La scoperta natalizia

Ho confidato, fin troppe volte ai miei amici e fedeli, i tormentoni che mi affliggono ogni volta che debbo rivolgermi al “popolo di Dio” per attualizzare il messaggio di Gesù, tormentoni che crescono di intensità in rapporto all’importanza del “mistero cristiano” che debbo celebrare.

Natale è certamente uno dei pilastri portanti del messaggio di Cristo e l’Incarnazione è uno dei pilastri su cui poggia il progetto della Redenzione.

Nella settimana precedente il Natale di quest’anno mi sono arrabattato fino all’inverosimile per trovare un filone di pensiero che valesse la pena di essere offerto alla mia gente, ho però finito con l’imbarcarmi in un discorso penoso, complesso ed arzigogolato.

La notte della Vigilia mi sono addormentato con fatica per la predica che dovevo fare il giorno seguente, una predica che recuperasse l’incanto e la poesia del presepio della mia infanzia e, contemporaneamente, lo traducesse in un messaggio esistenziale valido e pregnante.

Non so se nel sonno o nel dormiveglia mi è apparso un filone che mi è piaciuto e che mi è stato suggerito dal poverello di Assisi, mi sono ispirato al Presepio e ho fatto delle bellissime scoperte che hanno illuminato il mio spirito e scaldato il mio cuore.

Ho scoperto il silenzio, condizione necessaria per sentire la flebile voce del Bambinello, ho avvertito la sobrietà, condizione assoluta per non lasciarsi travolgere dalla crisi economica che ci attanaglia, ho visto la fiducia assoluta in Dio di Maria e Giuseppe, ho ammirato i poveri pastori che riuscirono a provvedere anche ad uno più povero di loro, mi sono lasciato avvolgere dalla tenerezza della natività che è condizione indispensabile per avere rapporti caldi con gli altri, ho avvertito l’aleggiare degli angeli che ci hanno fatto intuire il mistero in cui siamo avvolti ma, soprattutto, mi sono reso conto che il Figlio di Dio con il Natale è diventato figlio dell’uomo e che soltanto quando mi apro agli altri, dono loro la mia solidarietà e li amo, posso godere dell’incanto e della poesia del Natale perché così mi inserisco nella logica di Dio.

Ho avuto la netta sensazione che i fedeli che gremivano la mia “cattedrale tra i cipressi” abbiano condiviso questa mia “lettura del Natale” e ne sono stato particolarmente felice!

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