Un rifugio nella calura

Qualche settimana fa ho letto quella cara e promettente pagina di Vangelo in cui si riferisce l’invito di Gesù: “Venite a me voi che siete affaticati e stanchi ed io vi darò ristoro”.

Di primo acchito il mio diavolo, antagonista perpetuo del mio angelo custode, mi suggerì di dire ai fedeli che la chiesa del cimitero è climatizzata e perciò, durante le calure di Caronte e di tutta la corte dantesca, essa rappresenta il luogo ideale per una piacevole rinfrescata. Ma l’angelo custode mi ribatté subito che un discorso del genere è irrispettoso, interessato e venale e perciò virai di brutto per un discorso più in linea col pensiero del Maestro, discorso di cui sono pure tanto convinto. Cioè è opportuno approfittare di questo luogo di pace per parlare amichevolmente col Signore, confidandoGli le nostre cose.

Un giovane scout ha scritto che pregare significa “chiacchierare” con nostro Signore, ossia stabilire un rapporto autentico, non ricorrendo a forme seppur belle ma lontane dal nostro sentire e dai nostri problemi.

Mi ricordai di una vecchia maestra di Carpenedo che veniva in chiesa nei momenti più solitari. Quando le chiesi come mai facesse questo, mi rispose: «Il Signore ha tanto da fare, deve dare ascolto a persone più giovani e più importanti di me. Vengo quando non ha nessuno, quando ha tempo per ascoltare anche questa povera vecchia». Fede particolare questa, ma bella fede.

Preoccupazione pretestuosa di Bersani

Oggi mi sono dato alla politica, pregando per i poveri morti di Berlusconi. Però non so a chi votarmi perché il Signore mandi un angelo custode di rincalzo anche a Bersani.

Questo segretario del PD, pur avendo frequentato la cattiva scuola delle Botteghe oscure, mi pare una persona onesta. Ho letto che ha fatto la sua tesi di laurea su un argomento religioso, che dedica sempre la domenica alla sua famiglia. Da un punto di vista morale mi pare un galantuomo, mai ho sentito parlare di avventure extraconiugali. C’è stato persino uno dei miei vecchi ragazzi che mi ha giurato che appartenne a Comunione e Liberazione. Mi pare improbabile, ma tutto è possibile.

Talvolta mi fa pena perché mi rendo conto che ha dietro di sé un esercito di Brancaleone irrequieto, volubile, pronto al tradimento. Temo che gli capiterà la stessa sorte di Veltroni, infatti è ben difficile, almeno per ora, dar vita ad un partito liberale, nel senso migliore del termine, capace di far convivere le varie componenti del partito anche se non condividono tutti gli aspetti della vita. Quindi qualche preghiera la spendo anche per Bersani.

Quello che non capisco però è come gli sia venuto in mente di impostare l’ultima assemblea nazionale sulle “nozze” dei gay. Io sarei felice se si trovassero delle soluzioni che inquadrino queste persone particolari, dando loro garanzie e diritti, ma per carità non assimiliamo le loro unioni alla famiglia, che è tutt’altra cosa! Che cosa gli è venuto in mente di impuntarsi su un problema marginale, e soprattutto impostato sull’equivoco!?

Speriamo che la Bindi gli faccia cambiar idea e chieda l’angelo custode supplementare per il suo segretario.

I poveri morti di Berlusconi

Mi pare di aver sentito che Berlusconi aveva una zia suora e che sua mamma era molto religiosa. So anche che ambedue sono morte.

Quando ero bambino mi fu inculcato di ricorrere, quando mi fossi trovato in difficoltà, alle “anime sante del Purgatorio”. Da grande ho capito che queste “anime sante” non sono che i nostri cari defunti. Per il mestiere che faccio e per il luogo dove lo faccio, ho ogni giorno a che fare con tutto quello che riguarda l’aldilà; quindi ho quotidiana dimestichezza con i cari defunti e ogni volta che faccio un funerale penso di acquisire un amico in cielo che mi può aiutare e proteggere.

Partendo da questi presupposti prego con fervore e con fiducia la madre e la zia suora di Berlusconi che gli facciano capire quanto sia inopportuno che non si ricandidi, sia perché farebbe un “fiasco” completo, ma soprattutto perché di cattivo esempio agli italiani ne ha dato oltre ogni limite. Prego queste due “anime sante” che facciano capire al loro Silvio che l’Italia ha bisogno di persone pulite, oneste, trasparenti, di buoni costumi e, perché no? di cristiani coerenti.

Il prossimo anno credo che nessuno voterà Berlusconi, neppure turandosi il naso. Sarà per lui opportuno e doveroso impegnarsi per fare opere buone ed un po’ di penitenza.

La linea del Piave

Nota della Redazione: questo articolo, come gli altri, risale ad un paio di mesi fa e fortunatamente nel frattempo il comune ci ha dato il terreno.

Quando si parla della grande guerra ci si riferisce all'”offensiva del Piave” come alla battaglia decisiva di quel tragico ed immane conflitto.

Mio padre, che a quel tempo abitava al Eraclea nel mio paese nativo, che è a ridosso della sponda sinistra del Piave, mi raccontava dei tentativi dei tedeschi di passare il fiume tentando in ogni maniera di buttare ponti di barche. Io sono suo figlio; quasi un secolo dopo mi pare non solamente di partecipare con trepidazione a questo evento, ma sento su di me la responsabilità di guidare un’altra battaglia importante, come il vecchio Cadorna. Se entro poco tempo non riusciamo ad ottenere la superficie per costruire il “don Vecchi 5” per gli anziani in perdita di autonomia, perdiamo il finanziamento della Regione, una opportunità che capita una volta nella vita.

Qualche giorno fa ho scritto al sindaco e alla compagine dei suoi assessori che sento il dovere sacrosanto di dar voce a chi non ha voce e che perciò adoprerò ogni mezzo lecito per sconfiggere la burocrazia dell’amministrazione comunale.

Spero che una volta tanto Orsoni esca dalla sua pace olimpica per prendere posizione ed aiutarci ad aiutarlo.

Terrò informati i miei amici pubblicando ogni settimana i bollettini della nostra guerra.

P.S. le mie minacce hanno raggiunto lo scopo: il Comune ci ha dato il terreno

I dèmoni del 2012

Forse penso troppo ai fatti di questo mondo e meno a quelli di Dio! A mia discolpa debbo pure dire che Gesù ai suoi discepoli ha pur ordinato di combattere i “dèmoni”.

Non so se per i miei colleghi preti i dèmoni siano dipinti di rosso, abbiano due corna in testa e siano armati costantemente di tridente. I dèmoni con cui io invece penso di dover combattere si chiamano: prepotenza, ingiustizia, invidia, passività e cose del genere.

In genere poi, questi dèmoni, come quelli del tempo di Gesù, non vanno a spasso in divisa ma, come i microbi o i virus, si rintanano nel cuore e nella coscienza degli uomini. Spesso poi i diavoli operano in gruppo. Gesù stesso affermò che quelli che tormentavano un pover’uomo erano una legione.

Ebbene, in questi giorni si sta parlando con tanta frequenza dei guai della Spagna. Prima di Zapatero la Spagna era indicata come una nazione all’avanguardia a livello economico. Poi arrivò Zapatero, che di diavoli credo ne avesse qualche legione in corpo, e portò la Spagna alla deriva morale ed economica di cui oggi tutti parlano.

Questo losco figuro, che nell’ultimo decennio fece da maestro a tutta la sinistra, almeno europea, quando avvertì odor di bruciato tagliò la corda, eclissandosi e lasciando la nazione nello squallore più completo. Se gli spagnoli avessero ascoltato un po’ di più Gesù, nostro maestro, che ci ha ammonito di guardarci dai falsi profeti, non sarebbero caduti così in basso.

Il guaio è che anche in Italia il diavolo è al lavoro. Lascio ai miei amici scoprire in quali personaggi del nostro Paese egli ha preso dimora.

Un apparato arcaico

Dato che ci sono mi permetto di fare un’altra riflessione sulla “giustizia”, un organo dello Stato italiano che da tanto tempo giudico sorpassato, pletorico, fazioso, inconcludente.

Forse non è tutta colpa dei giudici, ma pure e soprattutto dei legislatori che, invece di pensare al funzionamento di questo ministero così importante e far leggi sane e sagge, pensa a farsi sgambetti, a polemizzare sul nulla, o disertare le camere, e soprattutto ad obbedire in maniera cieca ai segretari di partito che all’interno dello stesso, o sono dei dittatori assoluti, o governano in combutta con una piccola cricca di boiardi assetati di soldi e di potere.

Premetto, a me piace quanto mai il ministro Severino. Mi pare però che nonostante sia una donna intelligente, libera, innovativa, non le permettano di fare ciò che sarebbe quanto mai giusto.

Ormai sappiamo fin troppo bene che le prigioni sono sovraffollate, disumane, incivili e che i carcerati si impiccano a centinaia (mi vengono i brividi a pensarci!).

Pare che la Sseverino pensi a pene alternative, più civili e più vantaggiose per i carcerati e per il Paese e voglia metter fuori dal carcere almeno ventimila persone. Io prego ogni giorno perché quella cara donna cominci almeno con centomila.

Stamattina ho incontrato un operaio del cimitero che le carceri le conosce fin troppo bene. Ora però è un ragazzo nuovo, lavora ed è cordiale; di certo non è assolutamente quello per cui un tempo lo si è messo dentro. Pare che a giorni lo vengano a prendere per un altro mese di carcere che gli manca.

Cara signora Severino, non ascolti la Lega, Di Pietro e tutti quei forcaioli, perché lei sa meglio di me che il carcere non migliora nessuno. Lasci che il mio amico continui a curare le tombe del nostro camposanto: ciò è vantaggioso per lui, ma anche per noi.

Un forzato: uomo nuovo

Sempre per rimanere sul tema della giustizia, ho visto, prima alla televisione, poi sul “Gazzettino”, l’ex ministro dell’agricoltura Romano scoppiare in lacrime dopo la lettura della sentenza di assoluzione “perché i fatti non sussistono”.

Mi pare che per quella sentenza i giudici abbiano impiegato ben dieci anni. Anche a me è venuto quasi da piangere al pensiero di quanta sofferenza può aver provato quel pover’uomo che per lunghi dieci anni aveva sopra di sé la spada di Damocle appesa ad un filo. Ho pensato a Tortora, ho pensato ad Andreotti e ad un numero consistente di cittadini che, per motivi politici o per le perfide rivelazioni della peggior stirpe di uomini condannati a vita, che non hanno niente da perdere o per cui hanno tutto il tempo di continuare a delinquere, distruggono la vita a poveri innocenti.

Io non so se lo Stato abbia dato a Romano una gratifica milionaria per le lunghe sofferenze patite ingiustamente o se il giudice che l’ha accusato sia stato radiato dalla magistratura per la sua superficialità e faziosità. Temo però che lo Stato volti pagina in maniera fin troppo disinvolta.

Gli uomini dell’ingiustizia

Questa mattina ho sentito alla televisione che ogni anno vanno in prescrizione duecentomila processi perché i giudici non riescono ad arrivare a sentenza. Ho pensato: “O i giudici sono troppo pochi, o sono lavativi”. Di certo questo non accade perché sono poco pagati, perché dopo i calciatori sono quelli che hanno lo stipendio più alto fra i comuni lavoratori italiani.

Poi m’è passata per la mente un’altra ipotesi: “Mi pare impossibile che tra quei duecentomila processi non ce ne sia qualcuno di più importante di quello che riguarda quello sporcaccione di Berlusconi!

Penso con tanta amarezza alle infinite udienze, al costo degli avvocati, allo scomodare tanti testimoni, alle pagine infinite di cronaca nera apparse sui giornali, al cattivo esempio e al tempo perduto per quella squallida vicenda. Non sarebbe stato più giusto che anche un giudice di primo pelo avesse sentenziato, mettendosi la toga o anche senza: “Il signor Berlusconi, come tutti sanno è un maniaco sessuale o un vecchio sporcaccione. Dimenticatelo!”.

Ho paura che anche ai giudici piaccia pescare nel torbido o abbiano delle grosse antipatie, tanto che non so più se abbia sbagliato più Berlusconi o i suoi giudici.

Maledetto e benedetto

L’uomo, fin dai tempi di Babele, ha tentato di salire sul trono di Dio. Egli sta scimmiottando in tutti i modi il Signore, volendogli dimostrare che è bravo quanto Lui.

Da mezzo secolo ha cominciato a pasticciare con i cromosomi, riuscendo a clonare la pecora Dolly, e poi, pur con materiale preesistente, affittando l’utero di qualche donna, sforna persino bambini. Però, come dice suor Teresa “che ad ogni poeta, per quanto bravo, manca un verso”.

Ho fatto esperienza diretta che le opere dell’uomo, per quanto bravo lui sia, sono di molto inferiori a quelle nate dal tocco di Dio. Anche il mio udito, dopo i miei occhi, i miei denti e tanti altri organi, è venuto meno. Sono andato all’Amplifon per aggiustare l’udito mancante. L’operazione mi è costata quattromiladuecento euro. Però stamattina, mentre predicavo, una voce chiara mi ha detto improvvisamente: “batteria scarica” e nel pomeriggio la stessa voce m’ha ripetuto la stessa cosa sull’altro orecchio.

M’è venuta in mente la storiella dei Vangeli apocrifi quando raccontano che le colombelle fatte da Gesù volavano, mentre quelle dei suoi amichetti se ne stavano a terra come il piombo.

“Mio Dio, quanto son belle le Tue opere!”. M’è parso che Gesù mi rispondesse: «Benedetto chi si fida del Signore, infelice invece chi si fida dell’uomo.

Voce per chi non ha voce

Una volta tanto spero di essere totalmente fedele al Vangelo. In questi giorni ho grosse difficoltà col Comune perché la sua proverbiale inerzia rischia di farci perdere i duemilioniottocentomila euro di mutuo se entro fine di agosto non ci assegna il terreno per il “don Vecchi 5”.

Mi sono chiesto che cosa posso fare per non permettere che i vecchi poveri di Mestre perdano questa fortuna. La lettura del Vangelo mi ha fornito la risposta attraverso la parabola del giudice disonesto e la vedova che chiedeva giustizia. La vedova insistette tanto che il giudice si disse: “Anche se la sorte di quella donna non mi interessa punto, purché non mi scocci ulteriormente, l’ascolterò”.

“Signore ti ringrazio di questo insegnamento”, non lascerò passare settimana senza tirare il sindaco per la giacca. Spero che Orsoni non sia più iniquo del giudice della povera vedova. Comunque informerò i miei amici sulla validità dell’insegnamento di Gesù.

P.S. una volta tanto il Comune è arrivato in tempo!

Sicilia, cicala d’Italia

Monti e Napolitano hanno chiesto a Lombardo di dimettersi. Pare lo faccia, pur in maniera spavalda, il truffaldino per eccellenza di una Regione fuori controllo e mafiosa dal primo all’ultimo abitante.

Ho ascoltato prima, sbigottito, i costi, i confronti con le regioni del nord; poi mi sono chiesto: “Berlusconi, Prodi, Dalema e tutti i boss che sanno tutto di tutto, perché non sono intervenuti lo scorso anno, dieci, venti, trenta, quarant’anni fa?”

Non oso pensare quale sarà la pensione di Lombardo, dato che Giletti, alla televisione, ci ha informato che un certo funzionario della stessa regione gode di una pensione, legittimamente ottenuta, di cinquemila euro al giorno! Io non mi preoccuperei affatto che la Sicilia ottenga la secessione, se non vuol osservare le regole delle altre regioni d’Italia, anzi le darei una spintarella per quel verso. Se poi volesse, per riconoscenza a Garibaldi, rimanere italiana, niente di contrario, purché si amministri con i suoi soldi come le pare e piace! E non parlatemi, per favore, di solidarietà, diversamente è solo connivenza!

L’operaio della Vinyls

Il vento della disperazione ha spinto al “don Vecchi”, come un fuscello, un operaio della Vinyls di Marghera. M’è parso subito come uno di quei fiori di plastica sbiaditi dal sole, che quando tira vento di tramontana vengono sparsi disordinatamente lungo il marciapiedi del nostro cimitero.

Venticinque anni di lavoro regolare nella stessa fabbrica, una moglie e due bimbi, poi la fabbrica ha chiuso per uno di quei tanti misteri dell’economia globale, anonima e spietata. «Don Franco mi aiuta, ma sono indietro con l’affitto. Non ce la faccio più!«.

Gli diedi cinquanta euro, ma nessun consiglio. Non ho più consigli da dare. Andandosene, mi mostrò una fattura del pronto soccorso dell'”Angelo”. Era caduto dalla bicicletta a causa delle rotaie del tram. Entrato alle 20, è uscito dopo mezzanotte con in mano un foglio di 52,80 euro per la visita ottenuta con la classifica “codice bianco”. La malasanità l’ha derubato della mia elemosina.

L’arbusto del granello di senape

Nella vita, mi par di aver capito che bisogna avere il coraggio di gettare un seme, per quanto piccolo possa apparire.

Gesù è un buon maestro anche in questo settore, quando parla del “granellino di senapa” che è il più piccolo tra le sementi, ma una volta cresciuto, diventa un arbusto sui cui rami possono ripararsi gli uccelli dell’aria.

La stessa cosa è avvenuta per il “don Vecchi”. Gettato il seme, in pochi anni è cresciuto, quasi senza che nessuno se ne accorgesse, arrivando a 310 appartamentini, 400 ospiti, 250 volontari, il magazzino dei vestiti per i poveri con trentamila presenze l’anno, il Seniorrestaurant con i suoi volontari. Altrettanto il bar, il chiosco della frutta e verdura con 200 “clienti”, il magazzino dei mobili, dei supporti per gli infermi, il banco alimentare con i suoi 2500 assistiti, la Galleria San Valentino, ecc.

Da queste realtà un vero esercito di collaboratori offrono il loro tempo e lavoro, ma nel contempo hanno pure i loro vantaggi. La gente dice che “una mano lava l’altra”. Questa massima è valida anche da noi, motivo per cui i beneficiati dal “don Vecchi” non sono solamente i 400 anziani, ma l’indotto è dieci volte più numeroso.

La particella di Dio

M’è parso doveroso informarmi sulla recente scoperta scientifica che la stampa ha definito “La particella di Dio”. Ho letto con attenzione parecchi articoli di carattere divulgativo, ma non ci ho capito niente. Le spiegazioni della stampa, pur tentando esse di semplificare e rendere comprensibile l’argomento, almeno per me, non sono riuscite a spiegarmi ciò che l’esperimento ha dimostrato.

Io sono rimasto alla metafisica “sposata” da san Tommaso, in cui si afferma che ogni effetto presuppone una causa. Ora se con la “particella di Dio” si fosse scoperto il bisnonno dell’atomo, per me non cambierebbe assolutamente nulla, perché vorrebbe semplicemente dire che per spiegare l’esistenza del bisnonno bisogna risalire al trisavolo. Dio rimane colui che è la fonte dell’essere, perché una fonte prima ci deve essere per spiegarci la presenza dell’acqua.

Zichichi, il famoso scienziato, è andato un po’ oltre scrivendo: “L’attuale messaggio della scienza è quindi che tutti noi siamo figli di una logica rigorosa, non del caos: l’ateismo è un atto di fede – non di ragione – nel nulla.

Meglio ancora, perché mentre i credenti hanno il conforto della ragione e la scienza dalla loro parte, gli atei hanno solamente la “fede” nella loro supponenza.

Pronto alla guerra in difesa degli anziani in perdita di autonomia!

Il dieci agosto abbiamo presentato alla Regione il progetto definitivo per i sessanta alloggi per anziani in perdita di autosufficienza, progetto correlato da un documento che attesti che la Fondazione dispone di una superficie in cui collocare la nuova struttura, altrimenti la Regione non può erogare il mutuo di duemilioniottocentomila euro già stanziati per questa operazione.

Credo che molti concittadini conoscano la triste storia. Il Comune aveva promesso un’area contigua al “don Vecchi”, ma il parroco di san Pietro Orseolo, attraverso la “mano secolare” di un sedicente “comitato antiantenna” si è opposto perché il quartiere non sia privato di una porzione di un parco che attualmente è destinato ai “bisognini” dei cani.

L’amministrazione, impaurita, ha ritirato la promessa ed ha proposto una superficie alternativa nella zona degli Arzeroni, certamente più decentrata. Comunque la Fondazione ha accettato il cambio, anche se svantaggioso. Il guaio è che alcune fasce di terreno il Comune non le ha ancora acquisite e perciò, per dar corso all’atto d’obbligo, deve portare a termine una serie di operazioni la cui competenza è dell’assessorato al patrimonio.

Io, nel passato, ho avuto la sfortuna di avere a che fare con questi uffici e ne conosco purtroppo i tempi biblici. Siccome le settimane passano producendo solamente promesse ed assicurazioni verbali, mi sento costretto a mettere in moto “la meravigliosa macchina da guerra” per mobilitare l’opinione pubblica. E’ certo che in guerra valgono poco le bombe mirate, si finisce sempre per sparare sul mucchio.

Venezia, da cinquant’anni parla del nuovo stadio che non è ancora nato, del nuovo carcere che ha perduto, ora chiacchiera sul Fondaco dei tedeschi e finirà per perdere anche quello. Le capita la fortuna insperata dell’offerta della torre di Chardin e anche su questo progetto chiacchiera e tentenna. Non vorrei che capitasse la stessa fine anche alla nuova struttura pilota per gli anziani in perdita di autonomia.

Da oggi comincia la guerra, che sarà senza quartiere, verso un Comune che è esattamente l’opposto della Serenissima Repubblica. In questo caso prometto alla città che mi batterò fino all’ultimo sangue.

Se quando verrà pubblicata questa pagina del mio “diario” non avrò in mano documenti certi, comincerò col pubblicare la lettera già inviata al sindaco, ricordandogli che “uomo avvisato mezzo salvato!”.