Mio fratello, don Roberto, è un prete nel fulgore delle sue risorse e siccome è un prete vero, è molto impegnato nel far crescere i suoi fedeli a livello di un cristianesimo reale e non di facciata! Perciò le sue prediche e i suoi interventi, normalmente non accarezzano le nubi di un cielo tutto azzurro, ma si calano là dove si muovono le problematiche vere della vita.
Il Signore poi ha dotato, questo mio fratello, di un linguaggio concreto, mordente per cui pare prenda per il bavero la gente e la metta con le spalle al muro e anche quando scrive, ha uno stile immediato, con battute brevi, tanto che le sue frasi sembrano sciabolate rapide ed efficaci o talvolta usa fendenti micidiali che lasciano senza fiato chi lo ascolta con attenzione.
Non so invece come la gente, e nel suo caso i fedeli, che come la maggior parte dei cristiani d’oggi s’intruppano e pensano con i luoghi comuni e vestono pure il pensiero alla moda, reagiscono ad un parlare e ad uno scrivere che mette a nudo incongruenze, banalità e comportamenti fatui e pretestuosi.
Ho letto, qualche settimana fa, un breve trafiletto di don Roberto sulla crisi vera o presunta, in occasione del fatto d’aver dovuto celebrare per gli scout che avevano passato una giornata nella pineta di Jesolo.
File impossibili di auto, ristoranti con la fila, le spiagge veri formicai. E la crisi?
Taluni si meravigliano perché i cristiani accettano i misteri; per me la crisi come tanti altri fenomeni della vita moderna, sono misteri più inestricabili di quelli religiosi.
L’altro mio fratello, il falegname, mi diceva, qualche giorno fa, che se in questo momento tutti gli extracomunitari se ne tornassero a casa l’edilizia, l’agricoltura e tante altre attività più faticose e meno retribuite, andrebbero in crisi assoluta!
Ho paura che uno dei tanti difetti di questo mondo sia quello che non siamo onesti, ciò vale per i politici, i sindacalisti, i lavoratori e i preti.
C’è crisi!
Viviamo allora più sobriamente, facciamo vacanza nel parco della città, rinunciamo a spese superflue; questo vale per l’ultimo manovale, ma vale pure per il capo di qualsiasi realtà di cui è fatto il nostro Paese!