Da “LETTERA APERTA”- 29 aprile 2018

Da “LETTERA APERTA” 29 aprile 2018
Settimanale della parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo

Segnalo l’articolo di apertura del parroco don Gianni, un articolo che pone problemi piuttosto che indicare soluzioni. Lo segnalo perché credo che ci sia bisogno anche di proporre problemi e spero che qualcuno si impegni a sviluppare queto discorso.

C’è poi l’intervista a Gianpiero Giromella, un giovane di questa parrocchia che sta terminando il corso di preparazione e il prossimo anno sarà consacrato sacerdote. Sono talmente pochi i giovani che vogliono farsi prete, che quando se ne incontra qualcuno è opportuno ascoltarlo.

Il periodico riferisce pure del folto gruppo di adolescenti che sono andati ad Assisi. E’ molto bello leggere l’entusiasmo e l’incisività di queste stupende esperienze religiose che rimangono indelebili nella coscienza di chi le compie.

Mi pare pure degno di segnalazione l’articolo sul doposcuola parrocchiale per i ragazzi extracomunitari. Le collaborazioni pastorali dovrebbero puntare ad avere almeno uno di questi doposcuola all’interno del gruppo di parrocchie che le compongono, perché questa è di certo carità cristiana.

Il periodico poi spazia dalla mostra delle icone alla dichiarazione dei redditi e dall’opportunità di costruire una schiera di villette in via del Tinto alla prossima sagra.

don Armando

FESTA DEL LAVORO… CHE MANCA

Il Primo maggio si è soliti celebrare il lavoro come strumento di realizzazione della persona La disoccupazione e la precarietà continuano ad affliggere i più giovani condizionandone il futuro

Sono riflessioni discutibili, ma vanno proposte. Per la sacra Scrittura il lavoro non è condanna, ma realizzazione, è la strada gioiosa per dar corpo alla vita, ciascuno con le proprie capacità. La situazione attuale, però, ci porta altrove. Già è difficile trovare un impiego. Quando si ottiene un contratto spesso è precario e bisogna spegnere gli interessi personali. Peggio: manca anche la solidarietà che in passato offriva un po’ d’aria fresca. Attenzione perché il “lavoro imposto” era chiamato “schiavitù”. Bene, chi oggi desidera libertà, soprattutto fra i giovani, deve valutare un’ipotesi: non più “cercare”, ma “creare” lavoro. Il passo è rischioso ma nessuno diventa genitore senza le responsabilità connesse, né c’è vita senza rischi. Dunque: senza esporsi non si trovano soddisfazioni. È importante, poi, che il lavoro sia anche in armonia con il creato. Alcuni giovani tornano a coltivare terra per un prodotto biologico di qualità.

Bello, ma non basta. Tutto chiede una nuova sinergia con l’ambiente altrimenti l’opera umana non ha futuro. Da ultimo bisogna riconoscere che esistono lavori inutili e dannosi. C’è, per esempio, chi vive di burocratismo, che non solo fa il parassita sulle tasse degli altri, non solo complica l’esistenza a chi desidera costruire un’attività, ma si fa anche venerare come un reuccio che concede quel che è dovuto come se fosse un generoso “atto di clemenza”.

don Gianni

INTERVISTA A GIANPIERO GIROMELLA

Caro Gianpiero la parrocchia è contenta di saper che fra i giovani in cammino verso il sacerdozio c’è anche un nostro seminarista. Tu che legame hai con Carpenedo? Sono venuto a vivere a Carpenedo all’inizio del 2000, quando già frequentavo la quarta elementare, e qui ho fatto Comunione e Cresima. Prima abitavo a Mogliano e sono stato battezzato a Peseggia. La quarta e la quinta elementare le ho fatte alla “Tintoretto” dove ho conosciuto i ragazzi che frequentavano anche il catechismo. Le medie le ho fatte dalle suore Canossiane di via Piave e infine le superiori all’istituto alberghiero “Barbarigo” a Venezia. Dalla terza superiore in poi ho cominciato ad essere presente alla Messa quotidiana. Come si è ravvivato il tuo legame con la fede?

Dentro una situazione di ricerca e di fatica nel capire il senso della vita, in terza superiore -anche ispirato da un pellegrinaggio – sono tornato sulle tracce della fede ricevuta col battesimo. Da lì, piano piano, è nato il desiderio di diventare prete. Mi sono trovato molto da solo nel cammino di Fede e molto ha fatto lo Spirito in questo cammino. Un’altra domanda è: cosa ti ha spinto a questa scelta? Sono stato sollecitato dall’azione dello Spirito: una ricerca personale e incontrando – ricorda – don Armando in quarta elementare… Poi tanti altri tra cui anche Marco Scarpa. Ho saputo che nella famiglia c’era stato Padre Romeo Carniato, fratello del nonno materno, giunto anche a 60 anni di Messa e cieco per la maggior parte della vita. Ti vediamo poco… che impegni hai? C’è stato il pellegrinaggio ad Assisi, c’è l’impegno con la pastorale giovanile e in Cattedrale a San Marco, qualche saluto alle vecchie parrocchie oppure una testimonianza in altre realtà diocesane.

DOPOSCUOLA

L’anno scolastico si sta avviando verso la sua conclusione e anche l’attività di volontariato nel doposcuola va verso le battute finali. Martedì 15 maggio dalle 16.30 alle 18.00 ci sarà una festa conclusiva, in patronato, nella sala al piano terra del Lux. Sono invitati genitori, ragazzi, volontari, quale che fosse il loro giorno di lezione. Non si faranno le lezioni abituali, si mangerà qualcosa, ci si saluterà. Dopo il 15 maggio chi ritiene utile continuare le lezioni potrà autonomamente decidere, in accordo con le famiglie e informando la responsabile, Marina. Venerdì 4 maggio alle ore 17.30 faremo un incontro per i volontari in aula Cristalli: sarebbe importante esserci tutti. Ringraziando ancora una volta tutte/i per il proprio impegno, raccomando un ultimo sforzo per le due scadenze sopra indicate: poi anche per voi meritate vacanze…!

Questa è la sintesi di una mail di Marina Ticozzi. Ho deciso di pubblicare le parti che interessano a tutti i lettori e colgo l’occasione per ringraziare la responsabile del dopo scuola per il lavoro che sta facendo a vantaggio della nostra zona. Ricordo che questo servizio è nato in parrocchia dopo l’attentato a Charlie Hebdo, come risposta serena alle difficoltà di relazione fra culture. Servono sempre molti volontari perché crescono le richieste dei ragazzi e serve anche chi collabori con responsabilità a coordinare quest’opera.

don Gianni

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