Le “vacanze” del Papa

Ieri, 15 giugno, il Gazzettino ha dedicato al fondo di una pagina interna la notizia che trascrivo integralmente. Posso capire che la stampa consideri di serie B o C una notizia del genere, ma per me, prete cristiano, questa è una notizia che metterei in prima pagina.

Il Papa, fino a pochi anni fa, era considerato non solamente il successore di San Pietro, ma pure un “sovrano”. L’apparato del Vaticano ha questa impronta. I Papi precedenti a Papa Francesco, in verità sempre in maniera più attenuata, comunque si sono adeguati a questo clima e a questa mentalità. Anche le belle figure di Papa Wojtyla e di Papa Ratzinger non si sono scrollate di dosso quel ruolo e, pur essendo dei santi pontefici, si sono inseriti nell’antica tradizione dello Stato Pontificio.

Papa Francesco, però, ha saltato decisamente il muro e nei mesi estivi rimane in Vaticano perché forse il mondo non comprenderebbe un pontefice che abitasse in una casa popolare della periferia di Roma. Comunque trascrivo la notizia perché penso sia bene che anche chi non legge il Gazzettino la conosca.

VATICANO – Bergoglio come l’anno scorso rinuncia alle ferie estive
Il Papa: sui poveri troppe parole e niente fatti
«Troppe parole, troppe parole, e non si fa niente: questo è un rischio» ha detto il Papa preoccupato. «Tante informazioni e statistiche sulle povertà e le tribolazioni umane», finiamo «spettatori informatissimi e disincarnati di queste realtà». Il rischio di parlare troppo e non fare niente «non è il vostro – dice Francesco ai 60 mila in Piazza San Pietro – voi delle Misericordie lavorate bene». Ai convenuti da tutta Italia per il raduno delle Misericordie e dei gruppi Fratres di donatori di sangue, papa Francesco ha offerto vicinanza e attenzione e un discorso teso a incoraggiare la imitazione di Gesù nell’atteggiamento verso i sofferenti. Ha ricordato che misericordia viene dal latino «miseris cor dare», cioè «dare il cuore ai miseri».
Malgrado gli episodi recenti di affaticamento che lo hanno costretto ad annullare vari impegni, come nel 2013 Bergoglio rinuncerà quest’anno al tradizionale periodo di ferie – Wojtyla e Ratzinger soggiornarono in Cadore, Val d’Aosta e Alto Adige – e alla trasferta estiva nella residenza papale di Castelgandolfo ora aperta al pubblico per le visite ai giardini pontifici. Bergoglio terrà regolarmente la preghiera dell’Angelus tutte le domeniche dal Palazzo apostolico, eccetto durante il viaggio in Corea del Sud -13-18 agosto – per la Giornata della Gioventù asiatica. A Ferragosto, dunque, non ci sarà la messa dell’Assunta a Castel Gandolfo.

Vi aggiungo poi un appunto per giustificare il mio interesse quasi morboso a questa notizia. Eccovi la vicenda: parecchi anni fa il Gazzettino, a proposito dei quindici giorni di vacanza del Papa in Cadore o in Val d’Aosta, scrisse che, tutto sommato, venivano a costare venti milioni. In una pagina di diario scrissi pressappoco “Caro Papa, ritengo non sia lecito accettare vacanze del genere quando c’è un mondo di poveri che muore di fame”. Non l’avessi mai fatto! Si scatenò un putiferio di commenti, pro e contro, ne scrisse perfino “Le monde”.

Sono venuto a sapere dopo che la segreteria di Stato tempestò di telefonate la curia di Treviso, e penso anche di Venezia, per sapere cosa ci fosse dietro questa reazione della stampa. Il Patriarca Scola non mi disse una parola, ma mi riservò un comportamento gelido e all’inaugurazione del “don Vecchi” di Marghera disse: «Don Armando parla poco, ma scrive troppo». I miei colleghi più “importanti” presero le distanze.

Cosa capita ora? Il Papa attuale non solo rinuncia alle vacanze in Cadore, ma pure a quelle a Castelgandolfo! Finora però nessuno mi ha detto “avevi ragione”. Così va la vita anche tra i preti.

16.06.2014

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