Resurrezione: dono fin da subito

La mia preparazione al sermone per la quinta domenica di quaresima, che il calendario liturgico ha fissato per il 6 di aprile, cioè ieri, è stata particolarmente tribolata. In verità tante volte ho confidato ai “miei fedeli” che per me è sempre stato faticoso e impegnativo preparare la predica, ed altrettanto farla. Sono estremamente preoccupato che si riduca a un fervorino che ricordi un episodio o un discorso di Gesù e non diventi invece – come io credo che sempre dovrebbe essere – una luce che illumini l’intelligenza e ci determini a vivere l’oggi e a camminare verso il domani sorretti dalla verità che Cristo ci offre in ogni nostro incontro con lui. La liturgia della domenica non può esaurirsi in una “marcatura” che certifica la nostra presenza: questo ritualismo rappresenta la morte certa del messaggio cristiano.

Ce l’ho messa tutta, come sempre, tanto che, finita la messa, mi sentivo quasi svuotato e stanco, come avessi affrontato una prova estremamente difficile. Terminata la messa ho incontrato un piccolo crocchio di signore che si facevano le rituali confidenze ed una, vedendomi passare, e con il palese assenso delle altre due, mi disse: «Grazie don Armando, per quello che ci ha detto questa mattina». Mai ho gradito un complimento quanto ho gradito questo, perché ho avuto la sensazione che l’interpretazione che avevo dato alla pagina del vangelo di Giovanni era passata e l’avevano accolta con gioia interiore.

Tutti, o quasi, sanno che il vangelo della quinta domenica di Quaresima verte sulla resurrezione di Lazzaro. Questa pagina è ricca, ma quanto mai complessa e non è facilmente interpretabile il passaggio in cui Cristo afferma che chi crede avrà pure vita dopo la morte: verità importante, però lontana.

Ho tentato di rendere cosciente la mia cara gente che viene ogni domenica ad incontrarsi con Gesù nella mia povera chiesa prefabbricata tra le tombe del nostro camposanto, che la resurrezione di Lazzaro non ci apre solamente alla speranza della vita oltre la morte, ma ci offre molto ma molto di più. Infatti se il Signore donerà a tutti la resurrezione, credenti o meno, per noi essa costituisce un dono immediato perché ci libera fin da subito dall’angoscia della fine ineluttabile e definitiva, mentre i non credenti dovranno affrontare le nostre stesse difficoltà, ma non potranno evitare l’angoscia di sentire sopra le loro vite pendere la spada inesorabile di Damocle che da un momento all’altro può metter fine a tutti i loro sogni e le loro attese.

La Resurrezione quindi è per noi una stupenda notizia che già da ora allieta ed illumina la nostra vita ed apre davanti a noi un varco luminoso sul domani, facendoci allietare e quasi pregustare la vita nuova, aldilà della tomba, sorreggendoci e rendendo più sicuro e sereno il nostro andare verso una meta radiosa e felice.

07.04.2014

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