Maledetto e benedetto

L’uomo, fin dai tempi di Babele, ha tentato di salire sul trono di Dio. Egli sta scimmiottando in tutti i modi il Signore, volendogli dimostrare che è bravo quanto Lui.

Da mezzo secolo ha cominciato a pasticciare con i cromosomi, riuscendo a clonare la pecora Dolly, e poi, pur con materiale preesistente, affittando l’utero di qualche donna, sforna persino bambini. Però, come dice suor Teresa “che ad ogni poeta, per quanto bravo, manca un verso”.

Ho fatto esperienza diretta che le opere dell’uomo, per quanto bravo lui sia, sono di molto inferiori a quelle nate dal tocco di Dio. Anche il mio udito, dopo i miei occhi, i miei denti e tanti altri organi, è venuto meno. Sono andato all’Amplifon per aggiustare l’udito mancante. L’operazione mi è costata quattromiladuecento euro. Però stamattina, mentre predicavo, una voce chiara mi ha detto improvvisamente: “batteria scarica” e nel pomeriggio la stessa voce m’ha ripetuto la stessa cosa sull’altro orecchio.

M’è venuta in mente la storiella dei Vangeli apocrifi quando raccontano che le colombelle fatte da Gesù volavano, mentre quelle dei suoi amichetti se ne stavano a terra come il piombo.

“Mio Dio, quanto son belle le Tue opere!”. M’è parso che Gesù mi rispondesse: «Benedetto chi si fida del Signore, infelice invece chi si fida dell’uomo.

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