Da “SEGNO DI UNITA’” – 17 settembre 2017

Da “SEGNO DI UNITA’” – 17 settembre 2017
settimanale della parrocchia di Santa Maria della pace di Bissuola

Ciò che è valido non teme il passare del tempo. Segnalo per motivi diversi due articoletti apparsi su questo periodico circa un mese fa.

Il primo potrebbe apparire perfino banale, perché segnala l’orario delle messe. Don Liviano è costretto a tre messe e per una parrocchia come la sua di 5200 anime tre messe sono pochine. Mi vengono due considerazioni: penso che tra frati e preti vecchi non dovrebbe essere troppo difficile trovare chi abbia la possibilità di celebrare almeno un’altra messa. Il secondo esprime l’auspicio che l’orario delle messe tra parrocchie contigue sia concordato per facilitare i fedeli, ma soprattutto dovrebbe essere segnalato in maniera molto evidente l’orario della celebrazione delle messe della zona, meglio ancora della città.

Il secondo articolo che segnalo è quello sui “preti scomodi”, don Milani e don Mazzolari. Ho l’impressione che i periodici parrocchiali non abbiano dato sufficiente rilievo alla visita del Papa alle tombe di questi due grandi testimoni e profeti della Chiesa di oggi che hanno offerto dei significativi orientamenti verso la Chiesa del domani.

 

GLI ORARI DELLE SS. MESSE FESTIVE

Come si vede dalla seconda domenica di ottobre e fino a nuovo avviso, viene sospesa la s. messa delle 8.00.
Don Liviano è arrivato a questa decisione, confortato dai suggerimenti emersi nell’ultima riunione con i catechisti, alla luce della situazione attuale: don Liviano è praticamente solo, pur contando sull’apporto dei sacerdoti dell’Istituto “Berna” che non garantisce una presenza costante, e sull’apporto sempre più limitato di don Antonio che finora ha prestato un servizio per il quale non lo potremo ringraziare mai abbastanza, ma che ormai sente sempre più i limiti dell’età. D’altra parte non è parso conveniente continuare con un’unica celebrazione che veda riuniti ragazzi e adulti; un conto è d’estate quando l’affluenza alla s. messa è limitata, un altro è durante l’anno catechistico quando la presenza dei ragazzini è più consistente. Don Liviano sarebbe costretto a fare un’omelia adatta a loro penalizzando gli adulti, che hanno bisogno di sentire una parola più adatta alle loro esigenze. Le cose potrebbero cambiare, non poniamo limiti alla Provvidenza, e allora si potrebbe recuperare quell’orario delle ore 8.00. Per ora la situazione è questa.
Questo ci deve spingere a pregare lo Spirito ancora una volta perché dia sostegno a don Liviano e chissà che un aiuto insperato non giunga da qualche parte.

DUE PRETI SCOMODI DON MILANI E DON MAZZOLARI

Il 20 giugno di quest’anno, papa Francesco si è recato a Bozzolo (Mantova) per pregare sulle tombe di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, Il 23 aprile, prima dell’annuncio del viaggio aveva mandato il card. Bassetti a Bozzolo a celebrare una messa e posare a suo nome una rosa d’argento sulla tomba di don Primo.
Dopo un mese il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, è stato nominato nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Il neo Presidente della CEI si è formato nella Firenze di Della Costa, La Pira e Don Milani. Ha già compiuto 75 anni, l’età della pensione per i vescovi, ma il Papa lo ha prorogato senza scadenze.
Le parole di papa Francesco pronunciate in occasione di quella visita, hanno indotto Bassetti a scrivere l’articolo che ci sembra opportuno proporlo oggi, all’inizio dell’anno catechistico, poiché questi due preti sono stati due grandi educatori. Non serve aggiungere altro. Buona lettura.

“Il Papa parla anche attraverso i segni e vuole indicare ai sacerdoti e ai vescovi di oggi due modelli di “Chiesa in uscita”, due pastori che “hanno l’odore delle pecore”, capaci di cogliere i segni dei tempi e sempre dalla parte dei dimenticati, degli ultimi. Le più belle pagine della Chiesa sono state scritte da anime inquiete, diceva don Mazzolari. Vale anche per don Milani. Erano diversi ma entrambi profetici, lontani dalle etichette cui si tenta talvolta di ridurli. A don Milani, per esempio, hanno cucito addosso dei vestiti che non erano suoi. È una personalità complessa, difficile da afferrare perché aveva un pensiero fermo nei principi ma in costante evoluzione. L’hanno definito ribelle, disobbediente alla sua Chiesa, il prete rosso. Ma lui, come don Mazzolari, è sempre stato fedele alla sua Chiesa, anche nei momenti più difficili. Parlava chiaro e non era tenero con nessuna parte. La verità era quella e la diceva. Già nelle esperienze pastorali, del ’54, accusava i comunisti di tradimento nei confronti dei poveri: nelle case del popolo date giochi e valigette borghesi! Li invitava a trasformarle in scuole, piuttosto. Talvolta è destino dei profeti il non essere compresi. Dava fastidio la sua scelta radicale per i poveri, la scuola, il suo lottare contro le ingiustizie. Ragazzi sfruttati, in fabbrica per sedici ore con salari minimi. Aveva capito che i ricchi possono scegliere quello che vogliono ma per i poveri c’è solo un destino bieco. E il Vangelo lo portava a stare dalla parte degli ultimi, i dimenticati, non perché fosse un sociologo né tanto meno un marxista, ma perché era un prete. Un prete fino in fondo. In una lettera del 25 febbraio 1952 scriveva che l’ingiustizia sociale non è cattiva anzitutto perché danneggia i poveri ma perché è peccato, offende Dio e ritarda il suo regno. Anche la cultura diventava per lui uno strumento per evangelizzare i poveri. La scuola per i poveri, gli operai, i contadini, divenne il mezzo di questa sua catechesi: crescere i giovani per farne uomini più liberi, più giusti e in fondo più cristiani.

(card. Gualtiero Bassetti, presidente della CEI)

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