I cattivi maestri

Qualche tempo fa ho scritto che il nostro Parlamento è l’università, ossia il livello più elevato di insegnamento della maleducazione, della volgarità, della faziosità e del disinteresse per il bene della nazione. È ben chiaro che anche in quel luogo, così malfamato e popolato da persone inaffidabili e dai cattivi costumi, ci sono certamente anche uomini perbene che fanno il loro dovere con scrupolo e onestà ma purtroppo la visione d’insieme che se ne trae è davvero desolante.

È anche vero quanto sosteneva Carnelutti, principe del foro veneziano, che scrisse che bastano alcuni papaveri rossi perché tutto il campo di grano appaia scarlatto mentre la presenza di una miriade di viole passa inosservata perché sono fiori umili che l’erba nasconde.

Temo però che in Parlamento i papaveri purtroppo siano molti e il malcostume, l’insolenza, la mancanza di creanza non siano solamente una illusione ma una triste realtà. Chi si offre per governare il Paese dovrebbe sottoscrivere un codice di comportamento e la legge dovrebbe prevedere l’immediato decadimento dall’incarico di rappresentare la nazione per chi dovesse venir meno a questo codice etico. Questo fatto mi indigna però ve n’è un altro che mi sorprende e mi meraviglia ancor di più.

Pare, e speriamo sia vero, che in Italia ci sia una “ripresina” ossia che aumenti il PIL, che diminuisca la disoccupazione e che le fabbriche producano di più però, da quanto osservo alla televisione e leggo sui giornali, pare che i sindacati siano i primi a dispiacersi per questa crescita. A volte ho l’impressione che in Italia le forze sindacali siano reazionarie, disfattiste e non si preoccupino delle difficoltà degli operai ma se così non fosse mi aspetto che le varie sigle sindacali e tutte le altre parti coinvolte inizino a collaborare seriamente per il raggiungimento di quella pace sociale tanto necessaria.

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