Un applauso all’amministrazione pubblica per la nuova “cattedrale del cimitero”

Ho seguito con estremo interesse l’erezione della nuova “cattedrale del cimitero” in cui potrò pregare e celebrare i divini misteri, senza più preoccuparmi dei nuvoloni bassi e dell’aria pesante foriera di pioggia incombente, del vento che scompagina il messale e delle frescure autunnali che trattengono i fedeli nella cappella preferendola al piazzale dell’altare della Patria.

Mentre scrivo queste note, una gru ciclopica sta calando dal cielo, passando sopra gli alti cipressi, pareti intere con i fori di porte e balconi.

Ho l’impressione che la chiesa che il Comune sta donando ai fedeli del cimitero e alla città, non sia più quella apparsa anche sul “L’incontro”. L’ingegnere che cura la manutenzione dei cimiteri, mi ha informato che essa arriva dalla Romania e questo mi garantisce che dovrebbe quindi essere a prova di freddi rigidi di quel paese, e perciò capace di riparare anche dal caldo.

Sto seguendo con curiosità ed anche con una certa preoccupazione la nascita di questo nuovo spazio per Iddio.

Se era inaccettabile che d’inverno i fedeli partecipassero all’aperto all’Eucarestia domenicale, mi dispiacerebbe pure che ora, con uno spazio così consistente, la chiesa rimasse mezza vuota.

L’attenzione del Comune e l’esborso di denaro pubblico mi stanno preoccupando perché solamente l’adesione dei fedeli, potrà giustificare questo impegno della collettività.

Sono felice di poter finalmente dar atto all’attuale amministrazione pubblica che il riordino del piazzale, la piazzetta dei fiori, il grande parcheggio, il nuovo portale e l’ingresso principale ed infine la chiesa, seppur provvisoria, costituiscono un intervento significativo che finalmente bonifica e nobilita pure anche questo comparto della nostra città.

Io sono un cittadino che partecipa in maniera attiva alle vicende del mondo in cui vivo, non risparmio la sollecitazione e neppure la critica, quando la ritengo necessaria o opportuna, ma ritengo doveroso anche dar atto che questo intervento così consistente è un tassello veramente importante per la “nuova Mestre” e quindi mi è doveroso riconoscere pubblicamente che, nonostante tutte le difficoltà, l’amministrazione comunale s’è fatta carico di questo riordino e lo sta portando a termine.

Nota della Redazione: “Alla prova dei fatti le 200 sedie non bastano ormai più!”

Parole inascoltate ma forse non necessarie

Quando il vescovo ausiliare monsignor Pizziol, ha accettato la proposta del Comune di costruire una chiesa provvisoria affinché anche il cimitero di Mestre avesse una struttura adeguata al numero di abitanti e al ruolo che la città ha, ho supposto che la Vesta-Veritas che realizzerà il progetto chiedesse la collaborazione del sacerdote che la gestirà. Una consulenza e perlopiù gratuita dovrebbe essere una cosa non solo opportuna ma anche gradita.

Preoccupato che non si facessero spese inutili, o non in linea con le esigenze liturgiche, scrissi subito una lunga lettera al responsabile delle strutture cimiteriali per dare qualche suggerimento e per proporre alcune piccole soluzioni migliorative, non onerose, ma anzi tese al risparmio.

Questo avvenne il 4 agosto quando cominciarono i lavori di sbancamento e l’inizio di quelli interessati la costruzione della platea. Attesi una cenno di risposta, ma tra la posta non vidi mai il logo della Vesta-Veritas.

Confesso che cominciai a fare qualche giudizio temerario, supportato dai rapporti precedenti non sempre positivi.

Se non che un mese dopo con estrema sorpresa m’è ritornata la lettera, in cui il postino che neppure s’è degnato di indicare la motivazione della mancata consegna.

Forse mancava il numero civico, ma la Vesta rappresenta in via Porto di Cavergnago una cattedrale nel deserto.

Oggi non si può purtroppo pretendere la serietà professionale specie in certi enti, nonostante le “grida” del ministro Brunetta.

Quello che però mi ha fatto rimordere la coscienza è stata la mia non completa fiducia in chi si è pur sobbarcato un impegno rilevante nei riguardi dei credenti e mio in particolare.

Il buon funzionamento della società ha come base la fiducia tra i vari operatori impegnati per il bene comune e la sinergia degli apporti di lealtà spesso diverse.

Nel lontano passato quando mi parve che certe amministrazioni locali considerassero i cattolici cittadini di serie B, operai per molti anni in maniera totalmente autonoma. Sembrandomi poi cambiato il comportamento del “pubblico”, mi convertii alla collaborazione e tuttora perseguo questo obiettivo, pur provando talvolta tentennamenti e tentazioni come è stato per la chiesa del cimitero.

“Il mio ultimo amore”

Nota: questa riflessione di don Armando risale ai primi di ottobre e dimostra l’effettiva celerità dei lavori di allestimento della chiesa prefabbricata del cimitero di Mestre.

Può sembrare un’osservazione perfino paradossale, ma in verità almeno per un certo aspetto debbo dire che finalmente in cimitero c’è un certo pulsare di vita! “La rotonda”, seppur lentamente s’alza poderosa verso il cielo; il grande braccio azzurro dell’altissima gru rifornisce continuamente il cantiere che pian piano sta delineandosi nel cielo come una specie di torre di Babele che accorcerà la strada ai nostri morti per raggiungere il cielo!

Quando la grande costruzione circolare sarà terminata offrirà dimora, fino per il giudizio finale, a ben dodicimila mestrini, un nuovo intero quartiere in attesa della resurrezione!

Il piazzale del Cimitero e il relativo capiente parcheggio sono ormai ai ritocchi finali. L’erba splende verdissima col sole d’autunno, il gioco dei cubetti di porfido di diverse dimensioni ben si sposa sia col filare dei nuovi cipressi, che col piccolo mercatino dei fiori gestito da Carlo, che è sempre stato un po’ il patron del piazzale, ma ora lo è a pieno titolo.

Ora poi ferve intenso il lavoro per la base della nuova chiesa prefabbricata, che di certo costituirà “il mio ultimo amore!”

Mi hanno impressionato le fondamenta: scavi apporto di materiale inerte, betonata, armature in ferro ed altro cemento a volontà. Penso che potremmo costruirci sopra la torre di Pisa o il campanile di S. Marco.

Ho provato a chiedere agli operai il motivo di una fondazione così consistente. Non ne sapevano nulla come pure io non ne so nulla. Un muratore in pensione ha insinuato che servirà anche per il progetto di Caprioglio; che il comune e la Vesta ci vogliano fare per “i morti” una sorpresa! Presenteranno al Patriarca la chiesa in una confezione regalo, compresi i fiocchi, da aprire alla meraviglia dei mestrini! C’è un vecchio proverbio che dice: “È bene tutto quello che finisce bene!”. Una volta ancora voglio affidarmi alla saggezza dei nostri vecchi!

La nuova chiesa prefabbricata del cimitero di Mestre

Chi segue questo blog sa che contiene pensieri e riflessioni che don Armando scrive continuamente (su carta!) e noi pubblichiamo con una suddivisione giornaliera.

I lettori sapranno anche quanto forte è stato l’impegno di don Armando Trevisiol perché il cimitero di Mestre fosse dotato di una chiesa all’altezza delle esigenze di una grande città. La nuova chiesa del cimitero è un progetto inseguito a lungo e impantanato in costi, problemi, lentezze, questioni burocratiche…

Nel frattempo però la Veritas e il Comune hanno dato una risposta alle esigenze dei tanti fedeli finora costretti a seguire la S. Messa all’aperto anche col tempo peggiore, accettando di far installare una chiesetta prefabbricata. La suddetta è stata inaugurata il 1° novembre 2009, festa di Tutti i Santi.

Ecco alcune immagini dell’evento realizzate da Gianni Finco:

La nuova chiesa prefabbricata del cimitero di Mestre
La nuova chiesa prefabbricata del cimitero di Mestre
Benedizione della nuova chiesa del cimitero
Benedizione della nuova chiesa del cimitero

Programma per la Festa di Ognissanti e la celebrazione dei Defunti al cimitero di Mestre

Programma per la Festa di Ognissanti e la celebrazione dei Defunti nel cimitero di Mestre (VE)

Domenica 1 novembre – Festa di Tutti i Santi
Sante Messe ore 9 – 10 – 11
Ore 15: S. Messa del Patriarca
Se c’è bel tempo la celebrazione avverrà sull’altare della Patria e se fosse cattivo tempo nella nuova chiesa accanto al piazzale del nuovo ingresso del Cimitero

Lunedì 2 novembre – Celebrazione dei Defunti
ore  9 nella vecchia cappella
ore 10 all’altare della Patria
ore 15 nella nuova chiesa

Ricordiamo a chi ci visita da fuori Mestre che don Armando è il cappellano del cimitero.

Il programma delle celebrazioni resterà in cima al blog per tutta la settimana. I nuovi commenti del blog appariranno giorno per giorno qui sotto.

Punzecchiare a volte serve…

Io non sono quasi mai aggiornato. Pare impossibile, ma mi è difficile aggiornarmi e documentarmi su persone, cose ed avvenimenti relativi alla vita del nostro Paese.

Quindi non so se Andreotti sia in casa di riposo come me, di certo so che ha lasciato un patrimonio di “verità”, nel suo quasi mezzo secolo di vita alla direzione del Paese, che sono diventate patrimonio nazionale e in questi ultimi giorni mi è ritornato alla mente una di quelle sue battutine argute e taglienti: “A pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina”.

Il mio pensiero si è rifatto a questa battuta, anche se con una leggera modifica: “A dir male, ossia a criticare, si fa certamente peccato, ma spesso si ottiene quello che si desidera o che ci par giusto che avvenga”.

In questi giorni ho avuto modo di accertarmi di cose che non cambiano il mondo ma che per me hanno una certa importanza.

Primo: gli operai della Vesta stanno trovando il tempo per pulire quasi ogni giorno i viali del cimitero. Secondo: finalmente un’autopompa della stessa società ha pulito le condutture delle acque reflue. Terzo: e questo è più importante, un grosso scavatore meccanico sta spianando lo spazio in cui si farà una gettata per la chiesa provvisoria. Quarto: “dulcis in fundo”, mi ha telefonato una ditta per prendere le misure per fare un preventivo per la ridipintura della cappella attuale.

Così che per ottobre avremo la chiesa all’aperto per le celebrazioni estive, quando c’è il bel tempo, e la vecchia cappella in ordine per le devozioni.

Dovrò confessarmi per aver fatto perdere la testa alla direzione della Vesta e della Giunta comunale, ma mi viene da concludere : “n’è valsa la pena!”

Senza punzecchiare sarei rimasto al punto di trent’anni fa.

Cambio di orario per la Messa feriale in cimitero

Dal 5 ottobre è entrato in vigore l’orario invernale per la celebrazione della S. Messa feriale nella cappella del cimitero di Mestre.

Perciò la Santa Messa nei giorni feriali sarà celebrata alle ore 15 (non più alle 9.30) mentre quella festiva rimane alle ore 10.00.

Ricordiamo che da novembre sarà pronta la nuova chiesa prefabbricata del cimitero, più capiente e climatizzata.

“L’uomo propone e Dio dispone”, anche per la Chiesa del cimitero!

Assai di frequente persone mi chiedono informazioni sulla telenovela della nuova chiesa del cimitero.

La stampa cittadina ne ha parlato più volte, riportando il parere dei vari protagonisti di questa vicenda, ognuno dei quali ha presentato il problema dal suo punto di vista, ingenerando così una confusione per cui nell’opinione pubblica c’è un sicuro disorientamento.

M’ero ripromesso che non sarei più ritornato sull’argomento che per me è definitivamente chiuso, ma ritengo opportuno che chiarisca le varie posizioni in maniera che ognuno ne tragga le conclusioni che crede.

L’assessore Fincato, la più diretta interessata a questo problema per l’assessorato che guida, ha affermato più volte che la chiesa si farà.

In pratica però ha fatto approvare un atto di indirizzo in cui si dice che il Comune è favorevole e che la cosa deve avvenire senza spesa alcuna da parte dell’amministrazione.

La Vesta, nella persona del dottor Razzini, amministratore delegato, dice che non è contrario, ma serve che il Comune finanzi la spesa, oppure essa sia finanziata anticipatamente con l’introito della vendita dei 1350 loculi previsti nei deambulatori laterali, oppure si aspetti quando la Vesta avrà soldi da stanziare per questo scopo.

Mognato, prosindaco, ha affermato che la spesa è eccessiva, e preferirebbe qualora avesse i soldi, impiegarli per fare case per gli operai.

L’architetto Caprioglio, afferma che a Mestre è dovuta un’opera degna per cui caldeggia il suo progetto.

Io, don Armando, avendo sentito dall’ingegnere Marchini della Vesta, che il costo previsto per realizzare il progetto dell’architetto Caprioglio, servono 5 milioni di euro, dapprima sono rimasto sbalordito ed incredulo, soprattutto confrontando questo costo con chiese più grandi e nobili costruite recentemente, poi ho deciso di ritirare la mia richiesta in maniera pubblica e definitiva, preferendo a questo costo iperbolico, quella attuale piccola e disadorna e quasi inospitale.

Se si degna il Signore di abitare nella cappella del cimitero, chi sono io per non farlo?

Il dottor Razzini della Vesta ha ventilato la soluzione provvisoria di un prefabbricato.

Il Comune e la Diocesi hanno accettato questa proposta e dietro l’impegno con cui si sta lavorando, tutto fa supporre che per fine ottobre la nuova chiesa sarà agibile.
Un vero miracolo!

Una volta ancora si dimostra vero che l’uomo propone e Dio dispone, non vale proprio la pena di prendersela troppo!

Oltre il punto di non ritorno per tanti progetti importanti

Quasi tutto è realizzabile, però bisogna essere disposti a pagare dei prezzi tanto più consistenti quanto sono più importanti i progetti che si perseguono.

Pare finalmente che sia sul binario giusto il progetto della Casa di accoglienza per familiari che vengono da lontano per assistere i loro congiunti ospiti nell’ospedale dell’Angelo. Ormai i giornali della città parlano sempre più di frequente e sempre più nei particolari della struttura per la cura dei tumori mediante i protoni.

Il “Samaritano” è come la barchetta legata a questo transatlantico; quanto grande, come verrà realizzato, chi lo gestirà, sono elementi ancora avvolti nel mistero, però pare che in due-tre anni s’arriverà in porto.

Quante pressioni, quante varianti, quante delusioni, quante arrabbiature… spero che non ci siano ancora aumenti di prezzo!

Per il don Vecchi di Campalto, con infinite modifiche, preoccupazioni, telefonate, suppliche pare che ormai siamo prossimi al fischio di partenza.

Non tutto è ancora risolto, ma mi pare che ormai si sia superato il limite di non ritorno!

Per la chiesa del cimitero si è passati dal monumento alla baracca, dalla cattedrale al prefabbricato, comunque per novembre e quindi per l’inverno i fedeli potranno pregare al riparo della pioggia e al caldo.

Già amo appassionatamente la “mia nuova chiesa in grembiule” la chiesa povera per la gente che crede e va al sodo!

Per i generi alimentari le cose vanno ancora meglio. Con tanta fatica e buona volontà abbiamo messo su una struttura d’avanguardia, con una catena del freddo invidiabile, con un corpo di operatori affidati ed efficienti.

Spero soltanto che l’assessore Bortollussi dia l’ultimo tocco e ci dia la possibilità di “raccogliere evangelicamente gli avanzi” del miracolo della moltiplicazione dei pani! (don Armando ha scritto questo appunto prima che la cosa si compiesse, NdR)

Costi? Notti insonni, blandizie ai giornalisti, telefonate agli amici, pazienza, costanza, faccia tosta e fiducia nella parola di Cristo “A chi batte sarà aperto, a chi domanda sarà dato!”

Però quando il bimbo è nato, la mamma dimentica le doglie ed è felice!
Così è per me!

Grazie al Comune per la mia chiesa “in grembiule”!

Sono felice, anzi orgoglioso d’avere ora la mia chiesa “in grembiule”

E’ di don Antonino Bello, il compianto vescovo di Molfetta, la sunnominata e felice espressione della “Chiesa in grembiule”, cioè della chiesa dimessa, povera, in servizio discreto ma generoso verso gli ultimi.

Non che non avessi gradito la bella chiesa progettata dall’architetto Caprioglio, che cantasse la gloria di Dio con la sua armonia e lo splendore dell’arte, nella quale la presenza dei resti mortali di quasi 1500 fratelli di fede avessero costituito un coro che avesse mescolato la sua voce purificata dalla misericordia del Signore, con le preghiere di noi peccatori viandanti verso la casa del Padre.

Il nostro Dio merita questo ed altro! Ma la sensazione di vestirmi dei panni poveri di una chiesa prefabbricata, senza pretesa di sontuosità, mi fa tornare alle mie umili origini e mi aiuterà a vivere più intensamente gli ideali che mi hanno accompagnato e sorretto durante tutta la mia vita di prete e di cristiano.

Quando penso alla chiesa sull’Appennino di don Milani, alla chiesa di Bozzolo di don Mazzolari, o ancor meglio alla chiesa del curato d’Ars, nella sperduta ed infinita campagna francese, questa somiglianza mi farà sentire in gran compagnia, mi aiuterà a parlare meglio di solidarietà, di precarietà della vita e di bisogno di infinito, di assoluto.

Il Comune ha fatto veramente il più bel regalo che potesse fare a questo povero e vecchio prete!

°La volpe perde più facilmente il pelo che il vizio”

Ogni tanto mi viene in mente una sentenza di Andreotti: “A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre si finisce per aver ragione!”

Di Andreotti si possono dire molte cose, ma non che non sia un uomo intelligente.

A suo tempo ho letto qualche suo articolo, qualche saggio di carattere storico, ho sentito qualche suo discorso, ma sempre si avvertiva il suo senso dell’humor, le sue battute sempre sornione ma azzeccate, qualche fine ironia che lo ha accompagnato anche nei momenti più tragici della sua esistenza di nonno e di politico intramontabile.

Qualche giorno fa mi ha mandato a chiamare il vescovo ausiliare, per parlarmi della chiesa del cimitero. I miei interlocutori Comune e Vesta, hanno capito quanto fossi seccato e quanto poi fossi tentato di montare “un casus belli!” cosa che so fare a perfezione.

Quando per il primo don Vecchi non riuscivo ad avere la concessione edilizia, per la struttura della cui novità ed utilità ero fermamente convinto, cercai gli indirizzi dei sessanta consiglieri del Comune di Venezia ed ogni settimana per due mesi inviai ad ognuno di loro “Lettera aperta” il periodico della parrocchia, in cui immancabilmente affrontavo l’argomento, anzi attaccavo da angolature diverse!

Non solamente alla fine cedettero, ma “scoppiarono” letteralmente.

Ora ho raffinato le armi, mi sono imposto di non pretendere la chiesa del cimitero con “la forza”.

M’è scappata qualche sortita (anch’io sono fragile e peccatore!)
E’ però bastato!

Ormai da una ventina d’anni ho scelto di collaborare con il Comune. Sono convinto che è una buona scelta, voglio continuare su questa linea.

Ma è bene che si sappia che “la volpe perde più facilmente il pelo che il vizio”, quindi è per me sempre latente la tentazione dell’attacco.

Ora però spero che non serva; con un po’ di buona volontà tutto si può accomodare!

Come nacque l’idea della chiesa prefabbricata…

La gran parte della posta che ricevo è fatta di circolari; d’altronde la burocrazia della Curia, del Comune e dello Stato nelle sue varie articolazioni, che cosa può fare se non produrre circolari?

In genere dedico uno sguardo sommario e poi, con gesto facile ed immediato, le deposito sul cestino di plastica assai capiente che mi sta sempre a portata di mano.

Talvolta mi arrivano delle lettere che apro con curiosità e talvolta con preoccupazione.

I pensieri che ogni settimana affido a “L’incontro” vanno a finire in ogni dove e suscitano le reazioni più disparate; avvertendo che le mie parole talvolta assomigliano ad una spada affilata, sono pochi i concittadini e non, che s’arrischiano di incrociare le spade. Spesso di tratta di lettere fin troppo buone.

Stamattina ne ho aperta una che aveva un indirizzo con caratteri ordinati e rotondi, tanto che sembrava scritta più da un uomo che da una donna.

Una signora di Mestre, che frequenta Porto Santa Margherita di Carole, mi informava che, avendo la parrocchia costruito una chiesa nuova, rimaneva libero un prefabbricato capiente che poteva andar bene per la chiesa del cimitero. Io non avrei alcuna difficoltà, anche perché sono legato sentimentalmente a quella chiesa di legno.

Il mio vecchio padre, ogni volta che passavamo da quelle parti, con orgoglio, mi ripeteva: “Vedi, Armando, quella chiesa l’ho costruita io!”

Ho fatto tre fotocopie e le ho mandate, per competenza a Mognato, alla Fincato e a Razzini, prosindaco, lavori pubblici e Vesta Veritas.
E’ stata una birbonata la mia!

Però, in verità, sarei felice di celebrare nella chiesa povera di mio padre, anche se so che Venezia, per la gloria del suo passato, non può permettersi simile libertà.

Avevo fatto il proposito di non tornare più su questo argomento, però purtroppo ho ceduto ad una tentazione che m’assale cento volte al giorno!

Sulla Chiesa del cimitero e le giuste scelte di vita

Nota: don Armando ha scritto queste riflessioni prima che l’amministrazione comunale e la Curia raggiungessero l’accordo per realizzare nel cimitero di Mestre una chiesa prefabbricata compresa di banchi, altare, impianti tecnologici e climatizzazione. Il nuovo edificio in legno lamellare e ampio 20x15m (300mq) sarà inaugurato in occasione delle celebrazioni di “Tutti i Santi” e dei Defunti di quest’anno. Altre informazioni sul Gazzettino di Venezia:

http://carta.ilgazzettino.it/MostraOggetto.php?TokenOggetto=703902&Data=20090728&CodSigla=VE

Da quando ho scritto alla Vesta, al Comune, al Patriarca e all’architetto Caprioglio che getto la spugna per quanto riguarda la nuova chiesa del cimitero, mi sento sollevato come se mi fossi tolto un grosso macigno dallo stomaco.

L’idea che un gruppo di cristiani, desiderosi di seppellire in un luogo sacro i resti dei loro cari e di poterli ricordare in un luogo in cui si prega e s’avverte più intensa la presenza del Signore, mi faceva felice, e il fatto che avessero così finanziato la costruzione della chiesa e contemporaneamente una sala in cui i fratelli non credenti avessero potuto accomiatarsi dai loro cari in un luogo dignitoso, mi esaltava letteralmente.

Al Comune e alla Vesta non si chiedeva un centesimo, ma solamente che avessero favorito mediante la loro organizzazione questa operazione; nessuno avrebbe potuto dir nulla: né i politici di ogni sponda, né cristiani o preti di ogni convincimento perché un gruppo di credenti, spontaneamente e liberamente, si sarebbe fatto carico di tutto!

Era troppo bello. Il diavolo quindi ci ha messo la coda: presentando un conto di 5 milioni di euro.

Tutto questo m’era assolutamente insopportabile e contrario alle mie scelte di vita. Ho celebrato per quarant’anni ogni giorno nella piccola cappella, buia, poco arieggiata, fredda d’inverno e calda d’estate, la gente è sempre venuta, riempiendola e partecipando all’esterno.

Spero che il Signore mi aiuti a farlo ancora per quel poco di tempo che mi resta.

Ora dormo in pace perché continuo a vivere povero come sono sempre vissuto!

Come è andata la storia della Chiesa del Cimitero di Mestre…

Come è finita la storia della Chiesa del Cimitero…

Sono andato in municipio, parzialmente convinto che finalmente mi avrebbero dato qualche notizia circa la chiesa del cimitero.

C’era tutto lo stato maggiore: gli addetti ai lavori, il prosindaco, l’assessore ai lavori pubblici, il progettista, il rappresentante della Vesta, l’addetto stampa della stessa, ed il sottoascritto, quasi fossi io l’unico interessato per la chiesa e non la città!

La delusione è stata assoluta e completa.

Il rappresentante del dottor Razzini, amministratore delegato della Vesta, ha ripresentato una vecchia proposta che già due anni fa gli dissi, con assoluta franchezza, che era improponibile ed assurda e per lo più rappresentava un modo furbesco e poco corretto per nascondere il rifiuto per affrontare seriamente la questione.

Per di più questo rappresentante ha snocciolato una lista di conti che solamente un amministratore pubblico riesce a concepire. Credo che qualsiasi impresa di questo mondo, che non sia la Vesta o un ente simile, che attinge dalle finanze pubbliche, fallirebbe in quattro e quattrotto.

Cosa sto proponendo io da quattro anni: Comune o Vesta accenda un mutuo e nel tempo (quanto ne serve) recupera i soldi necessari per la chiesa e la sala laica; pagano i credenti!

Cosa propone la Vesta, con il consenso del Comune; i cittadini che vogliono custodire le ceneri in un luogo sacro si impegnino con un contratto, fin da subito, di pagare in anticipo ad un prezzo salato, il loculo richiesto per avere la copertura finanziaria per costruire la chiesa e la sala laica.

A me è sembrata una beffa bella e buona, ma comunque ogni cittadino e soprattutto ogni credente giudichi la serietà di suddetti amministratori.

Per quanto mi riguarda ho ritirato ogni mia proposta ed ogni mio avallo su questa questione. Continuerò a fare del mio meglio anche se sono convinto che Comune e Vesta stanno conducendo in maniera indecente tutto quello che concerne cimitero e chiesa in particolare. Ogni cittadino può fare un giro per accertare le condizioni della chiesa del porticato storico e del cimitero in genere.

Arriveranno anche le elezioni comunali

So che le elezioni comunali non sono molto lontane e col Comune ho rapporti frequenti, difficili e talvolta deludenti.

Ho parlato più volte della vicenda del Samaritano per cui avevo avuto promesse ed impegni precisi e in maniera disinvolta elusi senza spiegazione alcuna. Non voglio neppur parlare della situazione della cappella del cimitero e della nuova chiesa.

Ho in atto i problemi inerenti ai trecento anziani residenti nei Centri don Vecchi, che il Comune auspica che non vadano in casa di riposo per motivi umanitari ma, confessiamolo pure, anche per motivi economici perchè il mantenimento in casa di riposo di un anziano non autosufficiente costa un occhio della testa.

Anche in questo campo nonostante la buona volontà di qualche funzionario, tutto sommato, l’assessorato competente, risulta latitante. Ho pendente il problema del recupero dei generi alimentari in scadenza, che taluni grossi comuni hanno risolto da un decennio, mentre il nostro Comune sta bagolando tra le nebbie della laguna.

Mancanza di personale?
Mi risulta da fonte certa che il Comune di Venezia ha 4600 dipendenti e ne dovrebbe assumere altri 400 che ora sono precari e che il problema maggiore, per chi si occupa del personale, è quello di fare passare il tempo senza che si annoino e vadano in depressione per mancanza di compiti precisi.

L’organizzazione del Comune di Venezia è sempre stata sgangherata, ma ora poi con Brunetta ministro veneziano e la crisi economica in atto, la cosa risulta vergognosa.

Spero che assessori e consiglieri che oggi sono al potere girino al largo in tempi di elezione, perché li metterei alla porta a suon di legnate.