Un abbraccio che spero aiuti

Ci sono delle immagini veramente emblematiche che hanno un impatto nella coscienza così forte che neanche un lungo discorso potrebbe convincere di più.

L’altra sera la televisione ci ha offerto, con una rapida ma efficace carrellata, l’abbraccio tra la vedova del commissario Calabresi; trucidato da un emissario di “lotta continua”, il movimento di estrema sinistra che aveva come ideologo Adriano Sofri condannato dopo ripetute sentenze a 22 anni di carcere e che sempre la “sinistra” vorrebbe liberare, e la vedova dell’anarchico Giuseppe Pinelli.

L’uccisione del commissario Calabresi fu uno di quegli eventi degli “anni di piombo” di cui per decenni la stampa di tutti i versanti ne ha parlato e che a livello personale mi ha turbato e più ancora indignato profondamente.

Sono stati versati fiumi di inchiostro su questo caso e le aule dei tribunali pareva che non finissero mai di discutere perché la sinistra non s’è mai rassegnata che un suo leader fosse condannato all’ergastolo.

Io non ho mai nutrito un minimo di stima verso quest’uomo, fazioso ed insolente, che anche in quest’ultimo tempo ha avuto frasi sprezzanti verso quell’uomo d’ordine che è stato sacrificato dalla ferocia e dalla faziosità di gente che neanche dopo il franare rovinoso dell’ideologia e dei suoi supporti moscoviti, s’è rassegnato alla disfatta e pontifica tuttora circondato dalla benevolenza dei compagni di un tempo che hanno cambiato casacca.

Avevo letto della bella personalità della moglie del commissario Calabresi, creatura dolce e al tempo stesso forte nei suoi convincimenti decisamente ispirati ai valori della fede.

Mi ha fatto molto piacere ed è stato di enorme edificazione il suo abbraccio alla vedova dell’anarchico, la cui fine è ancora purtroppo racchiusa nel mistero, anche se certuni imputano, più per motivi di parte che per prove accertate, alla polizia.

Mi auguro che questo gesto generoso ed esemplare aiuti chi vuol essere onesto a capire che i valori cristiani sono infinitamente più validi di quelli di un materialismo che non ha provocato che miseria e morte.

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