Ho sempre ammirato ed invidiato gli americani, che pur discendenti da popoli e culture tanto diverse, si riconoscono tutti nella costituzione elaborata dai “padri fondatori”.
Avere un punto di riferimento riconosciuto da tutti come valido è certamente una ricchezza e un denominatore comune, seppur tenue, a cui rifarsi, facilita la comprensione ed il confronto.
Questo va bene, ma fare della costituzione italiana, una specie di talismano da accettare supinamente, intoccabile ed assoluto è un’altra cosa!
La nostra costituzione è recente, frutto di un compromesso fra culture diverse, nata in un momento storico di reazione ad una dittatura e vicina ad una guerra e ad uno scontro politico profondo che nasceva da fedi radicalmente diverse ed opposte perciò risente di tutto questo in maniera evidente.
Ora mi ritrovo Franceschini, che eletto segretario del PD, fa la trovata di giurare sulla costituzione quasi che il segretario di suddetto partito fosse il custode del “santo sepolcro”, sentire il capo dello Stato che pontifica “ex cattedra” su questo sacro testo e radicali e similia che ad ogni piè sospinto fanno professione di fede su questo documento diffidando i cattolici di rifarsi ai comandamenti piuttosto che alla costituzione, pare onestamente un po’ troppo!
Oggi durante la messa è intervenuto in merito San Pietro, il successore di Gesù, in maniera autorevole ai componenti del Sinedrio, che gli volevano proibire di predicare in nome di Cristo risponde chiaramente: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”.
Ora, siccome a giudicare la mia vita sarà il Figlio di Dio, piuttosto che Napolitano, Pannella, Franceschini, almeno per me spero di essere più attento alla Bibbia che alla costituzione e in caso di eventuale contrasto, sceglierò e consiglierò di scegliere la parola di Dio piuttosto di quella di Togliatti e di De Gasperi!