Spero di non essere venale, ma talvolta sarei quasi tentato di chiedere un qualche compenso ai miei fratelli che usano il mio nome come certificazione di sana provenienza. Mio fratello Luigi, successore di mio padre nella minuscola azienda di falegname, più di una volta mi ha confessato candidamente, che quando si presenta per un lavoro dice di essere mio fratello come garanzia di serietà.
Lucia, invece figura storica di infermiera all’oculistica in ospedale a Mestre, che ha legato la sua vita alla notorietà del prof. Rama, delle sue imprese filantropiche in Kenya, teme che la mia presunta fama oscuri le sue gesta umanitarie, però non si fa scrupoli di dispensare il mio “diario” per aumentare il suo prestigio nell’ambito dell’ospedale o forse per poter fare i regali di Natale a buon mercato, anzi senza oneri!
Comunque qualche giorno fa mi riferì che il primario dell’urologia aveva gradito il dono, leggeva volentieri il volume, ma che avrebbe gradito una mia dedica.
C’è da notare che suddetto primario, segue i miei guai, perciò gli sono particolarmente grato per essersi fatto carico dei malanni che mi affliggono.
Mi è parso perciò opportuno promettergli, con un po’ di spirito goliardico, che gli avrei volentieri donato metà dei meriti che avrei acquisito durante il tempo in più che mi avrebbe eventualmente donato con le sue cure. Poi ci ho pensato un po’ più seriamente perché in suddetto tempo potrei combinare dei guai e perciò sarebbe stato opportuno che accettasse l’offerta col beneficio dell’inventario.
Comunque meglio di tutto è lasciare che il Signore faccia quello che crede e ciò che è meglio per tutti!