Un alloggio per i derelitti

È inutile e noioso che confessi ancora una volta i miei dubbi, che purtroppo diventano spesso drammi interiori, circa la carità cristiana, o meglio ancora, l’elemosina. A tal proposito sono costretto a riferire il consiglio di Monsignor Vecchi: “Armando se dai l’elemosina ad un povero che ti chiede la carità fai certamente bene, però se ti impegni a costruire una struttura che aiuta i poveri, farai ancora meglio perché potrai offrire loro una risposta risolutiva ai loro bisogni e aiuterai chi si troverà nella loro stessa situazione per un secolo almeno”. Da questa dottrina sono nati i Centri Don Vecchi che attualmente offrono un alloggio, più che dignitoso, a cinquecento anziani con difficoltà economiche.

Alla prova dei fatti, nonostante il discorso funzioni e sia pienamente razionale, sento di non aver ancora risolto completamente il problema che mi turba da sempre ed ogni volta che incontro un mendicante che mi chiede l’elemosina o ogni volta che cammino oltre o offro solamente un paio di euro, la coscienza continua a rimordermi nonostante i discorsi e la dottrina a cui mi sono affidato.

Qualche giorno fa è venuto a trovarmi uno dei soliti miei “amici” che viveva presso la Casa dell’Ospitalità di Via Spalti ove aveva un letto, il pranzo e la cena. Il mio “amico”, che ha meno di quarant’anni, col solito fare lagnoso ed il volto triste, mi ha detto: “Don Armando mi hanno buttato fuori dall’asilo notturno e sono quindi costretto a dormire per strada. Cosa faccio?”. Io non ho proprio saputo dargli una risposta anche se mi sentivo prudere la lingua per il desiderio di rispondergli: “Arrangiati. Nessuno ti ha costretto a fare baruffa con il tuo vicino tanto da indurre il responsabile a cacciarti giustamente!”. Non gli ho risposto ma ora temo che “dorma” sotto qualche sottoportico! Ho letto che tra Venezia e Mestre vi sono circa cinquecento senza fissa dimora ma purtroppo le strutture ricettive non superano i duecento posti letto. Quel mio “amico”, anche se ogni tanto mi chiede del denaro per andare in un luogo lontano da Mestre dove gli è stato “offerto un posto di lavoro”, credo che non lavorerà mai più. Per quanto colpevole possa essere, la coscienza mi dice che io e la città almeno un letto dovremmo offrirlo a questo relitto d’uomo!

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