Al don Vecchi non si è mai fatta una gara a premi, come avviene, per motivi turistici, in qualche cittadina delle nostre Alpi e come mi pare che talvolta si sia fatto anche in qualche sestiere di Venezia.
Ormai è tardi, ma se campo ancora un poco, vorrei bandire per il prossimo anno un concorso per il pergolo più fiorito tra gli abitanti del nostro borgo, che conta ben 194 abitazioni con relativi poggioli.
Ogni tanto percorro la circonvallazione esterna del don Vecchi; ora butto un occhio sulle “pietre del cuore” che lastricano la viuzza della larghezza di due metri e dico un’Ave Maria per tutti coloro che hanno contribuito alla costruzione della nostra casa ed hanno lasciato il loro nome inciso ad Impruneta sul cotto con cui è lastricato questo chilometro di circonvallazione.
Ora giro gli occhi per godere della schiera multicolore degli oleandri in fiore. Ora mi fermo di fronte ai due possenti olivi pluricentenari che si sono adattati meravigliosamente al nostro parco e vivono felici, vecchi tra vecchi. Ora accarezzo con lo sguardo il campo sempre rasato a dovere da parte di Gregory, o spingo lo sguardo alla possente barriera di carpini che ondeggiano dolcemente anche alla brezza più lieve.
Talvolta mi soffermo a coniugare i terrazzini con i residenti negli appartamenti relativi.
Vi sono alcune verande che sono un tripudio di colori, altre un coktail di piante diverse, altre ancora solamente cemento. Guardando i fiori dai terrazzi incornicio la vita e la sensibilità dei vari residenti: poesia, sentimento, disinteresse o aridità umana!
Pare che ci sia poco da fare per educare al bello vecchie vite condizionate in maniera irrimediabile dal passato non sempre bello!
Se Dio mi darà vita, il prossimo anno, tenterò anche la carta del concorso a premi per il balcone fiorito più bello, sperando che la trovata faccia fiorire il deserto!