzo 2018
periodico della parrocchia Santa Maria della Pace di Bissuola

Questo periodico è uno tra i bollettini parrocchiali di Mestre che esce con più testo. Questa settimana poi esce con il doppio di pagine perché è recapitato a tutte le famiglie della parrocchia e perché non uscirà a Pasqua.

Oltre gli rari e gli avvisi riguardanti le funzioni religiose della settimana santa, mi pare siano degni di segnalazione queste iniziative parrocchiali:

– Tre conferenze sulle problematiche dell’infanzia e dedicate ai parenti dei bambini della scuola materna della parrocchia e il calendario estivo per i suoi alunni.

– Un articolato articolo sul grest per i ragazzi delle elementari e delle medie.

– Infine un articolo un po’ preoccupato di don Liviano per i debiti della parrocchia e il relativo appello ai parocchiani perché concorrano lla soluzione con adeguati contributi.

don Armando

BAMBINI E RAGAZZI AL CENTRO

La scuola dell’infanzia “Madonna della Pace” e l’Associazione Patronato Bissuola organizzano tre serate di approfondimento sul tema dell’infanzia: tre incontri per mamme, papà, nonne, nonni, zie, zii e tutte le persone che si prendono cura di bambine, bambini, ragazze e ragazzi.

Ci condurrà in questo percorso il dott. Ernesto Gianoli, filosofo e psicoterapeuta di lunga esperienza, che da anni insegna ed opera in contesti educativi, universitari e clinici. Le tre serate ci permetteranno di conoscere ed interrogarci sullo sviluppo psico-fisico dei più piccoli, sulle scelte educative, e su come queste influenzeranno poi la crescita e la maturazione personale dei preadolescenti. A chiudere il percorso un piccolo focus sul rapporto tra fratelli e la peculiarità del figlio unico.

Questo il programma degli incontri

13 aprile – ore 20.30 “I bisogni di bambini e ragazzi” di cosa ha bisogno mio figlio per crescere? Quali sono i “no” educativi? Le regole sono davvero importanti?

20 aprile – ore 20.30 “dieci, cento, mille modi di essere bambini e ragazzi”:

perché mio figlio si comporta così…? Mi devo preoccupare quando…? Come si costruisce l’autonomia?

27 aprile ore 20.30 “Fratelli vs Figli unici”: fratelli: perché non vanno d’accordo? Figlio unico: si sentirà solo? Gemelli: uguali o diversi?

appello per i lavori in patronato
QUESTIONI DI SOLDI…

Questo numero di Segno di Unità è destinato ad entrare in tutte le famiglie della Comunità, per cui approfitto dell’occasione per portare a conoscenza spero di tutti dello sforzo economico che hanno comportato i lavori di ampliamento del patronato, con la costruzione di una sala polifunzionale, destinata ad ospitare le varie attività parrocchiali permettendo di allargare gli orizzonti e mettere in cantiere nuove esperienze.

Ne fruiranno, per esempio, la “Festa parrocchiale” di maggio (la “Sagra”) e il “Grest”, per il quale i ragazzi avranno a disposizione uno spazio aperto e al tempo stesso riparato dalle calure estive.

Un resoconto parziale dell’esposizione finanziaria è stato portato a conoscenza della Comunità in occasione del Natale, raggiungendo però un numero limitato di persone. Avevo messo a disposizione un certo numero di buste “Offerte per la parrocchia” con inserito un foglietto che illustrava i costi dell’operazione, Ne sono state ritirate un centinaio e restituite sessanta con un’offerta globale di circa tremila euro.

Ecco perciò che l’occasione che si presenta oggi con la distribuzione casa per casa dell’ulivo e di Segno di Unità mi permette di fare un ulteriore punto della situazione e di portarla a conoscenza di quasi tutti. Il costo quasi definitivo dei lavori ammonta a circa 230.000 euro (c’è una impiantistica da finire). È stato acceso un mutuo di centomila euro presso la Banca Prossima e il Comune ha stanziato per i lavori un contributo di venticinquemila euro.

Faccio presente che da Natale ad oggi si è fatto fronte a due mutui contemporaneamente: ai ratei del vecchio mutuo riguardante i lavori della chiesa parrocchiale, si sono aggiunti i primi del nuovo, acceso per i lavori del patronato: si sono così prosciugate le riserve. In occasione della Pasqua mi permetto di chiedere alla Comunità, pur essendo cosciente delle difficoltà che le nostre famiglie incontrano quotidianamente, di contribuire in qualche modo a fare fronte alla spesa. Oltre alle offerte libere “una tantum” (utilizzando le buste che trovate sui tavolini in fondo alla chiesa) fatte comunque in qualsiasi modo, mi permetto di insistere a continuare a contribuire all’iniziativa “il sogno del parroco” che consiste nel versamento mensile di una quota di almeno 10 o 5 euro.

Questa modalità mi permette anche di avere un contatto fisico con voi, un’occasione anche di dialogo al di fuori delle motivazioni pastorali (funerali, sacramenti).

L’iniziativa del “sogno del parroco” ha costituito negli anni un aiuto concreto e continuo per coprire le spese fatte per il restauro della Chiesa parrocchiale nel 2008. Mi auguro che questo possa succedere anche per i lavori del patronato: un aiuto costante anche se di modesta entità è come la goccia continua che forma il mare. Ringrazio comunque anticipatamente quanti vorranno accogliere questo invito e maggiormente coloro che, rispondendo da tempo ai miei appelli, hanno aiutato e continuano ad aiutare con il loro contributo.

don Liviano

dalla scuola materna

CENTRO ESTIVO 2018
Buona Pasqua dalla scuola materna…. Nei numeri speciali di Segno d’unità non può mancare la voce della scuola materna…per ricordarvi che ci siamo, e che ci stiamo preparando per il Centro estivo. Come ogni anno verrà fatto nel mese di luglio (dal 2 al 27 luglio) dal lunedì al venerdì e dalle 7.45 alle 16.30 (con possibilità della mezza giornata con uscita alle 14.00); il pranzo e le merende sono preparate nella nostra cucina, il personale educativo sarà formato dalle insegnanti e da personale di supporto. Il Centro Estivo è rivolto ai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola elementare fino alla terza; le attività proposte si svilupperanno in laboratori, giochi di gruppo, compiti al pomeriggio per le elementari, piscina, judo, e tanto altro.

Il costo per una settimana è di settanta € per chi frequenta l’intera giornata e cinquanta € per la mezza giornata. Inoltre è obbligatorio il tesseramento al NOI Associazione Patronato Bissuola al costo di cinque euro per tutto il periodo di frequenza.

Vi aspettiamo numerosi… per qualsiasi informazione telefonare allo 041.615141. Al più presto prepareremo i moduli per le iscrizioni.

Un altro grazie a chi ha preparato, confezionato, comprato e mangiato i biscotti e le torte per domenica 18 marzo (a proposito: sono stati raccolti 440 euro) …sono piccole cose che permettono di dare un aiuto economico alla scuola nelle sue spese straordinarie.

Da “L’INCONTRO” – 25 marzo 2018

Da “L’INCONTRO”25 marzo 2018
settimanale della Fondazione Carpinetum

Don Angelo Favero, che con questo numero de L’Incontro entra nella redazione del periodico, ci offre un articolo veramente bello e profondo sulla figura di San Giuseppe che egli definisce “padre adottivo” piuttosto che chiamarlo con il tradizionale “padre putativo”.

Dalla paternità di Giuseppe risale alla paternità di Dio per ridiscendere poi al concetto e al ruolo fella paternità nel nostro contesto storico, nel quale tutta l’idea di famiglia esce piuttosto malconcia e scompaginata.

Quanto mai importante l’articolo di don Fausto Bonini, già direttore di Gente Veneta, sul problema della pastorale universitaria nata nel famoso “’68” e forse morente ormai e soltanto cinquantenne. Questo problema è da me quanto mai sentito perché a Mestre accompagnavo da un punto di vista religioso un gruppo di ben 400 maestri, ma temo che oggi siano non solo morti ma pure dimenticati.

Mi pare pure intelligente e appropriata l’analisi sociologica che Luciana Mazzer fa sul ruolo e sul supporto alla donna dell’uomo d’oggi. Partendo dalla figura di san Giuseppe, che da un punto di vista fisico non fu né marito né padre, mette in luce comunque la sua testimonianza che offre pure agli uomini di oggi un punto di riferimento quanto mai valido.

don Armando

Giuseppe, padre giusto
di don Angelo Favero

San Giuseppe, a cui si lega la festa del papà del 19 marzo, conserva immutata la sua attualità La Scrittura ci dice molto sulla figura paterna e sull’importanza sociale della paternità

Con il clima di pubblicità che respiriamo e che ormai costituisce la struttura portante della nostra società, la figura di San Giuseppe ha assunto il ruolo prevalente di festa del papà con relative vendite di regali. Di fatto la sua figura rimane per tutti un simbolo della paternità anche se dai contorni un po’ indefiniti. Per tanto tempo è stato denominato “padre putativo” di Gesù, ma forse sarebbe meglio chiamarlo “padre adottivo”. L’adozione rende giustizia di una paternità che seppur non fisica ha tutte le caratteristiche della generazione di un figlio; ne è testimonianza il diritto romano, ancor oggi faro di civiltà. Questo diritto, infatti, riconosceva la figura giuridica dell’adozione come un’autentica figliazione tanto da annoverare tra i criteri di riconoscimento ereditario anche i titoli più elevati come quello di imperatore. In realtà di Giuseppe, padre di Gesù, conosciamo poco e in concreto non conosciamo nessuna sua parola. Sappiamo che è definito uomo “giusto”; giusti sono definiti i genitori di Giovanni Battista in quanto “osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore”. Questo concetto di “giusto” subirà una radicale trasformazione in Paolo e sarà il tema fondamentale dell’annuncio cristiano: nessuno può vantarsi di essere “giusto” in base all’osservanza della legge che non è in grado di sottrarci al nostro peccato, ma possiamo essere “giustificati”, cioè resi giusti, per la fede che ci coinvolge nella croce di Cristo, unica redentrice del mondo. Giuseppe ci appare inoltre come l’uomo dei sogni: sulla scia della credenza di allora, Dio comunica la sua volontà attraverso il sogno e Giuseppe la riceve con fede, spesso una fede tormentata e angosciata, per l’incapacità di rendersi conto del mistero con cui Dio ha avvolto la sua famiglia. Il titolo più significativo di Giuseppe è quello di “padre”.

Tutta la Sacra Scrittura, in particolare il Nuovo Testamento, è impegnata nella ricerca del nome di Dio; in questa ricerca emergono i nomi di Padre e Figlio e Spirito. E’ Dio stesso che, volendo comunicare con l’umanità, ha scelto nel vocabolario umano a dimensione universale i termini più comprensibili per definire se stesso. Nell’Esodo Dio si era presentato a Mosè come “io sono colui che sono”; in realtà si trattava di una tematica di alto livello concettuale che poteva incutere un senso di rispetto di fronte alla grandezza infinita. Con Cristo a propria volta l’Infinito Divino si presenta come Padre, che ama il Figlio e ama noi figli sue creature nel Figlio. Gesù interloquisce spesso con il Padre e a titolo esemplificativo descrive il Padre nella sua radicale profondità attraverso la parabola del figliol prodigo. Si tratta di un Padre che è garante della libertà del figlio, anche del figlio prepotente e peccatore; è un Padre paziente che attende la revisione del figlio, che accoglie il figlio con la dimensione della mente e soprattutto del cuore; che nasconde i conti debitori del figlio per perdersi nella gioia del ritorno.

Oggi abbiamo qualche difficoltà a parlare del padre e del ruolo della paternità in un clima in cui l’unità familiare soffre di notevole carenza. E tuttavia avvertiamo che paternità e maternità sono strettamente connesse e rimangono inscindibili in quanto la “sola carne”: due persone in forza dell’amore reciproco diventano una nella persona del figlio. Non è opportuno sublimare questi termini genitoriali ma vale la pena di non perdere di mira il ruolo che i genitori devono esercitare attraverso quella autorità, che deriva dalla natura stessa. Vale comunque la pena di richiamare anche il valore e l’importanza della figura paterna che talora può apparire un po’ sbiadita di fronte alla preponderanza materna.

Con grande correttezza il diritto romano affermava mater semper certa pater nunquam. L’assioma vale per evidenziare il fatto fisico della concezione e della nascita per parte materna ma proprio per questo la figura paterna si colora di una dimensione non solo fisica ma anche morale e spirituale perché è avvolta nella fiducia e nella accoglienza sponsale dei coniugi.

Il punto di vista

Cosa ci insegna il passato
di don Fausto Bonini

Cinquant’anni fa scoppiavano le rivolte giovanili: proprio in quel periodo a Venezia nacque la pastorale universitaria che oggi sembra dimenticata e che invece andrebbe rilanciata

1968 e l’inquietudine scuote il mondo giovanile

A cinquant’anni di distanza il famoso Sessantotto continua ad essere denigrato o esaltato. Non appartengo né alla prima né alla seconda categoria. Non mi piacciono le analisi ideologiche. Un fatto comunque è certo: in quel periodo storico il mondo, soprattutto quello giovanile, era in forte ebollizione. Il primo marzo scoppiava la rivolta di Valle Giulia, dove si trova la sede di Architettura: 4 mila studenti, ma forse anche di più, si scontrano con la polizia. Occupazioni di Università si registrano un po’ in tutto il mondo. In aprile dello stesso anno in America viene assassinato Martin Luther King. In maggio scoppia la protesta a Parigi. In agosto Praga viene occupata dalle truppe sovietiche e a Venezia viene contestata la Mostra del cinema, lo, allora, ero un giovane prete. Nel ’68 avevo trent’anni e dopo aver fatto il cappellano a Jesolo e a Santa Marta per alcuni anni, ero stato incaricato di seguire i giovani di Azione cattolica e poi sono stato nominato assistente del Circolo femminile della Fuci, i giovani universitari cattolici, mentre frequentavo Ca’ Foscari per laurearmi in Francese.

A Venezia la protesta si trasforma in proposta grazie alla pastorale universitaria

A Venezia, centro storico, dove c’erano le Università, la Chiesa era ben radicata nel tessuto giovanile. Oltre alle parrocchie, era molto fiorente l’Azione Cattolica, guidata da don Valerio Comin nel settore giovanile, fiorente pure la Fuci e i G.S.M., cioè i Gruppi Studenti Medi, inventati da don Bruno Bertoli. I primi mesi del ’68 registrano delle novità significative nel mondo della pastorale rivolta agli studenti. Viene scelta la chiesa di San Pantalon, per la sua vicinanza alle sedi universitarie, come chiesa per la celebrazione della Messa e per altri momenti di preghiera. L’appuntamento è per la domenica a mezzogiorno. La chiesa è sempre superaffollata di giovani e la Messa è accompagnata dai canti sostenuti dal suono delle chitarre, grande novità allora, ma invisa e osteggiata dai “tradizionalisti”. La Messa è celebrata a turno da don Bruno Bertoli, don Nini Barbato, don Angelo Favero e il sottoscritto. Il 1° marzo un Decreto del Patriarca Urbani istituisce il C.U.C., cioè il Centro Universitario Cattolico, come suggerito dal Concilio Vaticano II nel 1965: “I Pastori della Chiesa… devono provvedere affinché anche presso le Università non cattoliche esistano convitti e Centri Universitari Cattolici, dove sacerdoti, religiosi e laici, accuratamente scelti e preparati, possano offrire alla gioventù universitaria un’assistenza spirituale e intellettuale di carattere permanente”. La canonica di San Toma diventa la sede del C.U.C, e la chiesa di San Pantalon il luogo della preghiera domenicale e feriale, mentre viene studiata la possibilità di far diventare San Pantalon o i Tolentini parrocchia universitaria. A cinquantanni di distanza il problema è ancora aperto. Anzi no, è stato chiuso. Definitivamente? Si spera di no. A Venezia c’è abbondanza di chiese e di canoniche che non si sa come utilizzare e la pastorale universitaria ha bisogno non solo di persone incaricate, ma anche di luoghi fisici (chiesa e locali adiacenti) dove i giovani che frequentano le Università di Venezia e i loro docenti possano trovare un luogo e delle persone (preti e laici) che offrano “assistenza spirituale e intellettuale di carattere permanente”, come propone il Concilio. Succederà tutto questo in un futuro prossimo?

La riflessione
Compiti e responsabilità
di Luciana Mazzer

Figlio, fratello, marito, padre, nonno. Questi, in sintesi, i ruoli dell’uomo nell’arco della vita. Per chi saprà farne tesoro, le esperienze, i sentimenti, le emozioni di figlio, saranno scuola per quando lui stesso sarà padre e nonno. Marito e padre sono i ruoli che solitamente l’uomo vive con più impegno, per più tempo e, giocoforza, con maggiore impegno e non senza sacrifìcio. Sempre con grande amore, proprio in virtù della complessità e la grandezza che questi ruoli comportano. Marito e padre per eccellenza fu e rimane senza dubbio San Giuseppe. Lui che non fu né l’uno, né l’altro, fece propri entrambi i ruoli per divino mandato, vivendoli, assolvendoli con straordinario impegno, esemplare fedeltà. La grande devozione che ho per questo santo ha fatto sì che nel tempo affidassi a Lui padre, marito, figlio. Il suo aiuto e la sua protezione non sono mai venuti meno, neppure nelle situazioni più difficili o disperate. Nella società civile, lavorativa, politica, religiosa, l’uomo ha sempre occupato un ruolo preminente. Nonostante, da tempo, la donna abbia dimostrato con i fatti la sua straordinaria valenza, solo da pochissimo e con grande difficoltà, egli ha iniziato a cedere o comunque a condividere con lei questo suo assoluto monopolio.

Ci sono voluti millenni, qualche secolo passerà prima che la reale, totale parità si realizzi. Se la maggior parte degli uomini vive con intelligenza e amore il proprio ruolo di marito e padre, in questi ultimi tempi sempre più numerosi sono i casi di mariti e padri carnefici. Individui violenti, in balia di un amore malato, in realtà inesistente, considerano la moglie o la compagna come assoluta ed esclusiva proprietà e, come tale, mezzo di sfogo e vittima delle proprie frustrazioni, insicurezze, fallimenti. Bambini adulti che del loro giocattolo intendono fare quello che vogliono. Guai però se il loro gioco si ribella e si sottrae alla violenza e alla crudeltà.

I carnefici sopprimono la donna che dicono di amare. 0 per farla soffrire maggiormente uccidono i propri figli, come vendetta ultima e contro natura. Alle donne il dovere di sottrarsi a tali crudeltà; alla legge provvedere nel più breve tempo con credibilità ed efficacia. Minore rispetto al passato il numero dei mariti, maggiore quello dei compagni.

Con mancanza di logica e discreta dose di viltà, oggi come oggi si preferisce la convivenza al matrimonio: stessi vantaggi, con possibile via di fuga per entrambi. Ciò nonostante, anche nel quotidiano della coppia sposata o convivente, le cose sono positivamente cambiate. L’interscambio dei rispettivi ruoli non è solo cosa intelligente e logica, ma sinonimo di reciproco amore e rispetto, specialmente quando ci sono dei figli. Nell’odierno quotidiano familiare, in cui donna e uomo lavorano, si realizzano sinergie impensabili per le generazioni che ci hanno preceduto. L’ultimo, e senza dubbio il più caro e tenero, è per l’uomo il ruolo di nonno. Pochi doveri, grandi e teneri piaceri. Come quello di abbandonarsi a dimenticati giochi, e ad indulgenze impensabili da concedere, in passato, ai propri figli. Al piacere di essere per i propri nipoti, anche quando saranno adulti, una figura di valenza suprema.

Da “IL PUNTO” – 25 marzo 2018

Da “IL PUNTO” – 25 marzo 2018
settimanale delle parrocchie di Catene e Villabona di Marghera

Don Lio, il parroco, si rivolge in maniera franca ed accorata alla sua gente tentando di far capire che il “mistero pasquale” non è solamente la memoria di un grande evento religioso del passato, ma è pure un qualcosa che anche oggi ci può salvare da una vita fatua, insignificante e senza senso. Questo discorso di don Lio è uno dei più validi che abbia potuto leggere nella stampa parrocchiale per Pasqua.

don Armando

L’augurio del parroco alla comunità della collaborazione pastorale di Catene e Villabona

LASCIAMOCI ABBRACCIARE DA DIO
A Pasqua riviviamo un fatto vivo e attuale: Dio ha tanto amato il mondo da sacrificare Suo Figlio. Per questo ognuno di noi è importante

“Dio non esiste, la Chiesa si è inventata tutto. Me lo hanno detto a catechismo anni fa, ma ho ? cose più urgenti cui pensare. Non ho tempo per queste cose …”. Spesso mi sento dire queste parole dalle persone che incontro. Ma se questo è il sentire comune di oggi, Cristo per chi è venuto? Diceva Gesù a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chi crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti, non ha mandato il Figlio per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. Ecco, duemila anni fa tutto era molto più chiaro. C’erano i poveri, le prostitute, i pubblicani, i ladri. Oggi sembra non esserci più nessuno che abbia bisogno di Lui. In fin dei conti siamo tutti brava gente. Siamo anche filosofi e ci istruiamo in internet. I nostri interessi principali sono diete, gossip e vacanze. Siamo diventati “sepolcri imbiancati”.

Allora le parole di Gesù a Nicodemo, cioè il mistero di Dio che muore per amore dell’uomo, è un invito forte a contemplare la Croce di Cristo e a coglierne il significato più profondo. Se Dio, eterno ed infinito, non ha risparmiato sé stesso perché ognuno fosse salvato, allora vuol dire che ognuno di noi è davvero importante. Il guaio di noi cristiani ‘è l’auto giustificazione, cioè crediamo di bastare a noi stessi.

Ma Cristo si è sacrificato per i malati: se ci crediamo sani la fede diventa vana! Il sacrificio di Dio e la sua Resurrezione dovrebbero metterci a disagio perché in essi non c’è logica. Ma Dio ama e basta, e chiede solo un cuore docile al suo amore. Nei prossimi giorni saremo invitati a sostare e a contemplare la Croce gloriosa del Signore. La croce in sé dice “dolore”, ma il Crocifisso appeso dice “amore”. Nella croce gloriosa di Gesù dolore e amore per l’uomo sono inseparabili. In fin dei conti sappiamo che per ottenere il bene è necessario faticare, per cui non spaventiamoci quando dentro di noi nasce questo desiderio, e soprattutto quando il peccato sembra avvolgerci in una spirale che ci stritola. Lasciamoci abbracciare da questa certezza: Dio ha tanto amato il mondo da sacrificare Suo Figlio! Non scappiamo davanti alla grande malattia che ha un nome ben preciso: peccato. Lasciamoci invece abbracciare da Dio che non può che volere il nostro bene.

Un bene che certamente ci richiede fatica e sacrificio, ma che ci assicura gioia vera e vittoriosa.

Buona Pasqua di cuore!

don Lio Gasparotto,
parroco

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 25 marzo 2018

Da CAMMINIAMO ASSIEME – 25 marzo 2018
settimanale delle parrocchie di San Pietro e Sant’Andrea di Favaro Veneto

Il foglio è praticamente composto dal calendario dell’ordinaria amministrazione di qualsiasi parrocchia ed è destinato ai fedeli praticanti: questo è il limite di moltissimi bollettini parrocchiali.

L’evento più rilevante è la pubblicazione dell’appello che l’associazione superparrocchiale “Il prossimo” rivolge alla cittadinanza per avere volontari per la carità. Questo invito, accompagnato dall’offerta di 1000 euro per i poveri, è stato rivolto a tutte le parrocchie di Mestre e dell’interland, ma al di fuori della parrocchia di Carpenedo (ma qui si gioca in casa!) finora soltanto da questo bollettino e da quello di Santa Rita, è stato pubblicato.

don Armando

APPELLO URGENTE
A tutte le persone di buona volontà di Mestre e dell’interland.

I magazzini del centro don Vecchi di Carpenedo, che raccolgono e distribuiscono ogni giorno indumenti, generi alimentari, frutta e verdura, arredi per la casa, supporti per infermi ed altro ancora, hanno assoluto e urgente bisogno di volontari. L’attività si svolge dal lunedì al venerdì dalle 16.00 alle 18.00. Questi volontari non hanno bisogno di nessuna qualifica, il lavoro richiesto non comporta alcuna fatica, ed essi sono regolarmente assicurati, e possono impegnarsi per uno o più giorni. Ad essi Gesù assicura il centuplo e la vita eterna, e noi, ma soprattutto i poveri che beneficiano del centro servizi, affetto e riconoscenza.

Prendere contatto con suor Teresa o con don Armando.

Grazie di cuore.

Ente non profit “Il prossimo”- via dei 300 campi 6 – Carpenedo.