Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 6 maggio 2018

Da UNA VOCE NELLA RIVIERA – 6 maggio 2018
settimanale dell’unità pastorale delle parrocchie del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Sabbioni e di San Pietro in Bosco e Santa Maddalena di Oriago

La foto di copertina, che ritrae il parroco don Cristiano in veste, cotta ed aspertorio, mentre benedice i campi in occasione delle “rogazioni”, è emblematica dello stile e della pastorale di questo parroco. Ognuno può avere le sue idee, ma resta però il fatto che i risultati dell’impegno pastorale di questo prete sono notevoli.

Interessanti quanto mai le riflessioni di don Cristiano, tanto che, una volta ancora, consiglio di leggerle e di meditare.

Pubblico pure la visita del Patriarca a due struture solidali quanto mai importanti ed una lettera di una lettrice del periodico che si dice quanto mai entusiasta, pure lei, delle riflessioni di don Cristiano.

don Armando

Lungo il fiume
Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera
di don Cristiano Bobbo

3 Aprile

Le regole del gioco
Ho assistito con un po’ di imbarazzo alle rimostranze di un bambino di quattro anni nei confronti della nonna che lo invitava a lasciare il parco dei giochi per far rientro a casa dopo un intero pomeriggio all’aperto. Il piccolo sembrava non voler sentir ragioni, scappando in continuazione ai tentativi di rincorrerlo da parte della nonna esausta e sconsolata. Povera nonna, costretta a subire le conseguenze dei capricci del nipotino e, forse, dell’assenza di regole precise nel campo educativo. Non credo di sbagliare quando dico che dietro ai problemi comportamentali dei bambini si nasconde quasi sempre una fragilità dei genitori e della famiglia che non riescono a fornire criteri chiari di comportamento nei confronti dei figli.

Avvalorano questa mia convinzione, invece, quegli atteggiamenti chiari e decisi di mamme e papà che, anche se il bambino protesta violentemente contro le loro decisioni, grida a lungo, si butta caparbiamente a terra o si scaglia contro di loro, riescono a far rispettare in maniera intransigente le “regole del gioco”. Fortunato quel bambino che, fin da piccolo, nonostante la tenacia della sua ostinazione protratta a tal punto da diventare a volte fastidiosa, ha potuto contare sul comportamento coerente di genitori che sono rimasti irremovibili sulla breccia a tenergli testa, che gli hanno fatto capire che non si può fare il passo più lungo della gamba e che non sono importanti solo i propri desideri ma esistono anche i divieti e la vita diventa spiacevole se non li si rispetta. Fortunati quei bambini che sono cresciuti sapendo che c’erano dei limiti, che hanno potuto contare su un padre che non cambia debolmente il suo “no” in un “sì” solo per comodità, per ristabilire la calma in fretta. E bravi quei genitori che hanno imparato a sopportare con calma di essere conosciuti dai figli non solo come i cari genitori che li accontentano in tutto e li difendono a spada tratta, ma talvolta anche come i “cattivi”, gli intransigenti genitori che li hanno aiutati ad affacciarsi con responsabilità e fatica sulla scena della vita.

5 Aprile
Dentro e fuori
Se guardassimo dall’esterno i cristiani, il loro modo di apparire sulla compagine del nostro mondo, dovremmo ammettere che ce n’è davvero per tutti i gusti: ci sono quelli che vanno a messa e quelli che girano con la corona del rosario tra le mani, quelli che si ritirano nei conventi e negli eremi e quelli che partono per la missione in terre lontane, quelli che organizzano processioni e pellegrinaggi nei diversi santuari e quelli che si recano ad assistere i malati negli ospedali. Ma la carta d’identità dei cristiani rimane sempre una sola: l’amore per Dio e per i fratelli. Ci sono preti con l’abito talare e preti che vestono in borghese, suore con le sottane lunghe e altre ridotte alla foggia laicale, chi porta il crocifisso al collo o la croce sul bavero della giacca ma il segno di riconoscimento dei consacrati rimane sempre e solo l’amore. Personalmente però preferisco un cristiano, un prete o una suora che si sforza di vivere l’amore e non si vergogna di mostrarsi a tutti anche attraverso un abito che lo richiama al proprio dovere mantenendolo entro i limiti della sua vera identità.

6 Aprile
La bellezza che non sfiorisce…
Di solito, quando mi trovo a Venezia, preferisco girare per la città senza usare i mezzi pubblici camminando per le calli, lasciandomi sorprendere dalla bellezza sempre nuova e sempre fresca della mia città. Stamattina, dovendo raggiungere l’isola della Giudecca, ho fatto il breve tragitto del traghetto dalle Zattere alla Palanca. Con me, insieme a tante altre persone, sono salite anche due giovani donne, fresche e belle, che hanno subito attratto l’attenzione generale per il loro parlare e la loro risata capace di rallegrare l’ambiente. A un certo punto, la più bellina, disturbata dalla spinta involontaria di un turista che per un attimo aveva perso l’equilibrio, non abituato al sobbalzo del vaporetto sulle onde del canale, se ne esce con una pesante bestemmia. Un uomo commenta a voce alta: “Senti che roba!”. E la bella: “Lei si faccia i… suoi”. L’allegria scompare di colpo: la volgarità ha cancellato l’effetto bellezza suscitato dalla presenza femminile. La donna che rinuncia alla bellezza interiore può raggiungere livelli di volgarità impressionante. C’è poco da agghindare il corpo con trucchi e vestiti: quando manca la bellezza interiore anche quella esterna è soltanto apparenza inconsistente, “un anello d’oro al naso di un porco”! Veramente fuori luogo in una città come questa che insegna a tutti la vera bellezza, quella che non sfiorisce mai, anzi migliora con gli anni.

Il Patriarca tra noi: i due appuntamenti di un venerdì speciale

L’inaugurazione del nuovo Centro Diurno dell’Anffas
di Alessandra Giulian

Nella tarda mattinata di venerdì 27 aprile oltre un centinaio di persone hanno partecipato a Oriago all’inaugurazione del nuovo Centro Diurno “Il Quadrifoglio”, struttura realizzata dall’associazione Anffas Riviera del Brenta, per accogliere dodici ragazzi che potranno stare assieme impegnati in varie attività ricreative. L’edificio, luminoso e colorato, è stato costruito in tempi brevissimi e per il taglio del nastro erano presenti tante autorità religiose e politiche, che hanno sostenuto il progetto. I ringraziamenti della presidente dell’Anffas locale, Donatella Donati, sono stati rivolti a loro e in particolare ai numerosi volontari e amici, ‘cuore’ dell’Associazione stessa, per l’impegno e il lavoro profuso sempre a fianco dei ragazzi.

Visita con pranzo a Casa San Raffaele
di Francesco Vendramin

Accompagnato da don Cristiano e don Morris, il Patriarca è arrivato a Casa San Raffaele accolto da Alberto responsabile della struttura, dal Direttore di Caritas Veneziana diacono Stefano, da mons. Pistolato, da don Carlo parroco di Borbiago, dalla Mary, dai volontari e dagli ospiti che ha voluto conoscere personalmente, informandosi della provenienza di ciascuno e del percorso di integrazione che stanno svolgendo. Alberto ha fatto la cronistoria della Casa presente in Riviera da più di ventanni ed inaugurata da suo padre, diacono Ilario, nel 1997. La proiezione di un breve filmato ha illustrato la vita attuale della casa con le caratteristiche strutturali del complesso, ma ancor più con le attività di ospiti e volontari.

Gradita presenza e condivisione è stata quella dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Mira Chiara Poppi accompagnata dalla capo servizio dott.ssa Squizzato, che ha sottolineato la fattiva presenza della Casa e di Caritas nel territorio. Il nostro Patriarca ha sottolineato la necessità di una sempre maggior integrazione e partecipazione attiva delle comunità cristiane del Vicariato alla vita della Casa e all’accoglienza dei fratelli migranti, non solo nei momenti eccezionali, come avvenuto in occasione della marcia/manifestazione dei profughi di Cona, ma nel quotidiano, apprezzando particolarmente il servizio svolto dagli scouts in questi venti anni, ed invitando ad allargare il numero dei volontari quale segno di comunione dei cristiani. Il pranzo, all’aperto, è stato preparato dagli ospiti, che hanno così potuto dimostrare concretamente il loro coinvolgimento nella gestione della casa.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Caro don Cristiano, leggo sempre volentieri i suoi “Pensieri in libertà lungo il fiume”, spesso avrei voglia di commentarli insieme ma il tempo è sempre tiranno per me e soprattutto per lei che vedo sempre impegnato e di corsa… Avrei voluto commentarli via email e poi penso che magari vado ad intasare la posta di un parroco che avrà già molti messaggi più importanti da leggere…. Allora ci penso magari mentre faccio i letti o stiro o corro avanti e indietro tra casa mia e quella di mia mamma… È uno stimolo per soffermarci su argomenti che spesso magari trascuriamo o a cui non diamo la giusta importanza. Poter avere tempo a disposizione per discutere assieme a chi ci circonda di molte cose sarebbe una bellissima opportunità di crescita e di conoscenza reciproca; anche da un dialogo possono passare molte informazioni da noi stessi agli altri, come dice lei: dal comportamento, dal linguaggio, dalle azioni che compiamo spesso comunichiamo molto di più che con le parole. E conoscersi aiuta a creare comunità. Ma siccome questo non sempre è possibile va benissimo scrivere, qualcosa di positivo arriva sempre a chi riceve il messaggio e crea comunque un legame tra’ mittente e destinatario. Quindi se posso permettermi di darle un consiglio continui tranquillamente a condividere con noi i suoi pensieri in libertà. Grazie!!!

Nerella Zorzetto

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