Decidere di schierarsi, come fece San Giorgio

Per me la festa di San Giorgio è importante anche se i testi liturgici non ne fanno cenno, affermando che l’icona del cavaliere che colpisce mortalmente con la lancia il dragone, fa parte di quella cultura cristiana in cui la storia e la leggenda si mescolano in maniera molto disinvolta.

I motivi della mia simpatia per San Giorgio, giungono da lontano e sono molteplici; per molti anni sono stato assistente degli scout per i quali il loro fondatore, da buon suddito della corona d’Inghilterra, lo ha scelto come santo protettore.

Per il 23 aprile, festa di questo santo coraggioso ed indomito, i miei ragazzi e io stesso con loro, rinnovavamo la promessa di seguire la legge scout.

Ma San Giorgio mi è caro anche per un altro motivo, che si rifà al mio carattere e alle mie scelte esistenziali: egli si schiera e combatte vittoriosamente anche la potenza del maligno rappresentato dal drago. Con coraggio San Giorgio pianta la sua lancia sulla bestia feroce colpendolo a morte.

A me sono sempre piaciuti gli uomini che decidono da che parte stare, che escono allo scoperto e che combattono quello che ritengono il male, pur coscienti della loro fragilità e della potenza delle forze delle tenebre e dei figli relativi.

Il decidere di schierarsi, di impegnarsi è per me un dovere ed un merito comunque. Stare alla finestra, calcolare col bilancino le probabilità della vittoria, giocare in difesa, non avere la sicurezza di avere valori grandi da difendere e da offrire è comunque segno di viltà e di pochezza umana.

A San Giorgio pare gli sia andata bene, ma io sono convinto che comunque va bene a chi, come David, pur contando solamente su una fionda e su un ciottolo da fiume, sfida il prepotente di turno.

Per tutto questo oggi ho fatto festa e pregato San Giorgio in barba agli addetti alla liturgia!

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