Il fine ed i mezzi

Io sono un pover’uomo, ne sono ben cosciente, però da sempre mi sono interessato dell’evoluzione in tutti i settori della nostra società.

Se io metto a confronto il modo di vivere la religione (perché è questo il settore che più mi interessa) di quando ero bambino col modo attuale, mi accorgo che l’evoluzione è stata veramente profonda e radicale. Spero che questo fenomeno sia positivo ma non ne sono proprio certo. Di tanto in tanto mi nascono dei dubbi veramente seri.

A me pare che la caratteristica più evidente e riscontrabile sia che il cristiano moderno si è progressivamente sganciato da un mondo che era codificato fin nei minimi particolari, per puntare invece alla sostanza del messaggio cristiano. Mi sembra che un tempo si fosse convinti che per arrivare alla sostanza di “ama Dio con tutta la tua mente, tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze e il prossimo tuo come te stesso”, si dovesse passare attraverso una serie consistente di pratiche e di riti ben definiti.

Vorrei che per un solo momento facessimo una disanima di queste modalità: digiuno il venerdì, vesperi della domenica, vigilie, ottavari, novene, primi nove venerdì del mese, confessione pressoché settimanale, angelus, preghiere prima dei pasti, giaculatorie, fioretti, visite in chiesa, elemosine, rosario a maggio e ad ottobre, primi sabati del mese in onore della Madonna, devozione ai capitelli, medaglie, santini, scapolari, devozioni particolari e chi più ne ha più ne metta! Ora tutto questo è pressoché scomparso, anche i cristiani più devoti si confessano due, tre volte l’anno e pare trovino molta difficoltà a scoprire un qualche peccato vero e un po’ significativo da confessare.

Questo problema è sempre esistito, basti pensare che gli ebrei avevano più di seicento precetti o norme da seguire, mentre nel cristianesimo erano molto meno, però ora la semplificazione e lo sfoltimento sono diventati più rapidi e radicali.

Mi è venuto da riflettere su questo argomento qualche settimana fa quando mi è capitato di leggere l’intervista a Gesù su che cosa si dovesse mantenere della legge antica. Gesù risponde: «Non sono venuto per abolire, ma per completare», e continua: «chi insegnerà di eliminare anche un solo iota (che era la lettera più piccola dell’alfabeto) non entrerà nel Regno dei Cieli».

Sto ripensando con una certa preoccupazione a questo discorso, constatando che è sempre tanto facile demolire, ma costruire è ben più arduo e impegnativo. In questi ultimi tempi sto insistendo, e molto convinto, che dobbiamo diventare “creature nuove”, però bisogna pure che per arrivare a tale meta usiamo un qualche strumento.

Io sono vecchio, e tutto sommato i vecchi rimangono abbarbicati alla cultura del vecchio catechismo di san Pio decimo che aveva una risposta precisa su ogni argomento, ma i nostri bambini che al catechismo fanno soprattutto cartelloni, non so proprio come potranno arrivare al Regno!

12.04.2014

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