Il Centro don Vecchi evolve ma ha bisogno della città

Quando, insieme a Rolando Candiani, attuale direttore generale dei Centri don Vecchi, abbiamo messo a punto la dottrina, ancora assolutamente innovativa, di una struttura protetta per anziani autosufficienti di infime condizioni economiche e ne abbiamo stilato una relativa carta dei servizi, ritenevamo di aver definito una situazione ed aperto una nuova strada da percorrere con coraggio e fiducia.

Non sono passati ancora vent’anni e ci accorgiamo che la soluzione si riferiva ad un momento della società, ma che questo momento non è per nulla fisso, ma anzi è in costante e rapida evoluzione.

Noi che abbiamo rifiutato la dottrina delle vecchie case di riposo, che si rifanno ad una impostazione ottocentesca e che le abbiamo ritenute superate anche quando si imbellettano, come vecchie signore, di ammodernamenti e di nuovi arredi, ci accorgiamo però che in meno di una ventina di anni anche l’ipotesi che avevamo fatto si dimostra superata e che perciò si deve costantemente tener conto di una evoluzione quanto mai veloce!

Se dovessimo applicare alla lettera la scelta, che chi non è totalmente autosufficiente, secondo un concetto statico di autosufficienza, dovremmo mettere alla porta almeno una metà dei residenti.

Ora stiamo impegnandoci per trovare contrappesi al deficit di autosufficienza fisica, trovando supporti che non facilitino il suo progredire, non siano onerosi per l’interessato e per la struttura in maniera tale per cui pur usando “stampelle” l’anziano possa continuare a gestire la propria vita. Fortunatamente ora è l’ente pubblico che, finalmente, pare essersi accorto che la soluzione casa di riposo e spesso “disumana” è sempre insopportabile per l’economia del cittadino anziano bisognoso di aiuto, della relativa famiglia e dello Stato. Mentre la struttura di alloggi protetti rappresenta una sponda sensibile e provvidenziale per soluzioni più avanzate e socialmente possibili.

Questa ricerca però non può essere lasciata sulle spalle fragili di un vecchio prete, ma deve trovare l’appoggio solidale della città.

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