Da “LA BORROMEA” – 20 maggio 2018

Da LA BORROMEA” – 20 maggio 2018
settimanale del duomo di San Lorenzo

Questa settimana l’articolo di fondo è stato affidato a don Francesco Andrighetti, neo sacerdote di questa parrocchia. L’articolo è fresco, intelligente ed ispirato ad una spiritualità del nostro tempo, cosa non frequente tra i preti.

Tra gli eventi, segnalo: la Danza per le Missioni – Le due postulanti “Figlie della Chiesa” che hanno concluso l’anno di servizio in parrocchia – la conclusione della “Commissione Visite Culturali”.

don Armando

Francesco sacerdote, innamorato per aiutare i fratelli a trovare l’Amore

In seminario, dopo le preghiere del mattino e un buon caffè, mi piace prepararmi per le mie faccende del giorno ascoltando alla radio le novità musicali che circolano nel mondo: anche queste sono il fiorire di quel cuore umano che nonostante lo scorrere del tempo rimane immutabile. Dove c’è l’uomo, lì emerge inesorabile quell’interiorità che rivela la sua più profonda natura; quel rapporto con l’Altro che lo costituisce; quella domanda di salvezza che diventa come una preghiera universale; quella presenza misteriosa che, sebbene non coincida con noi, parla a noi e di noi più di quanto per ciascuno sia possibile fare; quel Tu a cui, talvolta, per particolari circostanze faticose del vivere, capita di gridare in modo disperato, convinti paradossalmente che non ci sia nessuno ad accoglierci, per poi, invece, magari affacciandoci sulla laguna al sorgere di un sole primaverile, improvvisamente scoprirci abitati da Qualcuno che ci conosce dal didentro da sempre.

La scorsa mattina, dunque, ascoltavo dei versi del diciannovenne Mendes. Il giovane canadese canta: Aiutami, è come se le pareti stessero cedendo/A volte ho voglia di arrendermi I Nessuna medicina è abbastanza forte I Qualcuno mi aiuti /Sto strisciando nella mia pelle I A volte ho voglia di arrendermi I Ma non posso I Non è nel mio sangue / Ho bisogno di qualcuno ora.

Mi sono scoperto con la stessa domanda nel cuore. Capita di sentirsi travolti da certe mura: mura tirate su dal nostro io, dagli altri, dalle circostanze, da certi impegni, da un certo senso del dovere che si risveglia quando ripensiamo agli impegni assunti, da certe sicurezze affettive o sociali che scosse alla base improvvisamente ci travolgono.

È proprio in questi momenti, nei quali tutto sembra soffocante, senza speranza, che inizia in noi una battaglia: da un lato vorremmo che certe cose non ci appartenessero più, dall’altro, invece, le stesse cose le vorremmo ancora, perché, paradossalmente, intuiamo essere l’unica via di salvezza. Accade così che ci vediamo trascinati senza nessun punto fermo trovando qua e là delle consolazioni palliative ma nessuna cura. Ma è proprio quando prende inizio questa viscerale battaglia con quelli che sono la nostra vita e i nostri compiti che ci scopriamo immediatamente bisognosi di un rapporto.

La salvezza, la possibilità di non trovarsi striscianti in una pelle non più nostra, nasce unicamente da un rapporto. Il nostro cuore lo intuisce e lo grida. Il cuore: la nostra salvezza!

Per me è una consolazione riscoprire ogni mattina che c’è Qualcuno che ha preso su di sé tutto ciò che sono, la mia carne e la mia anima, per darmi la possibilità di non perdere me stesso. L’unico modo per non perdere me stesso, trovare il mio posto nel mondo e dare frutto è restare attaccato al Signore Gesù che abita il presente, che è “più intimo a me di me stesso”: Egli è lì e abita quelle profondità nelle quali nessuno riesce a stare. Ciascuno di noi è amato fino a quel livello lì. È per questo che le mie giornate iniziano sempre con un segno di croce e quella semplicissima preghiera, forse l’unica veramente cosciente, che è per me l’unica possibilità di riprendermi in mano o, meglio, di lasciarmi afferrare: “0 Dio vieni a salvarmi”.

La fede è questo rapporto viscerale con Colui che abita le profondità e che per questo mi può salvare. In queste settimane che mi separano dall’ordinazione presbiterale mi sento bisognoso di implorare questo rapporto ed è ciò che in questa domenica vi cniedo di domandare per me. Vi chiedo, dunque, di pregare per tutto il seminario, i seminaristi e gli educatori, ma in particolare per me e don Steven. Personalmente assicuro la preghiera per ciascuno di voi. Da veri amici, aiutiamoci a ricordare che solo nel Signore è possibile dare frutto e non perdere sé stessi.

don Francesco

Danza per le Missioni 2018

Per il quindicesimo anno consecutivo arte e solidarietà si coniugano per dar vita allo spettacolo Danza per le Missioni: l’appuntamento – divenuto ormai punto di riferimento nella primavera culturale e benefica della città – è organizzato e realizzato dalla stretta collaborazione tra l’Associazione Sportiva Ritmidanza e il Duomo di San Lorenzo di Mestre. Il Teatro Toniolo accoglierà nella serata di sabato 2 giugno alle ore 20:30 tutti gli appassionati di musica e danza, ma anche tutti coloro che vogliono accompagnare una serata di festa con un gesto di impegno in favore dei bambini e di tutta la comunità Kenyota, comunità nella quale opera da molti anni don Giacomo Basso, sacerdote mestrino.

Per informazioni e la prevendita dei biglietti: Associazione Ritmidanza, via Cardinal Massaia 20.

Commissione Visite Culturali

La Commissione Visite Culturali,sabato 12 maggio, ha recuperato la visita alla chiesa di san Sebastiano a Venezia che era stata sospesa il 24 febbraio per il maltempo.

Siamo stati accompagnati dalla nostra guida, la dott.ssa Nadia Mazzon che, con dovizia di particolari e con grande professionalità, ha saputo illustrare efficacemente le opere realizzate da Paolo Veronese che sono custodite all’interno della chiesa.

È stata una esperienza entusiasmante che ci ha decisamente ritemprato. La CVC, con questa iniziativa, termina l’attività per quest’Anno Pastorale e dà appuntamento agli amanti del bello e dell’arte per il prossimo mese di settembre in cui sarà proposto un calendario di nuove visite.

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