Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA” – 6 maggio 2018

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA” – 6 maggio 2018
settimanale della parrocchia omonima di via Terraglio

Il parroco don Angelo, con espressioni quanto mai attente, offre una lettura critica, quanto accorata, sulla situazione politica e sociale dell’Italia che arrischia di avere un governo composto da persone impreparate e velleitarie, ma pure del mondo intero: America, Corea, Russia, Siria e Medio Oriente. Penso che l’articolo debba esser letto da tutti con attenzione perché scritto con la testa e col cuore di un prete che si interessa con amore della sorte del nostro mondo.

Interessante pure, soprattutto per i cittadini della zona di Mestre nord, l’articolo sul “Bosco di Carpenedo”, una perla naturalistica che la maggioranza dei mestrini non sa neppure di possedere.

don Armando

Domenica 6 maggio 2018
sesta di Pasqua

Questo nostro tempo

Adesso la confusione è veramente grande: il Pd ha paura di un governo con Lega e annessi, i cinque stelle hanno paura di quello che pensa Grillo; sentono il fastidio della presenza di Berlusconi; Salvini non può sopportare la presenza del Pd; il Pd si sta spaccando tra chi sente con sofferenza la responsabilità di dare un governo al Paese e chi ritiene che le distanze con i cinque stelle siano abissali al punto di non poter fare un governo assieme; Leu appare come l’ombra di quattro gatti sbalorditi senza consapevolezza che quel tipo di politica vetero-comunista in Europa è ormai morto e sepolto e sostituito da una reale socialdemocrazia.

Insomma siamo nella situazione del “tutti contro tutti” e non si vede come si possa uscire da questo guazzabuglio. Al momento l’economia va discretamente bene, pur in presenza di gravi problemi sociali a causa del notevole divario tra ricchi e poveri, della mancanza di lavoro specialmente nel mondo giovanile e ancora in particolare nel mondo meridionale. Il problema più grosso è che si è distrutto il passato, e lo si è fatto con molte ragioni a causa di inefficienze e di corruzione in ogni settore, ma non si è preparato in modo intelligente il nuovo. Ci si è affidati all’emotività del Comico nazionale, che ora forse sta capendo il burrone che si è creato sotto i nostri piedi e purtroppo l’entusiasmo giovanilistico si è posto a guida di un mondo complesso quale quello sociale ed economico della Paese Italia; è emerso con forza un partito senza storia e senza una adeguata preparazione in rapporto ai problemi della nostra società. Staremo a vedere dove andremo a parare anche se attualmente l’orizzonte è molto oscuro e il nocchiero non sa come orientare la barca nel mare in tempesta.

In Italia abbiamo questa enorme confusione ma non è che l’Europa e il resto del mondo godano di serenità e di pace.

L’America di Trump rimane un focolaio di tensioni improvvise ed improvvide, la Russia di Putin tende a restaurare la zona d’influenza dell’Unione Sovietica.

Ci angoscia la situazione quotidianamente tragica sella Palestina, di quella Terra che ha dato origine al Dio “fatto carne”. Quella carne è oggi martoriata dalle tensioni permanenti tra ebrei e palestinesi. La Siria poi viene sempre più desertificata dalle bombe e dai missili. E tuttavia c’è un cerino acceso in mezzo a tanto buio. Ero giovanissimo, da scuola media, e sentivo continuamente parlare della guerra al 38° parallelo; era la linea di demarcazione che divideva in due la Corea: al nord c’era l’occupazione sovietica e al sud quella americana. Si trattava della linea di sospensione della guerra dopo la resa del Giappone del 1945. Nelle due Coree, in particolare sul 38° parallelo la seconda guerra mondiale continuò fino al 1953 allorquando si stabilì una sospensione, un semplice armistizio. Poco dopo si apriva in estremo Oriente un altro doloroso capitolo: i Francesi sconfitti nel 1954 a Dien Bien Fu lasciarono l’Indocina, poi chiamata Vietnam, agli Americani e partì una guerra che straziò gli animi, oltre che i corpi, dell’intera umanità. In questi giorni i due presidenti coreani si incontrano proprio sulla linea di demarcazione; è il primo segno di pace dopo 65 anni di conflitto. E’ un buon auspicio.

Il bosco di Carpenedo

Il Bosco di Carpenedo sarà aperto tutte le domeniche dal 25 aprile al 24 giugno 2018, dalle 10:00 alle 18:00 – Ingresso e visite guidate gratuite. L’area è protetta dall’Unione Europea che l’ha classificata come SIC (Sito d’Interesse Comunitario), per la qualità e la rarità degli ambienti che vi si trovano e come ZPS (Zona a Protezione Speciale) per le caratteristiche dell’avifauna presente. Il Bosco di Carpenedo è costituito da quattro ambienti ben distinti fra loro per un totale di 10 ettari:- il bosco storico, residuo dell’antico querco-carpineto;- i nuovi impianti boschivi realizzati tra il 1990 e il 1998-99;- i prati stabili, eredità dell’antica sistemazione agraria dell’area; – gli ambiti umidi delle bassure presenti nei prati e nei fossati.

Interamente recintato il Bosco di Carpenedo può essere visitato solo nei giorni festivi in primavera ed in autunno per tutelare la fragilità ambientale di un sito dichiarato di interesse comunitario. L’accesso al Bosco di Carpenedo avviene da via del Boschetto dove è possibile trovare due parcheggi. Si consiglia l’utilizzo della bicicletta per potersi poi spostare facilmente a visitare il vicino Forte Carpenedo e godersi i panorami campestri della zona. Il bosco è raggiungibile con i mezzi pubblici: con l’autobus numero 2 fino al capolinea in via Don Sturzo, proseguendo poi a piedi per circa 1 Km su strade poco trafficate (via Vallon e Via del Boschetto) e con il treno dalla fermata della stazione di Carpenedo si prosegue in Via Trezzo, per circa 200 mt, per poi girare a destra e percorrere Via del Tinto e Via del Boschetto.

(ViviVenezia maggio 2018)

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