Da “IL PUNTO” – 25 marzo 2018

Da “IL PUNTO” – 25 marzo 2018
settimanale delle parrocchie di Catene e Villabona di Marghera

Don Lio, il parroco, si rivolge in maniera franca ed accorata alla sua gente tentando di far capire che il “mistero pasquale” non è solamente la memoria di un grande evento religioso del passato, ma è pure un qualcosa che anche oggi ci può salvare da una vita fatua, insignificante e senza senso. Questo discorso di don Lio è uno dei più validi che abbia potuto leggere nella stampa parrocchiale per Pasqua.

don Armando

L’augurio del parroco alla comunità della collaborazione pastorale di Catene e Villabona

LASCIAMOCI ABBRACCIARE DA DIO
A Pasqua riviviamo un fatto vivo e attuale: Dio ha tanto amato il mondo da sacrificare Suo Figlio. Per questo ognuno di noi è importante

“Dio non esiste, la Chiesa si è inventata tutto. Me lo hanno detto a catechismo anni fa, ma ho ? cose più urgenti cui pensare. Non ho tempo per queste cose …”. Spesso mi sento dire queste parole dalle persone che incontro. Ma se questo è il sentire comune di oggi, Cristo per chi è venuto? Diceva Gesù a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chi crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti, non ha mandato il Figlio per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. Ecco, duemila anni fa tutto era molto più chiaro. C’erano i poveri, le prostitute, i pubblicani, i ladri. Oggi sembra non esserci più nessuno che abbia bisogno di Lui. In fin dei conti siamo tutti brava gente. Siamo anche filosofi e ci istruiamo in internet. I nostri interessi principali sono diete, gossip e vacanze. Siamo diventati “sepolcri imbiancati”.

Allora le parole di Gesù a Nicodemo, cioè il mistero di Dio che muore per amore dell’uomo, è un invito forte a contemplare la Croce di Cristo e a coglierne il significato più profondo. Se Dio, eterno ed infinito, non ha risparmiato sé stesso perché ognuno fosse salvato, allora vuol dire che ognuno di noi è davvero importante. Il guaio di noi cristiani ‘è l’auto giustificazione, cioè crediamo di bastare a noi stessi.

Ma Cristo si è sacrificato per i malati: se ci crediamo sani la fede diventa vana! Il sacrificio di Dio e la sua Resurrezione dovrebbero metterci a disagio perché in essi non c’è logica. Ma Dio ama e basta, e chiede solo un cuore docile al suo amore. Nei prossimi giorni saremo invitati a sostare e a contemplare la Croce gloriosa del Signore. La croce in sé dice “dolore”, ma il Crocifisso appeso dice “amore”. Nella croce gloriosa di Gesù dolore e amore per l’uomo sono inseparabili. In fin dei conti sappiamo che per ottenere il bene è necessario faticare, per cui non spaventiamoci quando dentro di noi nasce questo desiderio, e soprattutto quando il peccato sembra avvolgerci in una spirale che ci stritola. Lasciamoci abbracciare da questa certezza: Dio ha tanto amato il mondo da sacrificare Suo Figlio! Non scappiamo davanti alla grande malattia che ha un nome ben preciso: peccato. Lasciamoci invece abbracciare da Dio che non può che volere il nostro bene.

Un bene che certamente ci richiede fatica e sacrificio, ma che ci assicura gioia vera e vittoriosa.

Buona Pasqua di cuore!

don Lio Gasparotto,
parroco

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