Atei attivi!

La settimana scorsa è giunta in redazione de L’Incontro, così come era già accaduto anche la settimana precedente, una lettera di un “lettore” del nostro periodico che, con molta disinvoltura, ha attaccato tutto l’impianto della religione cristiana dichiarandosi ateo convinto. Leggendo poi “Lettera Aperta”, il periodico della mia vecchia parrocchia, ho scoperto con grande sorpresa che anche a quel foglio parrocchiale è giunta una lettera di forte critica alla Chiesa per aver accettato la decisione di un giovane parrocchiano di farsi prete.

Ben cosciente del monito di San Pietro che scrive ai cristiani delle comunità nascenti: “Siate sempre pronti a rendere ragione della vostra speranza”, dopo un istintivo senso di stizza per la prosopopea e il senso di superiorità con cui questi atei militanti trattano noi cristiani definendoci retrogradi, oscurantisti e rinunciatari nella vita, ho concluso che debbo essere loro grato perché mi “costringono” a verificare le mie scelte religiose, a purificare la mia fede dalle scorie che fatalmente vado “incontrando” e che la rendono meno bella.

Questi due episodi, che mi hanno un po’ sorpreso perché colti nel giro della stessa settimana, mi hanno riportato ad una vicenda analoga vissuta una trentina di anni fa. A quel tempo leggevo il settimanale Epoca, una testata scomparsa da qualche anno, di cui seguivo con particolare interesse la rubrica: “Lettere al Direttore”, che era condotta da Augusto Guerriero, giornalista acuto e intelligente, che si firmava con lo pseudonimo “Ricciardetto”. Spesso era attaccato per i motivi più diversi dai lettori che non la pensavano come lui. Quando costoro erano cortesi e corretti rispondeva con garbo e lucidità giustificando con argomenti stringenti e razionali le sue tesi, però quando essi erano arroganti, volgari o superficiali li “demoliva” letteralmente facendo notare i loro “peccati” di grammatica e di sintassi dando poi loro il colpo di grazia con le sue argomentazioni.

Edotto da questa vecchia esperienza vorrei suggerire agli atei nostri corrispondenti: “Siate corretti, esprimete le vostre ragioni con pacatezza, rispetto ed umiltà”. Nessuno ha tutta la verità in tasca, allora confrontiamoci, dialoghiamo ma, per favore, non fatevi compatire per la superficialità, la mancanza di cultura, la povertà delle argomentazioni e il poco rispetto per il pensiero altrui, eviterete così il rischio di fare una figura peregrina!

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