Adorazione perpetua

Sento il bisogno e il dovere di ritornare su un argomento del quale ho parlato più volte ma che però mi pare non sia ancora riuscito a penetrare nella coscienza collettiva dei cattolici della nostra diocesi. Lo faccio in occasione dell’inaugurazione dell’adorazione perpetua iniziata solennemente qualche giorno fa nella chiesa di San Silvestro a Venezia con la presenza del Patriarca, di numerosi sacerdoti e di molti fedeli.

Quello dell’adorazione all’Eucarestia, a tutte le ore del giorno e della notte, è stata una iniziativa realizzata per molti anni nella chiesa di San Giuliano che poi però, non so per quali motivi, è venuta meno. Don Narciso Danieli, parroco della comunità di Santa Maria Goretti in vicolo della Pineta, ha rilanciato questa pia pratica con successo tanto che pare che ben quattrocento persone si siano impegnate a coprire le 24 ore di tutti i giorni della settimana.

Io non posso che essere contento di questa pia pratica che si aggiunge alle novene, ai tridui, ai pellegrinaggi e alle tantissime altre iniziative che la pietà cristiana ha “inventato” lungo i secoli per manifestare a Dio Padre il ringraziamento, la richiesta di perdono e la lode. Una monaca delle Serve di Maria del Monastero di Via San Donà disse a chi criticava le monache che invece di servire i poveri e i bisognosi passavano le loro giornate in preghiera: “Noi abbiamo scelto di essere le testimoni dell’Assoluto perché vogliamo ricordare agli uomini l’altra faccia della medaglia della vita!”.

Io sono totalmente d’accordo con queste religiose. Guai se non ci fosse al mondo qualcuno che ci ricordi che dobbiamo tutto al Signore! Mi auguro di tutto cuore che la comunità di Santa Maria Goretti a cui si è aggiunta ora quella di San Silvestro siano per Mestre, per Venezia e per le relative chiese le “testimoni visibili dell’Assoluto”.

Mi auguro poi che nella Chiesa veneziana ci siano discepoli di Gesù che sia di giorno che di notte lo amino, lo servano e lo ascoltino cercandolo anche nelle realtà dei poveri. Se l’Eucarestia è un segno che Cristo Figlio di Dio è rimasto con noi, i poveri testimoniano ancora di più la presenza in mezzo a noi del nostro Redentore e Salvatore.

Gesù, San Giacomo, San Giovanni Crisostomo, i Santi di ieri e di oggi e il nostro Pontefice ci ripetono costantemente questa grande verità, nonostante questo però pare che la nostra Chiesa non abbia ancora organizzato un servizio efficiente, sia di giorno che di notte, per amare e servire il Cristo presente nei poveri.

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