Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 8 aprile 2018

Da UNA VOCE NELLA RIVIERA – 8 aprile 2018
settimanale dell’unità pastorale delle parrocchie del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Sabbioni e di San Pietro in Bosco e Santa Maddalena di Oriago

Nella rubrica “Lungo il fiume”, gestita dal parroco don Cristiano, segnalo le riflessioni su “Le elezioni”, “Luoghi dell’anima” e “Come l’erba”. Sono riflessioni semplici, ricche di spiritualità ed offerte con convinzione. Mi rimangono invece incomprensibili le date. 1-3-5 marzo, mentre dovrebbero riferirsi ad aprile, ma questo ha ben poca importanza.

Segnalo pure la gita sui colli perché potrebbe rappresentare una proposta molto opportuna anche per altre parrocchie.

Della pagina di cronaca e di appuntamenti mi pare opportuno sottolineare “La Madonna di Borbiago”, “I quattro incontri su don Antonino Bello”, uno dei profeti più significativi del nostro tempo e “La San Vincenzo ringrazia”.

don Armando

Lungo il fiume
Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera
di don Cristiano Bobbo

Elezioni
Se è finito il tempo dei parroci che dicevano dal pulpito di dare “un voto democratico e cristiano”, non di meno ai parroci si ricorre ancor oggi, soprattutto nell’imminenza delle prossime elezioni politiche, per chiedere a quali candidati dare la propria preferenza. A quanti me l’hanno chiesto, ho risposto che, per un voto responsabile, la prima cosa da fare sia quella di evitare in questi giorni preelettorali i talk show politici e prendere solo a piccole dosi gli articoli di giornale. Perché, diciamo la verità: ciò che i politici declamano in questi momenti è quasi tutta vuota propaganda. Promesse economicamente e realisticamente insostenibili. Personaggi improbabili a volte imbarazzanti nel profilo biografico presentati come salvatori della Patria. Slogan ad effetto, tarati sulla cronaca, e che mirano solo a suscitare emozioni, fomentare paure o alimentare illusioni. Già in altre occasioni abbiamo fatto amare esperienze: ammantato sotto il velo sontuoso dell'”ideale”, abbiamo abbiamo scoperto, purtroppo, un inganno, una vera e propria menzogna! Non per nulla si è esultato nel secolo che abbiamo lasciato alle spalle quando si è consumato il crollo delle ideologie che tante vittime e delusioni avevano creato. Ma gli ideali non possono mancare, come vorrebbero farci credere alcuni, altrimenti si corre il rischio di accontentarsi dell’immediato vantaggio, della furbizia, del risultato ottenuto col minore sforzo e col maggior vantaggio personale. Una politica senza ideali, non è certamente segno di realismo ma solo la sorgente della mediocrità, della volgarità, della superficialità. Staremo a vedere.

Luoghi dell’anima
Nel territorio delle tre parrocchie della nostra Collaborazione pastorale, sono presenti tre chiese parrocchiali e ben otto oratori – alcuni privati -dove, regolarmente in alcuni e periodicamente in altri, si tengono funzioni religiose. Con un prezioso coordinamento di responsabilità, siamo riusciti a garantire che le tre chiese parrocchiali rimangano aperte per gran parte della giornata. Con la buona stagione contiamo di riuscirvi anche con gli oratori disseminati nelle varie contrade grazie alla disponibilità degli abitanti della zona. Forse per qualcuno, trovare le porte aperte di questi luoghi sacri e potervi entrare, sarà solo motivo d’interesse storico-artistico, o pura curiosità, o la comodità di un posto per sedersi… Ma sono sicuro che per molti costituiranno un’occasione per stare da soli, in quiete e riflessione, per ritrovare la pace interiore, l’intimità e il silenzio. Di fronte ad un’impostazione chiassosa e confusa del tempo delle nostre giornate in cui spesso ci si affida all’azione più frenetica, ci si ubriaca di suoni, parole e rumori, ci si immerge nel gorgo della città, del divertimento, del movimento, le nostre chiese possono diventare delle piccole ma provvidenziali oasi di pace dove è possibile recuperare la consapevolezza serena, la meditazione pacata, la sosta quotidiana, anche per pochi minuti, così da ritrovare se stessi e la propria anima. Desidererei tanto che, soprattutto i più giovani, anche attraverso questi luoghi, potessero sperimentare che il vero benessere della persona non risiede tanto a livello commerciale nei centri massaggio, saune, palestre, quanto piuttosto nel silenzio, nella preghiera e nella meditazione che sono in grado di medicare le ferite del cuore, di esaltare le doti che possediamo, di vivere in pienezza l’esistenza e l’amore.

Come l’erba
Mi è tornata tra le mani l’immaginetta ricordo di un amico sacerdote scomparso da alcuni anni. L’ho inserita tra le pagine del mio libro della Liturgia delle Ore che scandisce la preghiera della giornata. Vi si trovano citate le parole di un Salmo che ricordano il nostro limite creaturale: siamo «come l’erba che germoglia al mattino: fiorisce, germoglia e alla sera è falciata e dissecca» (Salmo 90). Sono parole che producono il loro effetto benefico sulla mia vita, non soltanto perché contenute nella Sacra Scrittura, ma perché sono state incarnate da un uomo di Dio che le ha vissute e vagliate anche attraverso la sofferenza. Non possiamo mai dimenticarci del nostro limite, della fragilità che segna la nostra esistenza. Ogni illusione, ogni rimozione, ogni banalizzazione prima o poi deve scontrarsi con la realtà della malattia e della morte. Come lui, anche tutti coloro che sono passati attraverso l’oscurità del male e si sono fidati di Dio, non sono rimasti delusi.

La “gita di primavera” sui Colli Euganei
di Elsa Marchiori

Ancora una volta ci ritroviamo per trascorrere una giornata a conoscere luoghi del cuore. Come sempre non basta un solo bus, ma chi ha desiderio di partecipare trova posto.

Il percorso è breve, dopo un’ora circa siamo a san Pelagio, dove un filmato ci racconta come si è realizzato il sogno di volare come gli uccelli, di librarci nell’aria oltre i mali della terra. Da Icaro allo sbarco sulla luna è passato del tempo, vedere dall’alto le coltivazioni e le costruzioni ha un fascino speciale e fa comprendere quanto siamo piccoli, mentre lo spazio celeste è incommensurabile. La guida ci conduce a vedere l’esterno, i giardini e il labirinto, dalla collinetta della ghiacciaia il panorama è dolce e ampio e da qui il signore controllava ì lavoratori, ai quali era offerto solamente un pasto e un tetto.

La storia di Gabriele d’Annunzio che lancia volantini e non armi e il veicolo che è andato in soccorso dopo il crollo della diga del Vajont e dell’inondazione del 1966 sono testimonianze che l’uomo sa usare le sue invenzioni anche per fare il bene.

Poi saliamo a 526 metri sul colle del santuario Monte della Madonna, costruito nel XIII secolo; è una navata unica con il soffitto in travi, le pareti mostrano pietre e massi, un dipinto di San Rocco ricorda il patrono, le stazioni della Via Crucis sono in creta e davanti a noi si mostra un crocefisso ligneo.

In abside l’unica statua esistente, in pietra di Verona, è di Maria con il Bambino.

In questo ambiente pulito e semplice, lontano dal rumore del mondo, don Cristiano celebra la messa e ci fa riflettere sulla cultura cristiana, con la quale siamo cresciuti, ma che è necessario fare nostra, ravvivando le tradizioni con il proprio vivere consapevole, non passivo e abitudinario.

Un pensiero forte va ai giovani che vivono come se Dio non ci fosse, sono in un tornante della storia che vuole convincere che sia possibile non far riferimento a Dio. Alla fine invita a intraprendere un vero cammino di Pasqua, di passaggio dalla menzogna alla liberazione. Il momento del pranzo è speciale, fa sentire la festa e la gioia del giorno.

“Ormai siamo una famiglia”, dice una partecipante, perché, dopo molti pellegrinaggi, il clima è davvero di armonia e viene voglia di rivelarsi agli altri, di liberarsi. “Ho stirato e pulito le scale condominiali per racimolare il denaro che mi serviva per questa gita”, confida una partecipante, e fa tenerezza il racconto della sua vita e della sua fede. A conclusione della nostra uscita è prevista la visita all’abbazia benedettina di Praglia, dove apprezziamo il significato del detto “ora et labora”, prega e lavora.

E una meraviglia osservare dall’alto della loggetta l’orto di lavoro dei frati, con arnie, erbe medicinali e aromatiche, vigne… e, alzando lo sguardo, il paesaggio dei colli. Il frate ci accompagna a visitare i chiostri, la sala capitolare, il refettorio e la chiesa dell’Assunta. La bellezza e il silenzio che viviamo sono edificanti per lo spirito e un “grazie” sale dal cuore. Dopo la preghiera del rosario nella chiesa benedettina, ci avviamo verso Oriago, “il posto più bello che ci sia perché è il nostro e lo amiamo” suggerisce don Cristiano.

MADONNA DI BORBIAGO
La festa dell’Annunciazione è particolarmente sentita nella nostra zona e trova il suo principale riferimento nel Santuario di Borbiago dove accorrono moltissimi fedeli da tutti i paesi circostanti. Secondo la tradizione, la Beata Vergine sarebbe apparsa proprio in questo luogo ad una dodicenne sordomuta, invitandola a chiamare i monaci perché nel luogo dove Ella stava parlando, era sepolta una sua immagine. La fanciulla, guarita improvvisamente, avvisò i frati i quali vennero e trovata dentro il pozzo la sacra effige con una campana di bronzo sul capo, la presero e la portarono in chiesa. Fu collocata su un altare e successivamente venne costruita la cripta sotto il presbiterio che, quasi ad imitazione del pozzo, ancor oggi accoglie la venerata Madonna di Borbiago. Le nove Parrocchie del Vicariato di Gambarare si danno appuntamento Lunedi 9 Aprile al Santuario di Borbiago per celebrare insieme la S. Messa alle ore 20.00 che quest’anno sarà presieduta dal neo sacerdote don Gianluca Fabbian. Alla parrocchia di S. Ilario di Malcontenta spetterà quest’anno l’offerta dell’olio per la lampada votiva che arderà dinanzi alla venerata statua della Madonna.

QUATTRO INCONTRI PER GIOVANI E ADULTI SUI TESTI DI DON TONINO BELLO
“Ceri pasquali con don Tonino a 25 anni dal suo ritorno al Padre” è il titolo di un ciclo di quattro incontri che si svolgeranno il Mercoledì alle ore 19.00 presso la sala M. Kolbe della parrocchia di San Pietro sulla figura del vescovo Tonino Bello a venticinque anni dalla sua morte. Il primo incontro è in programma per Mercoledì 11 Aprile con la presentazione del messaggio di questa figura profetica della Chiesa italiana degli anni ’90 e la sua attualità oggi con l’accostamento di alcuni testi: “Se passi da casa mia fermati”, Fratello Marocchino e la testimonianza di Arena, “In piedi costruttori di pace!”, il viaggio dei 500 a Sarajevo assediata con la testimonianza di un giovane Capo Scout della Parrocchia di San Pietro. Sono consigliati i testi “Giustizia, pace e salvaguardia del creato” di Tonino Bello e l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco che saranno consegnati al primo incontro a quanti ne fossero sprovvisti.

LA SAN VINCENZO RINGRAZIA
Come ogni mese, nella terza domenica marzo, la nostra Parrocchia si è ricordata dei Fratelli meno fortunati, donando generi alimentari che ritiene siano più necessari. Come le altre volte, anche adesso, la San Vincenzo sente il bisogno di ringraziare tutti gli offerenti. Durante l’ultima parte della Quaresima, anche la Scuola “S. Domenico Savio”- che ha la sede nella Scuola che fu di Sr. Armanda – ha incoraggiato gli alunni delle Classi Elementari e quelli di Scuola Media a partecipare, con vero entusiasmo e notevole generosità, ad una raccolta di generi alimentari. L’ultimo giorno prima delle vacanze pasquali sono stati consegnati al magazzino della S. Vincenzo una dozzina di scatoloni ed altrettante borse con una ricca quantità di alimenti, che saranno consegnati alle Famiglie che ne hanno bisogno. La S. Vincenzo ringrazia i Benefattori di Oriago, che continuano a ricordarsi dei Fratelli che hanno bisogno di aiuto continuo, o temporaneo, per vivere.

Un particolare grosso ringraziamento è d’obbligo, per la speciale ed inaspettata iniziativa della “Scuola che ha sede nella nostra Parrocchia”. Grazie e congratulazioni alla Presidenza, agli insegnanti ed alle famiglie degli alunni, che hanno ideato e realizzato un grande gesto di solidarietà fraterna che commuove e che merita il nostro plauso e la nostra gratitudine.

(Tarcisio Babetto)

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