Da “DIMENSIONE PI” – 5 novembre 2017

Da “DIMENSIONE PI” – 5 novembre 2017
periodico della parrocchia di San Marco del viale omonimo

Don Mario fa un accorato appello ai parrocchiani perché frequentino la messa festiva spiegando cosa rappresenta la Santa Messa per un cristiano. Il parroco poi confessa che la frequenza nella sua parrocchia va dall’8 al 10 per cento.

Questa è una lettera da leggersi per fare poi un esame di coscienza su come vanno le cose nelle altre parrocchie e tentare di trovare soluzioni in proposito.

don Armando

CRISTIANI SENZA MESSA?

Possibile? E perché mi faccio questa domanda?

Le statistiche dicono che nei casi migliori la frequenza alla Messa domenicale si aggira attorno al 18-20%. Nella nostra parrocchia siamo all’8-10%. A cosa si deve questo calo così pesante e vistoso? Pure i ragazzi che frequentano la catechesi parrocchiale, anche negli anni in cui si preparano ai Sacramenti, sono facilmente assenti.

Naturalmente dietro ai bambini e ai ragazzi ci sono le famiglie…disattente? Incuranti?…non interessate alla fede sia personale che dei propri figli? Non voglio né accusare né essere pessimista: mi pare di dire la realtà che osservo. Vedo poi che se non si cura la Domenica, saltano anche le altre feste nelle quali è convocata l’assemblea cristiana: Immacolata, Assunta, Ognisanti…addirittura Natale e Pasqua: diventano occasione di gite, vacanze ecc.

Cristiani senza Messa: possibile? Devo dire di no (so che, purtroppo, ci sono comunità cristiane senza Messa, ma perché mancano i sacerdoti. In questi casi c’è lo stesso l’incontro domenicale). La Messa è il tesoro che ci ha consegnato Gesù; questo tesoro è Lui stesso. Nella Messa incontriamo Lui nel gesto supremo del suo amore verso di noi: ha donato tutto se stesso, la sua carne, il suo sangue. Si dona come nutrimento nella Comunione eucaristica. Forse qualcuno pensa: ma io credo in Gesù Cristo anche se non vado alla Messa.

Ma come si fa a dirlo se non si da importanza alle parole di Gesù: “Fate questo in memoria di me…Se non mangiate la mia carne e non bevete il mio sangue, non avete in voi la vita…”. Non è una cerimonia. È un gesto da capire bene. Nell’assemblea domenicale tutta la comunità rinnova un’alleanza con Gesù, si impegna a vivere alla maniera, secondo io stile e lo Spirito di Gesù. “Carne e sangue” fa riferimento a Gesù come è stato nella sua vita terrena.

Non è facile per noi essere come Lui: dobbiamo faticare, abbiamo bisogno del suo aiuto, di rinnovare continuamente questa alleanza che cambia noi e attraverso di noi cambia chi ci sta intorno, diffonde lo spirito del Vangelo.

La Domenica è il giorno della resurrezione di Gesù, della sua vittoria sul male e sulla morte, una vittoria che continua.

E’ necessario coltivare familiarità con il Signore. I ragazzi sanno che non imparano il calcio o qualche altro sport praticandolo qualche volta, quando ne hanno voglia: resteranno sempre in panchina. Così è per la vita cristiana che si gode, diventa bella e fruttuosa se la si pratica con costanza.

Non prepariamo i bambini alla prima Comunione, ma alla Comunione, a vivere costantemente in amicizia con il Signore lungo tutta la vita. La vita cristiana ha nell’Eucarestia e nei Sacramenti la sua origine e la sua forza. Per usare una parabola di Gesù siamo chiamati alla felicità, alle nozze, tutti, nessuno escluso,buoni e cattivi. Il Signore vuole bene a tutti e il bene di tutti. Però c’è una veste da indossare: dobbiamo lasciarci vestire da Lui, del suo Vangelo, del suo Spirito per vivere come Lui e diventare creature nuove, capaci di spargere attorno a noi semi di novità evangelica.

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