Una Chiesa giovane si può ancora fare

Qualche giorno fa il cappellano di mio fratello, don Roberto, mi ha chiesto di venire al don Vecchi perchè pensava bene che il “coretto” dei bambini della parrocchia, che concludeva l’anno sociale, potesse esibirsi a favore dei nostri anziani.

Gli dissi evidentemente di sì, perché ogni evento diverso dalla monotonia del solito quotidiano “sveglia” un po’ il cronico torpore dei residenti che alternano la giornata tra il sonno e il mangiare.

Sapevo che a Chirignago c’è un vivaio meraviglioso di ragazzi e giovani, ma il termine “coretto” mi aveva fatto pensare ad una dozzina di ragazzini che facessero da coro guida per l’assemblea liturgica.

All’ora fissata arrivò invece una folla di bambini dalle elementari fino alla seconda media, una sessantina di ragazzini, maschi e femminucce, ordinati e composti ma di una vivacità sorprendente per il popolo del don Vecchi.

Incominciò l’esibizione: piano, chitarra e coro a più voci.
La sala Carpineta cominciò a rimbombare, tremare come il Cenacolo a Pentecoste, canti vivacissimi, accompagnati da battimani e movimenti fisici, tanto che mi sembrava di partecipare ad una delle liturgie africane in cui voci, tamburo e danza cantano la gloria del Signore impegnando tutti i sensi.

Terminato il concerto offrimmo loro il gelato e poi si tuffarono letteralmente nel prato verde; l’erba era stata rasata da poco per cui sembrava che in qualche istante sotto gli olivi secolari, fosse fiorita improvvisamente un’aiola multicolore e mossa dal vento.

Talvolta mi capita di incontrare parrocchie incartapecorite, vecchie e stantie e soprattutto mi capita di sentire qualche collega, e purtroppo qualcuno anche giovane, affermare che oggi i bambini sono troppo impegnati, che non è possibile fare un’attività seria ed impegnativa.

Quante volte ho pensato: andate a Carpenedo ad incontrare i cento chierichetti, a Chirignago a vedere “il coretto” dei bambini, o a Scorzè i 400 scout!

Io sono vecchio e come quasi tutti i vecchi brontolone ed intemperante e perciò sono nemico giurato delle foglie di fico che tentano di nascondere la vergogna o i paraventi dietro cui è nascosta la pigrizia e il disimpegno.

Anche oggi si può fare di tutto, forse meglio del passato, ma solamente serve fatica, impegno e sacrificio!

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