Da “IL PUNTO” – 8 aprile 2018

Da IL PUNTO – 8 aprile 2018
settimanale delle parrocchie di Catene e Villabona di Marghera

Più di una parrocchia in questa domenica, 2^ dopo la Pasqua, ha ricordato la festa della “Divina misericordia”, festa che sarebbe nata da una visione di una certa suor Faustina. Queste “intromissioni” di carattere privato nel ciclo pasquale non mi sembrano l’optimum per chi cerca di vivere una religiosità seria, lontana da certe pratiche.

Mi pare invece bella la celebrazione dei 60 anni di sacerdozio di don Carlo Seno che nella sua gioventù ha collaborato in questa parrocchia

don Armando

La festa della Divina Misericordia
Secondo il desiderio di Gesù la Festa della Divina Misericordia è celebrata la seconda domenica di Pasqua. La liturgia infatti oggi loda Dio in particolare nel mistero della Sua misericordia. Disse Gesù a S.ta Faustina: “Voglio che l’immagine venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua. Desidero che la Festa della Misericordia sia riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i più poveri peccatori. […] L’anima che si accosta alla confessione ed alla santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene”.

L’immagine di Gesù Misericordioso
riproduce la visione che Santa Faustina ebbe nel 1931, durante la quale Gesù espresse il desiderio che si dipingesse il quadro con scritta : Gesù, confido in Tel Cristo risorto è raffigurato con i segni della crocifissione e dal Cuore trafitto escono due raggi: rossi l’uno che rappresenta il Sangue che è la vita delle anime; pallido l’altro a rappresentare l’Acqua che giustifica le anime. L’immagine quindi raffigura la grande misericordia di Dio che è stata rivelata nel mistero pasquale di Cristo e si attua pienamente nella Chiesa tramite i sacramenti. Da questi si attingono le grazie e l’immagine, pertanto, secondo le parole di Gesù, “deve ricordare le esigenze della Misericordia, poiché anche la fede più forte non serve a nulla senza le opere”.

Riconoscenti vogliamo festeggiare don Carlo Seno
Quest’anno don Carlo festeggia i 60 anni di Ordinazione sacerdotale. La nostra parrocchia, riconoscente per il suo impegno che ancora oggi porta frutti, lo vuole incontrare, Domenica 22 Aprile, alla S. Messa delle ore 11.30 e poi con un pranzo “Remember” a cui tutti possono partecipare, ma rivolto particolarmente ai suoi giovani di allora.

Prenotazioni entro il 18 aprile, in ufficio parrocchiale – costo 15,00

Chi è don Carlo?
Sono passati più di quaranta anni da quando don Carlo fu mandato a Catene. Allora era parroco don Giuseppe e già a quel tempo nella nostra comunità mancava il cappellano. Don Carlo era il padre spirituale del Seminario e gli fu chiesto di venire nel fine settimana come Collaboratore nella nostra parrocchia. Arrivava alle 18.00 del sabato sera e ripartiva prima del pranzo della domenica. Ha trovato una chiesa bella e viva nella liturgia, ma con pochissime attività pastorali. Don Carlo prende i tre ragazzi attivi, dopo poche domeniche diventano sette, dopo un mese parte la prima riunione dei giovani al sabato sera (e siamo già una trentina). Sempre al sabato sera gli incontri diventano tre (giovanissimi/e — giovani — giovani e coppie). Ma a don Carlo non basta: “dobbiamo coinvolgere nella vita parrocchiale anche i più piccoli”, ed ecco che nasce il gruppo Scout e il gruppo giovani di Azione Cattolica. In poche ore tantissima pastorale. Mi sembra che abbiamo abbastanza motivi per ringraziarLo e festeggiarLo.

Gabriele Pagin

Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 8 aprile 2018

Da UNA VOCE NELLA RIVIERA – 8 aprile 2018
settimanale dell’unità pastorale delle parrocchie del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Sabbioni e di San Pietro in Bosco e Santa Maddalena di Oriago

Nella rubrica “Lungo il fiume”, gestita dal parroco don Cristiano, segnalo le riflessioni su “Le elezioni”, “Luoghi dell’anima” e “Come l’erba”. Sono riflessioni semplici, ricche di spiritualità ed offerte con convinzione. Mi rimangono invece incomprensibili le date. 1-3-5 marzo, mentre dovrebbero riferirsi ad aprile, ma questo ha ben poca importanza.

Segnalo pure la gita sui colli perché potrebbe rappresentare una proposta molto opportuna anche per altre parrocchie.

Della pagina di cronaca e di appuntamenti mi pare opportuno sottolineare “La Madonna di Borbiago”, “I quattro incontri su don Antonino Bello”, uno dei profeti più significativi del nostro tempo e “La San Vincenzo ringrazia”.

don Armando

Lungo il fiume
Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera
di don Cristiano Bobbo

Elezioni
Se è finito il tempo dei parroci che dicevano dal pulpito di dare “un voto democratico e cristiano”, non di meno ai parroci si ricorre ancor oggi, soprattutto nell’imminenza delle prossime elezioni politiche, per chiedere a quali candidati dare la propria preferenza. A quanti me l’hanno chiesto, ho risposto che, per un voto responsabile, la prima cosa da fare sia quella di evitare in questi giorni preelettorali i talk show politici e prendere solo a piccole dosi gli articoli di giornale. Perché, diciamo la verità: ciò che i politici declamano in questi momenti è quasi tutta vuota propaganda. Promesse economicamente e realisticamente insostenibili. Personaggi improbabili a volte imbarazzanti nel profilo biografico presentati come salvatori della Patria. Slogan ad effetto, tarati sulla cronaca, e che mirano solo a suscitare emozioni, fomentare paure o alimentare illusioni. Già in altre occasioni abbiamo fatto amare esperienze: ammantato sotto il velo sontuoso dell'”ideale”, abbiamo abbiamo scoperto, purtroppo, un inganno, una vera e propria menzogna! Non per nulla si è esultato nel secolo che abbiamo lasciato alle spalle quando si è consumato il crollo delle ideologie che tante vittime e delusioni avevano creato. Ma gli ideali non possono mancare, come vorrebbero farci credere alcuni, altrimenti si corre il rischio di accontentarsi dell’immediato vantaggio, della furbizia, del risultato ottenuto col minore sforzo e col maggior vantaggio personale. Una politica senza ideali, non è certamente segno di realismo ma solo la sorgente della mediocrità, della volgarità, della superficialità. Staremo a vedere.

Luoghi dell’anima
Nel territorio delle tre parrocchie della nostra Collaborazione pastorale, sono presenti tre chiese parrocchiali e ben otto oratori – alcuni privati -dove, regolarmente in alcuni e periodicamente in altri, si tengono funzioni religiose. Con un prezioso coordinamento di responsabilità, siamo riusciti a garantire che le tre chiese parrocchiali rimangano aperte per gran parte della giornata. Con la buona stagione contiamo di riuscirvi anche con gli oratori disseminati nelle varie contrade grazie alla disponibilità degli abitanti della zona. Forse per qualcuno, trovare le porte aperte di questi luoghi sacri e potervi entrare, sarà solo motivo d’interesse storico-artistico, o pura curiosità, o la comodità di un posto per sedersi… Ma sono sicuro che per molti costituiranno un’occasione per stare da soli, in quiete e riflessione, per ritrovare la pace interiore, l’intimità e il silenzio. Di fronte ad un’impostazione chiassosa e confusa del tempo delle nostre giornate in cui spesso ci si affida all’azione più frenetica, ci si ubriaca di suoni, parole e rumori, ci si immerge nel gorgo della città, del divertimento, del movimento, le nostre chiese possono diventare delle piccole ma provvidenziali oasi di pace dove è possibile recuperare la consapevolezza serena, la meditazione pacata, la sosta quotidiana, anche per pochi minuti, così da ritrovare se stessi e la propria anima. Desidererei tanto che, soprattutto i più giovani, anche attraverso questi luoghi, potessero sperimentare che il vero benessere della persona non risiede tanto a livello commerciale nei centri massaggio, saune, palestre, quanto piuttosto nel silenzio, nella preghiera e nella meditazione che sono in grado di medicare le ferite del cuore, di esaltare le doti che possediamo, di vivere in pienezza l’esistenza e l’amore.

Come l’erba
Mi è tornata tra le mani l’immaginetta ricordo di un amico sacerdote scomparso da alcuni anni. L’ho inserita tra le pagine del mio libro della Liturgia delle Ore che scandisce la preghiera della giornata. Vi si trovano citate le parole di un Salmo che ricordano il nostro limite creaturale: siamo «come l’erba che germoglia al mattino: fiorisce, germoglia e alla sera è falciata e dissecca» (Salmo 90). Sono parole che producono il loro effetto benefico sulla mia vita, non soltanto perché contenute nella Sacra Scrittura, ma perché sono state incarnate da un uomo di Dio che le ha vissute e vagliate anche attraverso la sofferenza. Non possiamo mai dimenticarci del nostro limite, della fragilità che segna la nostra esistenza. Ogni illusione, ogni rimozione, ogni banalizzazione prima o poi deve scontrarsi con la realtà della malattia e della morte. Come lui, anche tutti coloro che sono passati attraverso l’oscurità del male e si sono fidati di Dio, non sono rimasti delusi.

La “gita di primavera” sui Colli Euganei
di Elsa Marchiori

Ancora una volta ci ritroviamo per trascorrere una giornata a conoscere luoghi del cuore. Come sempre non basta un solo bus, ma chi ha desiderio di partecipare trova posto.

Il percorso è breve, dopo un’ora circa siamo a san Pelagio, dove un filmato ci racconta come si è realizzato il sogno di volare come gli uccelli, di librarci nell’aria oltre i mali della terra. Da Icaro allo sbarco sulla luna è passato del tempo, vedere dall’alto le coltivazioni e le costruzioni ha un fascino speciale e fa comprendere quanto siamo piccoli, mentre lo spazio celeste è incommensurabile. La guida ci conduce a vedere l’esterno, i giardini e il labirinto, dalla collinetta della ghiacciaia il panorama è dolce e ampio e da qui il signore controllava ì lavoratori, ai quali era offerto solamente un pasto e un tetto.

La storia di Gabriele d’Annunzio che lancia volantini e non armi e il veicolo che è andato in soccorso dopo il crollo della diga del Vajont e dell’inondazione del 1966 sono testimonianze che l’uomo sa usare le sue invenzioni anche per fare il bene.

Poi saliamo a 526 metri sul colle del santuario Monte della Madonna, costruito nel XIII secolo; è una navata unica con il soffitto in travi, le pareti mostrano pietre e massi, un dipinto di San Rocco ricorda il patrono, le stazioni della Via Crucis sono in creta e davanti a noi si mostra un crocefisso ligneo.

In abside l’unica statua esistente, in pietra di Verona, è di Maria con il Bambino.

In questo ambiente pulito e semplice, lontano dal rumore del mondo, don Cristiano celebra la messa e ci fa riflettere sulla cultura cristiana, con la quale siamo cresciuti, ma che è necessario fare nostra, ravvivando le tradizioni con il proprio vivere consapevole, non passivo e abitudinario.

Un pensiero forte va ai giovani che vivono come se Dio non ci fosse, sono in un tornante della storia che vuole convincere che sia possibile non far riferimento a Dio. Alla fine invita a intraprendere un vero cammino di Pasqua, di passaggio dalla menzogna alla liberazione. Il momento del pranzo è speciale, fa sentire la festa e la gioia del giorno.

“Ormai siamo una famiglia”, dice una partecipante, perché, dopo molti pellegrinaggi, il clima è davvero di armonia e viene voglia di rivelarsi agli altri, di liberarsi. “Ho stirato e pulito le scale condominiali per racimolare il denaro che mi serviva per questa gita”, confida una partecipante, e fa tenerezza il racconto della sua vita e della sua fede. A conclusione della nostra uscita è prevista la visita all’abbazia benedettina di Praglia, dove apprezziamo il significato del detto “ora et labora”, prega e lavora.

E una meraviglia osservare dall’alto della loggetta l’orto di lavoro dei frati, con arnie, erbe medicinali e aromatiche, vigne… e, alzando lo sguardo, il paesaggio dei colli. Il frate ci accompagna a visitare i chiostri, la sala capitolare, il refettorio e la chiesa dell’Assunta. La bellezza e il silenzio che viviamo sono edificanti per lo spirito e un “grazie” sale dal cuore. Dopo la preghiera del rosario nella chiesa benedettina, ci avviamo verso Oriago, “il posto più bello che ci sia perché è il nostro e lo amiamo” suggerisce don Cristiano.

MADONNA DI BORBIAGO
La festa dell’Annunciazione è particolarmente sentita nella nostra zona e trova il suo principale riferimento nel Santuario di Borbiago dove accorrono moltissimi fedeli da tutti i paesi circostanti. Secondo la tradizione, la Beata Vergine sarebbe apparsa proprio in questo luogo ad una dodicenne sordomuta, invitandola a chiamare i monaci perché nel luogo dove Ella stava parlando, era sepolta una sua immagine. La fanciulla, guarita improvvisamente, avvisò i frati i quali vennero e trovata dentro il pozzo la sacra effige con una campana di bronzo sul capo, la presero e la portarono in chiesa. Fu collocata su un altare e successivamente venne costruita la cripta sotto il presbiterio che, quasi ad imitazione del pozzo, ancor oggi accoglie la venerata Madonna di Borbiago. Le nove Parrocchie del Vicariato di Gambarare si danno appuntamento Lunedi 9 Aprile al Santuario di Borbiago per celebrare insieme la S. Messa alle ore 20.00 che quest’anno sarà presieduta dal neo sacerdote don Gianluca Fabbian. Alla parrocchia di S. Ilario di Malcontenta spetterà quest’anno l’offerta dell’olio per la lampada votiva che arderà dinanzi alla venerata statua della Madonna.

QUATTRO INCONTRI PER GIOVANI E ADULTI SUI TESTI DI DON TONINO BELLO
“Ceri pasquali con don Tonino a 25 anni dal suo ritorno al Padre” è il titolo di un ciclo di quattro incontri che si svolgeranno il Mercoledì alle ore 19.00 presso la sala M. Kolbe della parrocchia di San Pietro sulla figura del vescovo Tonino Bello a venticinque anni dalla sua morte. Il primo incontro è in programma per Mercoledì 11 Aprile con la presentazione del messaggio di questa figura profetica della Chiesa italiana degli anni ’90 e la sua attualità oggi con l’accostamento di alcuni testi: “Se passi da casa mia fermati”, Fratello Marocchino e la testimonianza di Arena, “In piedi costruttori di pace!”, il viaggio dei 500 a Sarajevo assediata con la testimonianza di un giovane Capo Scout della Parrocchia di San Pietro. Sono consigliati i testi “Giustizia, pace e salvaguardia del creato” di Tonino Bello e l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco che saranno consegnati al primo incontro a quanti ne fossero sprovvisti.

LA SAN VINCENZO RINGRAZIA
Come ogni mese, nella terza domenica marzo, la nostra Parrocchia si è ricordata dei Fratelli meno fortunati, donando generi alimentari che ritiene siano più necessari. Come le altre volte, anche adesso, la San Vincenzo sente il bisogno di ringraziare tutti gli offerenti. Durante l’ultima parte della Quaresima, anche la Scuola “S. Domenico Savio”- che ha la sede nella Scuola che fu di Sr. Armanda – ha incoraggiato gli alunni delle Classi Elementari e quelli di Scuola Media a partecipare, con vero entusiasmo e notevole generosità, ad una raccolta di generi alimentari. L’ultimo giorno prima delle vacanze pasquali sono stati consegnati al magazzino della S. Vincenzo una dozzina di scatoloni ed altrettante borse con una ricca quantità di alimenti, che saranno consegnati alle Famiglie che ne hanno bisogno. La S. Vincenzo ringrazia i Benefattori di Oriago, che continuano a ricordarsi dei Fratelli che hanno bisogno di aiuto continuo, o temporaneo, per vivere.

Un particolare grosso ringraziamento è d’obbligo, per la speciale ed inaspettata iniziativa della “Scuola che ha sede nella nostra Parrocchia”. Grazie e congratulazioni alla Presidenza, agli insegnanti ed alle famiglie degli alunni, che hanno ideato e realizzato un grande gesto di solidarietà fraterna che commuove e che merita il nostro plauso e la nostra gratitudine.

(Tarcisio Babetto)

Da “PARROCCHIA SAN PIETRO ORSEOLO” – 8 aprile 2018

Da “PARROCCHIA SAN PIETRO ORSEOLO” – 8 aprile 2018
settimanale della parrocchia relativa di viale don Sturzo

In questo numero del settimanale c’è ancora meno testo del solito, che è già normalmente poco. Però penso che ciò sia giustificato dal fatto che in occasione della Pasqua la parrocchia ha pubblicato un piccolo opuscolo ove sono presentate le varie attività parrocchiali.

Detto questo, a pagina 3, in un riquadro sono presentate le date delle prime comunioni, prime confessioni, cresime e matrimoni, tutte tappe pastorali che culmineranno con la “Festa della terra”, festa particolare di questa parrocchia nel corso della quale si festeggerà il mezzo secolo di vita di questa comunità cristiana.

Da ultimo segnalo una mostra d’arte (questa parrocchia è rimasta l’ultima a gestire una galleria) ed una gita per gli anziani a Pedavena.

don Armando

Da “IL FOGLIETTO” – 8 aprile 2018

Da “IL FOGLIETTO” – 8 aprile 2018
settimanale della parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice della Gazzera

Spero sempre che i redattori di questo settimanale, prima o poi, scelgano una soluzione grafica di più respiro.

Di particolare registro una riunione dell’associazione “Noi” che gestisce il patronato e gli aspetti ricreativi e formativi del mondo giovanile per definire un codice etico alle varie attività estive e soprattutto al grest (due settimane).

Registro ancora che questo foglio è pressoché l’unico che informa sul corso che la San Vincenzo organizza per raccogliere volontari per l’assistenza in ospedale. Le parrocchie talvolta si comportano come piccole isole che ignorano totalmente i problemi che investono tutta la Chiesa di Mestre.

don Armando

ESTATE. IL GREST: tempo per crescere

Si sta avvicinando l’estate: dopo un anno pieno di cose belle, il Grest si trova ad essere una conclusione entusiasmante: un’occasione di gioco e di lavoro, di amicizia e di preghiera, di crescita umana e cristiana. Le famiglie colgono questa bellezza e desiderano intensamente che i figli la possano vivere. Questa esperienza ci richiede un gran lavoro: tanti miei confratelli sacerdoti sorridono sorpresi quando dico loro che prima di Natale iniziamo ad imbastire il Carnevale o che, in piena Quaresima, siamo alle prese con il mese di Maggio e con il Grest, ma questa è la realtà.

Una realtà che si impone perché sempre di più: nella complicazione della vita della persone, è necessario lavorare intensamente insieme per costruire delle iniziative che siano veramente condivise.

Quest’anno l’11 Marzo, all’assemblea dell’associazione NOI, dopo un’abbondante e gustosa gnoccolata, abbiamo guardato alle prospettive per la prossima estate e abbiamo rinnovato l’adesione ad alcune scelte di fondo affinché il Grest non sia una meteora che passa e sparisce.

1 Dare il primato alla Comunione, volersi bene davvero, tra gli adulti che promuovono questa iniziativa: il direttivo del NOI, i responsabili del Grest, i giovani animatori e i volontari.

2 Puntare a far vivere agli animatori un’esperienza di Chiesa, il luogo, cioè, in cui è possibile, grazie a Gesù, nonostante le diversità, volersi bene nella fatica e nella condivisione, perdonarsi ed essere sinceri gli uni con gli altri.

3 Fare in modo che il bene, la cura e l’attenzione che si riversano sui bambini siano il frutto di questo cammino fatto insieme tra giovani e adulti.

Sono anni, ormai, che seguiamo questi criteri e, grazie a Dio, i risultati si vedono. Vogliamo continuare su questa strada ma da un paio d’anni la realtà della Collaborazione Pastorale

“Papa Luciani”, con le parrocchie di S. Barbara e Asseggiano, ci domanda di condividere questa ricchezza. Abbiamo perciò costruito e vissuto insieme il corso di formazione degli animatori e un gruppo di animatori della Gazzera quest’anno si unirà agli animatori di Asseggiano per progettare e portare avanti il Grest insieme.

Quanto indicato sopra al secondo punto ci domanda un ulteriore sforzo: far lavorare insieme adolescenti di provenienze diverse. Ciò richiede di dedicare tempo a preparare bene le cose. Ecco perché il Grest non potrà iniziare lunedì 12 giugno, appena finita la scuola; non solo i giovani, presi dalla frenesia delle ultime settimane di scuola, non hanno la lucidità per preparare le cose del Grest ma anche vorremmo che molti di loro vivessero il corso di formazione presso i Salesiani dell’Istituto San Marco che si svolgerà proprio nella terza settimana di Giugno. Il Grest durerà per due settimane, fino a fine Giugno. Poi dovremo dedicarci, adulti e giovani animatori, alla preparazione dei campi estivi che inizieranno il 7 Luglio.

Sappiamo, in questo modo, di erodere un servizio di cui le famiglie hanno bisogno e ce ne dispiace ma ci rendiamo conto che questo è il momento in cui investire e non consumare le risorse che la Provvidenza ci mette generosamente nelle mani: il bene che desideriamo offrire alle famiglie è una proposta educativa cristiana di qualità.

Quest’anno l’iscrizione al Grest per i ragazzi già tesserati al NOI per l’anno sociale 2018 sarà la mattina di sabato 5 maggio. Ogni vota ci si stringe il cuore sapendo che viene chiesta una grossa fatica alle persone per iscriversi e che forse non potremo accogliere tutte le richieste (facciamo del nostro meglio per estendere al limite la capienza degli spazi investendo in strutture e inventandoci ogni anno qualcosa di nuovo) ma non sono emersi criteri oggettivi che permettano di risolvere la sproporzione tra la domanda di oltre 300 famiglie e l’offerta limitata a causa degli spazi,

Don Valentino

Un’ora con chi è solo in OSPEDALE
Corso per volontari ospedalieri – promosso dalla San Vincenzo di Mestre
dal 28 aprile al 26 maggio 2018
tutti i SABATI – presso la Sede di Ca’ Letizia – via Querini 19/A – Mestre
Per informazioni ed iscrizioni: Tel. 041.959359 – sanvincenzomestre@libero.it

Da “IL NOTIZIARIO” – 8 aprile 2018

Da “IL NOTIZIARIO” – 8 aprile 2018
settimanale della parrocchia di Santa Rita di via Miranese

Don Gianfranco si dilunga nell’affermare che solamente la fede nel Signore Risorto ci fa veri cristiani e che le sette settimane dopo la Pasqua offrono al cristiano l’opportunità di rendere coscienti e di approfondire il messaggio di Cristo.

Bella la collaborazione con la parrocchia confinante della Madonna di Lourdes per quanto concerne il “grest”, ossia la pastorale estiva per i ragazzi.

don Armando

Per Riflettere
Solo la fede in Cristo risorto fa diventare cristiani

L’evangelista Giovanni aveva a disposizione tante cose da scrivere. Però è stato costretto ad operare una cernita perché il suo unico intento era quello di provocare la fede di coloro che avrebbero letto il suo libro. Tutto quello che leggeremo in queste domeniche di Pasqua, e poi sempre, non ha lo scopo di farci diventare più bravi conoscitori di Gesù, ma di farci diventare più credenti in Gesù Cristo. Giovanni ci offre il materiale che gli sembra più adatto e più convincente, perché noi percorriamo un itinerario di fede. Egli non prende in mano la penna per soddisfare la nostra curiosità, per nutrire la nostra cultura religiosa.
Scrive per aiutarci a diventare credenti in Gesù Cristo.
Non soltanto dunque delle persone che credono che siano vere le cose che racconta, ma delle persone che consegnano la loro vita a Gesù Cristo, perché egli continui a vivere in esse con il suo Spirito. Giovanni privilegia non la fede – bagaglio, ma il credere che fa muovere verso la Persona di Gesù, il quale si presenta ogni volta nuovo e ogni volta sfida la nostra incredulità, come ha fatto con i discepoli e in particolare con Tommaso, dopo la sua risurrezione.

Don Franco

Dalla Domenica di Pasqua alla Domenica di Pentecoste
Dalla domenica di Risurrezione a quella di Pentecoste corrono esattamente cinquanta giorni: sette settimane più un giorno. È la “cinquantina pasquale”, il più antico tempo liturgico organizzato dalla Chiesa, durante il quale i cristiani estendevano anche ai giorni feriali alcune pratiche caratteristiche della domenica della risurrezione, come il pregare in piedi e il canto dell’alleluia. Sono tutti giorni di Pasqua, che si celebrano nella gioia e nell’esultanza come un solo giorno di festa, anzi come la “grande domenica”. Durante questo tempo riviviamo in modi sempre nuovi l’esperienza fondamentale del primo incontro con il Risorto, impariamo a vivere nello Spirito Santo, riscoprendo di domenica in domenica i fondamentali di una comunità cristiana e la sua missione, per non dimenticare mai che la risurrezione di Gesù e la nostra risurrezione è il cuore della nostra fede, l’evento che distingue l’esperienza cristiana da ogni altra forma di esperienza religiosa. Da come Cristo risorto si manifesta in queste domenica noi impariamo anche i segni e i gesti attraverso i quali una comunità cristiana lo manifesta e le consentono di essere essa stessa una manifestazione di Cristo risorto.

“Senza la Domenica non possiamo vivere”
Noi cristiani non possiamo fare a meno della Domenica, non possiamo fare a meno di questo giorno e dell’esperienza pasquale che in esso avviene, che culmina ogni volta nella comunione eucaristica e si riflette nella comunione fraterna. Con la Domenica si nutre la nostra vita cristiana. Che si lavori o non si lavori, per noi cristiani la domenica è il giorno del Signore, il giorno in cui il Signore risorto ci dà appuntamento e ci fa stare insieme, si fa incontrare da noi attraverso le Sacre Scritture e il pane spezzato, e noi, facendo memoria di quello che lui ha fatto, rinnoviamo il dono della nostra vita per la salvezza del mondo, riceviamo il suo Spirito mediante la comunione al pane spezzato e c’impegnano a fare le cose che corrispondono alla volontà del Padre e fanno diventare più umani i rapporti tra di noi e con gli altri.

“Grest in via Piave dal 18 al 29 giugno: Sono aperte le iscrizioni per tutti i ragazzi dalla 2A elementare alle medie. In bacheca si possono trovare le schede per le opportune informazioni e l’iscrizione.

Da “VITA PARROCCHIALE” – 8 aprile 2018

Da “VITA PARROCCHIALE” – 8 aprile 2018
settimanale della parrocchia di Santa Maria del Carmelo di via Terraglio

Mi pare opportuno segnalare l’articolo dedicato ad una pia pratica che un tempo aveva un impatto sul sentimento religioso della nostra gente, ma che oggi è pressoché sconosciuta o ignorata anche dai fedeli praticanti, ossia il suono delle campane al mattino, a mezzogiorno e alla sera, suono che invita i cristiani alla preghiera. Questa pia pratica è stata denominata dalla tradizione come “L’Angelus”. Credo che sia quanto mai opportuno recuperare e salvare dall’oblio certe pratiche religiose che possono dare qualcosa anche all’uomo di oggi.

don Armando

Angelus Domini

E’ la popolare devozione mariana compiuta al suono delle campane al mattino, a mezzogiorno e al tramonto. Si compone di tre versetti evangelici a commento dell’incarnazione, intercalati dall’Ave Maria e conclusi da una orazione. Nella forma attuale si trova per la prima volta in un libro di preghiere mariane pubblicato sotto Pio V nella seconda metà del secolo XVI. Gli inizi risalgono al secolo XIII come invito alla preghiera dell’Ave Maria per l’ora del tramonto, quando, secondo una tradizione popolare, sarebbe avvenuto l’annuncio dell’angelo. Seguì il saluto al suono delle campane del mattino e quindi del mezzogiorno. La motivazione e la forma della preghiera nei tre tempi della giornata hanno subito modifiche lungo il corso dei secoli. Dotata di indulgenze da vari papi, ha conosciuto un’ulteriore diffusione da quando papa Giovanni XXIIII iniziò a recitarla dalla finestra del palazzo apostolico come preghiera della famiglia cristiana in giorno di domenica.

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 8 aprile 2018

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 8 aprile 2018
settimanale delle parrocchie di San Pietro e Sant’Andrea di Favaro Veneto

Il periodico purtroppo si compone solamente di due interventi. Il primo è un breve e semplice commento fatto dal parroco don Andrea sul vangelo della 2^ domenica dopo Pasqua, il secondo sulla nascita di una nuova associazione, “Insieme per costruire nuovi ponti”, con queste finalità: ‘accoglienza umanitaria, sostegno alle persone svantaggiate, promozione della cultura della legalità, promozione di iniziative di aiuto reciproco.

Gli scopi sembrano abbastanza ambiziosi, comunque mi ripropongo di fornire nuovi elementi che emergeranno in seguito e dei quali penso che il foglio darà notizie.

don Armando

INSIEME PER COSTRUIRE NUOVI PONTI

Care amiche, cari amici, grazie al tempo proficuo in cui c’è stata la possibilità di intrecciare relazioni feconde tra le varie Parrocchie, sento il desiderio di condividere con voi la notizia della costituzione, il 14 marzo scorso, dell’associazione Nuovi Ponti. Si tratta di un’Associazione di volontariato che ha come finalità, tra le altre: “l’Accoglienza umanitaria […] il Sostegno alle persone svantaggiate […] la Promozione della cultura della legalità […] la Promozione delle iniziative di aiuto reciproco, incluse le banche dei tempi […]” (Art. 5 Statuto dell’Associazione). L’idea di creare una realtà più strutturata, che possa in qualche modo portare aiuto e sostegno a chi ne abbia necessità, ci è venuta dall’esperienza che stiamo vìvendo contribuendo all’accoglienza della famiglia siriana, che ormai molti di noi conoscono.

La nascita dell’Associazione rappresenta a mio avviso un punto di arrivo e uno di partenza al tempo stesso. Segna la fine di una prima fase in cui ci siamo impegnati a conoscere i nostri nuovi amici, in cui abbiamo cercato di rispondere ad alcune esigenze materiali (con una generosità che non è mai venuta meno e sempre discreta, permettetemi di dirlo), in cui abbiamo in sintesi offerto una prima accoglienza. Si è fatto davvero molto e credo che sia giusto riconoscerlo; adesso tuttavia inizia una nuova fase, non meno importante, in cui siamo chiamati a sviluppare e far crescere i rapporti che abbiamo ormai cominciato a creare, a favorire il processo d’integrazione -che inevitabilmente passa anche per una conoscenza sempre più solida della nostra lingua-, ad accompagnare i nostri amici nel momento in cui i fratelli valdesi, come previsto e concordato, termineranno la loro collaborazione, almeno quella materiale, o comunque ridurranno il loro contributo. E allora ecco, andiamo avanti…Nuovi Ponti…appunto. Un ponte si può percorrere in due direzioni, si getta un ponte per consentire all’altro di raggiungerci, ma si può anche attraversare il ponte per andargli incontro e magari percorrere un tratto di strada insieme. Si va verso l’altro, si incontra l’amico, si dà e si riceve in un continuo scambio reciproco. Si riceve molto più di quello che si dà, con crescente sorpresa si scoprono sentimenti di riconoscenza, simpatia, fiducia, affetto e con emozione ci si accorge che sono i nostri stessi sentimenti, si scopre quasi con incredulità che quell’affetto, così speciale perché travalica ogni confine, colma la nostra vita di una Gioia senza paragoni.

L’associazione, nel suo scopo ultimo e più alto, si propone di promuovere la pace e l’integrazione tra i popoli, qualche mese fa avrei pensato che si trattava solo di belle frasi fatte, che i politici dovevano preoccuparsi di realizzare ideali tanto importanti quanto irraggiungibili. Oggi ho cambiato opinione, no, non penso che salveremo il mondo, non da soli almeno, ma abbiamo davvero l’occasione per cercare di renderlo un posto migliore, per noi, per i nostri figli, per i figli dei nostri fratelli che hanno trovato e percorso, con un coraggio straordinario, un ponte che li ha sottratti alle bombe e portati fino a noi. E’ un dono divino che, ne sono certa, ciascuno, come singolo, e tutti insieme, come comunità, sapremo cogliere con gratitudine. Che il Signore illumini e accompagni il nostro cammino.

Laura Tagliabue (Associazione Nuovi Ponti)

Da “COLLABORAZIONE PASTORALE ALTINATE”

Da “COLLABORAZIONE PASTORALE ALTINATE”
edizione speciale in occasione della visita pastorale 13-15 aprile 2018

La visita pastorale avrà luogo dal 13 al 15 aprile e comprenderà le parrocchie di Quarto d’Altino, Portegrandi ed Altino e ha come obiettivi: i giovani, le famiglie e gli adulti.

Pubblichiamo sia le realtà alle quali si rivolge il Patriarca per conoscere l’articolazione di queste parrocchie, sia il calendario di questa visita per prendere coscienza di come si sviluppa.

don Armando

COLLABORAZIONE PASTORALE ALTINATE
EDIZIONE SPECIALE VISITA PASTORALE
“Incontro al Risorto” 13-15 aprile 2018
www.coIlaborazionepastoralealtinate.it

UNA VISITA DIVERSA

Essendo mutate le condizioni pastorali (un unico parroco per tre parrocchie, un prete non più residente a Portegrandi), la VISITA PASTORALE da parte del nostro Patriarca, Francesco Moraglia, che si terrà nel fine settimana dal 13 al 15 aprile, sarà diversa da tutte quelle precedenti perchè sarà rivolta alla Collaborazione Pastorale Altinate (ovvero la realtà che raggruppa le tre parrocchie di Quarto d’Aitino, Portegrandi ed Aitino): un nuovo soggetto che cerca di coordinare le forze in campo e le azioni pastorali. Quindi, molti incontri saranno raggruppati per ambiti e non più per territorialità.

I TRE FUOCHI della COLLABORAZIONE

La Visita Pastorale si articolerà attorno a quelli che il Patriarca ha individuato come “fuochi” dell’azione pastorale fondamentali per rilanciare la fede nelle nostre comunità: la cura dei più giovani, la pastorale delle famiglie, la formazione e la catechesi degli adulti. Li presentiamo così come sono vissuti nelle nostre parrocchie.

I GIOVANI

Un’equipe educatori che ha la responsabilità di un gruppo di giovani di prima superiore, post Cresima, che si trova ogni 15 giorni a Quarto d’Aitino.

Gli Scout Aeesci, associazione attiva a Quarto d’Aitino che raccoglie una ventina di giovani in clan attivi nel servizio. L’Azione Cattolica, associazione presente a Quarto d’Aitino con una ventina di giovani che si incontrano ogni 15 giorni, impegnati sia a livello parrocchiale che diocesano attraverso il servizio.

Il gruppo giovani “Paracadute” di Portegrandi, composto da circa venti giovani che si trovano una volta ogni 2 mesi, molto attivo nel servizio.

Il gruppo FGO di Quarto d’Aitino è composto da 15/17 ragazzi delle scuole superiori, si riunisce a con cadenza settimanale e non ha caratteristiche associative. Quasi tutti i ragazzi sono impegnati nell’animazione del Gr.Est., alcuni nella catechesi ed altri nella Pro loco.

LE FAMIGLIE

I corsi in preparazione al Sacramento del Matrimonio il cui percorso si compone di una decina di incontri ogni anno.

L’inserimento di tre coppie ferite nella comunità parrocchiale di Aitino .

Gli incontri rivolti a genitori in preparazione al Sacramento del Battesimo nelle tre parrocchie (incontri a casa delle singole famiglie) e incontri con le famiglie che hanno battezzato un figlio/a negli ultimi mesi o anni.

Gli incontri mensili a Portegrandi per i genitori dei bambini del percorso dell’iniziazione cristiana, e i ritiri-uscite per genitori e figli a Quarto d’Aitino.

Il Gruppo Famiglie di Quarto d’Aitino, composto da una decina di coppie e nato vent’anni fa dall’esigenza di confronto sull’esperienza del matrimonio e dell’educazione dei figli e sul confronto della Parola di Dio.

GLI ADULTI

Il gruppo adulti dell’Azione Cattolica di Quarto d’Aitino, composto da circa 17 adulti che svolgono, a vario titolo, servizio in comunità attraverso l’accompagnamento delle famiglie e di giovani animatori ACR. Inoltre sono organizzati momenti di crescita spirituale.

I Gruppi di Ascolto della Parola, nati vent’anni fa ed ora attivi in 5 gruppi per un totale di circa 43persone.

II Presidio della “Laudato sii ad Aitino, nato per “praticare” l’enciclica dal Santo padre, riflettendo sul tema della custodia del Creato. Sono coinvolte circa 25 famiglie di cui metà viene da fuori diocesi.

Il Gruppo della Lectio divina ad Aitino composto da circa 15 persone dove è possibile riflettere e confrontarsi in gruppo sulla Parola e su ciò che la Parola dice a ciascuno.

Il cammino di Iniziazione Cristiana per gli adulti che non sono stati battezzati o chiedono di ricevere il sacramento della Cresima

IL PROGRAMMA DELLA VISITA PASTORALE

Venerdì 13 aprile

ORE 18.00 Visita ad un malato non credente di Quarto d’Aitino

ORE 19.00 Incontro con i componenti del Cenacolo della collaborazione a Quarto d’Aitino

ORE 20.45 Incontro con i giovani del territorio a Quarto d’Aitino (presso capannone industriale in via Verona), proposta a tutti i gruppi sportivi-ricreativi, dai 13 anni in su.

Sabato 14 aprile

ORE 9.00 Incontro con i catechisti, gli evangelizzatori dei Gruppi d’Ascolto, gli animatori della catechesi degli adulti e gli educatori della collaborazione pastorale presso il salone del patronato di Quarto d’Altino.

ORE 10.00 Incontro con fanciulli-ragazzi dell’Iniziazione Cristiana e loro genitori presso la chiesa di Quarto d’Aitino.

ORE 11.00 Incontro del Patriarca sulla tematica educativa, con i genitori presso la sala parrocchiale di Quarto d’Altino.

ORE 12.00 Ora media nella cappellina delle suore e catechesi del Patriarca sulla vita religiosa.

ORE 12.45 Pranzo con le religiose.

ORE 15.00 Santa Messa con unzione per gli infermi presso Ca’ delle Crete, centro Anffas.

ORE 17.00 Momento mariano a Portegrandi (la statua della Madonna Nera sarà già esposta da domenica 8 aprile); incontro di saluto con la comunità, e il gruppo delle donne volontarie (Ass. Le Portegrandi Aperte, gruppo presepi).

ORE 18.00 Ad Altino, condivisione sulle letture della domenica con il Patriarca, Segue aperitivo-cena presso Le Vie.

ORE 20.45 Catechesi per tutta la collaborazione Pastorale in patronato a Quarto d’Aitino.

Domenica 15 aprile

ORE 8.30 Incontro di saluto con il gruppo Caritas e missionario, visita al magazzino vestiario, saluto con gli ospiti, tè, con dolci tipici di alcune zone del mondo.

ORE 10.00 Incontro in municipio col Consiglio comunale.

ORE 11.00: SANTA MESSA DELLA COLLA presso il tendone della sagra di Quarto d’Aitino (sospese tutte le altre messe della mattina, rimane quella delle 18:30). La Santa Messa sarà animata da un coro unico della collaborazione con canti assembleari.

ORE 12.30: Pranzo con i preti della Collaborazione Pastorale a Quarto d’Aitino.

Giovedì 19 aprile

ORE 13.45 Incontro del Patriarca con i genitori e a seguire con i bambini della Scuola per l’infanzia S. Michele di Quarto d’Aitino.

ORE 14.45 Incontro coi bambini e genitori della Scuola per l’infanzia S. Giuseppe di Portegrandi

ORE 15.45: Visita e benedizione delle tombe dei defunti del cimitero di Portegrandi.

ORE 17.00 Visita e benedizione delle tombe dei defunti del cimitero di Quarto d’Aitino.

INCONTRO DI PREGHIERA in preparazione della VISITA PASTORALE per tutta la collaborazione pastorale altinate:
Mercoledì 11 APRILE- ORE 20.30 – Chiesa di San Michele Arcangelo Guida: Mons. DANILO BARLESE

Da “PROPOSTA” – 1 aprile 2018

Da “PROPOSTA” – 1 aprile 2018
settimanale della parrocchia di San Giorgio di Chirignago

In verità il settimanale di questa settimana è meno grintoso del solito. Anche se non ne fa cenno nel periodico mi vien dato di sapere che il lunedì di Pasqua i parrocchiani si recano in pellegrinaggio alla Madonna di Borbiago, chi in macchina, chi in bicicletta e chi a piedi, in rapporto alle loro risorse fisiche. So pure che in questa occasione la parrocchia offre una abbondante merenda con soppressa, salame e vinello della Marca trevigiana. Mi pare bello che anche questo “salmo” finisca in gloria.

Segnalo pure con piacere l’attività benefica delle signore anziane di Chirignago che, assieme a quelle di Carpenedo, “inondano” la città e il mondo di coperte fatte da loro con la lana di risulta.

Segnalo pure il felice risultato di 3.316 euro raccolti con la distribuzione dell’ulivo.

don Armando

LETTERA AL GRUPPO ANZIANE DI CHIRIGNAGO

Venezia, 2 marzo 2010
Gentilissime signore de “Il ritrovo” di Carpenedo e gruppo “Alleanza ” di Chirignago,
a nome di tutti noi della Casa dell’Ospitalità desideriamo vivamente ringraziarvi per la generosa donazione di coperte a nostro favore.

Le coperte che ci sono state consegnate, fatte a mano, esprimono tutta la vostra solidarietà e vicinanza nei confronti di chi versa in condizioni di grave disagio, di chi non ha davvero più nulla e può contare solo sull’accoglienza e il sostegno della comunità locale. In queste giornate di forte abbassamento delle temperature, é aumentata la richiesta di coperte per scaldare te notti da passare all’aperto, in strada”: molte sono le persone che per motivi vari rimangono a dormire per le strade della nostra città, non vengono accolte nei centri e rimangono al freddo.

La vostra pronta risposta al nostro appello di emergenza coperte per queste persone senza dimora, ha permesso la distribuzione di quanto ricevuto alle persone in difficoltà, alle quali ogni sera cerchiamo di dare conforto e calore in queste notti invernali. L’emergenza freddo terminerà il 10 marzo, ma per le persone che vivono in strada non ci sono stagioni e la richiesta di aiuto é sempre puntuale. Come puntuale doveva di essere la nostra risposta a quanti bussano alla nostra porta e alle quali cerchiamo di offrire un servizio di accoglienza attento e dedicate.

La Casa dell’Ospitalità non é solo un asilo notturno per persona senza fissa dimora é un luogo di incontro, di orientamento, di ripartenza per coloro che per motivi vari si ritrovano oggi in una situazione di disagio e di marginalità.

La finalità che perseguiamo, coerentemente con la nostra storia, é quella di fornire a tutti un luogo dal quale poter realmente ricominciare. Il posto letto sarà sempre e solo il punto di partenza.

Uscire presto, e bene, dalla Casa dell’Ospitalità: questo deve essere l’obiettivo di chi ci vive, come di noi che ci lavoriamo e di coloro che ci sostengono. Nessuno, mai, deve essere condannato all’inutilità. La Casa dell’Ospitalità é tante cose e grazie alla vicinanza e alla collaborazione di realtà come la vostra possiamo continuare ad esserlo. Ancora un grazie per aver scelto di aiutarci. Augurandoci che questa collaborazione, iniziata oggi un po’ per caso, possa proseguire anche in futuro, porgiamo i nostri migliori saluti.
Fondazione di Partecipazione Casa dell’ospitalità

LA CARITAS RINGRAZIA
Domenica scorsa la distribuzione degli ulivi ha portato nelle casse della CARITAS 3.316 Euro che saranno usati per aiutare le famiglie in difficoltà. Abbiamo, seppur di poco, superatro la somma dello scorso anno e perciò accogliamo con gioia e riconoscenza questo segno positivo.

Grazie

Da “COMUNITÀ E SERVIZIO” – 1 aprile 2018

Da “COMUNITÀ E SERVIZIO”1 aprile 2018
settimanale della parrocchia San Giuseppe di viale San Marco

Interessante e profondo, come sempre, l’articolo di spalla della prima facciata di don Natalino Bonazza. Il pensiero di questo parroco è assai elaborato perché da un lato afferma che non è giusto accettare supinamente nell’inconscio la cultura predominante che non tiene neppure conto della Resurrezione, e dall’altro lato afferma che può recepire positivamente il messaggio della Resurrezione solamente chi diventa creatura nuova “vino nuovo in otri nuovi”.

Delizioso ed interessante per il modo di dialogare e per il messaggio quanto mai vivo e moderno che Alessandro Seno offre partendo dall’album di Fabrizio de André, il menestrello intelligente del nostro tempo. La raccolta di canti è intitolata “Laudate Dominum, laudate Dominum, laudate Dominum”. Consiglio la lettura dell’articolo che non si riduce alla critica positiva dell’album di De André, ma pure ne coglie la ricchezza del messaggio che mette in luce il nuovo umanesimo annunciato da Cristo.

Infine l’articolo suggerisce la raccolta come un dono da fare agli amici in occasione della prossima Pasqua o anche oltre perché il detto popolare afferma che le uova sono buone anche dopo Pasqua.

Altra notizia che può interessare “L’albero di Pasqua”.

don Armando

È VERAMENTE RISORTO
di don Natalino

San Paolo scriveva ai cristiani di Corinto: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati» (1 Cor 15,17). Più chiaro di così. Nella cultura egemone di allora la risurrezione dei morti non era nemmeno un’ipotesi. Semplicemente non esisteva. Convinzione radicata e diffusa, se due secoli più tardi Tertulliano ebbe a constatare che era più duro credere alla risurrezione dei morti piuttosto che a una nuova divinità. Non meravigliamoci quindi se oggi il vangelo della Pasqua continua a far saltare schemi acquisiti dalla cultura di massa. È e sarà sempre vino nuovo che esige otri nuovi, perchè gli otri vecchi non tengono proprio. Otre vecchio è l’aver ridotto la risurrezione di Cristo ad ultimo miracolo, tanto quanto averla confinata nell’aldilà e quindi irrilevante nel mondo. Otre vecchio è aver ridotto la fede ad opzione del singolo: spetterebbe a lui riconoscere la qualifica di risorto in aggiunta ad un Cristo che già gli basta come modello morale. Pure su questo San Paolo è schietto: «Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini» (ivi 19). L’otre nuovo è la fede della Chiesa, quella trasmessa dagli apostoli e dai martiri fino ad oggi: gente che ha messo tutto in gioco per seguire l’Autore della vita. L’otre nuovo sa contenere l’annuncio e gustare la presenza del Vivente: Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, il Crocifisso veramente Risorto, primizia di un’umanità che grazie a lui può rinascere a vita nuova. Buona Pasqua di risurrezione!

CULTURA NON PAGA

“Laudate Dominum, Laudate Dominum, Laudate Dominum”.

Con queste parole inizia uno dei più bei dischi della musica italiana. L’occasione per scrivervene é duplice, da una parte la recente riscoperta del suo autore, Fabrizio de André, che grazie al notevole sceneggiato televisivo passato recentemente nei cinema e sulle reti nazionali, è ritornato (se mai se ne fosse andato…) negli argomenti di spicco del panorama musicale; dall’altra il secondo motivo è strettamente legato a questo periodo cioè alla Settimana Santa.

Per chi non avesse idea di cosa parla l’album (vergogna, vergogna, vergogna) vi basti sapere che racconta la storia di Cristo, dalla nascita fino alla morte; quello che il cantautore mette in musica è la rielaborazione (parzialissima) di alcuni vangeli apocrifi; l’indignazione che suscitò alla sua uscita, nel 1970, fu dovuta essenzialmente alla mancanza della parte miracolosa del termine della venuta del figlio di Dio sulla terra, cioè la sua Resurrezione. Onestamente questo è vero, nel disco non si menziona mai la vita dopo la morte per Gesù e questo è sicuramente il lato agnostico di, De André, ma tale aspetto non è trattato come una critica al Cristianesimo ma come una scelta personale dell ‘artista. Quello che preme a Fabrizio è sviluppare l’aspetto umano di Cristo, quello che Lui ha portato nel mondo con la reale presenza in terra Santa, infatti la fine del disco è proprio questa: “Non devo pensarti figlio di Dio, ma figlio dell’uomo, fratello anche mio”.

Quindi si passa da una dimensione ultraterrena – il Lodate il Signore dell’inizio – a una puramente fisica e tangibile; questo però non vuol dire rinnegare il lato divino ma anzi, trovare Dio nell’uomo!

E in tal senso la canzone ( o poesia, perché di questo si tratta) rivelatrice è LI Testamento di Tito dove uno dei due ladroni – Tito appunto – crocifissi assieme a Gesù, rilegge a suo modo, in maniera umana cioè, i Dieci Comandamenti, arrivando alla fine a dire questo: “io nel vedere quest’uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l’amore “. Eccolo il miracolo! Prendere esempio dalle azioni di Cristo e farle nostre attualizzandole, trovare il proprio paradiso sulla terra senza aspettarlo ma provando a realizzarlo qui e ora. Poi, chi vuole, nel profondo rispetto dell’aspetto religioso, può credere anche alla Resurrezione. Ed è quello che noi Cristiani facciamo ma, giustamente, come scelta personale e di fede, cioè di fiducia in qualcosa che non conosciamo completamente ma che speriamo possa avverarsi. Il problema di oggi, e il cantautore l’aveva capito quasi 50 anni prima, è quello di scordarci di costruire l’Aldilà con quello che facciamo nel mondo ogni giorno. Allora credo possa essere un bel annuncio Pasquale quello di augurarvi “Laudate Hominem ” cioè lodate e trovate Dio in tutte le persone che ci circondano!

Alessandro Seno

L’ALBERO DI PASQUA

A San Giuseppe davanti all’ingresso principale della chiesa è stato allestito l’albero di Pasqua. Una grande fronda d’ulivo adornata da coloratissimi bigliettini sui quali i bambini hanno scritto la loro preghiera. Un plauso a chi realizzato questo segno di festa, che rallegra tutti coloro che attraversano il piazzale.

Da “LETTERA APERTA”- 1 aprile 2018

Da “LETTERA APERTA” 1 aprile 2018
Settimanale della parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo

Don Gianni, il parroco, dedica la prima colonna della seconda pagina del periodico ad una dura e giusta reprimenda nei riguardi dello Sato, della Regione, del Comune e perfino della Federazione delle scuole cattoliche per aver decurtato in maniera ingiusta ed iniqua i contributi alla scuola materna della parrocchia che è un vero modello di scuola. Da parte mia non ho mai compreso, anzi ho sempre condannato, vescovi e parroci per non aver sufficientemente minacciato e poi attuato una serrata delle nostre scuole ridotte alla miseria. E’ semplicemente infame che lo Stato sperperone, fazioso ed ingiusto usi due pesi e due misure nel finanziamento delle scuole gestite dallo Stato e dal Comune a discapito di quelle gestite dalle parrocchie.

Segnalo pure la mostra d’arte organizzata dalla “Rotonda” presso “La Cella” e mi rammarico perché, pur avendo chiesto aiuto per la “Galleria San Valentino” del Centro don Vecchi di Marghera, essa è stata lasciata languire e forse morire.

Segnalo, quasi per scherzo, la nota sulla pratica religiosa in Catalogna (Spagna) ove si nota che le chiese gestite dalle gerarchie locali nelle quali si celebra in catalano sono assai più frequentate di quelle in cui la messa viene celebrata in spagnolo. Non vorrei che i veneti, sull’onda della Lega, chiedessero di celebrare nella lingua di Goldoni!

don Armando

IL SOSTEGNO DEL 5 X MILLE
dritti al centro

È possibile destinare il 5 x mille al nostro asilo.
Nella dichiarazione dei redditi questa quota si paga comunque. Dichiarare a chi versarlo non costa nulla. Chi vuole sostenere i piccoli, destini il 5 x mille al nostro Centro per l’infanzia “Il Germolio” che da più di 100 anni opera nel territorio a favore dei bambini (sulla dichiarazione dei redditi scrivere il codice fiscale 90178890274 nell’apposito spazio). Chi invece vuol sostenere gli anziani pensi ai Centri don Vecchi. Chi ha a cuore i poveri scelga la Fondazione Piavento. Queste sono le proposte della parrocchia e della Fondazione.

Purtroppo la Regione sta togliendo i finanziamenti per gli asili.

Altrettanto fa il Comune di Venezia. Luigi Brugnaro è stato di cattivo esempio: in campagna elettorale era venuto a salutare le maestre del Germoglio e ha chiesto il voto loro e delle famiglie, ma una volta eletto sindaco ha tolto alla nostra struttura quasi 20.000 euro l’anno. Anche la Fism ha le sue responsabilità: è l’organo che paghiamo e ufficialmente si propone di difendere i nostri interessi, ma purtroppo non ha il coraggio di alzare la voce con le autorità, piega le ginocchia ai potenti e serenamente ci ha portato via altri 15.000 euro l’anno.
Cari amici, se il Centro per l’infanzia “Il Germoglio” non è in difficoltà economica è perché chi lo guida sa cosa significano mantenere ordine, onestà e diligenza nell’amministrazione. È ciò che manca altrove. Con il 5 x mille è importante far capire che chi governa non dovrebbe esercitare la cupidigia, ma il servizio; non derubare bensì premiare chi sa vivere. Tutti possono esprimere l’appoggio al nostro asilo e al suo stile.

Non è opportuno invece sostenere chi non sa organizzarsi: sarebbe come buttare acqua in una vasca senza tappo.

don Gianni

LA ROTONDA
cultura e società

Prosegue l’attività della Galleria d’Arte “La Cella”. Dal 31 marzo al 15 aprile la Galleria proporrà la mostra personale di Simone Bortolotti. Spazi aperti, pochi elementi, prospettiva, ombre e colori, sono le caratteristiche più evidenti delle opere metafisiche del Maestro Simone Bortolotti. Forme e colori rapiscono lo sguardo e lo immergono in ambienti immaginari dove regna tranquillità silenzio e pace. Abituato solitamente a dipingere quadri molto grandi, proprio per questa esposizione ha preparato delle tele più piccole, adatte alle pareti del nostro campanile. Simone Bortolotti nasce a Firenze nel 1963. Ha esposto nelle più importanti città italiane oltre che in Germania, Spagna, Francia e Finlandia. La vernice si terrà sabato 31 marzo alle ore 17,30 e rimarrà aperta con i seguenti orari: feriali 16.00-19.00, festivi 10.00-13.00 e 16.00-19.00, nel giorno di Pasquetta 16.00 – 19.00. L’ingresso è libero, vi aspettiamo numerosi.

Gruppo Culturale “La Rotonda”

HO VISTO LA CATALOGNA

Durante un pellegrinaggio della parrocchia siamo stati in Catalogna, a Barcellona e nelle zone limitrofe. La guida che ci accompagnava ci ha fatto notare che nelle chiese francescane si celebrava Messa in spagnolo, mentre nelle altre, quelle del clero diocesano, si celebrava in “dialetto” catalano. Abbiamo constatato che i francescani pregavano davanti a banchi vuoti mentre nelle altre chiese si faceva fatica ad entrare per il numero dei fedeli. Nel primo caso, evidentemente, il clero non era locale e rispondeva a superiori distanti. Nel secondo caso, invece, c’era più libertà e anche il vescovo aveva saputo intervenire con rispetto. Qui in Italia la Chiesa è sempre stata legata al popolo: in Trentino, per esempio, si celebra in lingua tedesca e così pure in altre zone si segue il linguaggio locale. Anche in Friuli i sacerdoti si rifanno al dialetto locale. Che bello quando sacerdoti e vescovi si accorgono che la realtà precede i pensieri; la vita viene prima della teologia e la gente prima dei potenti. Il Signore sta sul primo versante più che sul secondo.

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITÀ” – 1 aprile 2018

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITÀ”1 aprile 2018
settimanale della parrocchia omonima di via Terraglio

Don Angelo fa gli auguri pasquali ricordando i limiti, il prezzo e i pochi vantaggi della contestazione del ’68, della quale ricorre il cinquantesimo anniversario. Nell’articolo don Angelo indugia sulla perdita che la democrazia italiana ha subito con l’uccisione di Moro, questo grande statista di questo nostro tempo. Comunque l’analisi di quella presunta rivoluzione è quanto mai lucida, equilibrata ed amara.

Don Angelo infine conclude con l’augurio che comunque si rifiuti il metodo della violenza per portare avanti anche le prospettive più importanti e più urgenti, sperando che si ritrovi il senso della resurrezione anche nel settore della politica così aggrovigliato e condizionato da interessi meno nobili.

don Armando

Domenica 1 aprile 2018 PASQUA DI RISURREZIONE

Questo nostro tempo
È normale che in occasione della Pasqua ci si scambi gli auguri, soprattutto auguri di pace. Stiamo vivendo un periodo di tensioni che richiamano tempi tristi sia del nostro Paese che del mondo intero. Il ricordo più ovvio è quello riferito al ’68 di cui riviviamo nel bene e nel male il cinquantesimo anniversario. Fu vera gloria? Ho forti dubbi. Non c’è dubbio che sulla scia di una nuova rivoluzione francese anche in Italia si tentò un rinnovamento nella mentalità e nelle strutture ma bisogna riconoscere che il prezzo, anche di sangue, fu altissimo. Il decennale di scombussolamento si compì nel ’78 con l’uccisione dell’on. Aldo Moro e di ben cinque uomini della scorta, poliziotti e carabinieri, per mano delle Brigate Rosse.

Ogni mattina ci chiedevamo allora chi fosse la nuova vittima: chi fosse stato gambizzato, chi sequestrato, chi ucciso. Certamente lo scossone ha portato anche risultati positivi perché si avvertiva il forte desiderio di un rinnovamento tanto più nei riguardi della classe dirigente, dominata dal dopoguerra dalla Democrazia Cristiana, ma il prezzo da pagare fu altissimo. In questi giorni di ricordo, proprio nell’occasione del quarantennale dell’uccisione di Aldo Moro, sto osservando con tristezza la rassegna stampa di allora e soprattutto ascolto con grande pena le interviste che si fanno agli attori del grande misfatto.

L’on. Moro era un teorico della politica che osservava, meditava e proponeva; soprattutto capiva che dopo tanti anni non si poteva più tenere ai margini della “governance” del Paese una notevolissima parte che votava partito comunista. Occorreva uno strumento idoneo in grado di creare le condizioni per portare al potere una notevole massa di lavoratori che esprimeva precise esigenze nel mondo del lavoro.

Moro era capace di inventare anche un linguaggio politico nuovo: sue sono “le convergenze parallele” ad esempio; nel caso specifico inventò il “compromesso storico” con il segretario del pc Berlinguer. Non so quanto di giusto e di corretto abbia sostenuto Moro, so però che la democrazia ha bisogno di procedere per passi lenti, con la concretezza dell’operatività, con la convinzione del ragionamento, certamente con l’esclusione della violenza.

Allora ci siamo trovati di fronte a degli esaltati e arrabbiati che hanno immaginato di cambiare la società non certamente attraverso una maturazione e una convinzione con metodo democratico ma con l’esaltazione violenta, forma di fanatismo politico che ha lasciato uno strascico terribile.

Quando ancor oggi appaiono in televisione questi personaggi, che purtroppo non hanno pagato abbastanza nelle patrie galere e che non mostrano alcun sentimento di ripensamento e di revisione della loro cecità, risento interiormente una profonda ribellione e ripenso alla grande protesta sia del mondo operaio che di quello studentesco che fortunatamente ha avuto la meglio su tanta pazzia. C’è da sperare che la Pasqua ci aiuti a trovare sempre, seppur con fatica e talora con sofferenza notevole, la via della pace, via cristiana per eccellenza. Quegli anni, che già nella memoria suscitano orrore, erano cominciati molto tristemente con la strage della banca di piazza fontana, cui era seguita la strage nella piazza di Brescia. Era vero che opposti estremismi si trovavano concordi nel disprezzo della vita, nell’uso facile delle bombe e del mitra, nell’annullamento del precetto divino “non uccidere”. Oggi la Pasqua di Cristo ci parla, grida, che crediamo nel Dio della vita, nel Dio che è unico vincitore della morte e che ci sollecita a credere che “il Signore della vita che ha subito la morte regna vivo”. Innamoriamoci della vita, fino all’ultimo respiro, ringraziamo Dio e i nostri genitori procreatori di questo dono inenarrabile, rispettiamo totalmente la vita, quella propria e quella altrui poiché nessuno può vantare di essere padrone della vita se non solo Dio.

Le scadenze della settimana
Domenica 1 aprile, festa di PASQUA:
Messe alle ore 9.45 (def Zancanaro), alle ore 11.00, alle ore 18.30 (Faccini Pietro e Epifani Giuseppina)
Lunedì 2 aprile, lunedì dell’Angelo:
Messe alle ore 9.45 (Laura) e alle ore 11.00 (in onore di s. Antonio); non si celebra la Messa delle ore 18.30
Martedì 3 aprile:
Messa alle ore 18.30 (Tommasoni)
Mercoledì 4 aprile:
Messa alle ore 18.30 (Giuseppe e Alberta)
Giovedì 5 aprile: Messa alle ore 18.30 presso l’Istituto Caburlotto
Venerdì 6 aprile: Messa alle ore 18.30
Sabato 7 aprile: Messa alle ore 18.30
Domenica 8 aprile, II di Pasqua o della Divina Misericordia:
Messe alle ore 9.45 (Galliano), alle ore 11.00 (Forza Giovanni, Stefani Elio, Italia, Giovanni,
Claudio; Zanatta Giuseppe, Paolo, Alba, Aldo Anna) e alle ore 18.30 (iuxta off.)

Da ”SAN NICOLÒ E SAN MARCO” – 1 aprile 2018

Da ”SAN NICOLÒ E SAN MARCO” – 1 aprile 2018
settimanale della comunità cristiana di Mira

Chi non avesse mai preso in mano questo periodico o non avesse mai letto questa rassegna stampa on-line nei suoi riguardi, ricordi che questo foglio parrocchiale esce ogni settimana con il suo volto ordinato e pulito e il discorso che fa è sempre inquadrato dalla stessa cornice.

La prima facciata offre l’immagine del Risorto con una didascalia incisiva colta da qualche pensatore di valore. La seconda facciata riporta, sempre con la stessa misura, un brano di un discorso del Papa, che questa settimana riguarda il mondo giovanile. La terza facciata è dedicata a tre riflessioni semplici ma dal respiro umano del respiro umano del parroco, di cui la prima è dedicata alla Pasqua, la seconda alla tenerezza e la terza ai giovani.

In verità penso che il periodico dovrebbe perlomeno raddoppiare il numero delle pagine per poter offrire spazio alla proposta cristiana, ad una lettura da un punto di vista evangelico della vita e ai contributi dei parrocchiani. Speriamo!

L’ultima pagina è dedicata alla cronaca e agli appuntamenti: una pagina densa e con caratteri minuti per farci star dentro molte notizie. Segnalo quella che inform sul contributo offerto ad un comunità della Romania. Ogni parrocchia della nostra vecchia Europa dovrebbe farsi carico di altre comunità cristiane in disagio.

Infine si apprende che il Patriarca fa gli auguri a don Gino per i suoi settant’anni (e pensare che io continuo a pensarlo come uno dei giovani preti!).

don Armando

Appunti… di don Gino Cicutto

BUONA PASQUA

Il biglietto d’auguri per la Buona Pasqua lo prendo dal mandorlo del giardino della canonica. Ha cominciato a fiorire sotto la nevicata della scorsa settimana e pareva che il freddo di questa strana primavera che stenta a scaldare l’aria potesse averne bloccato la fioritura, e invece, in questi giorni è un’esplosione di colori che lasciano a bocca aperta. Ho visto tanti ragazzi estrarre il cellulare dalla tasca e fotografarlo, tanto è bello e gioioso. La primavera è sempre cosi; è la vita che rinasce, è la forza dei colori che sconfigge il grigiore dell’inverno. La Pasqua del Signore è cosi. Viene ad annunciare una vita nuova, una possibilità nuova, la vittoria della vita sulla morte, del bene sul male, dell’amore sull’odio, della verità sulla falsità, della gioia sulla tristezza. Vedendo i ragazzini fotografare Il mandorlo fiorito, mi sono chiesto se, come comunità cristiana, siamo capaci, in questi giorni di Pasqua, di far vedere uno spettacolo bello, di testimoniare una fede giovane e convinta, di compiere gesti nuovi che sconfiggano il grigiore delle abitudini e della ripetitività. Pasqua è un giorno nuovo, perché il Signore Gesù è Risorto. E’ lui come una primavera nella Chiesa e nel mondo. Buona Pasqua a chi saprà mostrare questa verità. Buona Pasqua a chi non ha perso la nostalgia di un mandorlo fiorito.

LA TENEREZZA

La lettura della Passione nella domenica delle Palme comincia con un gesto di grande tenerezza: durante la cena a Betania, una donna entra e offre al Signore il suo vaso di profumo. L’evangelista Giovanni aggiunge un particolare al racconto: tutta la casa si riempie del profumo del nardo, anche se qualcuno ha da ridire su questo gesto di fede e di amore. E’ sempre cosi: o c’è la tenerezza o ci sono gli affari. La prima è il segno dell’amore e della gratuità; i secondi sono solo calcolo e Interesse. E’ dal profumo che si scoprono: fi dove c’è profumo di bellezza, di gioia, di sensibilità, siamo sicuri che c’è amore; ed è bello che la passione del Signore cominci con questo gesto d’amore, di questa donna semplice che anticipa il dono della vita di Gesù per tutti. Dove mancano questi atteggiamenti del cuore, il profumo è sostituito dalla puzza che è sempre puzza di morte.

GIOVANI GIOIOSI

“Un giovane gioioso è difficile da manipolare”: affermazione di Papa Francesco nella domenica delle Palme, preludio della Giornata mondiale della Gioventù. E’ un’affermazione forte che fa pensare e ci fa chiedere se i nostri giovani siano gioiosi, felici e perciò diffìcili da manipolare dalle mode e dalle tendenze del nostro tempo. Ci fa chiedere anche se noi adulti siamo capaci di trasmettere gioia e di far cogliere la bellezza della vita, nonostante le sue difficoltà e le sue incertezze che pesano sulle spalle di tante famiglie. Ci fa chiedere a noi preti se siamo ancora capaci di trasmettere la gioia del Vangelo. Ma, per onestà, fa chiedere ad ogni giovane, magari guardandosi allo specchio: sono un giovane gioioso, perchè il mio cuore è gioioso?

CORRISPONDENZA DALLA ROMANIA

Carissimo don Gino e gruppo caritas, un grazie grande per l’aiuto che continuate a dare alla nostra missione di Oteleni, dove continuiamo a dare lo spazio per la scuola materna del paese, accogliendo anche i ragazzi per il catechismo e per incontri formativi e ricreativi. Aiutiamo anche delle famiglie bisognose con medicine, fatture, vestiario, alimenti e legna per l’inverno (quest’anno abbiamo toccato i 20 gradi sotto zero). Ai bambini di Mira che ogni anno donano gioia ai loro amici di Oteleni, auguriamo una santa Pasqua di pace, serenità e di benedizioni del Risorto. Con affetto riconoscente suor Amabilis e sorelle della Comunità di Oteleni

CORRISPONDENZA DAL PATRIARCA

Carissimo don Gino, mi unisco alle comunità della Collaborazione pastorale di s. Nicolò e s. Marco di Mira che festeggiano il tuo 70° compleanno. Settant’anni sono davvero un dono grande del Signore. Stai entrando nella stagione della piena maturità umana e sacerdotale, una stagione ricca dell’esperienza di una vita ormai non più brevissima. E questo permette al prete e all’uomo di dare veramente il meglio di sé in termini di saggezza, ossia di un amore che sa darsi nella verità. Il prete, in modo particolare se parroco, è veramente uomo di tutti e di ciò ricevi chiara testimonianza quando chi hai accompagnato nei momenti lieti e tristi della vita, desidera esprimerti il suo grazie. (…) Carissimo don Gino, ti affido alla protezione della Vergine Immacolata, Madre di tutti i sacerdoti, e con affetto ti benedico insieme a coloro che oggi sono in festa con te.

Francesco Patriarca.

Da “IL PUNTO” – 1 aprile 2018

Da “IL PUNTO” – 1 aprile 2018
settimanale delle parrocchie di Catene e Villabona di Marghera

Interessante l’invito a vivere tutta l’ottava di Pasqua partecipando ogni sera all’Eucarestia oppure ai vesperi.

Gentile pure il ringraziamento a tutti coloro che si sono dati da fare perché i riti della Resurrezione diventassero particolarmente incisivi nell’animo dei parrocchiani.

Interessante la notizia del pellegrinaggio a Lourdes con un’ottantina di giovani guidati dal parroco don Lio.

Pure interessante sapere che questa parrocchia ha acquistato e restaurato un grande edificio a Domegge per le vacanze estive dei propri parrocchiani e che è pure messo a disposizione di altri gruppi parrocchiali che non dispongono di una casa di montagna.

don Armando

Otto giorni per celebrare la Pasqua
La Solennità di Pasqua è talmente grande che la liturgia della Chiesa celebra il Mistero della Redenzione per otto giorni di seguito. È come dire che un solo giorno non riesce a contenere la grandezza di questo evento, che ha cambiato definitivamente la storia dell’umanità. È anche un modo per continuare la lode e il ringraziamento, tanto grande dev’essere la riconoscenza a Dio di noi peccatori. Ecco perché si invita tutto il popolo santo di Dio a non perdere la grazia di Pasqua subito dopo la Domenica di Resurrezione: troviamo il tempo per continuare la preghiera durante tutta l’Ottava, specialmente partecipando alla S. Messa delle 18,30 oppure ai Vespri delle 19 a Catene. A Villabona inoltre il giovedì alle 18 si celebra l’Eucarestia seguita dall’Adorazione Eucaristica: è un modo stupendo per contemplare e ringraziare il nostro Salvatore.

Chiesa e comunità in festa: “l’immenso” grazie ai volontari
Ogni anno la comunità cristiana per Pasqua si “veste a festa”, e ogni cosa deve risplendere per bellezza ed ordine. Specialmente durante i Santi Riti occorre un notevole sforzo per permettere ad ognuno di vivere al meglio il Mistero celebrato. Vogliamo ringraziare tutti quelli che, in ogni modo possibile, hanno permesso questo. In particolare grazie alle nostre care Suore, ai sacristi Giuliano e Giovanni, ai ministranti, alle Corali e agli organisti, alle signore delle pulizie.

A tutti e a ciascuno il ringraziamento della collaborazione intera, e la benedizione del Signore che non mancherà di ricompensare.

don Lio, don Francesco, fra Matteo

Pellegrinaggio a Lourdes con l’aiuto di tanti giovani
Nel pomeriggio del 25 aprile partirà il pellegrinaggio dell’Unitalsi diretto a Lourdes e guidato da don Lio. Quest’anno i pellegrini, che torneranno il primo maggio, saranno accompagnati da una ottantina di giovani, che vivranno il servizio al Santuario anche come occasione di alternanza scuola lavoro, in collaborazione con gli Istituti Superiori. Ricordiamo a tutti che è ancora possibile iscriversi (presso la canonica di Catene), e che il pellegrinaggio a Lourdes è un’esperienza preziosa e indimenticabile nella vita di un cristiano.

Campi Scuola a Domegge: le date
Pubblichiamo le date dei campi scuola estivi a Domegge. Sono dei momenti belli di amicizia, condivisione e anche crescita spirituale offerti ai nostri bambini e ragazzi. Vorremmo che ogni famiglia sentisse questa opportunità come importante, per i propri figli ma anche per la comunità intera.

21-28 luglio (V primaria, I e II media)
4-11 agosto (III media I superiore)
11-18 agosto giovani e famiglie

Si ricorda inoltre che la Casa Alpina “card. Ce” di Domegge è sempre a disposizione per gruppi di famiglie, amici o associazioni per trascorrere vacante, fine settimana, ritiri spirituali.

Da “LA BORROMEA” – 1 aprile 2018

Da “LA BORROMEA” – 1 aprile 2018
settimanale del duomo di San Lorenzo

Di questo numero del periodico mi pare sia opportuno segnalare un trafiletto che invita a vivere la notizia della Resurrezione durante tutti i cinquanta giorni che seguono la Pasqua perché un solo giorno è troppo poco per assimilare la verità splendida della Resurrezione.

L’articoletto giustifica questo opportuno e saggio suggerimento con un discorso che si rifà alla cabala. Pure l’annuncio che mons. Barlese terrà una conferenza per il gruppo famiglie, mi pare di un qualche rilievo.

don Armando

Gruppo famiglie

Domenica 8 aprile il gruppo famiglie si incontrerà per un momento speciale. La riflessione verrà infatti guidata da mons. Danilo Barlese che accompagnerà i presenti attraverso il tema del valore della comunità cristiana per una famiglia: nei ritmi frenetici, nella complessità delle relazioni, nella molteplicità delle occasioni, degli stimoli e degli svaghi, nel bisogno di benessere e di riposo, che senso ha per una famiglia dedicare del tempo ad intrecciare la propria storia con il tessuto della comunità cristiana?

Offrendoci i frutti dei suoi studi, dell’esperienza diocesana e della conoscenza e condivisione di vita con tante famiglie don Danilo ci aiuterà nella riflessione comunitaria. Il ritrovo sarà, come sempre, alle ore 17:00, i bambini verranno seguiti dagli animatori parrocchiali e l’incontro si concluderà con una cena comunitaria per la quale ciascuno è invitato a portare qualcosa da condividere. La particolarità di questo incontro può essere occasione, per le famiglie che non avessero ancora fatto questa esperienza, di “venire e vedere” la nuova realtà che sta nascendo.

Una domenica lunga 50 giorni

ll Tempo di Pasqua dura cinquanta giorni, sette volte sette giorni, una settimana di settimane, con un domani; e il numero sette è un’immagine della pienezza (si pensi al racconto della creazione nel primo capitolo della Genesi), l’unità che si aggiunge a questa pienezza moltiplicata apre su un aldilà. È così che il tempo di Pasqua, con la gioia prolungata del trionfo pasquale, è divenuto per i padri della Chiesa l’immagine dell’eternità e del raggiungimento del mistero del Cristo. Per Tertulliano, alla fine del secondo secolo, la cinquantina pasquale è il tempo della grande allegrezza durante il quale si celebra la fase gloriosa del mistero delle redenzione dopo la risurrezione del Cristo, fino all’effusione dello Spirito sui discepoli e su tutta la Chiesa nata dalla Passione del Cristo. Secondo sant’Ambrogio: “I nostri avi ci hanno insegnato a celebrare i cinquanta giorni della Pentecoste come parte integrante della Pasqua“.

A ciò che un solo giorno è troppo breve per celebrare, la Chiesa consacra cinquanta giorni, che sono estensione della gioia pasquale; il digiuno è stato sempre bandito in questo periodo, anche dai più austeri degli asceti. I cinquanta giorni sono come una sola domenica.