A causa dei cantieri per il tram, della città nata senza un piano regolatore e di una burocrazia comunale inetta ed inefficiente, per raggiungere un punto della città, siamo costretti a fare “percorsi di guerra” pieni di insidie e di pericoli.
Ogni mattina per raggiungere la chiesa del cimitero, ove svolgo il mio umile e modesto servizio sacerdotale, sono costretto a percorrere una specie di labirinto, che solo gli esperti possono fare.
Dopo una serie di strette curve a gomito, finalmente sbuco nel rettilineo di via Vallon, appena imboccato, ogni mattina tiro un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo. In questo momento di istintivo rilassamento, in questi ultimi mesi non posso che lasciarmi colpire emotivamente dalla serranda chiusa del negozietto di alimentari dei Zanta. Fino ad alcuni mesi fa, per quanto presto passassi, essa era alzata e dentro, in penombra per risparmiare, i coniugi Zanta preparavano il negozio per la giornata. I piccoli negozi di alimentari, uno dopo l’altro, hanno chiuso per la concorrenza degli ipermercati, ma quello dei Zanta no!
Un giorno chiesi al titolare come andava: “Benino, don Armando, viviamo!”
Da quarant’anni ho imparato a conoscere questi coniugi, innamorati come due ragazzini, laboriosi e parsimoniosi come le formiche, hanno cresciuto e laureato i figli e se un infido ictus non avesse bloccato il titolare, penso avrebbero continuato per altri vent’anni ad aprir presto la serranda e a chiuderla tardi, a servire sorridenti, a portare a casa la spesa anche di pochi euro, a trovar forza e motivo di vivere nella fede e nel lavoro.
Ora si parla di crisi nelle aziende grandi e piccole, di crisi nelle parrocchie, di crisi nella scuola, nella politica, nello sport, di crisi un po’ di tutto!
I Zanta vivevano mentre gli altri chiudevano e chiudono.
Qual è stato il loro segreto, qual è il segreto di chi tiene? Ve lo dico io: il lavoro, la vita sobria, l’onestà, la coerenza, il sacrificio, il servizio al prossimo, così si vive ed anche si mette via qualcosa!
Con questi valori i Zanta sono vissuti con una piccola bottega, in un quartiere piccolo e povero, nonostante tutti gli ipermercati e le nuove tecnologie di vendita!
Credo che con lo stile di vita dei Zanta non solamente vivrebbero decorosamente le botteghe, gli artigiani, ma anche i Comuni, le parrocchie e il parlamento!