Siamo alla desolazione politica, un tempo il capo veniva talmente mitizzato da diventare quasi un semidio.
Questo non avveniva solamente ai tempi dell’impero romano, ma anche tanto recentemente, il capo mai dormiva, non mangiava, era sempre il migliore.
Ricordo ai tempi quando ero bambino in cui ci mostravano il Duce sopra la trebbia che maneggiava i fasci di frumento, ma più recentemente ricordo Mao che nuotava nel fiume Giallo come un campione olimpionico.
Ora il capo è diventato a torto o a ragione un povero gramo che s’arrabatta per rimanere alla meno peggio a galla presso l’opinione pubblica, e ogni giorno salta fuori una nuova magagna.
Non sono scomparse solamente le ideologie rappresentate dallo scudo crociato e dalla falce e martello, la fede in Dio o nell’uomo, la libertà o la dittatura del proletariato. Ora sono scomparsi pure gli ideali, in America almeno il capo doveva avere una bella famiglia, una sposa e dei figli da sfoggiare, da noi ormai siamo allo squallore.
Le nostre scelte si sono ridotte ad uno spazio mercantile e il capo è diventato spesso un imbonitore che vende “aria di Napoli!”
Perciò alle prossime elezioni sarò costretto ad offrire il mio voto al miglior offerente.
“Mi darai il Samaritano, mi farai ottenere i prodotti in scadenza per i poveri, mi aiuterai a costruire il don Vecchi a Campalto per gli anziani con una pensione da fame, costruirai una tensostruttura per i fedeli che vengono a messa in cimitero?
Sì, allora ti voto.
No, allora il mio voto e quello dei miei amici l’offrirò ad un altro!”.
Il discorso può sembrare paradossale ma la verità è questa. Altri paraventi ideali nascondono solo vergogne ancora più interessate!