Ottant’anni (e metterei la firma per altri dieci!)

Sono certo di aver citato più volte delle riflessioni che il futuro Papa Roncalli ha scritto nel suo “diario” il giorno che ha compiuto sessant’anni.

Scrive pressappoco così, il futuro Papa che a quel tempo doveva essere nunzio apostolico, ossia ambasciatore della Santa Sede, o in Bulgaria o in Francia: “Sessant’anni, equilibrio, saggezza, gusto di vivere e di incontrare persone e situazioni, desiderio di operare e conforto della speranza del Regno che pian piano si avvicina” non ricordo esattamente le parole, ma è questa la sostanza dell’annotazione contenuta in quel magnifico volume intitolato “Il giornale dell’anima”

Non mi consta che al compimento degli ottant’anni il vecchio Papa abbia scritto ancora pensieri simili, avrei desiderio di consultare il volume, ma come sempre avviene avendolo prestato, non mi è più stato restituito ed io non ricordo a chi l’ho dato.

Il desiderio nasce dal fatto che il 15 marzo, le famose “idi” fatali per Cesare, anch’io sono giunto all’ottantesimo anno di età.

Rifacendomi a Papa Roncalli che consigliava di mettere ogni giorno nero su bianco, e diceva ancora: “Nessun giorno sine linea” (ossia senza registrare qualche sentimento o qualche avvenimento!

Ci provo anch’io: da un punto di vista fisica; capigliatura folta ma tutta bianca, alla don Vecchi; passo più lento ed appesantito; addio alla linea, al sonno, alla bicicletta!

Da un punto di vista razionale, a parte i vuoti di nomi, date, pare che il cervello giri ancora e sia ad una ricerca appassionata di una religiosità essenziale e rispondente alla sensibilità dell’uomo d’oggi.

Da un punto di vista di progetti e di sogni il buon Dio non mi ha fortunatamente abbandonato; coltivo sogni e progetti per cui mi servirebbe ancora mezzo secolo per portarli a termine!

Brontolo, rifiuto la sciatteria nel vestire dei giovani, mi appassiono e mi arrabbio per la politica, sono critico quanto mai per il poco coraggio ed intraprendenza dei preti nel campo della pastorale; mi sembrano troppo rassegnati, chiusi in difesa quasi dubbiosi della validità del loro patrimonio ideale.

Sono fortunatamente molto felice della mia comunità di cristiani, che pur quasi senza chiesa, prega e ricerca il volto di Dio nella cappella del cimitero.

Non mi preoccupa più di tanto la salute anche se molte parti di me reggono a suon di pastiglie.

Suvvia! Non mi lagno, ringrazio il buon Dio che è perfino troppo generoso e benevolo con me! Metterei per ora la firma per altri dieci anni!

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