Il beato angelico!

A modo mio, e con risultati men che modesti, sto conducendo una mia “guerra di liberazione”. Non sogno neppure che essa superi i confini della mia coscienza, mi sarebbe sufficiente ottenere una vittoria anche solamente interiore.

Vengo al motivo di questo mio discorso confidenziale e un po’ strano. Io sono un appassionato raccoglitore di quadri, sia perché l’arte mi affascina, sia perché mi piace che le strutture che abbiamo destinato agli anziani più poveri e più soli della nostra città siano ingentilite ed arricchite dal genio e dalla poesia dei nostri pittori.

Gli amici che sanno di questa mia passione spesso mi donano qualche opera che per i motivi più diversi hanno deciso di espellere dalle loro case.

Qualche giorno fa un amico che si dedica agli sgomberi, mi ha portato un quadro che, a parer suo, è di Guttuso. In verità porta la firma di questo pittore celebre in Italia, ma non mi pare assolutamente certo che l’abbia dipinto lui. Il quadro sinceramente non mi piace, ma se fosse di Guttuso lo venderei per destinare il ricevuto a miglior causa.

Vengo quindi alla mia “guerra di liberazione” che ha per obiettivo liberare dalla valutazione del mercato, dalla speculazione e dall’affare le opere d’arte perché esse possano “vivere” solamente per la loro bellezza, la loro poesia e soprattutto per il loro messaggio.

Per questo motivo preferisco una copia di un’opera bella e riuscita che un brutto quadro nonostante valga molto a motivo del mercato, della notorietà dell’autore o delle stime interessate.

Ho un sacco di amici nel mondo dell’arte, ma finora, per i motivi più diversi, non sono riuscito a trovare un artista disposto a far “parlare” le pareti bianche del presbiterio della mia “cattedrale tra i cipressi” del camposanto di Mestre, anche nei momenti in cui non ci sono funzioni e quando la chiesa è aperta per accogliere i “cercatori solitari” di pace e di Dio.

Data questa lettura e concezione dell’arte, ho accolto con estremo entusiasmo e riconoscenza la proposta di alcuni miei amici carissimi che si sono offerti di regalarmi due quadri del famosissimo Angelico, il fraticello che si dice dipingesse stando in ginocchio per rispetto al “soggetto sacro” che aveva deciso di immortalare.

Non servirà più andare a Firenze per vedere e contemplare la dolcezza infinita di questo fraticello dall’anima candida che ha messo a disposizione la sua tavolozza e il suo genio per “leggere” i misteri della nostra fede. Spero che si faccia la coda per venire nella chiesa del cimitero a visitare le due opere di questo sommo artista. La loro riproduzione è talmente fedele che forse supera l’armonia e l’incanto dell’opera originale. I nostri quadri del Beato Angelico non corrono di certo il pericolo di essere rubati, perché a livello venale forse non costano niente però, pur essendo parenti poveri di quelli di Firenze, possono offrire tutto l’incanto delle opere della Galleria degli Uffizi, facendo la coda e pagando il biglietto per andare a vederle.

I miei due “Beato Angelico” infatti sono ormai già stati “liberati” dal mercato.

24.06.2014

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