Ho terminato finalmente la lettura del volume di Magdi Cristiano Allam “Grazie Gesù” testo in cui il vice direttore del “Corriere della Sera”, racconta la storia della sua conversione dall’Islam al cattolicesimo e documenta il mondo che ha lasciato e quello che ha intrapreso.
La lettura di questa testimonianza di fede così forte, decisa e documentata, mi ha fatto del bene, facendomi ancora una volta prendere coscienza del dono inestimabile che Dio ci ha fatto di incontrare fin da bambini il messaggio di Cristo e di quanto sia assurdo e deludente dare per scontato questo dono e il viverlo senza entusiasmo e determinazione, quasi esso fosse una delle tante fedi possibili e non ritenerlo come l’unico ad appagare la nostra sete di verità e a dare risposte esaustive alle nostre infinite domande sul senso della vita.
Già la copertina del testo mi sembra significativa: lo sfondo di un bianco immacolato da cui emerge in nero il nome dell’autore che proviene dall’Islam ed approda a quel “Grazie Gesù” in un rosso vivo e luminoso, che rappresenta la salvezza offerta dal cristianesimo.
L’insegnamento della storia di questo convertito non si ferma a tutto questo, perché l’autore, che conosce bene la storia pregressa e le vicende attuali dell’Islam, denuncia in maniera chiara e documentata i limiti di questa proposta religiosa e civile di natura sua intollerante, violenta, settaria e spietata specie nelle sue componenti fondamentaliste.
Magdi Cristiano Allam, non ha peli sulla lingua nell’indicare anche le incongruenze del mondo occidentale e di molti cristiani, i pericoli che la nostra società corre, permettendo che questa gente che viene dal mondo musulmano non rispetti le leggi del nostro Paese, rifiuti la nostra civiltà, pretende di introdurre anche in Italia, comportamenti, stili di vita e mentalità che sono radicalmente opposte alla civiltà occidentale e alla religione cristiana. Credo che l’apprendere l’ebbrezza di questo intellettuale, che ha incontrato il cristianesimo abbandonando e rifiutando l’islamismo, possa veramente giovare sia a livello civile che religioso.
Nell’ambito civile aiuta a rendersi conto che non si può lasciar perdere ciò che non è accettabile, ma il rapporto con gli islamici deve svilupparsi a livello di forza e chiarezza e a livello religioso ci indica sempre il dialogo, ma mai tolleranza e tanto meno connivenza.