Questa mattina, mentre tornavo dalla celebrazione della messa in cimitero, ho incrociato una fila infinita di ragazzini che percorrevano via Vallon per raggiungere qualche meta nelle propaggini della periferia della nostra città.
La prima sensazione alla vista di questi ragazzini, tutti con la maglietta rossa e lo zainetto in spalla, è stata quella di uno squadrone di “giubbe rosse” guidate da giovani ufficiali in perlustrazione della zona. Poi l’immagine si coniugò ben presto con un’informazione che don Gianni, il mio giovane successore come parroco a Carpenedo, mi aveva data qualche giorno prima, quando ancora funzionavano i baracconi della sagra. Le adesioni al grest (gruppo estivo, ossia una proposta di attività in tempo di vacanza), ammontavano quest’anno a ben 170 elementi tra ragazzi ed educatori.
Lo squadrone che ho incrociato stava dirigendosi verso il boschetto che l’antica “Società dei trecento campi” mi aveva messo a disposizione in fondo a via Vallon, concedendomelo con atto ufficiale come segno di riconoscenza quando uscii dalla parrocchia di Carpenedo. Per molti anni parve che la parrocchia non sapesse cosa farsene di quello spazio erboso popolato da alberi che ormai hanno raggiunto vent’anni di età. Una comunità viva poi ha capito quale risorsa potesse offrire quello spazio solitario raggiungibile in dieci minuti a piedi dalla parrocchia.
Mentre guardavo commosso e compiaciuto quella lunga fila di ragazzini festosi e felici che sognavano giorni di gioco ed avventura, il mio pensiero si spinse un po’ più avanti nel tempo: tra luglio e agosto altri 200 ragazzi scout della stessa comunità pianteranno le tende nei luoghi più diversi ma sempre belli delle nostre Alpi, e forse altrettanti soggiorneranno alla Malga dei Faggi nell’Agordino.
In questi giorni qualche anima bella mi ha fatto pervenire una busta piena di bollettini parrocchiali raccolti qua e là: una vera desolazione! Solo annunci di riduzione delle messe festive, di pausa per la stampa parrocchiale. Quando per i preti che seguono l’esempio di Papa Francesco, che rinuncia alle vacanze e continua a “lavorare”, i mesi estivi sono il periodo più propizio per “la grande semina” che darà frutti nei prossimi decenni. Quelle centinaia di ragazzi che vivranno assieme ad un testimone di Gesù i momenti più belli della vita, non potranno mai dimenticare il loro “don” e soprattutto il suo messaggio e la sua testimonianza.
La nuova evangelizzazione passa solamente per questa strada; le altre sono fabulazioni fasulle che non portano da nessuna parte.
17.06.2014