La mia rosa blu

Chi legge frequentemente L’Incontro è certamente a conoscenza che, su richiesta della dottoressa Federica Causin, ho scritto la prefazione del suo ultimo volume. Dopo averci pensato un po’ ho ritenuto di rifarmi ad una bellissima poesia di Gerda Klein, poesia che io ricordo assai sommariamente dal titolo “La rosa blu”, titolo che una delle più vecchie cooperative di disabili di Mestre ha adottato come nome fin alla sua nascita.

L’autrice di questo volume è una mia coinquilina del Centro Don Vecchi 2, abita nella mia stessa “strada”, collabora con “L’incontro” e gode di tutta la mia stima e del mio profondo affetto. La dottoressa Causin, disabile dalla nascita, si è laureata in lingue a Ca’ Foscari, lavora presso un’azienda di Marcon e vive un’intensa vita sociale portando avanti con intelligenza e decisione le problematiche che sono proprie di queste persone che, soffrendo di menomazioni di carattere fisico, cercano pian piano di inserirsi nel tessuto sociale rivendicando i loro diritti e offrendo generosamente il loro prezioso contributo.

Ho scelto come titolo della prefazione “La mia rosa blu” perché la conoscenza e il rapporto quotidiano con questa giovane donna mi ha reso ancora più cosciente che queste creature non devono assolutamente essere considerate come nel passato uno “scarto” della nostra società ma perle preziose che ci aiutano a guardare con occhi nuovi tutte le manifestazioni di vita che incontriamo ogni giorno. Probabilmente, a causa di questa prefazione, la signora Raffaella Marini Franchin, che da una vita si batte con un coraggio ed una generosità infinita per questa nobile causa, mi ha inviato il testo originale della poesia che è davvero splendido. Neanche poi a farlo apposta in un periodico dei padri del don Orione mi è capitato di trovare la fotografia di una giovane suora che con un sorriso, una bellezza ed una tenerezza soave tiene in braccio un bimbo Down e subito mi è venuto da pensare che se la disabilità non servisse ad altro che a suscitare un amore così intenso, dolce e luminoso avrebbe già donato alla società qualcosa di veramente bello ed incomparabilmente prezioso.

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