Città amica

Ho imparato dal patriarca Roncalli che quando si ha a cuore un problema bisogna parlarne un po’ con tuti, perché da qualche parte c’è di certo qualcuno che è disposto a darti una mano; l’importante è incontrare questo qualcuno. Monsignor Vecchi mi ha poi ripetuto mille volte che i soldi meglio spesi per un prete sono quelli che lui investe nei mass media per passare il suo messaggio.

Penso di aver fatto tesoro di questi insegnamenti. Ho speso una barca di soldi per comunicare ai concittadini i miei sogni e i miei progetti. Ho speso un patrimonio per Radio Carpini, le riviste parrocchiali, il mensile “Carpinetum” e “L’Anziano”, il settimanale “Lettera aperta” ed ora “L’Incontro”. Dire che stampiamo e distribuiamo ogni settimana cinquemila copie del periodico può sembrare quasi una notizia banale; vedere però una pila alta un metro e mezzo di fogli A3 è tutt’altra cosa! Eppure ogni settimana si ripete anche questo “miracolo”.

Le spese sono davvero notevoli, ma il “ritorno” è di gran lunga superiore; se non fosse altro la ventina di miliardi spesi per i cinque Centri don Vecchi ne sono la riprova. Non passa giorno che qualcuno si offra di collaborare, che i funzionari delle varie società non agevolino le pratiche, che qualche altro non offra denaro, piante, mobili, tappeti. La superficie dell’ultima struttura è immensa, perfino troppo grande, però non c’è angolo che non offra qualcosa di bello.

Questo riscontro poi, a livello materiale è solo un aspetto, quello però a livello umano e sociale è di certo di gran lunga superiore. Non c’è luogo dove non incontri gente che mi saluta con affetto e deferenza, forse illudendosi che io sia un personaggio che in realtà non sono. Credo di riconoscermi solamente una certa coerenza, un impegno serio e costante al lavoro ed una disponibilità assoluta alle richieste del prossimo. Ho sempre preso sul serio la parabola della pecorella smarrita perché ho scelto che la sorte di nessuno mi sia indifferente. Sono pure convinto che da ognuno abbia qualcosa da ricevere e a cui donare.

Però, per fare tutto questo, bisogna abbassare il ponte levatoio, abbattere lo steccato attorno alle parrocchie, esser coscienti di avere il messaggio più valido e soprattutto aprire un dialogo con tutti. Io non mi sono mai arreso a pensare che la parrocchia sia costituita da quel 10, 15…… per cento che viene a messa alla domenica, perché tutti gli uomini indistintamente sono figli di Dio e fratelli nostri. Sono immensamente grato ai miei “maestri” e mi piacerebbe tanto poter passare anche ai colleghi vecchi e giovani, queste convinzioni che danno respiro alla vita.

06.07.2014

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