Una vita che non è vita

In questi giorni ho incontrato nella Sacra Scrittura una provocazione che mi ha fatto riflettere a lungo.
“Dice il Signore: ti ho messo di fronte il bene e il male, la vita e la morte perché tu faccia la tua scelta”

Altre volte avevo letto questo passo, ma mai mi era venuto in mente che il Signore equiparasse il bene alla vita e il male alla morte!

Questa affermazione fa veramente pensare e ti pone un problema importante, anzi essenziale: “Cos’è la vita e cos’è la morte!”

Finora avevo letto questi termini in un’ottica totalmente diversa: vivere è respirare, pensare, muoversi, mangiare, amare, sorridere. Morte invece: immobilità, disfacimento, corruzione, mistero assoluto!

Certamente anche questa è un’eccezione al problema, ma visto da una angolatura meramente temporale, semmai è un avvertimento a non perdere il tempo utile per vivere e per guadagnarsi la salvezza, quindi si è messi di fronte alla verità che c’è, prima o poi, un momento del non ritorno!

Riflettendo però più accuratamente sull’ammonizione biblica, mi pare che Dio mi avverta che c’è una vita che in realtà e non è vita, cioè morte!

Non amare, non cercare la verità, non donare pace, non perseguire veramente la felicità materiale, non essere rispettosi della legge naturale, non vivere in maniera solidale, non fruire del dono della libertà, non essere autentici, non impegnare le nostre risorse interiori per costruire un mondo migliore, non rispettare la natura, pare che Dio dica: questo è un modo per non vivere, o per vivere una vita talmente rinsecchita e fatua per cui ciò equivale a morte.

Ho pensato a lungo ed ho concluso che Dio ha ragione. Ho letto che in America i condannati a morte vengono chiamati: “morti che camminano”! Credo che nella nostra società siano ormai molti gli uomini che praticamente non “vivono” più!

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