Sono cinquant’anni che vivo a Mestre e sono sempre vissuto entro comunità assai numerose quali, la parrocchia del Duomo di San Lorenzo e poi quella, pur popolosa di Carpenedo.
Inoltre avendo insegnato per molti anni nelle scuole superiori, essendomi occupato di associazioni a livello cittadino e soprattutto essendomi sempre impegnato nel settore della stampa, collaborando per molti anni con il quotidiano per eccellenza della nostra città “Il Gazzettino” e avendo diretto per vent’anni l’emittente Radio Carpini, ho conosciuto tantissima gente e più gente ancora conosce me.
A Mestre mi sento veramente in famiglia e non mi sorprendo affatto sentendomi salutare da tantissima gente in ogni luogo in cui capiti di andare.
Tutto questo mi fa molto piacere. Ora però, da quattro anni, vivo un po’ in “convento” al don Vecchi, un paesino di 230 anime anziane e celebro nella chiesa più piccola di Mestre, appena quaranta posti a sedere, mal riscaldata d’inverno, calda d’estate e soprattutto collocata tra tombe e cipressi.
I miei nuovi amici li incontro al momento della partenza da questo mondo quando mi capita di dar loro l’ultimo abbraccio e l’ultimo saluto, proprio quando stanno lasciando questo povero mondo per trasferirsi nella Terra promessa.
Ora i miei nuovi amici abitano tutti in cielo, però confesso che queste nuove amicizie mi sono quanto mai care, mi danno tanto conforto, tanto coraggio e tanto aiuto.
Le croci bianche piantate per terra e le stelle accese in cielo mi fanno sentire in compagnia dolce e rasserenante di queste belle creature celesti.
Non mi sento un minuto solo; so di poter contare in ogni occasione sull’aiuto di queste anime che amo tanto e per cui prego ogni giorno. Gli amici del Cielo sono ancora più cari di quelli, pur cari e vicini, di questa terra!