Io sono un grande ammiratore dell’AVAPO (Associazione Volontari Assistenza Pazienti Oncologici) perché essa offre alla città un servizio innovativo, in quanto rende possibile a chi è colpito dal cancro di rimanere a casa sua tra i suoi famigliari.
L’AVAPO poi svolge il suo servizio in maniera eccellente, tanto che le famiglie che hanno fruito o fruiscono di questo servizio, rimangono sempre riconoscenti ed ammirate. Inoltre ammiro e stimo tantissimo la presidente che è l’animatrice di questo folto gruppo di volontari, la dottoressa Stefania Bullo, una creatura minuta, una volitiva, intelligente e soprattutto una donna che ha scelto di donare tutto il suo tempo e tutto il suo cuore a questa associazione. Talvolta io l’ho definita la “pulzella d’Orleans”, la “Giovanna d’Arco” di Mestre, per il coraggio e la determinazione con cui porta avanti la sua “crociata”.
A riprova di questa ammirazione ho scritto più di una volta dell’AVAPO, ho accettato di esserne socio e di prestare, purtroppo solo a livello legale, il mio nome come direttore del periodico di questa associazione. Quando esce il periodico lo leggo con attenzione e mi prodigo, per quanto posso, per facilitarne la diffusione.
Mi sono dilungato di proposito a manifestare la mia ammirazione e la mia stima perché sono convinto che il gruppo di volontari dell’AVAPO sia uno dei gruppi di solidarietà tra i più seri, i più efficienti e più meritevoli a Mestre.
Ora non appaia minimamente come una critica, perché di critiche non ne ho minimamente da fare. Leggo sull’ultimo numero del periodico il risultato della campagna del cinque per mille dell’anno 2012 (lo Stato italiano è sempre più lento e ritardatario). E in quest’anno per l’AVAPO: ben 2558 concittadini hanno scelto questa associazione che avrà un contributo di 79.455,50 euro.
Non so ancora come è andata per la Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi, ma sono assolutamente certo che sarà di gran lunga inferiore. E’ pur vero che la città ha finanziato in maniera splendida questa fondazione, tanto che sta realizzando delle opere veramente eccellenti per gli anziani poveri della città. Però ho la sensazione che noi del “don Vecchi” non siamo ancora riusciti a farci conoscere e stimare quanto forse sarebbe necessario.
In questi ultimi anni abbiamo tentato di martellare a tamburo battente le coscienze dei nostri cittadini circa il 5 x 1000, ma nonostante questi appelli ormai settimanali, i risultati sono ancora modesti. Credo che la stragrande maggioranza dei concittadini conosca pressappoco le nostre attività a favore degli anziani poveri, però abbia una conoscenza piuttosto nebulosa. I brillanti risultati dell’AVAPO spero che stimolino il consiglio di amministrazione della Fondazione a verificare il modo con cui possiamo presentarci e farci conoscere meglio dalla città.