Suor Cristina

Nella mia prolungata pausa natalizia, a motivo dell’influenza, guardando la televisione ho avuto modo di imbattermi in due esecuzioni canore di Suor Cristina, la suoretta che si è ormai fatta un nome, a livello internazionale, nel campo della musica moderna.

Alle esecuzioni sono seguite delle interviste nelle quali questa suoretta, dal volto bello e pulito, se l’è cavata con onore, senza strafare e senza coinvolgere più di tanto la fede e nostro Signore.

Ho avuto l’impressione che ella sia ancora all’inizio di una carriera quanto mai difficile e pericolosa e che, per ora, sia ancora protetta dall’entusiasmo, dalla buona fede e dalla semplicità di un cuore desideroso di fare opera di apostolato mediante la sua bella voce e la sua gioia di cantare.

Ho sempre affermato che questi modi particolari di lodare il Signore e di testimoniarlo in ambienti totalmente laici, mi fanno piacere e aprono il mio cuore alla speranza di un dialogo vero e rispettoso con il mondo estraneo alla Chiesa. Confesso però che quel salterellare sul palcoscenico e soprattutto quei suoni strani, irrequieti, spesso urlati oltre ogni misura mi hanno indotto a pormi almeno una domanda per la quale finora non ho trovato alcuna risposta: “Ma che cosa canta quella ragazza? Che cosa dice a Dio e agli uomini?”. Io non conosco gli attuali linguaggi musicali, ho però l’impressione che siano sguaiati, senza senso, confusi ed irrequieti proprio come il modo di vestire, di parlare e di comportarsi dei nostri giovani. Non ho la minima speranza che i giovani, che partecipano ai concerti fiume dei più famosi cantanti attuali ne traggano motivi di speranza, orizzonti più aperti e positivi e soprattutto più ordine nel vivere e nell’amare! Non vorrei proprio che Suor Cristina si sgolasse tanto e mettesse in pericolo la sua freschezza umana per risultati così deludenti!

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