Oggi mi sono sorpreso e rasserenato interiormente circa una verità che, per un prete dovrebbe essere ovvia e scontata, ma per me non è mai stata tale sia a livello teorico e soprattutto pratico.
Peccato poi che questa bella e dolce verità non si coniughi quasi per nulla al mio carattere.
Nella meditazione mattutina in cui ho accolto questo messaggio, il pensiero ruotava circa la fiducia e l’abbandono in Dio nelle varie vicende che turbano ed inquietano il nostro vivere quotidiano. Il Signore porta avanti lentamente, ma decisamente il suo progetto a favore dell’umanità e del singolo coordinando i molteplici e complicati eventi finché, al maturarsi di una situazione, l’uomo e la comunità, possano cogliere nella maniera più semplice e naturale il dono tanto atteso e sperato.
L’affrettarsi, il premere, lo spazientirsi o spingere in maniera scomposta e carica di tensione, non solo non serve a niente ma inquieta lo spirito e complica il vivere.
Chi ha steso il breve testo della meditazione, s’è avvalso di un esempio che mi ha reso più evidente la giustezza di questo comportamento dicendo: “Posseggo una pianta di more, frutto che mi piace quanto mai, ogni anno attendo con trepidazione ed impazienza il suo frutto, dolce e succoso; talvolta, impaziente di averlo, lo prendo con una certa fatica prima che maturi completamente e ne provo delusione per la sua acidità, mentre quando è completamente maturo, lo colgo senza fatica perché esso si stacca lievemente dal gambo allora ne gusto, con voluttà, lo squisito sapore. Il buon Dio fa maturare sapientemente gli eventi, quando essi sono maturi, allora li posso cogliere con facilità e naturalezza, prima sono acerbi e difficili da raccogliere, dopo il giusto tempo di maturazione, si gustano”.
Così deve avvenire nella vita; è inutile e dannoso affaticarsi, battere l’aria, pretendere l’anticipata maturazione, è certamente più saggio e vantaggioso cogliere “il momento di Dio” così tutto è più facile, soprattutto diventa più positivo e fecondo cogliere il dono quando il Signore ha deciso di dartelo: “Egli è l’ onnipotente e l’onnisciente”!