Da “INSIEME” – 15 ottobre 2017

Da “INSIEME” – 15 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di San Martino e San Benedetto di Campalto

Il periodico consiste in un foglio A4 piegato in due. E’ scritto molto in piccolo, ma si presenta in modo favorevole perché a comporlo non è solo il parroco, ma altri membri della comunità.

Mi pare opportuno segnalare l’iniziativa di celebrare un’Eucarestia domestica (presso una famiglia) per i ragazzi delle medie, e l’assemblea parrocchiale che si è tenuta in Casa Cardinal Urbani a Zelarino, compreso il pranzo, per mettere a fuoco le modalità per essere Chiesa oggi.

 

UNA CASA PER CHIESA E UN CRUPPO PER FAMIGLIA

Per i ragazzi delle medie: se vogliamo incontrare Gesù, dobbiamo andare in chiesa. Come fargli capire allora che Lui non è solo in chiesa, ma è sempre in mezzo a noi? E poi, c’era da celebrare la tappa del Credo, il fine del primo anno del cammino verso la Confermazione, per chi non era presente quando è stata celebrata da un gruppo una decina di giorni fa. Infine, nel nostro gruppo c’è chi, purtroppo, non sempre può partecipare alla messa della domenica a causa di una cura che sta facendo.
Da tutto questo è nata la voglia di fare la tappa celebrando la messa in un posto più piccolo, solo con il nostro gruppo, il don e la tavola dove spezzare il pane e fare comunione. Sì ma dove?
Ed ecco l’idea: in una casa! Una casa accogliente, con il tavolo della sala da pranzo dove spezzare il pane, i ragazzi di seconda media e la voglia di stare insieme. Sì, Gesù è con noi! Gesù è in mezzo a noi. Le chitarre hanno creato la giusta atmosfera per poi seguire don Massimo nella celebrazione dell’eucarestia nella casa che è per definizione il luogo dove vive la famiglia.
Non cerchiamo la fede in parole o gesti eclatanti, perché essa nasce e cresce nelle nostre case. Nutriamola con il nostro amore: quello verso i figli, il marito o il compagno, i genitori e gli amici. Allora nostra dimora è e sarà sempre, per noi credenti, la casa del Signore. E il nostro gruppo una grande famiglia

Valentina

…PER ASCOLTARE E TESTIMONIARE…

ASSEMBLEA PARROCCHIALE

Domenica 8 ottobre, si è svolta presso il centro “Cardinale Urbani” di Zelarino, l’ormai consueta assemblea parrocchiale. L’assemblea è un momento forte per la vita della nostra comunità, un’occasione nella quale confrontarsi, per programmare un cammino comune e – perché no? -anche per conoscersi meglio; creare quelle relazioni umane che rendono viva una parrocchia. Anche domenica le cose sulle quali riflettere sono state parecchie, tutte orientate verso lo sforzo di riuscire a creare una vera comunità, tentare di trasformare la nostra Chiesa, cercando di darle una dimensione “domestica” dove tutti, ma proprio tutti, si sentano accolti e amati. Provare a dare finalmente un ruolo attivo alle famiglie e alle donne, sforzandosi quindi di essere una comunità profetica dentro una società che ha perso molti dei suoi valori e in continuo mutamento, tanto da definirsi” liquida”. Riuscire ad abbattere barriere mentali, culturali, religiose per aprire il cuore, e la porta, agli altri. A fare da bussola della giornata, dopo la lettura e l’approfondimento del Vangelo domenicale (divisi in piccoli gruppi) ci sono state anche alcune relazioni: la prima di Ilario, che prendendo spunto dall’anniversario della consacrazione della chiesa di S. Benedetto ha illustrato la realtà parrocchiale degli anni ’60; la seconda di Gabriele Scaramuzza che ci ha proposto un’analisi davvero reale e disarmante della nostra società, a seguire Don Massimo, che ci ha fatto una lettura teologica della Chiesa contemporanea.
Il pranzo poi si è svolto in un clima fraterno e festoso. Al pomeriggio siamo stati invitati a confrontarci su temi molto attuali tesi ad uno sforzo di rinnovamento della nostra realtà di fede. A conclusione di una giornata così ricca non poteva mancare la celebrazione dell’Eucarestia celebrata dal nostro amato don Massimo.
Personalmente mi è piaciuto molto l’intervento del carissimo Ilario (pietra fondante della S. Vincenzo campaltina) che mi ha fatto capire come la comunità parrocchiale degli anni ’60 fosse molto concreta, formata da fratelli che all’occorrenza si rimboccavano le maniche per aiutare chi era nel bisogno (ad esempio, riparando le baracche di chi non aveva ancora una casa) facendosi così prossimo degli ultimi, alla sequela del Vangelo. E’ stata davvero una giornata coinvolgente, che, non solo mi ha fatto sentire partecipe di una realtà viva e propositiva, ma mi ha reso anche ulteriormente consapevole del ruolo che dovrei avere in questa comunità chiamata Chiesa, che se non brilla e non è attraente, un po’ è anche per colpa mia.
Al prossimo anno sperando di essere ancora più numerosi.

Alessandra

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