Da “LA BORROMEA” – 13 maggio 2018

Da LA BORROMEA – 13 maggio 2018
settimanale del duomo di San Lorenzo

Il parroco, mons. Gianni, continua la sua riflessione settimanale sull’ultima esortazione di Papa Francesco. I principali eventi sui quali si sofferma il periodico, sono quasi tutti inerenti alla normale vita parrocchiale: prime comunioni, preparazione ed adesione al grest, consigli pastorali, termine del catechismo, e poco altro.

Di particolare vi sono notizie sul riordino dei Campi del Sole, una gita al Nevegal, le messe della fine attività della Banca del Tempo Libero.

Mi permetto una nota che non riguarda propriamente questo periodico, ma purtroppo tutti i periodici parrocchiali della città: non c’è alcun tentativo di aprire un dialogo con l’ottantacinque per cento dei cristiani non praticanti, né quello di far pervenire a domicilio una proposta religiosa a questa massa di “lontani”.

Mi riprometto di intervenire sempre più spesso su questo argomento che mi pare assolutamente necessario.

don Armando

Idee per i Campi del Sole

Nell’ambito dell’edizione 2018 di “Open! Gli architetti aprono il loro studio al pubblico” (iniziativa a livello nazionale) Stefano Battaglia, architetto e parrocchiano, propone per venerdì 18 maggio, un workshop di progettazione partecipata ai Campi del Sole. L’iniziativa, condivisa con don Gianni ed il nostro Gruppo Scout, ha l’obbiettivo di rivitalizzare il grande spazio verde della parrocchia di San Lorenzo a partire dalla conoscenza del luogo, dall’analisi degli usi possibili e dal contributo concreto di tutti. L’iniziativa prevede l’introduzione dei lavori alle ore 15:00 presso lo studio SBA (Piazzetta XXII Marzo, 10) e alle ore 16:00 lo spostamento in bici ai Campi del Sole (via Goito con ingresso lato Roadhouse Grill) per le attività all’aperto con aperitivo di conclusione. All’evento è invitata tutta la comunità: bambini, adulti e anziani. In caso di pioggia il tutto si svolgerà presso lo studio.

Pellegrinaggio al Nevegal

Al termine dell’anno catechistico i gruppi di catechesi degli adulti del lunedì organizzano una giornata comunitaria di pellegrinaggio al Santuario Madonna di Lourdes sul Nevegal lunedì 28 maggio; parteciperà anche don Gianni che celebrerà la S. Messa, seguirà il pranzo in un vicino ristorante. Ci sono ancora posti disponibili per chi volesse partecipare (Prezzo approssimativo totale circa euro 45 a persona). Per informazioni: Suor Bruna delle Figlie della Chiesa o coniugi Mazzucco.

Btl

Sabato 5 maggio la BTL ha partecipato alla raccolta nazionale di generi alimentare presso i supermercati COOP. Sono stati impegnati 15 volontari i quali hanno raccolto 593 confezioni di vario genere che saranno devolute alle famiglie in difficoltà dal nostro Servizio alimentare.

Il 23 maggio, i volontari della Btl si incontreranno al Forte Marghera per la Santa Messa di ringraziamento celebrata dal nostro parroco don Gianni, cui seguirà il pranzo che segnerà l’avvicinarsi della pausa estiva di alcune attività. Rimarranno in servizio con orario ridotto la Segreteria e l’Accoglienza e alcuni volontari del Consiglio Direttivo impegnati alla modifica dello Statuto, per adeguarlo al Codice del Terzo Settore emanato l’anno scorso; Modifiche che richiedono l’approvazione dell’assemblea dei volontari, presumibilmente convocata nel prossimo autunno.

Gruppo anziani – Btl

Venerdì 18 maggio alle ore 16:30 in Sala della Graticola ci sarà la conclusione delle attività annuali del, Gruppo Anziani con un momento di musica, canzoni e convivialità.

Da “IL DIALOGO” – 13 maggio 2018

Da “IL DIALOGO” – 13 maggio 2018
settimanale della parrocchia di San Michele Arcangelo di Quarto d’Altino

Ora che leggo, ogni settimana, più di una quindicina di bollettini parrocchiali, sento il dovere di affermare, con tanta ammirazione, che abbiamo dei parroci che si spendono senza risparmio per le loro comunità. Dovremmo esser loro più grati ed aiutarli di più.

Di questo numero segnalo la veglia di Pentecoste, il campo estivo in montagna per i ragazzi delle medie, il grest per i ragazzi delle elementari e delle medie e quello per i bambini della scuola materna.

Segnalo pure la bella testimonianza di una ragazza che ha compiuto il cammino scout e sceglie di donare la sua esperienza ai ragazzi di questa associazione.

don Armando

Sabato 19 Maggio
VEGLIA DI PENTECOSTE
ore 20.45 in sala S. Marco pregheremo attorno al fuoco.
I cresimandi presentano la loro domanda di ammissione al sacramento della Confermazione.
Concludiamo il tempo pasquale celebrando la divina persona dello Spirito Santo

Domenica 20 Maggio
PENTECOSTE
I cresimandi si presenteranno ufficialmente alla comunità durante la s. messa delle ore 11.00.
Seguirà il pranzo conviviale e l’incontro con le famiglie

SCOUT: UNA NUOVA PARTENZA

Il cammino Scout ha un inizio e una fine: è un percorso che porta il giovane a fare una scelta riguardo al proprio futuro. Il momento decisivo si chiama PARTENZA. Come dice il nome ha il significato di una nuova fase di vita. La P. può essere diventare educatore-capo Scout (P. ASSOCIATIVA) oppure prendere un altro ambito di servizio (P: EXTRA ASSOCIATIVA).

Il 28 aprile ho preso la partenza scout cioè ho scelto di proseguire il mio cammino scout come capo.

Ho fatto questa scelta perché voglio essere una persona attiva, aiutando gli altri a crescere e a mettersi in gioco seguendo il metodo scout in cui credo con convinzione perché aiuta a crescere nel rispetto e nella gioia di stare assieme.

Lo scoutismo mi ha insegnato molto, dalla parte ‘tecnica’ al saper collaborare insieme nella condivisione e nel servizio. Infatti prendendo la partenza ho scelto di vivere al meglio il servizio nella comunità scout e in tutte le comunità in cui sono e che incontrerò affinché il mio servizio possa essere un momento di crescita per tutti, di essere attenta alle esigenze degli altri partendo proprio da chi è più vicino a me, cercando sempre di guardare un po’ più in là.

Federica Vettor

CAMPO ESTIVO IN MONTAGNA PER TUTTE LE MEDIE !
IL SIGNORE DEGLI ANELLI
16-22 luglio
casa francescana di Cugnan (bl)
per info e iscrizioni: don German. Giorgia Moro e sr. Manuela

GRÈST 2018: ULTIMI POSTI !!!
YUBI I COSTODI DELLE LUCI
elementari e medie 18 giugno 6 luglio
ISCRIZIONI: fino al 12/5 fino ad esaurimento posti :
c/o segreteria canonica: Mercoledì: ore 9-12 e 15-17.30 Sabato: ore 9-12

ALL’ARREMBAGGIO !
CENTRO ESTIVO 3-6 anni
APERTE LE ISCRIZIONI!
c/o Scuola materna S. Michele di Quarto
Dal 2 al 27 luglio Info: Tel. 0422. 824434

Da “VITA DI COMUNITÀ” – 13 maggio 2018

Da “VITA DI COMUNITÀ” 13 maggio 2018
settimanale della parrocchia Santa Maria Goretti

Ogni bollettino parrocchiale ha qualche sua nota particolare, ma quello di Santa Maria Goretti è veramente particolare per la sua impostazione, per gli eventi che organizza e per lo stile e le modalità con le quali li organizza. A mo’ d’esempio segnaliamo la “Vigilia di Pentecoste”, l’annuncio dello “spettacolo” della comunità di Madre Elvira e il grest.

don Armando

PREPARIAMO IL “CREDO”

Da tempo, con vari cittadini credenti, si sta cercando di portare il meraviglioso spettacolo “Credo” a Mestre. Ormai siamo in dirittura di arrivo; speriamo di poterlo presentare al Taliercio a fine settembre. Sarà una fenomenale testimonianza della comunità Cenacolo di Madre Elvira che coinvolgerà scuole superiori, giovani e famiglie di tutta la città.

Lunedì 21 alle 21 in patronato, giovani, animatori, adulti volontari si coordinano con gli organizzatori per dare il maggior supporto all’iniziativa

VIGILIA E FUOCO DI PENTECOSTE

Sabato prossimo 19 maggio ore 20.30
Sabato 19 maggio proponiamo una esperienza intensa: dalle 9 alle 18 in cappellina tutti coloro che vogliono e possono vivranno una lunga e intensa invocazione allo Spirito Santo nel silenzio dell’adorazione.
Alle 20.30 per tutta la comunità la Veglia-Fuoco di Pentecoste nel piazzale della chiesa.

GREST 2018

Il Grest sarà di due settimane:
dall’11 al 15 giugno
dal 18 al 22
Attenzione!
dalle 12.15 alle 14.30 i ragazzi tornano a casa per il pranzo.
Nonostante i numerosi appelli non è stato raccolto il numero sufficiente di adulti per garantire il pranzo.
Laboratori, giochi, gite, teatro, musica e tanta amicizia sono gli ingredienti più belli di questa esperienza che è possibile soprattutto grazie ai giovani animatori.
Iscrizioni:
Venerdì 18 maggio ore 16.30. Quota euro 45 per settimana, compresa anche la gita. Per mancanza di volontari adulti il numero dei ragazzi sarà non oltre i sessanta e saranno accettati solo quelli del catechismo della parrocchia.

Da “IL FOGLIETTO” – 13 maggio 2018

Da “IL FOGLIETTO” – 13 maggio 2018
settimanale della parrocchia Santa Maria Ausiliatrice della Gazzera

Semplice ma chiaro e convincente il breve commento al Vangelo dell’Ascensione.

Il foglio sottolinea l’importanza della Giornata delle Comunicazioni Sociali. Mi permetto di osservare che questa giornata dovrebbe essere celebrata almeno in tutte le domeniche di ogni anno perché i nostri strumenti di comunicazione sociale sono enormemente in ritardo.

Mi pare doveroso segnalare l’articolo che illustra la storia di questa comunità.

don Armando

Ascensione del Signore
“LA SFIDA” DI GESÙ: “Mi fido… ora tocca a voi… avanti!”

Con l’ascensione al Cielo si conclude la vicenda di Gesù, Dio che “ha tanto amato il mondo” da farsi uomo nel Cristo, nato a Betlemme, vissuto per trent’anni nel “silenzio” di Nazareth, tre anni tra la gente in Palestina per annunciare il Regno di Dio, tre giorni di passione – morte e risurrezione, a Gerusalemme, per offrirsi come “dono d’amore e di salvezza” per tutti.

Gesù sale “al Padre suo e Padre nostro, Dio suo e Dio nostro” lasciandoci una certezza: “Sarò con voi…” e un mandato: “Andate, annunciate, testimoniate” personalmente e insieme, nelle comunità cristiane, la Chiesa, sempre in cammino, in attesa del Suo ritorno.

E ci accompagna con la sua parola di vita, con i suoi “segni” sacramentali, e con i suoi doni, primo fra tutti lo Spirito Santo, che continua ad essere in ciascuno e nella Chiesa, luce di verità e forza d’amore per affrontare e superare le difficoltà che la vita sempre comporta.

Lo celebreremo e invocheremo con particolare intensità domenica prossima, solennità di Pentecoste.

Perché la nostra parrocchia è dedicata a S. MARIA AUSILIATRICE?
Un po’ di storia per crescere come “comunità”

Chi viene da fuori, non può conoscere la nostra storia, che ha radici magari umili, ma profonde, per noi di grande valore religioso e civile; perciò amiamo ricordarle e raccontarle, per condividerle per fare insieme comunità.

Gazzera era una vasta zona agricola che faceva parte della grande parrocchia di S. Lorenzo; una piccola borgata con un migliaio di abitanti, seguiti dai preti del Duomo di Mestre.

Con il passaggio di Mestre, con altre 10 parrocchie, nel 1927 dalla diocesi di Treviso al Patriarcato di Venezia, l’Arciprete di S. Lorenzo incaricò un sacerdote a seguire regolarmente Gazzera. Dal 1928 al 1936 venne don Augusto Marcon che si dedicò intensamente alla cura pastorale.

Centro spirituale la chiesetta della Villa Volpi: e a chi dedicare la nuova comunità? Don Augusto, da buon devoto di Maria e ammiratore di don Giovanni Bosco, che in quegli anni veniva dichiarato beato, e successivamente santo, pensò subito all’AUSILIATRICE, la grande protettrice dell’opera salesiana, e a S. Giovanni Bosco, come compatrono. E provvide all’acquisto ad Ortisei della statua che tuttora veneriamo.

L’8 settembre 1929 organizzò una solenne processione che dal Duomo di S. Lorenzo portò alla Gazzera la bella immagine di Maria Ausiliatrice. Presiedeva l’Arciprete di S. Lorenzo, Mons. Mario Vianello (che compose e lesse la pergamena di dedicazione), attorniato da don Augusto, dai cappellani del Duomo e da numerosi sacerdoti delle parrocchie vicine. E tanti fedeli, non solo di Gazzera, ma di tutto il territorio di Mestre, felici di rendere onore alla Madonna “Ausiliatrice” (aiuto dei cristiani), con in cuore la speranza e la preghiera che la nuova comunità crescesse, nella grazia di Cristo e con la protezione della Madre sua e nostra, come luogo fraterno dì accoglienza e di comunione.

Il progresso interiore lo conosce solo Dio, che noi lodiamo e ringraziamo. Quello esteriore è avvenuto con lo sviluppo di Mestre e Marghera, che ha visto il moltiplicarsi delle abitazioni e della popolazione e perciò anche della Parrocchia: costituita il 25 aprile 1946; con la costruzione della chiesa, benedetta dal Patriarca Card. Roncalli il 28 ottobre 1956, e consacrata dal Patriarca Card. Marco Cè il 22 maggio 1982; con il primo Asilo, dedicato a S. Giovanni Bosco il 23 novembre 1946, ampliato il 19 marzo 1956, ristrutturato e integrato con il Nido (dedicato a S. Domenico Savio) il 20 maggio 2010.

E attorno tutte le strutture parrocchiali che di tempo in tempo si sono andate completando e migliorando, tutto sempre con la collaborazione e partecipazione generosa e attiva della comunità che guarda alle strutture come strumenti utili di comunione e di accoglienza fraterna.

Siamo perciò sempre riconoscenti, gli uni agli altri, lieti di far festa ancora, in questo mese di maggio.

Da “IL NOTIZIARIO” – 13 maggio 2018

Da “IL NOTIZIARIO” – 13 maggio 2018
settimanale della parrocchia di Santa Rita di via Miranese

Il parroco si augura che domenica 20 maggio tutta la comunità celebri assieme la Pentecoste, che in parrocchia coincide con la cresima di sei ragazzi. Per l’occasione è stato invitato, per la celebrazione, monsignor Orlando Barbaro. Non manca poi l’invito per i prossimi concerti di musica d’organo. Questa parrocchia infatti offre all’intera città questi incontri che, nelle intenzioni del parroco, costituiscono una proposta religiosa.

don Armando

La Domenica di Pentecoste

Domenica 20 convocazione alle ore 10.00 per la celebrazione solenne della Pentecoste, presieduta da Mons. Orlando Barbaro, con la celebrazione della Cresima di Francesca Aloisi, Nicolò Bertoldi, Elisabetta Osay Eubonaye, Mirco Vigna, Nancy Ndreu, Federico Toro. Non ci sarà la messa festiva di sabato.

Almeno a Pentecoste desideriamo che i cristiani della comunità di S. Rita si trovino tutti insieme a celebrare l’evento che ci fa essere il Corpo di Cristo risorto e inaugura la nostra presenza missionaria nel quartiere e nella città. Concluderemo la grande domenica con la celebrazione dei Vespri alle ore 18.00.

Concerto di Organo e Canto

Oggi 13 maggio alle ore 17.00 ci sarà il primo dei due concerti di Organo e Canto con cui in questo mese di maggio intendiamo celebrare la festa dell’Ascensione e la festa di S. Rita. Interpreti di questo concerto due giovani artisti, Jasna Kovacevic, soprano drammatico, nata a Belgrado, e Andrea Albertin, di Este (Padova), direttore d’orchestra e direttore artistico dell’Associazione Grande Organo di S. Rita. In programma musiche di J. S. Bach, F.Liszt, G. F. Handel, W. A. Mozart, U. Matthey, G. Verdi, J. Bonnet, C. Gounod, G.Bizet.

Per ulteriori notizie visitare il sito www.grandeorganosantarita.it

Da “VITA PARROCHIALE” – 13 maggio 2018

Da “VITA PARROCHIALE” – 13 maggio 2018
settimanale della parrocchia Santa Maria del Carmelo di via Terraglio

La prima facciata è dedicata alla “Comunità in festa” che sostituisce la grande e famosa sagra di un tempo di questa parrocchia. Come è riscontrabile dalla locandina, si tratta di un concentrato di sacro e profano.

Il settimanale riporta poi un intervento del sommo Pontefice sulla Giornata delle Comunicazioni Sociali nel quale Papa Francesco mette in guardia dalle “false notizie” che spesso sono trasmesse dagli attuali mezzi di comunicazione di massa. Credo che il messaggio del Papa tacitamente inviti i cristiani a conoscere e ad usar bene di questi strumenti, e solo Dio sa di quanto bisogno di aggiornamento abbiano anche i nostri bollettini parrocchiali.

don Armando

Santa Maria del Carmelo Favorita

COMUNITÀ IN FESTA 2018

DOMENICA 20 MAGGIO

10.00 S. Messa di Pentecoste, partecipazione dei cresimandi e Lustri di Matrimonio
11.30 Approfondimento sul Sinodo dei Giovani
“Fate sognare i vecchi… e questi sogni vi aiuteranno ad andare avanti”
12.30 Pranzo Buffet offerto
14.00 Gara di torte! rif. per iscrizioni: Silvia
14.30 Giochi per tutti!!

Comunità in festa Domenica 20 Maggio
Nella locandina sopra riprodotta è indicato l’orario delle varie iniziative,
partendo dalla Santa Messa delle ore 10.00 che si svolgerà all’aperto, nel Campetto a fianco della chiesa, dove preghiamo non parcheggiare mezzi di trasporto. Nell’occasione parteciperanno anche i cresimandi di 2A media che il giorno prima, durante la Veglia di Pentecoste, presentano la loro domanda per ricevere il sacramento della Cresima, nel 2019. Ricordiamo che sono sempre ben gradite le iscrizioni per i lustri di matrimonio presso il Parroco. La comunità li attende numerosi per un ringraziamento al Signore e per festeggiare insieme. Un piccolo ricordo sarà consegnato loro al termine della celebrazione liturgica. I festeggiati sono invitati giovedì 17/5 alle ore 20.45, in patronato, per un incontro preparatorio.

Da “PROPOSTA” – 6 maggio 2018

Da “PROPOSTA” – 6 maggio 2018
settimanale della parrocchia di San Giorgio di Chirignago

Il foglio è pressoché tutto occupato da due relazioni sul grande concerto tenuto in chiesa da quattro cori parrocchiani nel giorno del patrono san Giorgio ed in onore della serie di parrocchiani che in questi ultimi trent’anni si sono susseguiti nell’ufficio di segretario della parrocchia. L’avvenimento è notevole perché si può ben immaginare “l’indotto” di fedeli sia per il concerto che, soprattutto, per la frequenza in parrocchia.

La musica e il canto sono certamente strade facili che portano al Signore e perciò dovrebbero essere adoperate da tutte le parrocchie. Peccato che i due relatori non siano all’altezza dell’evento.

don Armando

IL CONCERTO DI SAN GIORGIO SECONDO ARMANDO SPOLAOR

Venerdì scorso, alle 20, mezzora prima dell’inizio del concerto, com’era scritto nell’invito, in prima fila, su un banco riservato, con tanto di inginocchiatoio, ma fortunatamente con un comodo sedile, ero presente al Concerto di San Giorgio, nella chiesa parrocchiale, come ex segretario dell’ufficio parrocchiale. Una piccola rimpatriata. Ne ho visti alcuni, li ho salutati con un cenno, come si fa tra amici. Altr

E vedendo le loro vedove, li ho ricordati: mi stavano guardando da lassù. E’ stato un pensiero gentile del Parroco, condiviso penso anche da chi il Concerto lo ha organizzato: grazie!

“Mezzora prima”, suggerita dalla difficoltà di trovare posti liberi in una manifestazione che poco dopo avrebbe raggiunto il tutto esaurito. Non una mezzora persa, ma una mezzora che mi ha consentito di scoprire l’intenso lavorio, a volte concitato, che ti fa fare due volte quello che potevi fare in una, risparmiando per giunta tempo e tensione, degli addetti ai lavori. Quelle preziose persone che non appaiono nei depliants del concerto, che non vengono applauditi ne mai citati. Se in corso d’opera c’è qualche intoppo eccoli pronti a risolverlo: a loro il mio grazie. Siete voi, anonimi, che sostenete la baracca: ricordate che un circo non é frutto solo di giocolieri e acrobati, ma soprattutto di anonimi lavoranti. Di coloro che si sporcano le mani, dei non professionisti, di uomini e donne che maneggiano microfoni, leggii, amplificatori. Ho visto anche un esperto (presumo non professionista) che armeggiava con un mixer. I musicanti, che conosco e che mai avrei pensato avessero questa passione, poi che accordavano i loro stumenti, o aggiustavano la lunghezza della tracolla della chitarra. In quella mezzora d’anteprima, ho avuto la possibilità di vedere l’impegno, e condividerne l’ansia. Tanti giovani che conosco, la nuova generazione più preparata, animata dall’entusiasmo di fare qualcosa per la comunità. Tanti giovani, e qualche anziano: tutti con il “Grembiule” del servizio: mi e venuto alla mente “don Tonino Bello” il vescovo di Molfetta ricordato nei giorni scorsi da Papa Francesco.

Ecco cosa mi accomunava con quella decina di persone che si affannavano perché tutto andasse bene: il grembiule, il darsi da fare nella comunità per la comunità. Ricordo quand’ero chierichetto, alla prima uscita sono inciampato nella tonaca troppo lunga, la risata fragorosa dei miei compagni, e lo sguardo rassicurante del mio vecchio parroco, don Riccardo Bottacin. Che un giorno, tornando da Mestre, in tram, rispose a delle persone che avevano ripetuto il vecchio detto “Semo a Chirignago, dove i pianta i fasioi co la rivoltela e nasce ladri”: e mi so el so piovan”. Mi e venuto spontaneo dire tra me e me, ma avrei voluto gridarlo “Sono onorato, caro Bonsignor, d’essere stato un tuo giovane parrocchiano. Vorrei riaffermare all’attuale “piovan”, don Roberto, che, nonostante i molti anni, sono ancora fiero di essere un membro di questa bella comunità. Tornando al concerto, grazie a quella mezzora d’anticipo, ho potuto godere della edificante anteprima. Si può essere edificanti anche restando semplici uomini, pregare e predicare anche indossando il grembiule, la tuta. Nell’ultima cena, Gesù si cinse i fianchi, con un grembiule, e lavò i piedi ai suoi apostoli.

Che dire dei cori, non azzardo giudizi tecnici in quanto non sono all’altezza possiedo una voce (non educata), che secondo chi se ne intende può indurre alla stonatura anche gli altri: parere di un maestro di coro.

Quello che ho potuto gustare, e stata l’esecuzione bella si, ma soprattutto l’impegno nella preparazione, che penso lunga e non sempre gratificante, il coraggio di mettersi a cantare, l’intenzione di fare qualcosa di bello per la comunità. L’impegno e l’intenzione non sono tipiche di un’età, di una categoria,ma è stata dote di tutti i partecipanti, sia del “coretto” “che della “Corale Perosi”. Che dire delle “Altre note”, della loro esecuzione perfetta, dell’entusiasmante e potente coro dei “giovani cantanti” che fanno “tapum” ad ogni esecuzione. E poi gli aspiranti poeti: come deve essere stato difficile trarre da quei bambini, tanti piccoli Pascoli, Carducci, Foscolo, delle dolci filastrocche ma anche inconsapevoli riflessioni. Un grazie ai loro insegnanti. Alla fine, come ciliegina sulla torta, l’esecuzione dei due professori di flauto e pianoforte: una chicca davvero! Tutti i pezzi eseguiti sono stati applauditi. In prima fila come mi son trovato io, vi assicuro che ho condiviso non solo l’impegno, ma sopratutto l’ansia di far bene, di fare tutta la propria parte perché vada bene: é stato un trionfo. Un grazie a tutti i consti, grazie per le ore trascorse per provare, ore tolte a volte al riposo, o alla serata con amici, non perse, ma dono apprezzato per tutti. Quando penso al mio vecchio piovan”, che ci dava qualche gomitata, alla Messa delle sei, perché noi chierichetti, con gli occhi ancora impastati di sonno, si cantasse e si cantasse forte, perché cantare, diceva, “vuol dire pregare due volte”. Dal Paradiso sarà contento perché la sua parrocchia, la comunità che ha tanto amato e servito, é arrivata al punto di ereditare la sua passione per il canto organizzando anche dei concerti Grazie agli ex segretari che stanno lassù: ci hanno dimostrato che per la comunità si può fare qualche sacrificio, si può donare qualche ora del proprio tempo, ci si può mettere il grembiule e, se necessario, prendere una scopa e pulire per terra. Scusate se partendo dalla “mezzora prima ‘, ho condiviso con voi i miei pensieri, i miei ricordi e le mie riflessioni: non volevo che ne uscisse una predica, ma é uscita.

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA” – 6 maggio 2018

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA” – 6 maggio 2018
settimanale della parrocchia omonima di via Terraglio

Il parroco don Angelo, con espressioni quanto mai attente, offre una lettura critica, quanto accorata, sulla situazione politica e sociale dell’Italia che arrischia di avere un governo composto da persone impreparate e velleitarie, ma pure del mondo intero: America, Corea, Russia, Siria e Medio Oriente. Penso che l’articolo debba esser letto da tutti con attenzione perché scritto con la testa e col cuore di un prete che si interessa con amore della sorte del nostro mondo.

Interessante pure, soprattutto per i cittadini della zona di Mestre nord, l’articolo sul “Bosco di Carpenedo”, una perla naturalistica che la maggioranza dei mestrini non sa neppure di possedere.

don Armando

Domenica 6 maggio 2018
sesta di Pasqua

Questo nostro tempo

Adesso la confusione è veramente grande: il Pd ha paura di un governo con Lega e annessi, i cinque stelle hanno paura di quello che pensa Grillo; sentono il fastidio della presenza di Berlusconi; Salvini non può sopportare la presenza del Pd; il Pd si sta spaccando tra chi sente con sofferenza la responsabilità di dare un governo al Paese e chi ritiene che le distanze con i cinque stelle siano abissali al punto di non poter fare un governo assieme; Leu appare come l’ombra di quattro gatti sbalorditi senza consapevolezza che quel tipo di politica vetero-comunista in Europa è ormai morto e sepolto e sostituito da una reale socialdemocrazia.

Insomma siamo nella situazione del “tutti contro tutti” e non si vede come si possa uscire da questo guazzabuglio. Al momento l’economia va discretamente bene, pur in presenza di gravi problemi sociali a causa del notevole divario tra ricchi e poveri, della mancanza di lavoro specialmente nel mondo giovanile e ancora in particolare nel mondo meridionale. Il problema più grosso è che si è distrutto il passato, e lo si è fatto con molte ragioni a causa di inefficienze e di corruzione in ogni settore, ma non si è preparato in modo intelligente il nuovo. Ci si è affidati all’emotività del Comico nazionale, che ora forse sta capendo il burrone che si è creato sotto i nostri piedi e purtroppo l’entusiasmo giovanilistico si è posto a guida di un mondo complesso quale quello sociale ed economico della Paese Italia; è emerso con forza un partito senza storia e senza una adeguata preparazione in rapporto ai problemi della nostra società. Staremo a vedere dove andremo a parare anche se attualmente l’orizzonte è molto oscuro e il nocchiero non sa come orientare la barca nel mare in tempesta.

In Italia abbiamo questa enorme confusione ma non è che l’Europa e il resto del mondo godano di serenità e di pace.

L’America di Trump rimane un focolaio di tensioni improvvise ed improvvide, la Russia di Putin tende a restaurare la zona d’influenza dell’Unione Sovietica.

Ci angoscia la situazione quotidianamente tragica sella Palestina, di quella Terra che ha dato origine al Dio “fatto carne”. Quella carne è oggi martoriata dalle tensioni permanenti tra ebrei e palestinesi. La Siria poi viene sempre più desertificata dalle bombe e dai missili. E tuttavia c’è un cerino acceso in mezzo a tanto buio. Ero giovanissimo, da scuola media, e sentivo continuamente parlare della guerra al 38° parallelo; era la linea di demarcazione che divideva in due la Corea: al nord c’era l’occupazione sovietica e al sud quella americana. Si trattava della linea di sospensione della guerra dopo la resa del Giappone del 1945. Nelle due Coree, in particolare sul 38° parallelo la seconda guerra mondiale continuò fino al 1953 allorquando si stabilì una sospensione, un semplice armistizio. Poco dopo si apriva in estremo Oriente un altro doloroso capitolo: i Francesi sconfitti nel 1954 a Dien Bien Fu lasciarono l’Indocina, poi chiamata Vietnam, agli Americani e partì una guerra che straziò gli animi, oltre che i corpi, dell’intera umanità. In questi giorni i due presidenti coreani si incontrano proprio sulla linea di demarcazione; è il primo segno di pace dopo 65 anni di conflitto. E’ un buon auspicio.

Il bosco di Carpenedo

Il Bosco di Carpenedo sarà aperto tutte le domeniche dal 25 aprile al 24 giugno 2018, dalle 10:00 alle 18:00 – Ingresso e visite guidate gratuite. L’area è protetta dall’Unione Europea che l’ha classificata come SIC (Sito d’Interesse Comunitario), per la qualità e la rarità degli ambienti che vi si trovano e come ZPS (Zona a Protezione Speciale) per le caratteristiche dell’avifauna presente. Il Bosco di Carpenedo è costituito da quattro ambienti ben distinti fra loro per un totale di 10 ettari:- il bosco storico, residuo dell’antico querco-carpineto;- i nuovi impianti boschivi realizzati tra il 1990 e il 1998-99;- i prati stabili, eredità dell’antica sistemazione agraria dell’area; – gli ambiti umidi delle bassure presenti nei prati e nei fossati.

Interamente recintato il Bosco di Carpenedo può essere visitato solo nei giorni festivi in primavera ed in autunno per tutelare la fragilità ambientale di un sito dichiarato di interesse comunitario. L’accesso al Bosco di Carpenedo avviene da via del Boschetto dove è possibile trovare due parcheggi. Si consiglia l’utilizzo della bicicletta per potersi poi spostare facilmente a visitare il vicino Forte Carpenedo e godersi i panorami campestri della zona. Il bosco è raggiungibile con i mezzi pubblici: con l’autobus numero 2 fino al capolinea in via Don Sturzo, proseguendo poi a piedi per circa 1 Km su strade poco trafficate (via Vallon e Via del Boschetto) e con il treno dalla fermata della stazione di Carpenedo si prosegue in Via Trezzo, per circa 200 mt, per poi girare a destra e percorrere Via del Tinto e Via del Boschetto.

(ViviVenezia maggio 2018)

Da “LETTERA APERTA”- 6 maggio 2018

Da “LETTERA APERTA” 6 maggio 2018
Settimanale della parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo.

Mi pare opportuno pubblicare l’articolo di mons. Mario Ronzini che da quasi un anno s’è offerto di collaborare con questa parrocchia. Don Mario un paio di settimane fa è stato colpito da un infarto. E’ bella la serenità con cui ha affrontato l’evento e le parole positive con le quali presenta la sanità di Mestre.

Mi pare opportuno pubblicare pure le esperienze di avanguardia della scuola materna della parrocchia, mosca cocchiera delle scuole d’infanzia della città, che pur discriminate da Stato, Regione e Comune, riescono ad essere le migliori della città.

Infine riporto un articolo sulla vita scout, con la speranza che le nostre parrocchie si aprano allo scoutismo, il movimento che riesce ancora ad interessare e formare i nostri giovani.

don Armando

BRICIOLE
di don Mario Ronzini

Cronaca di un malore

Da tanti mesi avevo organizzato una “gita” con don Eraldo, prete veneziano nonché caro amico residente nella Casa del Clero di Treviso, per andare a visitare ad Eraclea un nostro confratello, da poco tempo parroco “pensionato”. Qualche giorno prima don Eraldo mi aveva detto di essere raffreddato e che mi avrebbe confermato l’uscita “fuori porta” la sera della vigilia. La sera del 17 aprile, mi ha telefonato dicendomi che aveva ancora qualche problemino e che, quindi, era meglio rinviare. È stata una decisione provvidenziale! Il mercoledì 18 mattina – mentre facevo qualche esercizio di ginnastica secondo quanto mi era stato raccomandato dalla fisioterapista del Policlinico San Marco, dove stavo completando il ciclo di riabilitazione cardiologica con risultati eccellenti, ho sentito come una strana sensazione al petto. Non un dolore, ma un disagio che andava gradatamente aumentando, accompagnato da una abbondantissima sudorazione. Ho telefonato subito; erano le sei e quindici, al carissimo Franco Del Piccolo, il cardiologo al quale faccio riferimento da quando sono arrivato qui a Carpenedo. Mi ha detto: “Sta tranquillo, arrivo subito, chiamo io il 118”. Dopo cinque minuti, quasi in contemporanea, avevo in stanza don Gianni, il dottor Del Piccolo, due infermieri arrivati a sirene spiegate e anche don Silvano Bellomo che era stato nostro ospite in canonica durante la notte. Subito ho sentito mormorare la parola: “Infarto, codice rosso”. Tutto poi è andato di conseguenza. Le carte riferiscono che sono stato ricoverato in sala di emodinamica con “riscontro di stenosi critica ostiale del 100% in coronaria destra; eseguita ricanalizzazione con tromboaspirazione manuale con stenting diretto medicato! il successivo decorso è stato regolare e privo di complicanze”. Qualcuno vorrà sapere se ho avuto paura Direi proprio di no. I chirurghi durante l’intervento mi spiegavano tutti i passaggi e mi anticipavano le sensazioni che avrei provato; solo per un momento mi è parso di morire… Il mio pensiero prevalente è stato “Sia fatta la tua volontà!”. Dopo una settimana ho potuto partecipare con gioia alla celebrazione delle Prime Comunioni in parrocchia. Devo ringraziare innanzitutto il Signore che mi vuole ancora per un po’ di tempo a lavorare nella sua vigna e poi: i cardiochirurghi, il personale sanitario in genere che mi ha curato e trattato in modo eccellente e le tantissime persone che mi hanno accompagnato con la preghiera, il ricordo e l’affetto.

TERRAGLIO VOLLEY

Bellissima esperienza di avvicinamento alla pallavolo per i bimbi delle sezioni dei grandi del Germoglio. Un sincero ringraziamento a Stefano, papà di Lucia e ai suoi collaboratori della Terraglio Volley per l’entusiasmo trasmesso ai nostri ragazzi. Speriamo che le varie esperienze a loro proposte, costituiscano uno stimolo efficace per far si che lo sport entri nella loro quotidianità.

Fiorella Vanin

SCOUT: IL CHALLENGE

Nel fine settimana del 7-8 aprile i ragazzi del Noviziato hanno preso parte al Challenge. Il Challenge è un evento che vede coinvolti ogni ‘anno tutti i Novizi della zona, si tratta di una vera e propria sfida di due giorni durante la quale i ragazzi, divisi a gruppetti di due o tre, devono affrontare una serie di prove e ottenere il punteggio più alto per poter vincere. Le prove da superare sono numerose e impegnative, ad esempio si tratta di attraversare un tratto del Piave in canoa, o arrampicarsi su una parete di roccia, o dimostrare le proprie abilità espressive, o di atleti, osservatori, campeggiatori, cuochi, soccorritori e via dicendo… Come l’anno scorso, anche quest’anno al Challenge hanno partecipato non solo i ragazzi della zona di Mestre, ma anche quelli delle zone di Venezia e Belluno, per un totale di oltre cento ragazzi e più di 60 squadre. L’evento si è svolto nel comune di Soverzene, una splendida cittadina circondata dalle Dolomiti, presso la quale i ragazzi hanno trovato una calda ospitalità da parte della cittadinanza e dell’amministrazione locale, tant’è che il sindaco, oltre ad aver concesso gratuitamente l’utilizzo di una sala comunale per lo svolgimento delle attività serali, ha tenuto a salutare i ragazzi personalmente.

La bellezza di questo evento è che è pensato solo per i ragazzi di terza superiore che, per la prima volta senza la stretta supervisione dei loro capi, devono arrangiarsi non solo nell’affronta-re le prove, ma anche nella lettura delle mappe, negli spostamenti (rigorosamente a piedi!), nel montaggio delle tende e nella preparazione dei pasti. Insomma, un’occasione unica per sperimentarsi al 100% in una sfida tra pari in un ambiente protetto ma sconosciuto, il tutto vissuto nello stile scout che ci contraddistingue. Il Challenge è un evento al quale si partecipa una sola volta nella vita e per questo ognuno lo ricorda con chiarezza e spesso un po’ di nostalgia, quel che è certo è che i nostri ragazzi lo ricorderanno con orgoglio, infatti la squadra composta da Emma, Francesca e Lucia si è guadagnata il titolo di vincitrice femminile del Challenge ottenendo il primo premio! E anche la parte maschile del Noviziato può dirsi orgogliosa della propria partecipazione, non tanto per il punteggio ottenuto, ma per aver saputo mettere a disposizione le proprie doti di cantanti e musicisti per la serata e la Messa. Noi Maestri dei Novizi siamo molto contenti delle capacità dimostrate dai ragazzi, le premesse per il campo estivo che ci attende sono ottime!

Valeria e Filippo

Da ”SAN NICOLÒ E SAN MARCO” – 6 maggio 2018

Da SAN NICOLÒ E SAN MARCO – 6 maggio 2018
settimanale della comunità cristiana di Mira

Don Gino, il parroco, nella sua rubrica “appunti” lascia cantare il cuore nel ricordare le prime comunioni di quest’anno che si sono svolte in tre feste diverse per il numero di ragazzi che vi erano ammessi.

Nel secondo “appunto” don Gino ricorda la sua prima comunione “povera” esternamente, ma ricca nello spirito e l’incontro pomeridiano dei neocomunicati ritornati in chiesa per il ringraziamento.

Ho letto con particolare commozione questo appunto perché ho avvertito che questo ringraziamento proveniva dalla sua esperienza fatta con me a Carpenedo.

Nella quarta pagina dedicata alla “vita delle comunità”, si parla del resoconto del grest estivo (due settimane di 5 giorni ciascuna 11-22 giugno e 24 giugno-6 luglio), della festa dei lustri di matrimonio e della “consegna della luce”, quale conclusione del catechismo.

Segnalo più ancora l’incontro che ha per argomento “Cristo è interessante” per i giovani di 5^ superiore e del primo anno di università.

Interessante ed assolutamente innovativa l’iscrizione al grest via internet.

don Armando

Appunti… di don Gino

MESSA DI PRIMA COMUNIONE

Oggi domenica 6 maggio celebro per la terza volta la Messa di Prima Comunione per un altro gruppo di ragazzi. E’ un momento delicato, che richiede impegno e fatica, ma, per me, è sempre un momento di gioia grande e di festa del cuore. E’ bella la Messa solenne del mattino, con la chiesa gremita come non mai; se poi c’è attenzione, silenzio e raccoglimento, la gioia è ancora più grande. Ma io preferisco il momento della sera, quando i ragazzi ritornano in chiesa , con la loro tunica, accompagnati dai genitori. Lo preferisco perchè è un momento di famiglia, segnato da un clima di tenerezza, dove tutti sono presenti per una preghiera di ringraziamento semplice e famigliare. Molti dei miei confratelli lo ritengono impossibile, lo l’ho sempre proposto e non vi rinuncerei troppo facilmente. E’ anche l’occasione per dire una parola affettuosa ai genitori. Vorrei soprattutto che potessero cogliere quanto vogliamo bene ai loro figlioli, quanto ce la mettiamo tutta per accompagnarli a questo momento di crescita e di incontro con il Signore; che noi preti insieme con i catechisti, faremmo qualsiasi cosa perchè questo dono non vada perduto o sciupato; che non siamo preoccupati che la Prima Comunione sia una bella “cerimonia”, ma che diventi un punto di riferimento per crescere dentro ad una famiglia e ad una comunità veramente cristiane.

RIMANERE UNITI

Ho ricevuto la Prima Comunione il 24 giugno 1956. Di quel giorno ricordo il mio primo vestito (giacca e cravatta), che poi è passato, per necessità ai miei fratelli più piccoli, con la fascia bianca appuntata sul braccio e i guanti bianchi. Non ricordo la festa né regali particolari, si era poveri abbastanza, per non sprecare. Ma ho vìvo un ricordo, che i vecchi parroci suggerivano alle nostre famiglie: le sei domeniche chiamate di s. Luigi: l’impegno cioè a non mancare alla Messa e alla Comunione per sei domeniche consecutive. Era un impegno talmente forte e bello che nessuno si sognava di non compiere. Era un modo, semplice e bello, per mettere in pratica quell’invito di Gesù racchiuso nella parabola della “vite e dei tralci”, che si è premurato di ripetere più volte, usando il termine “rimanere uniti”. Lo ha ripetuto più volte nel corso di una mezza paginetta del Vangelo, tanto da doverlo imprimere nella memoria e nella vita, come la conseguenza più importante dì un incontro che può e deve diventare una “comunione” vera. Questa è possibile soltanto quando il “rimanere uniti a Lui” diventa uno stile di vita, altrimenti tutti è destinato a morire. “Se il tralcio non rimane unito alla vite muore e non porta frutto”, lo ringrazio veramente di cuore tutti coloro che nella mia vita di ragazzo, di giovane, di adulto, mi hanno aiutato ad amare l’Eucaristia e a farla diventare il cuore della mia vita di cristiano e di prete. Non so se tutto questo sia stato la conseguenza delle “sei domeniche di s. Luigi”, ma anche queste vi hanno contribuito. Non sarebbe male che insegnassimo anche ai nostri piccoli una fedeltà viva e concreta all’Eucaristia. E’ troppo facile che, finita la festa, il ritmo della vita faccia morire quanto di bello e di prezioso il Signore continua a donarci.

ISCRIZIONI AL GREST ESTIVO

Per evitare le inconvenienze che si verificano di solito al momento dell’iscrizione, questa avviene esclusivamente via internet a partire da mercoledì 9 maggio dalle ore 19.00, sul sito della parrocchia, seguendo il link apposito. Il modulo che viene compilato on-line costituisce una pre-iscrizione alla quale seguirà una prima mail che segnalerà la ricezione della richiesta; nei giorni seguenti una seconda mail confermerà l’iscrizione con le informazioni necessarie a perfezionare la stessa, presentandosi di persona in parrocchia, oppure segnalando che l’iscrizione non è andata a buon fine e che la richiesta è da considerare in lista d’attesa. Invitiamo tutti ad attenersi a queste indicazioni.

Da “L’INCONTRO” – 6 maggio 2018

Da L’INCONTRO”6 maggio 2018
settimanale della Fondazione Carpinetum

Il tema monografico di questo numero riguarda pressappoco il territorio della zona di Carpenedo, però vi sono molte divagazioni quali il commento di mons. Bonini sull’ultima esortazione apostolica di Papa Francesco, il parco della Bissuola, il “don Vecchi”, il territorio e il duomo di Mestre.

Segnalo, perché credo interessi a molti, quello di Federica Causin perché riguarda direttamente la Fondazione e quello di don Bonini perché ritengo quanto mai utile che le nostre comunità cristiane vengano a conoscenza delle “aperture” e delle “innovazioni” che il Santo Pdre ritiene opportuno offrire alla Chiesa della quale è il primo responsabile.

don Armando

Il punto di vista
Gioite ed esultate
di don Fausto Bonini

Nella sua ultima Esortazione Apostolica il Papa ricorda che la santità è a portata di tutti Francesco offre alcune riflessioni pastorali utili per il cammino personale di tutti i giorni

La gioia della “santità della porta accanto”
Gaudete et exultate: ancora un richiamo alla gioia da parte di Papa Francesco. È il titolo della sua ultima “Esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo”. Un documento che in cinque capitoli e 177 paragrafi invita ad essere santi oggi, non pensando che la santità sia riservata a pochi eletti: “Il Signore ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente”. La santità la si vive tutti i giorni nel ritmo normale della vita, nelle occupazioni della giornata, nei rapporti di familiarità e di vicinanza. Francesco la definisce “la santità della porta accanto”: “Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere… Questa è tante volte la santità della porta accanto, la classe media della santità”. A questa santità siamo chiamati tutti “vivendo con amore e offendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno”. Dopo un secondo capitolo dedicato a “due sottili nemici della santità”, nel terzo capitolo il Papa si sofferma sugli insegnamenti del Maestro Gesù, rileggendo le Beatitudini e attualizzandole, ricordandoci che sono la “carta di identità del cristiano”. “Chi desidera veramente dare gloria a Dio con la propria vita… è chiamato a tormentarsi, spendersi e stancarsi cercando di vivere le opere di misericordia”.

Attenzione alle reti di violenza in Internet
Segue un quarto capitolo nel quale Papa Francesco presenta alcune caratteristiche indispensabili per la vita del “santo”, che sono la sopportazione, la mitezza, la pazienza: “È necessario lottare e stare in guardia davanti alle nostre inclinazioni aggressive ed egocentriche per non permettere che mettano radici”. E invece troppo spesso l’egocentrismo prevale sull’attenzione verso l’altro, oggi soprattutto nell’uso dei media dove vige la tendenza a mettersi in mostra, a voler primeggiare, pretendere di avere sempre ragione fino ad insultare chi non la pensa come noi. “Reti di violenza” le definisce il Papa: “Anche i cristiani possono partecipare a reti di violenza mediante internet e i diversi ambiti o spazi di interscambio digitale. Persino nei media cattolici si possono eccedere i limiti, si tollerano la diffamazione e la calunnia, e sembrano esclusi ogni etica e ogni rispetto per il buon nome altrui”. Il Papa ricorda, poi, che la santità non è un fatto da vivere nell’isolamento, ma nella condivisione della “vita comunitaria, in famiglia, in parrocchia, nella comunità religiosa”. Un’esperienza “fatta di tanti piccoli dettagli quotidiani” come succedeva nella “vita comunitaria” che Gesù ha vissuto in famiglia e poi con i suoi discepoli e con la gente semplice del popolo. Senza trascurare l’importanza della preghiera tanto da porci la domanda: “Ci sono momenti in cui ti poni alla sua presenza in silenzio, rimani con lui senza fretta, e ti lasci guardare da Lui?”.

Il “Maligno” è sempre in agguato
E infine il quinto e ultimo capitolo in cui ricorda che il cammino verso la santità è anche “una lotta costante contro il diavolo, che è il principe del male”. Il “Maligno”, cioè un “essere personale che ci tormenta… e ci avvelena con l’odio, con la tristezza, con l’invidia, con i vizi”. “Spero che queste pagine siano utili – conclude il Santo Padre – perché tutta la Chiesa si dedichi a promuovere il desiderio della santità”. Riflessione finale. Un grazie grande a Papa Francesco per questa esortazione che entra anche nella mia vita personale e mi auguro anche in quella vostra.

Pensieri a voce alta
Il Don Vecchi e il territorio
di Federica Causin

Accipicchia, è successo di nuovo! L’ultima volta che ho dato un’occhiata all’orologio avevo ancora mezz’ora di tempo prima di dover raggiungere gli altri residenti in sala da pranzo e ora, invece, mi ritrovo a scapicollarmi per il corridoio per non arrivare in ritardo. Com’è consuetudine, ogni prima e terza domenica del mese, le porte del ristorante del Centro don Vecchi di Carpenedo si aprono anche ad amici, parenti e ad alcuni gruppi di simpatizzanti che sono ormai diventati una gradevole e affezionata presenza. Una ventata di allegria e convivialità alimentata dall’inossidabile lotteria finale, che riscuote un grande successo. È proprio vero che la soddisfazione di vincere non dipende dal valore del premio! Anch’io, in un paio di occasioni, ho avuto il piacere d’invitare a pranzo alcuni amici e tutti si sono complimentati per l’ottima cucina e per l’atmosfera accogliente che hanno respirato per merito dei volontari che, con grande pazienza e disponibilità, si impegnano ogni giorno a preparare la sala e a servire ai tavoli garantendo un servizio impeccabile. Credo che la volontà di essere accoglienti, sempre nel rispetto dell’individualità e delle esigenze di ciascuno, sia uno dei tratti che contraddistinguono i Centri don Vecchi ed è senz’altro quello che colpisce e convince chi entra nella struttura per la prima volta. La seconda caratteristica, a mio avviso, è l’opportunità di essere protagonisti e corresponsabili della quotidianità, di contribuire, quando possibile, allo svolgimento delle attività, ma anche soltanto alla buona armonia con due chiacchiere o un sorriso in risposta a un saluto. Come accade in un condominio, dove le persone arrivano senza conoscersi e si trovano a dover condividere alcune superfici, possono nascere incomprensioni o attriti che però vengono risolti appellandosi al buon senso e al rispetto. Mi piace l’idea che la cura non sia soltanto quella che ciascuno di noi residenti riserva al proprio appartamento, bensì anche un atteggiamento nei riguardi degli spazi comuni. Tutte le scelte che sono state compiute finora e le iniziative che continuano a essere promosse dimostrano che i centri sono piccole comunità autonome, ma non autoreferenziali, impegnate a essere un tassello nella vita del quartiere. Sto pensando ad esempio alla messa che don Armando celebra il sabato pomeriggio a Carpenedo che è aperta a tutti, al fatto che in sala Carpineta si tengono spesso convegni e ritrovi di qualche associazione, ai numerosi cori e gruppi musicali che vengono ad allietare le domeniche dei residenti e di chiunque abbia voglia e tempo di fermarsi ad ascoltare. Pur non avendo avuto la possibilità di essere presente a tutti gli appuntamenti, conservo un bellissimo ricordo di alcuni concerti go-spel, per i quali, lo confesso, ho un debole e di uno spettacolo messo in scena da una compagnia amatoriale di ragazzi molto dotati e versatili, che ha riproposto un “collage” dei musical più famosi. Il motto è “fino a quando ci sono sedie libere, tutti sono invitati!”. Così nasce l’osmosi virtuosa tra i centri e il “mondo fuori”, che diventa una linfa preziosa per far circolare stimoli nuovi e favorire occasioni d’incontro. In questo contesto anche il settimanale L’Incontro svolge un ruolo fondamentale perché, riunendo voci diverse, offre alla città e ai Centri don Vecchi l’occasione di continuare a dialogare e a rinsaldare il legame che li unisce. L’intento è quello di aprire una finestra alla quale possano affacciarsi moltissime persone.

La nostra storia
Il duomo di Mestre
di Sergio Barizza

Fino alla metà del quattrocento la chiesa di San Lorenzo era una piccola chiesa dell’altrettanto piccolo borgo che era cresciuto lungo i lati di un diseguale spazio del mercato, appena al di fuori delle mura del Castelnuovo. Di quella prima pieve non si conosce nulla se non che fu demolita per essere sostituita, nel 1446, con una semplice chiesetta gotica a tre navate che avrebbe resistito fino alla fine del Settecento. C’erano già due chiese in Mestre: quella di San Girolamo gestita dai padri Serviti e quella di San Rocco officiata dai padri Minori Conventuali. Se queste erano due chiese gestite da ordini religiosi, San Lorenzo era l’arcipretale alle dirette dipendenze del vescovo di Treviso, cui Mestre sarebbe stata legata fino al 1927.

Com’era d’uso in quei tempi, la chiesa era attorniata dal cimitero e infatti quando vennero fatti i grandi lavori per la ristrutturazione di piazza Ferretto, una ventina d’anni fa, spuntarono dal terreno resti di ossa umane. La chiesa con la coeva torre campanaria e il cimitero che ne occupava il sagrato prolungandosi lungo i suoi due lati, la scoletta oggi Laurentianum abbellita sulla facciata prospiciente borgo delle Monache da un affresco della Madonna che accoglieva e proteggeva sotto il suo manto i devoti, e la casa canonica, che cominciò ad ospitare il pievano dalla seconda metà del Cinquecento, dopo che il concilio di Trento ne aveva decretato l’obbligo di residenza stabile, vennero così a costituire quello che si può ben definire il complesso ecclesiale di San Lorenzo. Dopo la metà del Settecento cominciò a prender corpo l’idea di una nuova costruzione anche perché “l’antica chiesa si trovava in uno stato di sommo deperimento, ristretta pei bisogni della popolazione e di poco decoro al paese”. Il consiglio civico ruppe gli indugi e nel 1770 deliberò l’erezione di una nuova chiesa. Per estendere il più possibile la raccolta di fondi si decise di responsabilizzare tutti gli abitanti allargando l’accesso a quello che oggi chiameremmo il consiglio d’amministrazione a tutte le classi sociali: in precedenza vi erano ammessi solo i cittadini, ora vi confluirono pure artigiani e commercianti, barcaioli, pescatori e villici. Furono sistematicamente raccolte elemosine e contribuzioni volontarie. Nel 1780 fu approvato il progetto predisposto dall’architetto Bernardino Maccaruzzi, che nel 1778 aveva edificato il teatro Balbi presso la riva delle Barche. Predispose un progetto anche troppo ambizioso, più volte rivisto, ma soprattutto troppo grande per lo spazio che gli era stato riservato cosicché fu costretto a costruire la chiesa di sghimbescio, non in linea con le facciate delle case di quel lato della piazza. Col passare degli anni i soldi che si raccoglievano diminuivano sempre più anche per le difficoltà create dalla caduta della Repubblica e dall’occupazione prima francese e poi austriaca. I fornitori di arredi, statue, mobili avrebbero chiesto per anni che fosse loro saldato il debito. Si rivelò una fortuna la soppressione del vicino convento delle Grazie: nel 1808 il podestà di Mestre si fece carico di chiedere al prefetto “in dono cinque altari, l’organo e pavimento del convento di Santa Maria delle Grazie”, ch’era stato demanializzato e si avviava a un triste periodo di sopravvivenza come caserma e deposito di materiale militare. Per fortuna in questo caso non si accumularono altri debiti. Finito il grezzo nel 1805, il nuovo duomo fu solennemente consacrato alla fine di ottobre del 1830 dal vescovo di Treviso monsignor Sebastiano Soldati, mentre era arciprete monsignor Antonio Marangoni. (14/continua)

Da “SEGNO DI UNITÀ” – 6 maggio 2018

Da SEGNO DI UNITÀ – 6 maggio 2018
periodico della parrocchia Santa Maria della Pace di Bissuola

Di particolare, oltre le consuete attività parrocchiali: il mese di maggio, la sagra, l’otto per mille.

Il settimanale riferisce che il 13 maggio la parrocchia ospiterà una famiglia che nel terremoto del 2016 ha perduto tragicamente una figlia di 11 anni e che questa parrocchia ha aiutato da un punto di vista economico. E’ molto bello apprendere con quanto entusiasmo e amore la comunità di santa Maria della Pace compia questo gesto verso questa famiglia tragicamente provata.

Mi pare ancora importante segnalare come questa parrocchia concluderà in maniera solenne l’anno di catechismo.

don Armando

AVREMO OSPITI
domenica prossima 13 maggio

Ricordate il progetto “solidarietà” iniziato lo scorso anno dai ragazzi di quinta elementare e continuato anche quest’anno in prima media, a sostegno di una famiglia del centro Italia che ha perso Giulia, la figlia di undici armi, durante la violenta scossa di terremoto a Pescara del Tronto il 24 agosto 2016?

Ebbene, grazie ai fondi raccolti da mercatini e una generosa offerta di una famiglia della nostra comunità, i genitori dì Giulia, mamma Michela, papà Luca con la figlia minore Giorgia di cinque anni, saranno nostri ospiti da venerdì 11 a domenica 13 maggio.

Alloggeranno presso il Centro Urbani di Zelarino, visiteranno Venezia nel pomeriggio di sabato insieme a noi catechiste e ad alcuni genitori, e parteciperanno alla S. Messa delle 9.30 di domenica prossima, che sarà animata, per l’occasione, dai ragazzi di prima media. Seguirà il pranzo con le famiglie dei ragazzi nella sala papa Luciani in patronato e, nel tardo pomeriggio, verranno accompagnati alla stazione per il rientro a Roma dove la famiglia risiede. Ringraziamo di cuore tutta la comunità che, con suo prezioso contributo, ha reso possibile e concreto questo nostro progetto.

le catechiste Rossana e Anna

LA FESTA DI FINE ANNO CATECHISTICO
martedì 22 maggio

La festa di fine anno catechistico è stata fissata per martedì 22 maggio, approfittando della presenza del tendone che ospiterà la sagra. Le modalità sono le solite degli altri anni: i giochi a stand preparati dai catechisti coadiuvati dagli animatori, avranno inizio alle 16.45. Alle 18.30 tutti in chiesa con i genitori per la s. messa di ringraziamento che inizierà alle 18.45.

Durante la celebrazione eucaristica verrà conferito il mandato ad animatori e volontari impegnati con il GrEst 2018. Al termine tutti sotto il tendone per il buffet, per il quale ogni catechista prenderà accordi con i genitori dei propri ragazzi per organizzare i pasti in base al numero delle persone che avranno aderito.

E in circolazione il volantino con tutte le indicazioni del caso e con il modulo di adesione.

Da “IL PUNTO” – 6 maggio 2018

Da “IL PUNTO” – 6 maggio 2018
settimanale delle parrocchie di Catene e Villabona di Marghera

Mi pare interessante la soluzione adottata dalle due parrocchie per la recita del santo rosario nel mese di maggio. Interessante poi l’adesione dei gruppi di ascolto di queste parrocchie nell’unirsi alla Diocesi per ricordare il patriarca Cè in occasione del 4^ anniversario della sua morte.

Credo che sia pure degno di nota l’articolo del giovane Raffaele Zane che racconta la sua splendida esperienza del pellegrinaggio a Lourdes assieme a 70 altri giovani.

Molti sono alquanto critici nei riguardi del comportamento religioso dei giovani mentre possiamo constatare che quando si offrono loro delle mete degne ed impegnative la risposta è sempre positiva.

don Armando

Fioretto di Maggio, orari Catene e Villabona

Il mese di maggio è tradizionalmente dedicato alla devozione mariana, per questo ogni giorno c’è il Fioretto: alle 20.30 in chiesa a Catene da lunedì al giovedì, e alla stessa ora in chiesa a Villabona da lunedì al sabato si recitano il Rosario meditato e litanie alla Beata Vergine Maria. Il venerdì sera invece a Catene si reciterà per le strade, mentre a Villabona la domenica sera davanti al capitello all’incrocio tra via Villabona e strada Grapputo. Ricordiamo questa bella occasione soprattutto ai bambini, ai giovani, alle famiglie: la preghiera del Rosario è potentissima, e ci abitua ad una confidenza benedetta con la Madre del Signore e Madre nostra; non sottovalutiamo il beneficio spirituale che ci può venire, in particolare se siamo stanchi, tribolati, o se qualche angoscia bussa al nostro cuore: la Vergine Santa tutti accoglie e porta con amore materno al Signore Gesù!

Quarto anniversario della morte del card. Marco Cè

Il 12 maggio 2018 ricorre il quarto anniversario della morte del nostro indimenticato patriarca Marco Cè.

Questo giorno è stato scelto per l’Assemblea diocesana dei Gruppi d’Ascolto, da lui fortemente voluti. Questo il programma dell’incontro nella Basilica Cattedrale di San Marco: ore 17.30 Accoglienza e visita individuale alla tomba del Patriarca Marco Ce in Cripta; ore 17.45 lettura “Pensieri del Patriarca Marco”; ore 18.45 inizio Celebrazione Eucaristica presieduta dal Patriarca Francesco Moraglia. L’incontro è aperto a tutti.

Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 6 maggio 2018

Da UNA VOCE NELLA RIVIERA – 6 maggio 2018
settimanale dell’unità pastorale delle parrocchie del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Sabbioni e di San Pietro in Bosco e Santa Maddalena di Oriago

La foto di copertina, che ritrae il parroco don Cristiano in veste, cotta ed aspertorio, mentre benedice i campi in occasione delle “rogazioni”, è emblematica dello stile e della pastorale di questo parroco. Ognuno può avere le sue idee, ma resta però il fatto che i risultati dell’impegno pastorale di questo prete sono notevoli.

Interessanti quanto mai le riflessioni di don Cristiano, tanto che, una volta ancora, consiglio di leggerle e di meditare.

Pubblico pure la visita del Patriarca a due struture solidali quanto mai importanti ed una lettera di una lettrice del periodico che si dice quanto mai entusiasta, pure lei, delle riflessioni di don Cristiano.

don Armando

Lungo il fiume
Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera
di don Cristiano Bobbo

3 Aprile

Le regole del gioco
Ho assistito con un po’ di imbarazzo alle rimostranze di un bambino di quattro anni nei confronti della nonna che lo invitava a lasciare il parco dei giochi per far rientro a casa dopo un intero pomeriggio all’aperto. Il piccolo sembrava non voler sentir ragioni, scappando in continuazione ai tentativi di rincorrerlo da parte della nonna esausta e sconsolata. Povera nonna, costretta a subire le conseguenze dei capricci del nipotino e, forse, dell’assenza di regole precise nel campo educativo. Non credo di sbagliare quando dico che dietro ai problemi comportamentali dei bambini si nasconde quasi sempre una fragilità dei genitori e della famiglia che non riescono a fornire criteri chiari di comportamento nei confronti dei figli.

Avvalorano questa mia convinzione, invece, quegli atteggiamenti chiari e decisi di mamme e papà che, anche se il bambino protesta violentemente contro le loro decisioni, grida a lungo, si butta caparbiamente a terra o si scaglia contro di loro, riescono a far rispettare in maniera intransigente le “regole del gioco”. Fortunato quel bambino che, fin da piccolo, nonostante la tenacia della sua ostinazione protratta a tal punto da diventare a volte fastidiosa, ha potuto contare sul comportamento coerente di genitori che sono rimasti irremovibili sulla breccia a tenergli testa, che gli hanno fatto capire che non si può fare il passo più lungo della gamba e che non sono importanti solo i propri desideri ma esistono anche i divieti e la vita diventa spiacevole se non li si rispetta. Fortunati quei bambini che sono cresciuti sapendo che c’erano dei limiti, che hanno potuto contare su un padre che non cambia debolmente il suo “no” in un “sì” solo per comodità, per ristabilire la calma in fretta. E bravi quei genitori che hanno imparato a sopportare con calma di essere conosciuti dai figli non solo come i cari genitori che li accontentano in tutto e li difendono a spada tratta, ma talvolta anche come i “cattivi”, gli intransigenti genitori che li hanno aiutati ad affacciarsi con responsabilità e fatica sulla scena della vita.

5 Aprile
Dentro e fuori
Se guardassimo dall’esterno i cristiani, il loro modo di apparire sulla compagine del nostro mondo, dovremmo ammettere che ce n’è davvero per tutti i gusti: ci sono quelli che vanno a messa e quelli che girano con la corona del rosario tra le mani, quelli che si ritirano nei conventi e negli eremi e quelli che partono per la missione in terre lontane, quelli che organizzano processioni e pellegrinaggi nei diversi santuari e quelli che si recano ad assistere i malati negli ospedali. Ma la carta d’identità dei cristiani rimane sempre una sola: l’amore per Dio e per i fratelli. Ci sono preti con l’abito talare e preti che vestono in borghese, suore con le sottane lunghe e altre ridotte alla foggia laicale, chi porta il crocifisso al collo o la croce sul bavero della giacca ma il segno di riconoscimento dei consacrati rimane sempre e solo l’amore. Personalmente però preferisco un cristiano, un prete o una suora che si sforza di vivere l’amore e non si vergogna di mostrarsi a tutti anche attraverso un abito che lo richiama al proprio dovere mantenendolo entro i limiti della sua vera identità.

6 Aprile
La bellezza che non sfiorisce…
Di solito, quando mi trovo a Venezia, preferisco girare per la città senza usare i mezzi pubblici camminando per le calli, lasciandomi sorprendere dalla bellezza sempre nuova e sempre fresca della mia città. Stamattina, dovendo raggiungere l’isola della Giudecca, ho fatto il breve tragitto del traghetto dalle Zattere alla Palanca. Con me, insieme a tante altre persone, sono salite anche due giovani donne, fresche e belle, che hanno subito attratto l’attenzione generale per il loro parlare e la loro risata capace di rallegrare l’ambiente. A un certo punto, la più bellina, disturbata dalla spinta involontaria di un turista che per un attimo aveva perso l’equilibrio, non abituato al sobbalzo del vaporetto sulle onde del canale, se ne esce con una pesante bestemmia. Un uomo commenta a voce alta: “Senti che roba!”. E la bella: “Lei si faccia i… suoi”. L’allegria scompare di colpo: la volgarità ha cancellato l’effetto bellezza suscitato dalla presenza femminile. La donna che rinuncia alla bellezza interiore può raggiungere livelli di volgarità impressionante. C’è poco da agghindare il corpo con trucchi e vestiti: quando manca la bellezza interiore anche quella esterna è soltanto apparenza inconsistente, “un anello d’oro al naso di un porco”! Veramente fuori luogo in una città come questa che insegna a tutti la vera bellezza, quella che non sfiorisce mai, anzi migliora con gli anni.

Il Patriarca tra noi: i due appuntamenti di un venerdì speciale

L’inaugurazione del nuovo Centro Diurno dell’Anffas
di Alessandra Giulian

Nella tarda mattinata di venerdì 27 aprile oltre un centinaio di persone hanno partecipato a Oriago all’inaugurazione del nuovo Centro Diurno “Il Quadrifoglio”, struttura realizzata dall’associazione Anffas Riviera del Brenta, per accogliere dodici ragazzi che potranno stare assieme impegnati in varie attività ricreative. L’edificio, luminoso e colorato, è stato costruito in tempi brevissimi e per il taglio del nastro erano presenti tante autorità religiose e politiche, che hanno sostenuto il progetto. I ringraziamenti della presidente dell’Anffas locale, Donatella Donati, sono stati rivolti a loro e in particolare ai numerosi volontari e amici, ‘cuore’ dell’Associazione stessa, per l’impegno e il lavoro profuso sempre a fianco dei ragazzi.

Visita con pranzo a Casa San Raffaele
di Francesco Vendramin

Accompagnato da don Cristiano e don Morris, il Patriarca è arrivato a Casa San Raffaele accolto da Alberto responsabile della struttura, dal Direttore di Caritas Veneziana diacono Stefano, da mons. Pistolato, da don Carlo parroco di Borbiago, dalla Mary, dai volontari e dagli ospiti che ha voluto conoscere personalmente, informandosi della provenienza di ciascuno e del percorso di integrazione che stanno svolgendo. Alberto ha fatto la cronistoria della Casa presente in Riviera da più di ventanni ed inaugurata da suo padre, diacono Ilario, nel 1997. La proiezione di un breve filmato ha illustrato la vita attuale della casa con le caratteristiche strutturali del complesso, ma ancor più con le attività di ospiti e volontari.

Gradita presenza e condivisione è stata quella dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Mira Chiara Poppi accompagnata dalla capo servizio dott.ssa Squizzato, che ha sottolineato la fattiva presenza della Casa e di Caritas nel territorio. Il nostro Patriarca ha sottolineato la necessità di una sempre maggior integrazione e partecipazione attiva delle comunità cristiane del Vicariato alla vita della Casa e all’accoglienza dei fratelli migranti, non solo nei momenti eccezionali, come avvenuto in occasione della marcia/manifestazione dei profughi di Cona, ma nel quotidiano, apprezzando particolarmente il servizio svolto dagli scouts in questi venti anni, ed invitando ad allargare il numero dei volontari quale segno di comunione dei cristiani. Il pranzo, all’aperto, è stato preparato dagli ospiti, che hanno così potuto dimostrare concretamente il loro coinvolgimento nella gestione della casa.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Caro don Cristiano, leggo sempre volentieri i suoi “Pensieri in libertà lungo il fiume”, spesso avrei voglia di commentarli insieme ma il tempo è sempre tiranno per me e soprattutto per lei che vedo sempre impegnato e di corsa… Avrei voluto commentarli via email e poi penso che magari vado ad intasare la posta di un parroco che avrà già molti messaggi più importanti da leggere…. Allora ci penso magari mentre faccio i letti o stiro o corro avanti e indietro tra casa mia e quella di mia mamma… È uno stimolo per soffermarci su argomenti che spesso magari trascuriamo o a cui non diamo la giusta importanza. Poter avere tempo a disposizione per discutere assieme a chi ci circonda di molte cose sarebbe una bellissima opportunità di crescita e di conoscenza reciproca; anche da un dialogo possono passare molte informazioni da noi stessi agli altri, come dice lei: dal comportamento, dal linguaggio, dalle azioni che compiamo spesso comunichiamo molto di più che con le parole. E conoscersi aiuta a creare comunità. Ma siccome questo non sempre è possibile va benissimo scrivere, qualcosa di positivo arriva sempre a chi riceve il messaggio e crea comunque un legame tra’ mittente e destinatario. Quindi se posso permettermi di darle un consiglio continui tranquillamente a condividere con noi i suoi pensieri in libertà. Grazie!!!

Nerella Zorzetto

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 6 maggio2018

Da CAMMINIAMO ASSIEME – 6 maggio2018
settimanale delle parrocchie di San Pietro e Sant’Andrea di Favaro Veneto

La parrocchia di sant’Andrea conta 4126 abitanti e quella di san Pietro 5916 e può contare sul parroco don Andrea Volpato, sul parroco in pensione don Michele Somma, sul cappellano don Massimiliano Causin e sul diacono Renzo Berton. Non conosco il numero di copie del bollettino. Normalmente viene pubblicato un “articolo-predica” del parroco don Andrea che, in questa occasione, volge sulla prima comunione nelle 4 parrocchie della collaborazione pastorale. Si informa inoltre sulle “rogazioni” a sant’Andrea e sulle vacanze interparrocchiali (1^-3^ media) (1^-5^ superiore).

don Armando

PRIMA COMUNIONE

Domenica 8 Aprile a San Leopoldo.
Domenica 15 Aprile a Dese.
Domenica 29 Aprile a Sant’Andrea.
Domenica 6 Maggio a San Pietro.

E così in tutte e 4 le parrocchie della nostra collaborazione pastorale è stata celebrata la Santa

Messa di Prima Comunione.Alla fine di questo mese così intenso scrivo alcune riflessioni in proposito.

Questo momento, come la Prima Confessione, ancor più della Cresima (per questo sacramento come per il Battesimo è necessario un discorso di altro tipo), è una iniziazione. Da questo giorno in poi per tutta la vita questi fratelli e sorelle potranno, volendo,accedere al Sacramento della Confessione e fare la Comunione durante la Messa: a questo sono stati iniziati. Fatto una volta, si può fare ancora fino alla fine della vita.

Quand’anche uno per tanto tempo non vivesse più la fede, se un giorno vivrà una esperienza, un momento particolare, potrà da subito accedere alla pienezza della vita della Chiesa e ai suoi tesori più importanti.

Cari bambini, care famiglie, vorrei spendere alcune parole circa questo grande dono a cui i cristiani da sempre hanno tenuto tantissimo.

Il pane è segno di tutto quanto ci è donato da Dio, di tutti i suoi doni di cui riempie la nostra vita, il creato. Il pane è dono, non possesso. Questo ci ricorda che è importante riceverlo con gratuità e senza egoismo e arroganza.

Il pane va condiviso. Non è possibile che ancora c’è chi è obeso e chi ha fame …

Non riusciamo proprio a liberarci da questa piaga e del resto, magari per dire un’altra cosa, Gesù stesso lo ha detto: “I poveri li avrete sempre con voi…”

E però la comunità cristiana deve anche essere felice di riuscire ad aiutare tante persone che sono ai margini della vita, della società e della storia. Noi cristiani abbiamo il pallino dei poveri e del dovere di aiutarli e questo è qualcosa di cui andare giustamente orgogliosi e da coltivare ancora.

Spezzare il pane richiama anche la bellezza della fraternità: Com’è bello che i fratelli vivano assieme, dice un salmo. E come è brutto essere in discordia. Lo spezzare il pane, lo stesso pane, ci spinge sempre all’incontro con l’altro, con il fratello. Perché mangiare da soli o assieme a qualcun altro in fraternità è tutta un’altra cosa. Una vita da soli o assieme agli altri in amicizia è tutta un’altra cosa.Il pane è segno di colui che solo è pane che sazia ogni fame e disseta ogni sete. Colui che solo ci nutre per sostenerci nel cammino della vita. Anzi il pane consacrato è lui, il Signore. È un mistero grande questo, ma è la verità condivisa da tanti fratelli e sorelle di tutti i tempi. Non priviamoci mai di questo dono, neanche durante l’estate. Anzi, visto che avremo magari più tempo, restiamo un po’ di più con il Signore dopo la comunione, riascoltando le parole dei vangeli di queste domeniche: Rimanete in me e io in voi…

E ora alcune parole dei bambini di San Pietro ai quali, a ottobre, era stato chiesto come deve essere una persona per fare la Comunione. Ecco le loro risposte …

Essere seria e amare Gesù – Essere libera dai peccati – Essere sinceri su tutto – Essere pronti ad ascoltare la Parola di Dio – Ascoltare sempre Gesù e non tradire nessuno – Pensare a quanto è importante per lui e non a che gusto ha l’ostia sacra – Essere buoni –
Devi amare Gesù.

Don Andrea