In questo ultimo tempo mi sono trovato a prendere delle decisioni importanti circa la struttura di accoglienza per i familiari degli ammalati che provengono da altre regioni, per farsi curare in un ospedale di eccellenza qual è l’ospedale all’Angelo.
Penso di avere almeno il merito di aver sensibilizzato l’opinione pubblica cittadina in maniera che Comune, Ulss e Regione, si siano sentiti e sentano ancora sul collo il fiato caldo dei cittadini.
Il progetto del Samaritano è complesso e di difficile realizzazione, specie se a portare avanti l’idea è un vecchio prete ottantenne solitario e con il seguito sì della simpatia e della fiducia della città, ma non di un gruppo organizzato e con mezzi economici adeguati.
Il mio sogno era ed è quello di creare un servizio per chi è in difficoltà e di dire alla città con i fatti che la comunità cristiana non offre “fumo solidale”, ma parla con i fatti di solidarietà. Purtroppo però non sono riuscito a trascinare nell’impresa: parrocchie, preti, organizzazioni cattoliche, curia e quant’altro!
La Provvidenza ha voluto che un’organizzazione, di ispirazione cristiana, proveniente da un’altra città, ricca di ideali, di esperienza e forse anche di mezzi economici, si è offerta a portare avanti l’iniziativa e a questa disponibilità due cittadini acquisiti si sono resi disponibili a pagare l’affitto per un anno di quattro appartamenti per una soluzione transitoria finché la combinazione IVE, Comune, Ulss e Regione non realizzeranno la struttura definitiva de “Il Samaritano”
Di fronte a questa situazione ho ritenuto giusto e doveroso passare la mano, offrire il mio avallo per quanto può essere utile e la mia collaborazione.
Io non mi sento uno sconfitto ma purtroppo la sconfitta è la chiesa mestrina e veneziana!
La mia colpa o meglio il mio fallimento semmai è quello di non essere riuscito a coinvolgere chi dovrebbe rappresentare il cuore e la carità dei cristiani della chiesa di Mestre.
Ora la mia energia la dedicherò a questi fratelli di fede ai quali va la mia ammirazione e simpatia.