Un’avventura di mezza estate

I mercati generali di frutta e verdura di Treviso sono uno dei più vecchi fornitori, prima della “Bottega solidale di Carpenedo”, poi de “La buona terra” del centro don Vecchi e del “Banco alimentare” dello stesso centro.

Una trentina di anni fa aprimmo la “Bottega solidale” nel piccolo chiosco appoggiato per una parete alla canonica e per l’altra alla chiesa e che un tempo conteneva un chiosco di fiori. Con grandi difficoltà e pure con qualche spesa  riuscii  a  liberare il chiosco dall’attività precedente per collocarvi la nuova attività benefica e la distribuzione dei  generi alimentari di frutta e verdura che con una certa enfasi denominammo “La bottega solidale” perché commerciava si nel settore alimentare come ogni altro negozio,  ma a differenza degli altri, donava la merce. Gli inizi furono come ogni altra attività benefica,  quanto mai  difficili. Soprattutto per il reperimento della merce da farci donare per poterla a nostra volta offrire gratuitamente. Per quanto  riguardava la frutta e verdura la andavano a “mendicare” presso il mercato generale in via Torino, però il suddetto mercato era di modeste proporzioni e perciò riuscivano a portare a casa poca “roba” e non sempre di qualità. A questo proposito voglio però ricordare il signor Vito  Guadaluppi, che a differenza di altri era particolarmente generoso, però nonostante questo generoso benefattore, che ricordo   con particolare riconoscenza perché poi ci lasciò in eredità la sua casa, la frutta e verdura da distribuire era sempre troppo poca.

Sennonché, durante una riunione della San Vincenzo, nella quale discutevamo questo problema senza riuscire a trovare vie di uscita, il “confratello” così si chiamavano i soci di questa attività associativa, e precisamente il signor Gino Fattore, si ricordò che un suo congiunto occupava un posto di rilievo presso i mercati generali di frutta e verdura di Treviso. Egli interessò il suo parente e “ottenemmo” così la possibilità di entrare gratis nel mercato per ottenere dai vari “padroncini” qualche cassetta di frutta e verdura. Un altro “confratello” Mario Bobbo, al quale non manca né parola né il coraggio, si offrì ad andare due volte alla settimana a fare “il frate da cerca” presso questo mercato. In vent’anni di attività questo membro della San Vincenzo di Carpenedo è riuscito a conquistarsi la fiducia e la simpatia dei gestori dei vari Stand tanto che il martedì e il venerdì “porta a casa” un furgone con quindici venti quintali di frutta e verdura. Da qualche anno si affiancò in questa attività un altro parrocchiano di Carpenedo Carlo Gavin, tutto l’opposto del primo, quando questi parla, altrettanto l’altro rimane silenzioso, ma nel compenso è quanto mai operativo.

Qualche settimana fa questi due volontari mi chiesero di accompagnarli a Treviso perché il loro vecchio prete quasi novantenne facesse da garante  di dove andavano a finire le donazioni e potesse ringraziare a nome dei poveri di tutta Mestre i benefattori di Treviso. Mi pareva doveroso accettare l’invito.

Eccovi ora il diario della visita ai mercati generali di frutta e verdura di Treviso: alzata mattiniera, il mercato apre quando è ancora buio, e poi via verso la capitale della Marca. Dopo mezz’oretta mi trovai in mezzo ad un mondo nuovo da scoprire! Penso che neanche Cristoforo Colombo rimase frastornato quanto me quando egli scoperse il mondo nuovo, un vociare da tutte le parti, un traffico intensissimo di “muletti” a batterie di tutte le fogge e le grandezze, cariche di ogni tipo di frutta e verdura, tutta ordinata e in bella mostra nelle cassette.

Rimasi subito un po’ frastornato dal quel mondo brulicante ed irrequieto; di primo acchito mi pareva un formicaio per il suo andirivieni, assurdo per un visitatore inesperto, ma quanto mai funzionale per la miriade di operatori che si muovevano con una destrezza indescrivibile. Al frastuono si aggiunse per me anche un certo barcollamento delle gambe che ormai sono ben lontane dall’essere come quelle di Mennea. Strinsi i denti e bevetti fino in fondo, come Socrate la cicuta, ma tenni duro superando il mio naturale riserbo.

Strinsi tante mani, dissi tanti grazie, ma avvertii pure tanta cordialità, tanta condivisione e tanto rispetto e affetto da parte della nostra gente veneta rimasta buona e fiduciosa verso i suoi vecchi preti. Mentre Mario tesseva un rapporto confidenziale e alla pari con padroni e responsabili, Carlo, in silenzio, caricava il camion tanto ch’esso era pieno zeppo prima che noi terminassimo tutto il giro.

Verso le otto eravamo già sulla via del ritorno perché alle nove dovevo celebrare nella mia cattedrale tra i cipressi. Durante la messa pregai per i poveri morti e pregai altrettanto agli altrettanto poveri vivi, ma nel mio animo mi sentivo ancora immerso nel mondo per me tanto nuovo, del mercato e ricordai al Signore ad uno ad uno quella gente che raccoglie dai contadini i frutti della terra per offrirli tutti in buon ordine ai cittadini che vivono tra l’asfalto e il cemento.

Ho ringraziato poi il Signore perché a questo mondo ha mantenuto ancora tanta buona gente: contadini, commercianti, volontari, tutti coloro che rappresentano il volto buono della vita.

Tornando a casa ho chiesto al signor Bobbo che mi facesse un elenco delle persone di buon cuore che provvedono anche ai poveri. Ne voglio fare un elenco da mandare a San Pietro perché quando questa cara gente si presenterà alla porta del cielo, non faccia tante storie, semmai chiuda un occhio perché comunque entrino senza intoppi perché hanno donato ben di più di “un bicchier d’acqua fresca” che, a parere di Gesù, è sufficiente per entrare nel Regno!

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