Da “COMUNITA’ IN CAMMINO” – 13 agosto 2017

Da “COMUNITA’ IN CAMMINO” – 13 agosto 2017
settimanale della parrocchia San Pietro della Riviera del Brenta

Già ho segnalato le interessanti riflessioni offerte all’attenzione dei suoi parrocchiani da don Cristiano Bobbo, un ottimo prete, parroco della parrocchia di San Pietro di Oriago. Un sacerdote che abbia zelo nei riguardi della sua gente offre loro la proposta cristiana mediante la predica, le conversazioni personali e soprattutto mediante la sua vita. Ora poi che la tecnica offre immense altre opportunità che possono fare da cassa di risonanza all’annuncio del Vangelo è doveroso servirsene e don Cristiano lo fa con convinzione. Don Cristiano intelligentemente si serve della stampa, uno dei mezzi di comunicazione più accessibili e più facili da usare, e lo fa in maniera semplice e convincente.
Scelgo questa settimana la riflessione sulla sobrietà che don Cristiano propone con la volontà di vivere lui stesso in maniera modesta essendo convinto che un cristiano, per essere coerente al Vangelo, deve rifiutare il consumismo che si alimenta del superfluo, dello sperpero, dell’inutile e del lusso.

Ritengo che la riflessione di questo “curato di campagna” sia più convincente di una predica dal pulpito, soprattutto perché espressa da un sacerdote convinto e che mettendo in pratica la virtù rende più credibile anche il suo apostolato.

Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera

La nostra stanza ‘

Ricordo che quando il nostro precedente Patriarca, il card. Angelo Scola, dovette trasferirsi a Milano in qualità di nuovo arcivescovo della Diocesi ambrosiana, volle mettere all’asta una serie di oggetti di un certo valore che nel corso degli anni aveva collezionato. Si trattava per lo più di regali che nelle circostanze più disparate gli erano stati consegnati e dai quali se ne poteva ricavare una qualche utilità a favore dei poveri.
Credo che un’operazione simile dovremmo effettuarla anche noi sacerdoti soprattutto quando la nostra casa terrena rischia di riempirsi di tante cose inutili o di orpelli che, seppure segni di affetto, si ac­cumulano senza misura nel luoghi della nostra quotidianità. Il proposito di sfoltire l’ambiente della mia vita da ciò che è accessorio, mi accompagna regolarmente e, almeno in parte, riesco anche a realizzarlo nel tempo di vacanza, quando i ritmi dell’azione pastorale mi concedono una certa tranquillità. Intanto l’impegno del Grest di questo mese di Luglio, se ancora non mi consente di passare all’azione, mi lascia però intravvedere i prossimi passi da compiere. In fondo di che cosa c’è bisogno nella mia stanza? Di una finestra dalla quale lasciare passare la luce, del silenzio necessario per ritrovare me stesso, della speranza con la quale rinnovare il coraggio di aprire la porta per affrontare la vita. Il resto è superfluo e può anche essere lasciato sapendo che possediamo sì un luogo dove abitare in questa vita, ma si tratta pur sempre di una stanza in affitto che un giorno dovremo lasciare.

Don Cristiano Bobbo

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