Un forzato: uomo nuovo

Sempre per rimanere sul tema della giustizia, ho visto, prima alla televisione, poi sul “Gazzettino”, l’ex ministro dell’agricoltura Romano scoppiare in lacrime dopo la lettura della sentenza di assoluzione “perché i fatti non sussistono”.

Mi pare che per quella sentenza i giudici abbiano impiegato ben dieci anni. Anche a me è venuto quasi da piangere al pensiero di quanta sofferenza può aver provato quel pover’uomo che per lunghi dieci anni aveva sopra di sé la spada di Damocle appesa ad un filo. Ho pensato a Tortora, ho pensato ad Andreotti e ad un numero consistente di cittadini che, per motivi politici o per le perfide rivelazioni della peggior stirpe di uomini condannati a vita, che non hanno niente da perdere o per cui hanno tutto il tempo di continuare a delinquere, distruggono la vita a poveri innocenti.

Io non so se lo Stato abbia dato a Romano una gratifica milionaria per le lunghe sofferenze patite ingiustamente o se il giudice che l’ha accusato sia stato radiato dalla magistratura per la sua superficialità e faziosità. Temo però che lo Stato volti pagina in maniera fin troppo disinvolta.

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