I criteri con cui tentiamo di inserire nel generalmente ritenuto “Paradiso Terrestre” del don Vecchi, sono quelli tante volte dichiarati: pensioni minime, sfratto, situazioni di assoluto disagio con la nuora, case malsane, solitudine abitativa, salute malferma, mancanza di familiari.
La signora Graziella, moglie di Rolando Candiani, il proverbiale direttore di stile gentleman inglese, asciutto come un’acciuga, con baffetti corti, cerimonioso nella parola e nel movimento delle braccia, tanto da assomigliare ad un direttore d’orchestra, è fin troppo rigorosa nel pescare, dalla lista infinita, gli anziani da immettere.
La signora Graziella, di nome e di fatto, ha però il rigore di un gendarme prussiano nell’usare questi criteri, mentre io sono più garibaldino, sono portato a privilegiare l’ultimo arrivato e a dar fede a tutte le credenziali presentate e non ultimo di tener conto del possibile aiuto che il richiedente potrebbe offrire alla nostra struttura che ha bisogno di tutti per permettere a tutti, compreso chi è al di sotto del minimo vitale, di dimorare al don Vecchi.
Sei, sette mesi fa si è presentata, in sagrestia del cimitero, una specie di amazzone a perorare la causa del padre, insistendo soprattutto che si sarebbe reso utile in tutti i modi. Tanto feci che gli ottenni un castello di 16-17 metri quadrati, compreso bagno ed entrata.
Giorgio si è presentato, lungo, dinoccolato come certi attori di Hollywood. Giorgio è un “giovane” anziano, con alle spalle tante peripezie che però non l’hanno ammansito ancora completamente; ogni tanto ha qualche guizzo selvaggio.
Nella sostanza è disponibile, pur assomigliando al secondo figlio della parabola evangelica che dice di no al Padre, ma che poi finisce per andare a lavorare nella vigna! Mi par che sia in cammino di “conversione”, ma procede lentamente e talora con battute di arresto.
Per ora lavora ai magazzini dei mobili, ma la sua occupazione principale è quella del frate questuante frutta e verdura ai magazzini generali di via Torino. Ma non disdegna i mercati di frutta e verdura di Padova e Treviso.
Ora viene a messa ed ha un rapporto caldo ed affettuoso con questo vecchio prete.
Spero proprio che diventi un cittadino modello del don Vecchi, così da invogliare anche tanti altri a rimboccarsi le maniche e a collaborare maggiormente per il benessere comune.