Per moltissimi anni ho sofferto perché avevo l’impressione che la Chiesa fosse intollerante, non accettasse sufficientemente il dialogo, non sopportasse un certo dissenso e non credesse che ogni persona ed ogni movimento di pensiero ha in sé qualcosa di vero da offrire e di cui far tesoro.
La Sacre Scrittura offre un codice di comportamento: “Se sei convinto che tuo fratello stia sbagliando e quindi stia facendo del male alla comunità, riprendilo a tu per tu; se persiste, parlagli alla presenza di saggi testimoni; se ancora non desiste, portalo di fronte all’assemblea dei fratelli e poi non ascoltare nemmeno la comunità, toglilo fuori come ramo secco e pericoloso”.
Credo che le “scomuniche ecclesiastiche” abbiano come supporto formale queste parole, anche se in pratica ben altri sono stati i motivi di scomuniche facili ed esecrande. Una certa letteratura poi, quale quella della Sacra Inquisizione, delle Crociate, di certe “guerre sante”, mi aveva reso particolarmente sensibile in negativo a questo comportamento. Fui quindi ulteriormente esasperato dagli interventi più che decisi di Pio X nei riguardi del modernismo e, più di recente, da quelli drastici del Sant’Uffizio nei riguardi dei “profeti del nostro tempo”, quali don Mazzolari e di don Milani.
Nel mio piccolo infine, anch’io sono rimasto “toccato” da rilievi e richiami per prese di posizione a mio parere di poco conto.
Attualmente mi pare che la nostra Chiesa sia arrivata ad una tolleranza assolutamente esemplare. Papa Francesco porta avanti ogni giorno di più questa bandiera dell’arcobaleno.
In questo processo d’ordine storico mi pare stridano ancora di più le continue e dure sbraitate ed inappellabili scomuniche del comico Beppe Grillo, scomuniche che mi urtano maggiormente perché pronunciate con sentimenti e parole volgari, truculente ed assolutamente carenti di stile e di buona educazione.
Pensavo che fosse definitivamente terminata l’ora delle scomuniche ed invece me le ritrovo da mane a sera in televisione e su tutti i giornali. Avverto con un po’ di amarezza che amici che stimo e ai quali voglio bene, pur non dicendomelo apertamente, non condividono la mia preoccupazione che l’integralismo e il massimalismo soprattutto dei due leaders Grillo e Casaleggio siano un vero pericolo per la democrazia e che il loro assoluto rifiuto di ogni forma di dialogo, di compromesso e di collaborazione esasperi maggiormente il clima desolante della politica italiana.
Quanto ammiro l’intelligenza, la coerenza, l’onestà morale di tantissimi militanti e soprattutto parlamentari Cinquestelle, tanto mi preoccupa l’intransigenza assoluta, la saccenza e la volgarità dei loro capi.
Comunque, volendo rimanere fedele alla convinzione che la differenza è un valore, scelgo di accettare questa presenza sperando che alla fin fine sia vantaggiosa per il nostro Paese.
11.05.2014